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Autore: Ilee404    16/03/2016    3 recensioni
Un viaggio alla scoperta di un'isola misteriosa, ricco di avventura e colpi di scena. Una ciurma inaspettata, che raggruppa più fandom. Un'unica missione. Siete pronti a salpare a bordo della BiasList?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Nota: dedico questo capitolo ad Elis;) so che mi odierai, ma dettagli-- Image and video hosting by TinyPic




 
 
 
Capitolo 9
 
“Yah ma così non vale!”
Jiyong lanciò le carte che teneva saldamente in mano sul tavolo da gioco.
“E’ così facile vincere contro di te! Non c’è neanche gusto!” lo derise l’altro, raccogliendo le carte e facendole scorrere velocemente tra le sue mani, mescolando per bene il mazzo. Jiyong sbuffò, arricciando le labbra in un broncio annoiato. Com’era possibile che avesse sempre lui la mano fortunata?
“Hai perso ancora, oppa?” Gong gi sorrise tra le parole, entrando nella stanza e sedendosi accanto all’ultimate. Jiyong la guardò mantenendo l’espressione imbronciata e facendole intuire che si, aveva perso per l’ennesima volta.
“Non è colpa sua, capitano.” lo difese l’altro “La verità è che la fortuna gira sempre dalla mia parte!” concluse, ridistribuendo le carte ed alzando un sopracciglio nei confronti della ragazza, domandandole col pensiero se voleva unirsi a loro. Gong gi rise rumorosamente, allungando una mano per farsi dare il suo mazzo di carte.
“Fortuna? Davvero? Ma se lo sappiamo tutti che bari!” lo accusò lei, allargando le carte tra le dita. Lui arrossì, sorridendo. Anche Jiyong sapeva che lui era un abile baro, ma era convinto che sarebbe riuscito a batterlo lo stesso, prima o poi.
“Questo lo dite voi. A te l’onore di iniziare la partita, Capitano.” le sorrise dolcemente, tenendo erette le braccia davanti a sé e badando bene di non far scivolare le carte fortunate che aveva nascosto nella manica del cappotto.

Gong gi sbarrò improvvisamente gli occhi. Il fruscio delle foglie aveva interrotto bruscamente quel suo ricordo celato dietro ad un sogno. Le era parso tutto talmente reale che si sentì disorientata non appena i suoi occhi ebbero messo a fuoco il luogo in cui si trovava. Portò le coperte fin sopra il naso, tentando di ripararsi sia dal freddo della notte, sia dal suo passato, che era appena andato a farle visita. Non riusciva a smettere di pensare a quel sogno, continuava ad agitarsi sotto le coperte, rotolando da un fianco all’altro in cerca di un po’ di serenità. Decise di alzarsi ed uscire dalla tenda: prendere un po’ d’aria le avrebbe fatto bene. Si alzò silenziosamente e raggiunse l’uscita, scavalcando le ragazze rannicchiate lungo il suo cammino. Non appena scostò il tessuto per uscire, sentì una brezza rigenerante accarezzarle il viso. Respirò a pieni polmoni, sentendosi finalmente un po’ meglio. Avanzò di qualche passo, raggiungendo Jooheon che sedeva su un tronco spezzato a qualche metro di distanza dalla loro tenda. Avevano deciso di darsi il turno per fare guardia durante la notte e, in quel momento, toccava a lui e Sehun.
“E’ già ora del cambio guardia?” chiese il ragazzo, vedendola avvicinarsi a lui. Gong gi scosse la testa, sbadigliando.
“No, sono solo uscita a prendere una boccata d’aria.” lo tranquillizzò, fermandosi in piedi di fronte a lui.
“Brutto sogno?” per la sua ciurma Gong gi era ormai un libro aperto.
“Brutto ricordo.” sospirò, guardando istintivamente i suoi stessi piedi. Jooheon le sorrise tristemente, picchiettando la mano sul tronco per farla sedere accanto a lui. Il capitano si stropicciò gli occhi e si sedette sul tronco, sbadigliando un’altra volta.
“Posso farti una domanda?” gli chiese poi, affondando la testa nel cappotto per ripararsi dal freddo. Jooheon annuì, prestandole tutta la sua attenzione.
“Quando ho convocato la ciurma alla locanda per dare inizio alla missione, tu, Bam Bam e Dowoon non eravate stati chiamati. Voi non siete Bias Traditori, quindi avevamo deciso di non farvi sapere nulla in modo da tenervi al sicuro. Ma allora, perché vi siete presentati? Chi vi ha fatto sapere della convocazione? Non fraintendermi, vi sono grata per la vostra presenza e fedeltà, è solo che…speravo che non dicendovi nulla vi avrei risparmiato tutto questo, ecco.”
Jooheon inspirò ed espirò un paio di volte, pesando parola per parola ciò che stava per dirle. Aveva giurato che non le avrebbe mai detto il perché della loro presenza, ma se non l’avesse fatto lui in quel momento, sarebbe prima o poi sfuggito sicuramente a Bam Bam.
“Un giorno stavo girovagando per il porto di Montown e sono stato avvicinato da una persona che conoscevo. Mi ha chiesto di berci qualcosa insieme ed io ho accettato. Siamo andati in una locanda lì vicino e ci siamo fatti un paio di birre. Mi sentivo un po’ a disagio, devo ammetterlo, ma sapevo che, se era lì, un motivo c’era. E quel motivo eri sicuramente tu. Dopo aver parlato di varie cose, finalmente mi ha spiegato il perché di quel nostro incontro, apparentemente casuale. Mi ha mostrato la tua lettera di convocazione e mi ha ordinato di presentarmi con Bam Bam e Dowoon.”
“Ordinato? Jooheon, gli unici ordini a cui dovete rispondere sono i miei.” tuonò la ragazza, sbarrando gli occhi per lo stupore.
“In mancanza del capitano, però, dobbiamo rispondere al suo vice.”
A quelle parole Gong gi sentì scorrere un brivido lungo la schiena. L’unica persona che, oltre a lei, aveva potere sulla ciurma era lui: l’ultimate.
