Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
Segui la storia  |       
Autore: Crazy Chick Kelly_chan    16/03/2016    7 recensioni
[Storia ad OC scritta a quattro mani con Elsira: iscrizioni chiuse]
Una nuova generazione di sirene.
Nuovi nemici crudeli e spietati, nuovi poteri straordinari e viaggi per il mondo alla ricerca di oggetti magici, strani segreti e misteri da svelare.
Un’antica e minacciosa profezia che incombe e rischia di avverarsi con terribili conseguenze per gli Oceani e per il Mondo.
Tutto questo e molto altro ancora aspetta le nostre ragazze, come andrà a finire?
{ATTENZIONE: Questa non è una storia stile Mermaid Melody. Vi sono tematiche delicate, violenze fisiche e mentali al suo interno.}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciaoooo a tutti!
Siamo tornate con la seconda OC, preparatevi per un bello shock termico! Ci sentiamo a fine capitolo!
 

Nordic frozen star

Elsira ~

 
 

Ornata da pietre preziose,
la stella che cerco dove sarà?
Ma son sicura, la fiducia sempre mi aiuterà,
perché...

«Aisu!»
La giovane ragazza dai capelli dorati smise di canticchiare la sua canzone e si voltò nella direzione della voce che l'aveva appena chiamata.
Suo fratello gemello, dietro di lei, le stava venendo incontro con il suo bel sorriso smagliante in volto, coperto parzialmente dalla sciarpa rossa.
Appena lo vide, si voltò completamente verso di lui e gli mostrò la sua espressione più gioiosa. Pur avendo la stessa età, era raro che i due si trovassero a rientrare insieme dai corsi pomeridiani, perché frequentavano scuole diverse.
Il ragazzo le si mise a fianco e i due proseguirono verso casa assieme.
«La devi smettere di cantare in mezzo alla gente, altrimenti si innamoreranno tutti di te.» Le disse con un sorriso giocoso il gemello specchiandosi negli occhi color indaco della sorella, identici ai propri.
Aisu tirò un sorriso timido e guardò in basso, arrossendo lievemente e sussurrò: «Ma piantala, Eiji...»
In pochi minuti arrivarono in casa e la ragazza, dopo essersi liberata in tutta fretta della pesante mantella e aver lasciato cadere la propria cartella nel mezzo del corridoio, corse in cucina per andare a bersi una bevanda calda.
Con atteggiamento opposto si muoveva invece suo fratello, il quale calmo e diligente posò le chiavi nello svuotatasche posto accanto all'entrata, si tolse il pesante piumino, la sciarpa e i guanti, dopodiché si rimise a spalla il proprio zaino per posarlo in camera propria e raccolse da terra la borsa della gemella per fare lo stesso. Si avviò per portarla nella stanza della ragazza e andarsi poi a bere con lei qualcosa di caldo, ma un bigliettino attaccato allo specchio del corridoio attirò la sua attenzione.
«Eiji, tu vuoi qualcosa da bere?» Chiese la ragazza, tornando sui propri passi, per poi sbattere più volte le palpebre in un'espressione interrogativa quando vide il fratello leggere interessato il foglietto che teneva in mano. Gli si avvicinò curiosa, finché quando gli fu al fianco lui alzò il volto e le mostrò il pezzo di carta con un sorriso furbo, dicendo: «Mi sa che è per te, sorellina.»

Bentornati ragazzi! Com’è andata oggi a scuola?
Aisu, vieni ad aiutarmi in negozio appena ti sarai scaldata, sono arrivati gli abiti della nuova stagione e devi venire a darmi una mano a sistemarli (e non lasciare il tuo zaino in mezzo al corridoio, signorina!)
Eiji, puoi portare Crystal con te quando vai a correre oggi? Aveva voglia di sfogarsi stamattina ma io non ce la facevo a starle dietro, andava troppo veloce!
Grazie tesori!
Un bacione,