Posando lo sguardo sul piccolo fuoco che li stava riscaldando, Jooheon proseguì il suo racconto.
“Inizialmente ci sono rimasto un po’ male perché mi sentivo…come posso dire…escluso dalla ciurma. Ma quando lui mi ha spiegato che missione avevi in mente, ho capito da solo che il tuo era un tentativo di proteggerci. Gli ho dato la mia parola che ci saremmo presentati alla locanda e che saremmo salpati con voi.”
“Non riesco a capire…non ti ha detto perché vi voleva a bordo?”
“Mi ha solo detto che, nel caso in cui lui avesse dovuto lasciarti sola per qualche ragione, avremmo dovuto essere al tuo fianco, colmando la sua mancanza.”
Gong gi sospirò, guardando per un istante la luna piena. Perché Eunhyuk gli aveva detto questo? Perché mai avrebbe dovuto lasciarla sola?
“Capitano…se dovesse mai veramente lasciarti…so che non potrei mai sostituirlo, ma giuro su dio che mi impegnerò al massimo perché ogni tuo giorno senza di lui sia un giorno un po’ meno triste.” disse il ragazzo, con un filo di voce. Il capitano gli sorrise amorevolmente prima di appoggiare la testa sulla sua spalla destra. Anche se non riusciva a capire a cosa si riferisse l’ultimate, sapere che Jooheon sarebbe rimasto sempre e comunque al suo fianco la rassicurò molto. Chiuse gli occhi per un istante, stringendosi un po’ di più al suo bias. Nonostante non fosse stata lei a convocarli, era grata che i tre fossero lì con il resto della ciurma. Nella tranquillità di quel momento, un grido femminile squarciò il silenzio della notte, facendoli scattare velocemente in piedi e correre in direzione dell’urlo. Percorsi pochi metri, arrivarono all’entrata della tenda in cui dormivano i ragazzi e a cui stava facendo guardia Sehun.
“Che è successo? Chi ha urlato?” chiese allarmata Gong gi, respirando affannosamente. L’unica persona sveglia davanti a loro era proprio Sehun.
“Scusate, non volevo spaventarvi. Ho visto un cespuglio muoversi ed ho gridato, ma mi sono accorto che era solamente un coniglio.” li tranquillizzò. Gong gi e Jooheon si guardarono per un istante, mordendosi le labbra per non farsi scappare una risata: pensavano che fosse stata una delle ragazze ad urlare in quel modo. Ops.
“Non fa niente Sehun, l’importante è che sia stato solo un coniglio.” le parole le uscirono a fatica tra uno sbadiglio e l’altro.
“GONG GI AH, CHE E’ SUCCESSO? PERCHE’ HAI URLATO?” l’espressione di Zico era tremendamente preoccupata. Sehun aveva svegliato tutti i ragazzi con quel suo strillo improvviso.
“Va tutto bene Zico, torna pure a dormire.” lo rassicurò lei, sorridendogli dolcemente.
“Avete detto che c’era un coniglio, vero? Avete visto dov’è andato per caso? Voglio vederlo!” Bam Bam vagava come un bambino in cerca di caramelle, circumnavigando la tenda da cui era appena uscito ed affondando la testa in ogni cespuglio in cerca di quell’animaletto.
“Capitano, se riesco a prenderlo posso tenerlo?” le sue pupille si erano allargate fin quasi a coprire l’iride. Gong gi annuì, sicura che non sarebbe mai riuscito ad acciuffarlo. Mentre i ragazzi tornavano beatamente a ronfare, Bam Bam continuò la sua ricerca, squittendo. Vedendolo in disparte, Gong gi si avvicinò a lui e, con la scusa di aiutarlo a cercare il coniglio, lo ringraziò per essere salpato con loro.
“Non devi ringraziarmi capitano. Anche se Eunhyuk non me l’avesse ordinato, sarei salpato lo stesso.” improvvisamente si tappò da solo la bocca, maledicendosi per le parole che ne erano appena uscite. Gong gi gli sorrise, spiegandogli che Jooheon le aveva già raccontato tutto. A quelle parole il ragazzino lasciò andare un sospiro che gli svuotò quasi i polmoni.
“Menomale che non sono stato io a dirtelo. Sai, Eunhyuk hyung ha detto che se ti avessi rivelato il nostro discorso mi avrebbe tolto gli occhi e c’avrebbe giocato a biglie.”
Gong gi non poté trattenere una risata spontanea.
“Non preoccuparti, farò finta di essere all’oscuro di tutto.” lo tranquillizzò. Mentre parlavano tra loro, Bam Bam separò con le mani i rami di un cespuglio, intravedendo nel buio due orecchiette grigie e pelose.
“L’ho trovato noona!” gioì, affondando il braccio ed estraendo il coniglio dal cespuglio. Lo tenne saldamente per le orecchie, accarezzandogli con un dito il musetto.
“Ahw, è veramente adorabile!” anche se, inizialmente, Gong gi non aveva davvero intenzione di portarsi dietro quella bestiola, stava decisamente cambiando idea.
“L’avete preso? Oddio ma è così carino!” Sehun si accucciò accanto a loro, accarezzando con due dita il nuovo cucciolo. Talmente intenti ad ammirare la bestiola, i tre non si accorsero dell’arrivo di Eunhyuk alle loro spalle.
“Che state facendo?” chiese, vedendoli improvvisamente balzare in aria per lo spavento.
“Yah che paura!” Bam Bam si portò la mano libera sul cuore, rallentandone i battiti, porgendo poi l’altra mano con cui reggeva il coniglio al maggiore. Eunhyuk accarezzò l’animale e, sorridendo, disse ai tre di restituirgli la sua libertà. Non vedendo alcuna reazione da parte dei compagni, il biondo staccò lo sguardo dal coniglio e lo posò prima su Bam Bam, poi su Sehun ed infine su Gong gi.
“Non avete intenzione di tenerlo, vero?” ebbe quasi paura di porgli quella domanda. Ed infatti, i tre annuirono in sincronia. “State scherzando? Che ce ne facciamo di un coniglio?!”
“Non possiamo lasciarlo qui da solo.”