Mamma

«Sì, vestiti nuovi!» Trillò entusiasta Aisu, per riprendere la mantella e indossarla.
«Non dimentichi nulla?» Chiese in un sussurro divertito il fratello, quando la gemella era già con una mano sulla maniglia.
La ragazza si voltò interrogativa, per poi vedere lui che teneva il suo zaino in mano e gli fece la linguaccia, colpevole. Si avvicinò, lo ringraziò con un bacio sulla guancia e andò a posare la cartella nella propria camera, per poi uscire di corsa.
Per un attimo pensò di prendere la bici, ma poi rifletté sul fatto che non ne valeva la pena perché avrebbe dovuto poi perdere tempo a trovare dove lasciarla e dato che il negozio d'abiti della madre non era lontano, optò per fare una passeggiata di qualche minuto, durante la quale approfittò per infilarsi le cuffie e ascoltare un po' di musica.
Finito di sistemare i nuovi abiti in negozio, la ragazza si mise alla cassa e tirò fuori dalla borsa il libro che stava leggendo in quel periodo. Aveva appena voltato il cartellino all’uscio su ‘aperto’ e i clienti sarebbero arrivati da un momento all’altro, ma nell’attuale calma non sarebbe mai stata a girovagare a vuoto per il negozio: preferiva di gran lunga approfittare di quell’attesa per immergersi nel mondo di quelle pagine e continuare a leggere l’avventura dei protagonisti.
 