“Ci farà compagnia.”
Le giustificazioni di Bam Bam e Sehun non avevano senso. Eunhyuk ripose dunque le sue speranze su Gong gi.
“Stai davvero pensando di tenerlo?” le chiese, appellandosi alla sua professionalità. Gong gi rifletté forse un istante prima di sputargli addosso un convinto e definitivo “Si.”.
Prima che Eunhyuk potesse dire qualcosa, un tuono frantumò la tranquillità della notte. Delle nuvole grigio scuro avevano completamente ricoperto il cielo, privandoli della fioca brillantezza della luna piena. Gong gi invitò tutti a rientrare velocemente nelle tende, anche i bias che erano incaricati di fare la guardia: di lì a poco, la pioggia avrebbe reso ancora più fredda quella serata.
"Capitano..." Dowoon era avvolto nella sua coperta e la sua voce tremolante si perdeva nella brezza marina.
"Dowoon torna dentro, sta per cominciare a piovere, se resti qui fuori ti inzupperai!" Gong gi lo coprì per bene con la coperta, lasciando scoperti solo gli occhi, ma il ragazzino scosse la testa. Il suo sguardo di terrore si gonfiò improvvisamente di lacrime.
"Capitano..." balbettò tra i singhiozzi "Ho paura..."
"Paura di cosa?" Nel vederlo così Gong gi sentì il cuore salirgli in gola.
"...del temporale. I fulmini...fanno male capitano. Io...non voglio essere colpito ancora." faticò a finire la frase. Ciò che aveva subito nel labirinto l'aveva traumatizzato, rendendogli impossibile dormire sotto un temporale. Gong gi lo abbracciò forte, accarezzandogli i capelli. Si sentiva tremendamente in colpa per quello che aveva dovuto affrontare ed ora si sentiva in dovere di proteggere il suo bias. 
"Non preoccuparti, troverò un posto più sicuro dove ripararci. Ora torna dentro e di a tutti di preparare le loro cose e di smontare le tende. Ti porto via da qui." 
Dowoon obbedì, andando ad avvertire anche le ragazze che si trovavano nell'altra tenda. Gong gi chiamò a sé Sehun, chiedendogli se, perlustrando la zona, avesse trovato qualche posto in cui avrebbero potuto ripararsi meglio. Sehun ci pensò un paio di minuti prima di indicargli una grotta ad una dozzina di metri di distanza dal loro accampamento. Anche se l'aveva vista, aveva preferito non addentrarsi. Non da solo almeno. Senza indugiare, il capitano ordinò di recuperare le loro cose e raggiungere la grotta, sperando di non trovare brutte sorprese all'interno dell'oscuro rifugio scavato nella roccia. Sopra di loro i tuoni si fecero più forti, intimandoli a velocizzare i movimenti. Dopo aver raccolto i suoi pochi averi, Gong gi prese istintivamente per mano Dowoon e si fece guidare da Sehun verso la grotta. In pochissimo tempo la raggiunsero e non esitarono ad entrarci. Avanzarono illuminando con le torce la strada davanti a loro, mantenendo un pesante silenzio per individuare eventuali pericoli. Tutto era all’apparenza tranquillo lì dentro e questo li mise ancor più sull’attenti.
“Solo io penso che ci sia qualcosa di strano? Insomma, prima un labirinto infernale ed ora una grotta senza nemmeno un pipistrello assassino? Io suggerisco di non proseguire oltre ed accamparci qui prima che WAH ODDIO CHE SCHIFO!!” i brontolii di Zico rimbombarono per tutta la lunghezza del tunnel, attirando l’attenzione di tutti.
“Che ti è preso?!?” immediatamente le torce di tutti erano puntate su di lui.
“QUALCOSA HA CAMMINATO SOPRA I MIEI PIEDI!” strillò, guardandosi ossessivamente gli scarponi. Niel e CL, che erano accanto a lui, puntarono le torce prima a destra e poi a sinistra illuminando, in un angolo della galleria, un gruppetto di conigli ammassati l’uno sull’altro.
“Era solo un coniglio. Fifone.” lo derise CL, facendo scontrare volutamente le loro spalle mentre riprendeva il cammino. Zico sospirò profondamente, rallentando i battiti cardiaci. Il suo grido, però, aveva attirato l’attenzione di qualcuno…
“Yah, questa umidità è così fastidiosa!” borbottò Suzy, districandosi i capelli con le dita.
“Mai quanto te!” l’ironia nell’affermazione di Jun.k era quasi inesistente.
“Perché devi essere sempre così antipatico, Jun.k?” lo rimproverò Jonghyun, ricevendo un brontolio incomprensibile in risposta.
“Finché siamo tutti riuniti, io, Niel e Donghae dobbiamo mettervi al corrente di una cosa!” sbraitò Himchan, richiamando a sé l’attenzione di tutti.
“E’ successo qualcosa?” chiese Eunhyuk, visibilmente preoccupato. Donghae scosse velocemente la testa, donandogli un tenero sorriso.
“Nulla di grave, abbiamo solo pensato ad una cosa!” gli rispose.
“Ecco spiegato il diluvio universale che c’è là fuori!” servì una gomitata sul fianco da parte di Joy per zittire il solito insopportabile Jun.k .
Himchan raccolse più fiato possibile prima di dar loro delle spiegazioni.
“Abbiamo pensato che, come ogni crew che si rispetti…”
“Non siamo una crew.”
“…ok si beh…come ogni gruppo che si rispetti, abbiamo bisogno di un segnale!”
“Di fumo?”
“Anyia! Un segnale in codice!”
“Da quando le crew hanno segnali in codice?!”
“Non siamo una crew, l’avete detto voi.”
La ciurma era parecchio confusa a riguardo. Perché mai avrebbero dovuto aver bisogno di un segnale in codice? E, soprattutto, che tipo di segnale avevano in mente?
“Gong gi” intervenne Niel “ognuno di noi tre ha pensato ad un segnale, ma abbiamo deciso che dev’essere la maggioranza a scegliere qual è il migliore! Che ne pensi, capitano?”
“…aiuto.”
“Vediamo un po’ questi segnali!” disse Zico, incrociando le braccia sul petto e lasciando comparire sul suo volto un sorriso già divertito.
“La mia proposta è questa!” Himchan avanzò di un paio di passi, si piegò a terra ed eseguì un paio di flessioni al grido di “ONLY ONE SHOT! ONLY ONE SHOT!”.
“Io questo non lo faccio.” quasi in coro, le ragazze bocciarono la prima proposta.
“Ora la mia!” Niel agitò improvvisamente le mani, incrociandole davanti al petto al ritmo di “JANGNAN ANIEYO, JANGNAN ANIEYO, JANGNAN ANIEYO”.
“Questa mi piace!” Taeyeon approvò la proposta di Niel, che la ringraziò con entrambi i pollici all’insù.
“E la tua, Donghae?” chiese CL, sperando forse in qualcosa di meglio. Il ragazzo portò gli indici ai lati della sua testa, puntandoli verso l’alto. Alternandoli, li mosse avanti ed indietro, quasi fossero due orecchie, sussurrando un flebile “CHOKI CHOKI CHOKI WA!”.
“A me piace.” mentì l’ultimate.
“E ti pareva.” non si stupì Jun.k .
“Non è male.” esclamò Gong gi, mentendo.
“OTP.” tossì Hyuna.
“Approvo!!” strillò Sehun.
“…maledetto sfascia-OTP…” sussurrò il capitano, bruciando il ragazzo con lo sguardo.
“Anch’io voglio proporre qualcosa!”
“BAM BAM, NO!!!!!!!!” per una volta erano tutti d’accordo su una cosa. Il ragazzino mise il broncio, mostrando poi ad LE ciò che aveva in mente: pugni ben serrati davanti a sé, gambe divaricate, sguardo perso verso il cielo e movimento da destra a sinistra, con in sottofondo un “UHUHUH UHUHUHUHUH.”
Nel silenzio imbarazzante che si era creato, Donghae iniziò a contare qualcosa sulle dita. Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse che gli altri avevano ripreso il cammino.
“Hae ah, attento a non perderti!” lo richiamò Eunhyuk, agitando per aria la mano in modo da attirare la sua attenzione.
“Hyukjae ah, HO VINTO IO!” gioì il moro, sentendosi piombare addosso gli sguardi perplessi di tutti. “Himchan ha ricevuto zero voti, Niel uno ed io ben tre!! Ho vinto io! Il nostro segnale in codice sarà Choki Choki Choki Wa!” ai lati delle orecchie, le sue dita si muovevano una avanti e l’altra indietro, accompagnate da dei saltelli sul posto.
Il clima di demenza che si era creato, però, cambiò bruscamente.
“Capitano, guarda lì!” sussultò Victoria, indicando a Gong gi la luce di una lanterna che proveniva dalla direzione verso cui stavano andando. La ragazza impugnò immediatamente la sua spada, scostando con un braccio Dowoon in modo che si posizionasse dietro di lei. Contemporaneamente, anche il resto della ciurma si armò, lasciando che l’eco dello stridio di spade e lo scattare dei caricatori delle pistole tuonasse nell’intera grotta. Rimasero immobili, seguendo con lo sguardo il bagliore che aumentava man mano che la persona dall’altra parte avanzava verso di loro. Non appena videro apparire una figura non molto alta ed avvolta in un cappotto beige strinsero la vista, cercando di riconoscere il loro avversario. Quando i suoi lineamenti si fecero più chiari, il gruppo reagì allo stesso modo, quasi si fossero fusi in un’unica persona: occhi sbarrati, bocca spalancata e armi ancora più salde tra le mani.
“Gong gi! Ah, non avrei mai immaginato di rivederti! O, almeno, non qui!” il ragazzo allargò le braccia non appena riconobbe quello che era stato il suo capitano, desideroso di stringerla finalmente in un abbraccio. Dall’altra parte, Gong gi gli puntò la lama della sua spada al centro esatto del petto, mantenendo la distanza tra loro.
“Sei solo?” lo interrogò, senza abbassare la guardia. Il ragazzo annuì, tenendo le braccia spalancate.
“Sei armato?” questa volta scosse la testa, mostrandole che non aveva alcun tipo di arma addosso. Ma la fiducia che Gong gi riponeva in lui in quel momento era talmente poca che, con un cenno, ordinò a Jonghyun di perquisirlo.
“Cosa c’è alla fine del tunnel?” chiese, tenendo la spada puntata sul suo petto. Il ragazzo sorrise amichevolmente, distendendo il braccio sinistro verso la direzione da cui era arrivato, invitandoli così ad avanzare per scoprire loro stessi cosa c’era al centro della grotta. Gong gi lo fece camminare davanti a loro, puntando questa volta la lama sulla sua schiena.
“Capisco il vostro essere malfidenti, ma tranquilli, non ho intenzione di farvi del male. Anzi, da quando avete messo piede in questa grotta siete diventati miei ospiti. Quindi prego, accomodatevi.”
Dopo svariati metri, davanti ai loro occhi si presentò un ambiente accogliente, con un fuoco caldo e delle coperte raggomitolate in un angolo. Vi era addirittura un tavolo in legno, con una ciotola e delle posate costruite intrecciando tra loro dei piccoli rami. Quella grotta era diventata la sua casa, il suo riparo, ma tutta quella normalità era fin troppo strana.
“Siete scappati dal temporale, vero? Capitano spesso dei forti acquazzoni da queste parti, per questo ho fatto di questa grotta la mia abitazione. E’ un po’ umida, lo so, ma sempre meglio di nulla, non trovate?” sistemò con cura l’ammasso di coperte che dovevano essere state il suo letto e li fece accomodare intorno al fuoco, perché si riscaldassero un po’ le ossa. Nessuno della ciurma, però, ripose la propria arma nella custodia.
“Avete fame? Posso prepararvi un po’ di zuppa o del pesce se preferite. Ho anche dell’acqua potabile nel caso in cui…”
“Andiamo YoungJae, dove sta la fregatura?” Himchan tentò oralmente di strappargli di dosso quella maschera di normalità, ma il Bias Tradito lo guardò con sguardo interrogativo. Era davvero tutto tranquillo?