«Salve, posso chiedere a lei per qualche consiglio?»
La voce dolce le fece spostare lo sguardo, con un poco di rammarico, dalle scritte nere per posarlo negli occhi color indaco scuro. Aisu sbatté velocemente le palpebre per tornare in fretta al presente, uscendo dal mondo del libro.
Si alzò e si diresse alla parte frontale del balcone, poi rispose con un sorriso di scuse alla donna elegante: «Sì certo. Chieda pure.»
L’altra le sorrise dolce, poi esordì: «Dovrei andare a breve a una festa molto elegante e voglio essere al massimo dello splendore.»
«Vediamo… Una festa elegante, eh? Beh, allora il meglio è certamente un bel vestito. Farà colpo su tutti, glielo posso assicurare!» Disse con entusiasmo Aisu, dirigendosi verso i nuovi arrivi. «Credo proprio di avere un paio di abiti per lei… Sa, è arrivata con un tempismo perfetto! Proprio questa mattina è giunta la nuova collezione.»
«Per favore, dammi del tu.» Le si rivolse in un sorriso la donna, inclinando la testa e seguendola con calma verso gli abiti. Aisu si voltò e la guardò interrogativa per un istante, al ché la donna le porse la mano e disse: «Mi chiamo Noel.»
Aisu sorrise e strinse la mano, rispondendo: «Aisu, piacere di conoscerti.»
«Piacere mio, cara.» Sorrise enigmatica Noel, per poi aggiungere: «Hai davvero un bel nome. Sai cosa significa?»
«Sì, vuol dire 'ghiaccio'. È stata mia madre a darmelo, perché quando ci ha partoriti fuori imperversava una tormenta. È sempre stata innamorata della fonetica della lingua giapponese, perciò io e mio fratello abbiamo nomi giapponesi.» Rivelò la ragazza, in un sorriso sereno e divertito, mentre con gli occhi cercava l’abito che aveva riposto pochi minuti prima.
«Hai un fratello?» Chiese perplessa l’altra, il cui sorriso era però sempre presente a illuminarle il volto.
«Eccolo!» Esclamò in tutta risposta la giovane, prima di estrarre l’abito, voltarsi, porgerlo alla donna e sorriderle a sua volta, spiegandosi meglio: «Sì, gemello. Si chiama Eiji.»
Aisu indicò i camerini a Noel e questa si andò a provare il vestito, mentre la ragazza cercava un paio di scarpe da abbinarci.
«Aisu, è forse… Un po’ troppo osé… Non credi?» Disse Noel, leggermente intimidita, facendo uscire solo la testa dal camerino. La ragazza sorrise tranquilla, scostando la tenda per vedere l’abito sulla donna: «Ma no… Ti sta che è una meraviglia, hai un corpo fantastico.»
«Sì, forse… Ma non ho più diciotto anni e abiti con questo genere di taglio sono troppo… Giovanili...» Le sorrise Noel, un poco rossa in viso mentre si dava un ulteriore occhiata allo specchio del camerino. Notando poi l’espressione incredula della ragazza, aggiunse: «Ne ho 27.»
Gli occhi color indaco elettrico della giovane si spalancarono increduli, sotto la risata appena accennata della donna. Aisu si portò le mani alla bocca e con tono di scuse disse: «Mi… Mi dispiace… Io credevo… Avevo capito che...»
Si fermò al gesto di noncuranza di Noel, che le rise contenta: «Sta’ tranquilla, non me la sono presa.»
«Vado subito a prendere un altro abito!» Disse la ragazza, voltandosi in fretta con il viso in fiamme per la gaffe appena fatta.
“Non è colpa mia, in fondo… È talmente bella, tranquilla e solare che ne dimostra di meno… Oltretutto, anche se probabilmente non adatto, il vestito le stava davvero una meraviglia…” Pensò la ragazza, mentre prendeva il nuovo abito, che tra l’altro riteneva molto più bello del precedente, lo portava a Noel e glielo porgeva assieme a un paio di tacchi bianchi coi brillanti. “E poi, in fondo, non è un’offesa darle di meno… Giusto?”
«Senti un po’ Aisu, che libro stavi leggendo prima?» Si sentì chiedere da dentro il camerino. Quella domanda la fece destare dai propri pensieri. «“Le Cronache dell’Era Oscura”, di Michelle Paver…»
«Oh sì, l’ho letta quella saga! È davvero bella, non credi? A quale sei arrivata?»
«Al terzo: “Sulle tracce del Lupo”... Piace tanto anche a me. Ho praticamente divorato i libri precedenti in nemmeno due settimane!» Ammise la ragazza con un grande sorriso.
«Il mio preferito è stato “La promessa del Lupo”.» Disse Noel in un sorriso, uscendo dal camerino per guardarsi al grande specchio, sotto gli occhi incantati della giovane e continuare: «Se ti piace il genere, posso consigliarti molti altri libri che credo potrebbero appassionarti altrettanto.»
«Davvero?» Chiese Aisu, con gli occhi che le brillavano dalla gioia. La splendida donna si voltò verso di lei, unì con eleganza le mani al grembo piatto e le sorrise dolce: «Certo!»
La ragazza stava per ringraziarla, ma la voce della madre la interruppe e la fece voltare. «Ah eccoti, Aisu, eri qui allora.» La donna guardò la cliente con un sorriso raggiante, parlando solo dopo un breve accenno d’inchino: «Noel, siete una favola.»
«Grazie Yue, merito di tua figlia. Ha un ottimo gusto, proprio come te.» Rispose lei.
Quel contatto fece un attimo sorprendere Aisu, che non era abituata a sentire la madre dare del ‘voi’ ai clienti e ancor di meno venderla inchinarsi quando li incontrava. Questo pensiero, che sarebbe presto uscito sotto forma di domanda dalle labbra della ragazza, fu interrotto dalle parole di Noel che esclamò: «Bene, allora prendo questo! E anche le scarpe. Quanto vengono?»
«Scherzate, vero? Offre il negozio, non vi preoccupate.» A quella frase della madre, la ragazza spalancò gli occhi incredula. “Offre il negozio? Il negozio offre un abito da 370 corone e un paio di scarpe da 120? Ma stiamo scherzando?”