“Non c’è nessuna fregatura, Himchan. Capisco che dopo il vostro incontro con Kai siate restii a fidarvi di me, ma davvero, non c’è nulla da temere. Noi Bias Traditi non siamo tutti uguali.” mentre parlava, YoungJae trafficava sul tavolo, preparando un po’ di ciotole con della zuppa di verdure e infilzando su dei rametti alcuni pesci che avrebbe poi arrostito sul fuoco.
“So che non è semplice chiedervi di fidarvi di me, ma posso dimostrarvi che non mento. Se avessi voluto farvi del male, non vi starei preparando del cibo caldo, non credete?” disse, distribuendo prima alle ragazze la zuppa calda. Gong gi la tenne tra le mani, sentendo come il calore del pasto stava sciogliendo le sue dita congelate dal freddo.
“Hai ragione. Ma sai, fidarsi è bene, non fidarsi è d’obbligo.” il capitano gli porse la sua ciotola invitandolo a bere per primo. Le zuppe venivano dallo stesso pentolone in legno, quindi, se ci fosse stato del veleno dentro, non avrebbe avuto scampo nemmeno lui. Senza battere ciglio, YoungJae bevve un sorso, passandosi poi la lingua sugli angoli della bocca. La zuppa era solo zuppa. Tutta la ciurma fissava Gong gi, aspettando che gli desse il permesso di mangiare. Erano stanchi, infreddoliti ed affamati e non potevano chiedere di meglio che l’ospitalità che gli era stata data. Il capitano gli concesse di cenare, o fare colazione, dato che nessuno di loro sapeva esattamente che ora fosse. I bias annegarono nella zuppa, chiedendo bisognosi il bis. YoungJae non se lo fece ripetere due volte e riempì nuovamente le loro ciotole, sorridendogli. Gong gi continuava a mischiare il suo primo piatto di zuppa, cercando un pericolo inesistente. Di fronte a lei, Himchan faceva la stessa identica cosa: loro due conoscevano YoungJae come le loro stesse tasche ed erano evidentemente gli unici a trovare ancora quella situazione fin troppo tranquilla.
“Non hai fame, capitano?” chiese il Bias Tradito, fermatosi di fronte a Gong gi. La ragazza gli restituì la ciotola completamente piena, se non per il sorso bevuto da lui stesso poco prima.
“Non molta, ma grazie lo stesso.” al suo sorriso finto YoungJae rispose con un’espressione sinceramente triste.
“C’è qualcos’altro che posso fare per te? Posso darti un po’ d’acqua, una coperta, una…”
“…spiegazione?” YoungJae poteva sentire lo sguardo del capitano perforargli il cervello.
“Di che spiegazione hai bisogno?”
“Perché non ci hai ancora uccisi?” la domanda di Gong gi poteva sembrare quasi assurda, se solo non avessero rischiato grosso nel labirinto. YoungJae rimase in piedi di fronte a lei, sentendosi quasi offeso da quelle parole.
“Perché non ne ho motivo. Uccidervi non mi riporterà a bordo, quindi perché mai dovrei farlo? Anche se sono qui, non provo rancore nei vostri confronti. Ogni Bias Tradito, nel momento in cui viene sbattuto in questo angolo del mondo, deve fare una scelta: adattarsi o vendicarsi. Là fuori molti di loro cercheranno di uccidervi, e qualcuno di loro sicuramente ci riuscirà. Ma ci sono delle eccezioni. Ed io sono una di queste.”
“Stai dicendo che hai davvero intenzione di aiutarci?” intervenne l’ultimate. YoungJae annuì, abbozzando un sorriso.
“Per quel poco che potrò esservi d’aiuto…” sussurrò, iniziando a raccogliere le ciotole vuote “…posso chiedervi una cosa?”
“Chiedi pure.” stranamente, Gong gi stava iniziando a dargli davvero ascolto.
“Come siete arrivati fin qui? E soprattutto…perché mai?” dopo aver riordinato le posate, si sedette tra loro, intorno al focolare. Eunhyuk si sbottonò la camicia, raccontandogli di come quella bussola era apparsa nel suo petto e li aveva guidati all’isola.
“Anche in questo momento sta puntando verso una direzione! Wow…è davvero una cosa strana. Volete raggiungere il centro dell’isola? È questa la vostra missione?” chiese ingenuamente. Gong gi scosse la testa.
“Vogliamo trovare Jiyong.”
A quelle parole YoungJae aggrottò le sopracciglia.
“Perché? Lo volete indietro? Non è un Bias Tradito come noi?”
“Lui era l’ultimate. E l’isola me l’ha portato via nel momento in cui…” il capitano lasciò cadere la frase nel vuoto, posando il suo sguardo su Eunhyuk. YoungJae capì immediatamente la situazione.
“Se le cose stanno così, vi aspettano giorni difficili. Domani mattina vi preparerò delle provviste da portare con voi, così non rischierete di morire di fame.” Il ragazzo si stava dimostrando sinceramente gentile nei loro confronti.
Senza abbassare la guardia, Gong gi aveva preso a parlare con il suo vecchio bias, raccontandogli che cosa era accaduto a bordo da quando lui se n’era andato. Sentirlo così vicino le fece provare qualcosa di inspiegabile, quasi una sensazione di vuoto proprio sulla bocca dello stomaco. YoungJae le stava mancando?
“Aaah, mi sarebbe piaciuto così tanto vivere queste avventure con voi! È un peccato che io non sia stato quello giusto per te…per la BiasList.” Gong gi si morse a sangue un labbro. Si sentiva stranamente in colpa per quella situazione. Ma non era stata una sua scelta. Era stata la nave a decidere. È sempre la nave a decidere.
“YoungJae hyung, ho una cosa da chiederti!” Bam Bam, che aveva appena finito di esplorare ogni angolo della grotta, gli si avvicinò, aprendo leggermente il suo borsello. Il maggiore allungò il collo, in un timido tentativo di sbirciare dentro alla sua borsa.
“Abbiamo trovato questo coniglio tra i cespugli, ma se là fuori è pericoloso come hai detto, non me la sento di portarlo con noi.” afferrò saldamente il coniglietto per le orecchie e lo estrasse dal borsello. YoungJae lo accarezzò dolcemente, rassicurando il minore.
“Lascialo pure qui, me ne occuperò io! Ce ne sono così tanti qui dentro. Uno in più mi fa solo compagnia.”
Con un sorriso a sessantadue denti, il ragazzino lasciò andare l’animale, guardandolo saltellare via.
Nel momento in cui la ciurma stava iniziando a sentirsi a proprio agio, però, si udirono dei passi pesanti provenire dal tunnel. Gong gi balzò in piedi, atterrando con un pugno YoungJae, che cadde a pochi centimetri dal fuoco in cui stava arrostendo il pesce. Il capitano gli piombò sopra, poggiandogli la lama sulla gola e gridando a pochi centimetri dal suo viso.
“Avevi detto che eri solo!! Cosa c’è nel tunnel?! Parla!”
YoungJae alzò le mani, spiegandole balbettando che non doveva aver alcun timore.
“S-sono i conigli.”
“Conigli?! Non sono stupida, dovresti saperlo. Che genere di coniglio è così grande da fare dei passi così rumorosi?” i passi si fecero sempre più forti, portando la ciurma ad armarsi nuovamente. Non appena i conigli arrivarono di fronte a loro, YoungJae corresse la sua affermazione.
“S-sono i Matoki.”
Alti quasi un metro, Dadamato e Kekemato si fermarono immediatamente, spaventati dai nuovi ospiti.  Nel vederli, Himchan si diresse a passo spedito verso YoungJae, spostandogli bruscamente Gong gi di dosso e trascinandolo in piedi per il colletto del cappotto.
“DOV’E’ TATSMATO? CHE GLI HAI FATTO?!” le sue grida perforarono i timpani del ragazzo che aveva di fronte.
“Non gli ho fatto niente, Himchan! E’ fuori, a fare la guardia con gli altri Matoki! Si danno il turno per sorvegliare l’area, proprio come voi! Non sono io che ho deciso di finire in questo posto, mi sto solo adattando alla situazione! E’ colpa tua se mi trovo qui ora, quindi vedi di darti una calmata! E mettimi giù subito!”
Himchan non se lo fece ripetere due volte e lo scaraventò a terra, facendogli inalare la sabbia.
“Mi stai dicendo che questi esseri sono innocui?” chiese Zico, tenendo il fucile puntato in fronte ad uno dei due Matoki. YoungJae annuì, chiedendo a Gong gi di ritirare i suoi uomini. La ragazza richiamò la ciurma, che tornò a sedersi attorno al fuoco, seguendo con la coda dell’occhio lo spostamento degli animali.
“Non puoi pretendere che ci fidiamo cecamente di te, YoungJae.” gli disse poi, infilando la spada nel fodero. Il moro si scrollò la sabbia dai vestiti, borbottando.
“No, questo no. Ma non puoi pretendere che mi faccia trattare in questo modo in casa mia.” effettivamente aveva ragione.
“Da cosa ti stanno proteggendo?” lo interrogò Himchan. Se i Matoki erano di guardia, lì fuori c’era sicuramente qualcosa di cui lo stesso YoungJae aveva paura.
“Da nulla, in realtà. Non so che cosa ci sia là fuori perché, da quando sono arrivato sull’isola, non sono mai uscito da qui. Chiedo loro di fare la guardia perché io stesso ho paura dell’isola, degli altri bias.”
“Stai dicendo che i Bias Traditi vagano liberamente per l’isola?” intervenne CL. YoungJae scosse la testa.
“Non ne hanno mai visto uno da queste parti. Ma, come dite voi, fidarsi è bene, non fidarsi è d’obbligo.”
“Pensi che potrebbero farti del male?” Gong gi iniziò a preoccuparsi ancora di più, se possibile.
“Loro forse no. Ma vi avranno preparato così tante sorprese nell’isola che non vorrei mai incappare in una di queste.”
Stanchi per la rocambolesca notte trascorsa, i bias chiesero di poter riposare un paio d’ore. YoungJae ordinò ai due Matoki di distribuire loro delle coperte, in modo che stessero ancora più caldi. Himchan e Gong gi continuavano a fissarlo, cercando di leggere sul suo volto se davvero era dalla loro parte oppure no. Gli aveva offerto cibo, acqua, coperte ed un riparo. Eppure, gli parve più strano quel comportamento rispetto agli istinti omicidi di Tiffany e ai sadici problemi mentali di Kai. Nonostante la calma che regnava, Gong gi ed Eunhyuk non riuscirono a chiudere occhio. YoungJae non si era addormentato con loro, anzi, era intento a preparargli le provviste che gli aveva promesso per il giorno dopo. Con lui ancora sveglio, i due non si fidarono ad addormentarsi completamente. Erano distesi l’uno di fronte all’altra, dandosi quasi il turno per riposare, in modo che uno dei due fosse sempre rimasto a vegliare sugli altri.

“Gong gi ah, corri!”
I loro piedi si muovevano così velocemente che gli parve quasi di prendere il volo, come fossero aquiloni.
“YAH, non ce la faccio più!” la ragazza poteva sentire le sue gambe sciogliersi ad ogni passo, ma si stava divertendo così tanto che non le sarebbe nemmeno importato se fosse inciampata. “Oppa! Rallenta!”
YoungJae diminuì la sua velocità, allungando il braccio dietro di sé, in modo che il suo capitano potesse aggrapparsi a lui. Non appena sentì le loro mani intrecciarsi, la guidò fino a raggiungere la stanza in cui erano custodite le riserve d’acqua. I due si nascosero per bene dietro ad alcuni barili, coprendosi la bocca con entrambe le mani per non lasciarvi uscire nemmeno un lieve sospiro.
“SO CHE SIETE QUI! FARESTE MEGLIO AD USCIRE SUBITO, PRIMA CHE SIA IO A TROVARVI!”