Prima che potesse ribattere con la maggior gentilezza di cui era capace, Noel la precedette: «Non scherzare Yue, non ti aspetterai davvero che lasci debiti proprio con te.»
«Avrò presto un grande debito verso di voi, in confronto al quale questo non è nulla. E poi davvero, non vi preoccupate, mi posso permettere di farvi questo piccolissimo regalo. Prendetelo come un dono per la vostra nuova carica.» Insistette la donna, poi aggiunse in un sorriso raggiante: «Prego, cambiatevi pure ora.»
Conoscendo la testardaggine di Yue, Noel non continuò quella discussione, ma si rivolse verso la ragazza al suo fianco: «Ti va di venire adesso da me? Per fare la nostra chiacchierata letteraria.»
Aisu la guardò un attimo titubante: dopo quello che era appena successo, aveva una strana sensazione riguardo a quella donna. Mai, mai, mai sua madre si era comportata in quel modo; sembrava quasi che si trovasse di fronte la principessa Mette-Marit di Norvegia anziché una comune donna.
Tentò di ribattere, ma prima che potesse aprire bocca e avere il negozio come scusa, la madre l’anticipò, sorprendendola ancora una volta: «Va’ pure Aisu. Ci vediamo a casa per cena.»
La ragazza guardò appena la madre, confusa più che mai, mentre la donna entrava nel camerino e dopo pochi secondi ne riusciva, con i propri abiti indosso.
“Ma come ha fatto a cambiarsi così in fretta?” Si chiese, mentre seguiva Noel fuori dal negozio.
«Ehm.. Scusa, Noel… Non so se lo sai, ma da questa parte si va verso il mare…» Disse dopo minuti di cammino, con voce leggermente tremante: non voleva rischiare di trasformarsi in sirena per sbaglio.
«Sì, lo so benissimo. Presto vedrai.» Fu la risposta tranquilla della donna, data con un sorriso sicuro. Aisu storse le labbra, ma continuò a seguirla.
Dopo circa mezz’ora, arrivarono in cima a uno dei fiordi norvegesi e la donna si diresse tranquillamente verso la sporgenza. «No, Noel aspetta, è pericoloso!» Provò a dire Aisu, facendo una breve corsetta e afferrandola per un braccio appena in tempo, evitando così di lasciarla cadere in mare. La donna la guardò con un sorriso sereno: «Avanti, Aisu, facciamoci un tuffo. Non ti va?»
La giovane spalancò gli occhi. «Ma sei forse impazzita? Potremmo morire se ci buttiamo da qui!» Solo parte ciò che aveva appena detto era vero. Lei di certo sarebbe sopravvissuta e si sarebbe anche svagata: sin da piccola si divertiva a tuffarsi da grandi altezze e con suo fratello gemello ogni tanto avevano provato il brivido di lanciarsi dai fiordi, di nascosto dalla madre; Noel però, in quanto semplice umana, sarebbe certamente morta, se non per l’impatto, per annegamento.
Ma la donna le continuava a sorridere serena e con aria furba. «Avanti, solo un tuffo.»
Aisu stava per ribadire di no, ma lei fu più veloce: le strinse la mano e si buttò, trascinandola con sé. Durante la caduta, Aisu riuscì solo a pensare a cercare un modo per evitare la morte della donna, quando si ritrovò in acqua trasformata in sirena. Non aveva ancora iniziato a nuotare, che si sentì trascinare per il polso verso il mare aperto.
L’acqua era chiara e calma, perciò le ci vollero pochi istanti per fare mente locale e vedere al suo fianco Noel con una coda da sirena, che la teneva ancora per mano e la portava con sé verso il largo. Lo stupore durò solo pochi secondi, finché non guardò avanti a sé e vide una piccola macchia bianca farsi sempre più grande.
Riconoscendola immediatamente, Aisu si liberò dalla presa e si fiondò a tutta velocità verso la sua migliore amica, abbracciandola entusiasta non appena si sfiorarono.
«Hoshi, Hoshi, Hoshi!» Continuò a chiamarla, felicissima, come se pronunciare il nome della foca artica potesse rendere il riaverla con sé più reale.
La creatura marina le leccò giocosa una guancia, facendole il solletico con i baffi e Aisu, dopo aver riso, la guardò negli occhi neri e le chiese: «Si può sapere dove ti sei cacciata nell’ultimo mese? Hai idea di quanto mi hai fatto preoccupare?»
La foca strusciò la propria guancia con quella della sirena, per poi spostarsi sul suo collo e continuare la carezza, facendole così le proprie scuse, le quali presero voce tra le labbra di Noel: «Mi dispiace, è colpa mia… L’ho chiamata a palazzo per avere più notizie su di te, Aisu.»
La ragazza si voltò verso la sirena e la guardò interrogativa, chiedendo un poco diffidente: «Chi sei tu?»
«Sono la principessa dell’Oceano Artico e custode della perla indaco.» Disse Noel, per poi sorridere e portarsi una mano dietro la chioma: «O meglio, lo ero fino a poco tempo fa… Adesso sono una consigliera della regina dei Mari… Ma la cosa importante che devi sapere è un’altra...» Aprì gli occhi e le si avvicinò; sempre con lo sguardo incatenato nel proprio, le prese una mano rivolgendole il palmo verso l’alto, vi poggiò qualcosa e disse seria: «Sono venuta fin qui per te, Aisu Hansen, perché ho scelto te fra centinaia di altre sirene per essere la mia erede al trono dell’Artico, nonché nuova custode della perla indaco.» Le lasciò la mano e la giovane abbassò lo sguardo: all’interno del proprio palmo, si trovava la perla del suo Oceano.
Guardò la sirena con un misto di sorpresa e scetticismo, tentando di capire se quello fosse un semplice scherzo di pessimo gusto oppure una seria realtà.
Prima che potesse esternare i propri dubbi, la sirena maggiore disse: «Non è finita qui.» Si diresse in avanti, si voltò appena e, prima di iniziare a nuotare con calma, aggiunse: «Vieni, facciamo una nuotata, ho molto da dirti.»
Prima di seguirla, Aisu osservò qualche istante la pietra indaco che teneva in mano, posò poi lo sguardo negli occhi neri di Hoshi, i quali le dissero di seguire l’ex sovrana e così fece. Con l’amica d’infanzia al proprio fianco per avere maggiore sicurezza, si affiancò alla sirena e ascoltò attentamente tutto ciò che le disse. Noel approfittò del momento per spiegarle come funzionava la forma idol, per illustrarle i nuovi poteri, diritti e doveri; alla fine, le raccontò cos’era accaduto durante la cerimonia al palazzo di Nikora e quindi del compito che le nuove Principesse Sirene avrebbero dovuto svolgere con assoluta priorità.
«Quindi… Dovrò trasferirmi in Giappone?» Chiese alla fine Aisu, senza tono.
Noel la guardò un poco sorpresa: davvero di tutto ciò che le aveva detto, era quella la cosa che le premeva di più sapere? Per un istante si chiese se avesse fatto la scelta giusta con lei, ma le bastò vedere i suoi occhi e la sua espressione per rendersi conto delle decine di sfumature di emozioni che invadevano la giovane; nonostante queste, riusciva a trasmettere calma e sicurezza dai grandi occhi e l’appena accennato sorriso.
“Non potevo fare scelta migliore, sarà una regnate perfetta.” Pensò Noel, prima di rispondere serena: «Sì, andrai nell’hotel gestito da una sirena del regno dell’Oceano Atlantico del Sud, presto incontrerai anche le altre principesse: alcune di loro alloggeranno in hotel con te, altre no, ma cercate comunque di restare sempre in contatto. Ricordati, in qualunque momento, che l’unione fa la forza.»
La giovane annuì sorridendo, evidentemente entusiasta all’idea di incontrare le altre ragazze.
Continuarono la loro nuotata per qualche altro minuto, che Aisu impiegò per tempestare di domande l’altra, la quale fu più che felice di rispondere a tutti i dubbi della nuova principessa.
D’improvviso, Aisu si arrestò, seguita da Hoshi. Noel si voltò interrogativa, ma prima che potesse chiedere qualsiasi cosa, la giovane spiegò: «Non posso allontanarmi più di così da casa senza aver prima avvertito la mamma, anche se sono insieme a qualcuno.»
«Capisco, hai ragione.» Disse con un sorriso materno la sirena dai capelli indaco. Con un breve colpo di coda si avvicinò alla giovane, le prese il volto tra le mani e le disse dolce: «È arrivato anche per me il momento di andare, devo tornare al castello della regina. Per qualsiasi cosa, ricordati di fidarti dei tuoi compagni e della tua perla.»
Aisu annuì e Noel si tolse dal collo la seconda pietra color indaco che possedeva, pronunciò delle parole di cui la giovane non conosceva il significato e la lanciò dietro di sé. Dalla gemma venne sprigionata un’intensa luce che costrinse la giovane a chiudere gli occhi.
Quando il bagliore si placò, dopo qualche secondo, Aisu si ritrovò sola con Hoshi in mezzo all’Oceano del Nord.
La sirena osservò la perla indaco nel proprio palmo. Chiuse la mano a pugno, sorrise sicura di sé nonché entusiasta per tutta quella storia e nuotò veloce verso casa, non stando nella pelle per raccontare tutto al gemello, quando lo vide che gli stava venendo incontro. Aumentò la velocità per raggiungerlo in fretta e gli buttò le braccia al collo, ridendo entusiasta.
«Ma che…» Iniziò a chiedere Eiji, con un iniziale tono confuso, rientrando subito nel proprio ruolo e, sempre con la sorella attaccata a sé, le mise una mano sulla testa e assunse un’aria arrabbiata, che non era proprio capace di fare: «Si può sapere dove ti eri cacciata? È tutto il pomeriggio che ti cerco, sono venuto in negozio con Crystal e non c’eri, senza dire dove andavi; che ti è saltato in mente, razza di testaccia?»
Aisu non poté fare a meno di lasciarsi andare in una breve risata. Suo fratello era il migliore, ma non era proprio capace di fare le ramanzine. Inoltre, in diciassette anni, non lo aveva mai visto arrabbiato nemmeno una volta: era la persona più dolce, gentile e premurosa che conoscesse. Sin da quando aveva memoria, si era sempre preso cura di lei come avrebbe fatto il padre che non avevano mai avuto, perché deceduto prima della loro nascita. La madre aveva sempre raccontato loro che si era innamorata del padre, astrologo, durante una notte in cui l'Aurora Boreale danzava nel cielo: era uscita per cantare Stella Preziosa sulla cima di un fiordo e l'uomo l’aveva sentita, dato che era a studiare l'Aurora Boreale lì vicino. La donna non si era trasformata in schiuma di mare perché lui non aveva mai scoperto che era una sirena. Dopo la morte dell’uomo che amava, la madre si era trasferita a Molde, la città natale di lui, aveva aperto un negozio di moda che aveva avuto sin da subito un gran successo e le aveva permesso così di crescere i due figli senza far mai mancare loro niente.
I due gemelli avevano sempre saputo tutto dei propri geni e da piccoli adoravano fare lunghe nuotate assieme. Con il passare degli anni, gli impegni scolastici ed extrascolastici li avevano privati di una buona dose di tempo libero, ma ogni tanto riuscivano sempre a ricavarsi dei momenti solo per loro, in cui esistevano solo loro due e nessun altro; tranne alle volte Crystal, l’husky che da tre anni e mezzo era entrato nella loro casa e nelle loro vite, portato da Eiji un giorno dal rientro da scuola. Era ancora una cucciola ed era denutrita, il ragazzo l’aveva trovata sul lato di una strada, si era tolto il giacchetto, rinvolgendocela premurosamente e l’aveva portata a casa. Dopo un paio di mesi, era diventata la cagnolina più giocherellona, vivace e coccolona che si potesse immaginare.