A quelle parole, i fuggiaschi si fecero ancora più piccoli, trattenendo a stento delle risate. Un Jun.k inferocito e completamente ricoperto di farina stava per raggiungerli, ma ciò non li spaventava affatto: non era la prima volta che facevano uno scherzo ad un membro della ciurma, e nemmeno la prima volta che scappavano a tutta velocità per non essere presi.
“Vi troverò, non ho paura di andare lì fuori, e allora si che ci sarà da ridere, vedrete, voglio solo vederlo, starò attento, non preoccuparti.”

Gong gi aprì improvvisamente gli occhi. Di fronte a lei, Eunhyuk portò l’indice davanti alle sue labbra carnose, invitandola a rimanere in silenzio. Era successo di nuovo: i suoi ricordi, mascherati da sogni, erano tornati a farle visita. Questa volta, però, una voce più che reale si era fusa con i suoi pensieri.
“Non credevo nemmeno che potesse esistere. Ho sempre pensato che Tatsmato fosse solo un’immagine nella mia testa. Qualcosa che solo io potevo vedere. Invece, a quanto pare, non erano allucinazioni.” la voce di Himchan tremava inspiegabilmente. Il minore impiegò qualche minuto prima di rispondergli.
“Pensavo la stessa cosa anch’io. Ma poi sono finito qui, e ho capito che non ero un pazzo: Jokomato era sempre stato una parte di me, ma io non ero mai riuscito a vederlo chiaramente mentre ero a bordo.”
“Ho bisogno di vederlo, YoungJae.”
“Capisco. Se vuoi, è qui fuori. Anche quando fanno la guardia, non si allontanano molto, dovresti trovarlo con facilità. Sta attento, però. Tieni pronte le tue armi, non si sa mai.”
Gong gi ascoltò parola per parola ciò che i due si stavano dicendo. Himchan le aveva parlato spesso di quello strano coniglio che gli appariva, oramai, non solo in sogno. Da un lato era preoccupata che uscisse dalla grotta da solo, ma dall’altro era felice che, finalmente, Himchan avesse avuto l’occasione di conoscere Tatsmato e di scoprire, probabilmente, qualcosa in più su sé stesso. Anche se l’istinto la portava ad alzarsi e a seguirlo con una scusa qualsiasi, l’immagine di Eunhyuk di fronte a lei si faceva sempre più sfocata e le sue palpebre divennero troppo pesanti: era da giorni che non dormiva bene, e il suo corpo le stava chiedendo un po’ di riposo.

“GOOOAL!!” YoungJae percorse di corsa tutto il perimetro del ponte di coperta, esultando con le braccia al cielo.
“E’ stata tutta fortuna!” sbuffò Kai, recuperando il pallone di cuoio che era finito contro la porta dietro di lui, passandogli tra le gambe.
“Batti il cinque, compagno!” gridò CL, allungando la mano aperta verso YoungJae, che obbedì immediatamente, lasciando che lo schiocco tra i loro palmi perforasse i timpani dei suoi avversari.
“Aish, non ce ne va bene una, vero oppa?” Hyuna afferrò il pallone con entrambe le mani, sospirando.
“E’ il triste destino dei perdenti, cari miei.” ghignò YoungJae, pronto per continuare la partita. “Capitano! Capitano, guarda come li stracciamo! Capitano!”

“Capitano! Capitano, svegliati!!” la voce stridente di Suzy svegliò bruscamente Gong gi, riportandola alla realtà. Era finalmente mattina, ed era giunto il momento di riprendere il loro viaggio. La bionda si appoggiò sui suoi stessi gomiti, cercando di alzarsi da quel letto improvvisato. Si grattò la testa, sbadigliando più volte. Nonostante sbattesse ripetutamente le palpebre, faticò a mettere bene a fuoco le figure che si trovavano ad una dozzina di centimetri dal suo naso.
“Baby, sbrigati, dobbiamo uscire subito.” Zico aveva già recuperato lo zaino del suo capitano e non aspettò nemmeno un secondo di porgerglielo, obbligandola così ad uscire dal dormiveglia.
“Che…che è successo?” si stropicciò gli occhi, ancora intontita dal sonno profondo in cui era caduta.
“Himchan ieri notte è uscito a cercare Tatsmato, ma non ha ancora fatto ritorno. E’ da un po’ che i ragazzi e i Matoki lo stanno cercando, ma non hanno trovato né lui, né Tatsmato.” a Zico toccò il compito di raccontare ciò che era accaduto a Gong gi e, di conseguenza, di beccarsi i suoi insulti.
“Cosa?? Perché non mi avete svegliata prima?! Che diavolo stavate aspettando?! Yah, spostati! Vado a cercarlo!”
“Fermati, lascia che ti spieghi!” la sgridò Zico, afferrandola per un braccio e strattonandola leggermente “Non ti abbiamo svegliata perché non ce n’era bisogno. Himchan si è semplicemente allontanato un po’ troppo dalla grotta. Vedrai che li troveranno. YoungJae dice che probabilmente sono andati alla fonte, è un posto abbastanza lontano in cui Tatsmato va sempre. Così si spiegherebbe il loro ritardo. Stiamo semplicemente aspettando che gli altri ritornino qui, così da partire tutti insieme verso la fonte. YoungJae ci accompagnerà, non preoccuparti.”
“Non preoccuparti? Come puoi anche solo chiedermi di restare qui ad aspettare che gli altri tornino?!” gli strillò contro il capitano, ma Zico strinse ancor di più la presa, impedendole di dimenarsi.
“Calmati baby. Non serve a nulla dare di matto. Himchan si sa difendere, l’hai addestrato dopotutto, no?”
Nonostante fosse in disaccordo con lui, Gong gi cedette alla loro decisione. Si sedette su uno dei tronchi, sorreggendosi la testa con le mani. Vedendo un broncio spuntare sul suo viso, Joy si sedette accanto a lei, cercando di farle passare l’ansia.
“Unnie, stamattina abbiamo visto due nuovi Matoki, sai? Uno di loro aveva una specie di ciuccio disegnato sulla maschera. Era davvero adorabile! L’altro invece aveva una maschera a gas. Yah, era davvero inquietante!” le sue parole, però, cadevano nel vuoto: Gong gi era intenta a fissare YoungJae che, in piedi in un angolo, discuteva con CL. Davvero non c’era nulla da temere?