«Si può sapere che cosa hai da ridere sotto i baffi?» Chiese accigliato Eiji. Aisu posò una mano sulla chioma del ragazzo e disse sorridente: «I tuoi capelli sono buffissimi quando ti trasformi in tritone, bror*.» Il ragazzo si allontanò, leggermente rosso in volto e si portò le mani alla testa, nel tentativo di fermare quegli spaghetti biondi che gironzolavano per conto proprio nell’acqua. Se c’era una cosa che odiava della trasformazione, era come gli diventavano i capelli: allungandosi di pochissimo, non stavano mai ordinati, disperdendosi a casaccio nell’acqua e alle volte, a seconda di come girava la corrente, sembrava che sulla sua testa ci fossero dei tentacoli dotati di vita propria.
«Non è colpa mia…» Borbottò, mentre Aisu gli girava intorno e lo circondava con la propria lunga chioma dorata, perfetta in confronto a quella del gemello, ridendo divertita. «A ogni modo, ho un sacco di cose da raccontarti!»
A sentire l’entusiasmo con il quale venne pronunciata quella frase, Eiji osservò interrogativo la gemella. Abbassò le spalle e disse in un sorriso: «D’accordo, ma sarà meglio che me le dici mentre rientriamo, ti spiace? Devo ancora preparare la cena.»
La ragazza annuì e, nuotando verso casa, raccontò al gemello tutto ciò che era successo durante il pomeriggio. A fine racconto, che lui aveva ascoltato senza dubitare per un solo istante di ciò che sentiva, seppur incredulo, le disse in un sorriso: «Quindi a quando la nostra partenza per il Giappone?»
«Verrai con me?» Chiese Aisu guardandolo con gli occhi che brillavano di una muta speranza.
Lui sorrise raggiante e le scarruffò la chioma dorata. «Ma certo che verrò con te! Altrimenti chi ti terrà a bada? Non posso permettere che la reputazione della pietra indaco venga messa in ridicolo con una delle tue uscite, dovrò tenerti costantemente d'occhio.»
«Simpatico...» Rispose la sirena, chiudendo un occhio e scostandosi la mano del fratello da sopra la testa, con espressione da bambina capricciosa.
«E comunque...» Disse lui, tornando serio di colpo. Aisu lo osservò interrogativa, dopo essersi pettinata i capelli con le mani. «Devo proteggerti. Noel ha parlato di nemici che hanno già iniziato a muoversi e hanno tutta l’impressione di essere tosti. Non posso permettere che tu ti faccia del male.»
Abbassando le spalle a occhi sbarrati, chiese preoccupata: «Vuoi dire che mi farai da guardia del corpo?»
I lineamenti gentili del volto di Eiji si distesero per mostrare il più bel sorriso che possedeva. «Certo. Ti proteggerò per sempre søster**, qualsiasi cosa possa accaderti potrai sempre contare su di me. Siamo una famiglia e non devi temere mai nulla quando sono con te.»
«A ogni modo...» Disse lei, dopo qualche secondo di silenzio, assumendo un’aria da furbetta. Suo fratello la guardò interrogativo e Aisu aggiunse: «Sai che da adesso in avanti dovrai chiamarmi 'princ...» La frase della ragazza fu interrotta da un vortice che circondò le tre creature marine.
Ancora avvolta nella corrente, Aisu sentì la mano forte del gemello stringerle il polso. A fatica, aprì appena un occhio e riuscì a vederlo sorridere e dirle: «Stai tranquilla, ci sono io qui con te.»
«Ma bene, bene, bene… Che carini che siete, devo ammetterlo. È quasi un peccato dovervi separare...» La voce si trasformò in una risata che sapeva di sadico e il vortice si placò, liberando i gemelli e Hoshi. Aisu si strinse al petto del fratello, che guardò serio le due immagini scure che si trovavano di fronte. Con tono fermo e deciso, chiese: «Chi siete voi? E che cosa volete da noi?»
La figura di sinistra inclinò la testa, impossibile vedere la sua espressione perché completamente oscurata dal cappuccio e dal mantello, alto fin al naso per coprirle anche il volto. «Siamo venuti per te, caro mio. Vieni con noi e non faremo nulla alla principessa dalla perla indaco… Per adesso.»
Aisu stava per gridargli di lasciar perdere quell’assurdo proposito, ma la stretta del fratello si fece per qualche secondo più forte. Alzò lo sguardo verso di lui e lo vide sorriderle. Aggrottò le sopracciglia, stando per iniziare a gridargli contro che se lo poteva togliere dalla testa, ma lui la liberò dalla propria presa e le sorrise, dicendole con un sorriso rassicurante: «Non posso permettere che ti accada nulla, søster. Andrà tutto bene, tornerò presto sano e salvo. Non preoccuparti, principessa.» Le dette una forte spinta verso casa, aumentata da una corrente prodotta dai nemici, la quale allontanò anche la foca artica e il secondo dopo Eiji si ritrovò con entrambe le figure nere ai propri fianchi. Gli misero le mani dietro la schiena e gliele legarono in modo strano, come se fosse del liquido a tenergliele bloccate, ma estremamente resistente. La figura alla sua destra, che era quella che aveva parlato per tutto il tempo, gli prese il volto tra l’indice il pollice e gli disse: «Sono manette di sangue, non provare a liberarti o scappare biondino, altrimenti coagulerò quello che ti scorre nelle vene. Molto, molto lentamente… Per non perdermi nemmeno un istante del dolore che ti condurrà alla morte. E farò la medesima cosa alla tua adorata sorellina.»
Eiji fece una smorfia di disprezzo e l’altra rise, prima di rivolgersi al compagno, con un secco: «Rientramo.»
L’istante dopo, svanirono in un vortice.
 
Aisu aprì a fatica gli occhi, ancora intontita. Si guardò intorno nel tentativo di ricordare qualcosa e si ritrovò nel proprio letto. Non capendo nulla, si alzò a fatica tenendosi una mano sulla testa dolorante.
Appena fu a sedere, tutto le tornò alla mente e si guardò attorno alla ricerca del gemello.
Saltò giù dal letto, svegliando Crystal che si era addormentata ai piedi di quest’ultimo e iniziò a chiamare il nome del fratello, cercandolo per tutta l’abitazione.
Cercò disperatamente invano, finché non andò in terrazza e vi trovò la madre che osservava il cielo stellato, con un’aria triste in volto e uno scialle sulle spalle.
La ragazza le si avvicinò piano, sussurrando appena: «Mamma… Dov’è Eiji? È uscito a correre? O a fare una nuotata?»
La donna non rispose. Si voltò verso di lei, come sorpresa, si asciugò gli occhi e le andò incontro, abbracciandola premurosa. «Aisu, stai bene? Torna a letto e prova a dormire, è tardi…»
La ragazza alzò lo sguardo. «Mamma, dove cazzo è Eiji?»
La donna la strinse, poggiandole il volto al proprio petto, una mano alla nuca e il proprio mento sulla testa, lasciando che le lacrime le scendessero sulle guance mentre le diceva che non lo sapeva, che lei era tornata a riva svenuta, portata da Hoshi, la quale l’aveva chiamata e le aveva detto ciò che era accaduto; che adesso tutto ciò che poteva fare era andare in Giappone e incontrare le altre principesse, fidarsi dell’uomo di famiglia e della sua promessa che sarebbe tornato sano e salvo.
 

 


Dizionario:

* bror = fratello, in norvegese
** søster = sorella, in norvegese

 


 

Angolo delle autrici

Ciao! Non vi aspettavate di risentirci così subito eh? E invece… Sorpresa!
Allora? Cosa ne dite? Siamo passate dal caldo afoso di Apia al freddo glaciale di Molde! Speriamo vi siate goduti il viaggio e abbiate apprezzato la nuova erede dell’Artico: Aisu Hansen di Elsira! Di cui potete ammirare il bellissimo disegno al fondo del capitolo, fatto proprio dalla sua creatrice! Ovviamente i protagonisti sono Aisu, Eiji e la dolcissima Crystal!
Visto che qui c’è stata un po’ di azione? Poveri gemelli, cosa ne sarà di loro? Non date nulla per scontato, mi raccomando!
E ora le note in singolo! <3
Vi ringraziamo tutti per il sostegno e la pazienza!
 

E adesso le note in singolo:

 

L’angolo di Kelly:

Bene, siamo ripartite in quarta! Cosa ne dite della principessa dell’Artico? Bella, eh? Si nota la qualità superiore del capitolo rispetto al primo vero? ;P
Anzitutto, io ti voglio ringraziare Elsira <3 Che se non ci fossi stata tu a darmi sostegno e consigli non sarei mai riuscita a esprimermi! E poi di’ la verità: ce la spassiamo a creare capitoli! E grazie anche per sopportare tutti i miei scleri mentali e le mie fisse assurde! ;*
Comunque passiamo al resto: anche la seconda principessa è stata presentata, curioso vedere come le prime due sirene ad aver fatto il loro ingresso siano proprio le eredi delle due che nel anime e nel manga sono state le due più bistrattate e sottovalutate eh? Certo è solo una coincidenza ma alla fine è una cosa che salta all’occhio, sisi! E queste due pazzoidi renderanno molto orgogliose le loro povere sottovalutate predecessore...si dice così? Boh ;P Ad ogni modo preparate le valigie ad ogni capitolo, visto che ognuno di essi è ambientato in posti diversi! Bagagli pronti? Bene! Vi aspetto al prossimo viaggio!
Saluto la mia compagnia di forumcommunity <3 e ringrazio ancora tutti voi per il sostegno e la comprensione che davvero è stata importantissima per noi!  Uh uh! Il mio Sirietto vuole impicciarsiiiiii! Vai fragolo!
 
Sirio: Ciao! La vostra mascotte è tornata! Io ho apprezzato il capitolo, soprattutto….Crystal! *_* Che bella cagnolona, spero di conoscerla <3 sono innamoratoooooooooo! *fa gli occhi a cuore* E non mi importa se è più grossa di me e io sono più piccolo, la conquisterò! Parola di cagnolino! Adesso passo il testimone! Ciao a tutti <3
 
 

L’angolo di Elsira:

Ehilà!
Okay, inizio con il dire che ho la compagna che sclera di brutto... Non fate caso ai suoi complimenti a capitolo e disegno, non è colpa sua poverina... È lo stress… Ma è fantastico scrivere con lei, voi non potete rendervi conto di che spasso sia a ogni capitolo! xD
Detto questo: .... No, non so che dire... Scusatemi, ma io sono un disastro con le note! (Se non si fosse capito...)
Una cosa tengo però a precisarla sin da ora: Aisu e Julia sono state create SEPARATAMENTE, senza che né io né Kelly sapessimo come fosse la ragazza dell’altra… Il che, se ci penso, è quasi agghiacciante… Nel senso… No vabbe’, poi lo scoprirete da voi, sennò faccio spoiler…
Volevo precisare un’ultima cosa e poi vi lascio in pace, promesso: TUTTE (e sottolineo il tutte) le ragazze saranno considerate alla pari. Non ci saranno favoritismi di alcun genere. Uno degli intenti principali è infatti quello di non sottovalutare nessuna delle protagoniste, come purtroppo accade spesso negli anime e nei manga. O almeno, questo è quello che cercheremo di fare. Se la storia non lo permette per qualche motivo, cosa che potrebbe accadere, cercheremo di rimediare coi missing moments, di cui vi parleremo più avanti.
Bene, ora vi saluto ^^
Bli innstilt for neste prinsesse! (A presto con la prossima principessa!)
 

 


E per finire, la fanart di questo capitolo, made by Elsira: Aisu, Eiji e Crystal!
Speriamo siano di vostro gradimento 
^^
 
Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch / Vai alla pagina dell'autore: Crazy Chick Kelly_chan