Improvvisamente, si udì un forte rumore di passi lungo il tunnel. Gong gi scattò in piedi non appena vide Eunhyuk, i quattro Matoki ed il resto della ciurma piombare nella stanza, se stanza si poteva chiamare.
“L’avete trovato?” non seppe nemmeno lei perché quelle parole le uscirono dalla bocca: si era accorta da sola che, nel gruppo, lui non c’era.
Eunhyuk scosse la testa, chiedendo a YoungJae di guidarli alla fonte.
“Certo! Muoviamoci!” il ragazzo si affrettò a raggiungere il gruppo, bisbigliando qualcosa all’ultimate. Il maggiore annuì, riponendo la spada nel fodero. Gong gi si avvicinò a loro a passo svelto, preparandosi a partire.
“Dobbiamo restare uniti, o rischieremo di perderci. E, se siamo fortunati, li troveremo a metà strada, intenti a ritrovare la via verso casa! Seguitemi e vedrete che…”
Un sordo suono di passi costrinse YoungJae a zittirsi. La ciurma si voltò di scatto verso l’entrata del tunnel, aspettando che la persona che lo stava percorrendo si rivelasse. Ma ciò che videro apparire non era una persona: era Tatsmato. YoungJae si avvicinò subito a lui, cercando di calmarlo, ma il Matoki aveva lo sguardo terrorizzato.
“Dov’è Himchan? Che cosa hai visto?” chiese insistentemente, non ottenendo alcuna risposta. Il grande coniglio corse improvvisamente verso Gong gi, ma non seppe spiegare che era accaduto. Dopotutto, i Matoki non sapevano parlare. Quando Niel provo a chiedergli di guidarli da Himchan, il coniglio scosse velocemente la testa, rischiando quasi di colpirli con le sue orecchie. Iniziò ad agitare le zampe, ma i suoi gesti erano totalmente incomprensibili.
“Gong gi, dovremmo muoverci.” CL appoggiò una mano sulla spalla del capitano, invitandola ad avviarsi verso l’uscita. Gong gi cercò di leggere nei grandi occhi dei Matoki che cosa avesse visto di così terrificante, ma vide solo il riflesso del suo stesso volto perplesso nelle pupille nere del coniglio.
“Coraggio, prima partiamo e prima lo troveremo.” YoungJae afferrò la mano di Gong gi, rassicurandola con un sorriso al quale la ragazza non rispose. La ciurma iniziò a muovere qualche passo verso l’uscita, distanziando YoungJae e Gong gi di qualche metro.
“Non portiamo Tatsmato con noi? Sarà più facile trovare Himchan se sarà lui a guidarci.” chiese la ragazza, liberando la mano dalla presa del suo vecchio bias. Il ragazzo rivolse uno sguardo al Matoki prima di spiegare al capitano che sarebbe stato meglio lasciarlo a casa con gli altri, visto quant’era turbato dalla situazione. Gong gi annuì, sentendo la mano del ragazzo raggiungere la sua schiena e spingerla leggermente in avanti, avviandola verso l’uscita della grotta. Ad ogni passo, Gong gi si voltava indietro, implorando Tatsmato con lo sguardo di darle qualche segnale per ritrovare il suo bias. E il segnale arrivò: il Matoki portò gli indici delle sue enormi zampe ai lati delle orecchie ed iniziò a muoverli, uno avanti e l’altro indietro, alternandoli. Quei movimenti erano più che familiari a Gong gi che, non appena li riconobbe, sussurrò un flebile “Chocki Choki Choki Wa”.
“EUNHYUK AH!! RAGAZZI!! E’ LUI! E’ TATSMATO!” gridò improvvisamente, cercando di raggiungere di corsa il Matoki. YoungJae, però, la afferrò per un braccio e la trascinò nuovamente in avanti, impedendole di superarlo.
“Che diavolo stai dicendo?” continuò a ripetere lui, obbligandola a forza di spintoni a riprendere il cammino.
Gong gi estrasse la sua spada, puntandola dritta al cuore di YoungJae, che alzò immediatamente le braccia.
“Sei impazzita?!” gridò, spaventato. I suoi occhi, però, cambiarono drasticamente non appena udì i passi veloci della ciurma che stava tornando indietro, richiamata dalle grida del capitano. Sul suo viso comparve un sorriso malefico che fece rabbrividire Gong gi. Quando i bias furono ad una dozzina di metri da loro, YoungJae schioccò le dita talmente forte che l’eco rimbombò per tutta la lunghezza del tunnel. Una frana bloccò  improvvisamente il passaggio, dividendo i due e i Matoki dal resto della ciurma.
Una nuvola di polvere e frammenti rocciosi avvolse i due ragazzi, accecandoli per qualche interminabile secondo. Quegli attimi di disorientamento, però, bastarono a YoungJae per afferrare Gong gi per i capelli e far sbattere la sua fragile testa contro la parete rocciosa. La vista della bionda divenne appannata, la risata di YoungJae riecheggiava nella sua testa e, nonostante cercasse di rialzarsi, le sue braccia non riuscivano più a reggere il peso del suo corpo.
“Ah, mio capitano, non posso credere che tu mi abbia scoperto. Devo ammetterlo, sei diventata estremamente malfidente. Ciononostante, ero a tanto così dal riprendermi il posto che mi spetta a bordo.” anche se il ragazzo era accucciato a pochi centimetri dal suo viso, Gong gi non riusciva a vederlo chiaramente, ma, dietro di lui, notò come quattro grandi macchie scure avevano immobilizzato una quinta macchia. E, quella macchia, era Himchan.
“Sapevo che mentivi…l’ho sempre saputo…” tossì tra le parole. Dall’altra parte, YoungJae parve quasi onorato di sentirsi dare del bugiardo.
“Oh, lo so. L’ho notato. Ma sai, non ho mentito proprio su tutto. Il fatto che gli altri bias vi uccideranno è la verità. Oh, e anche il fatto che vi hanno preparato tante belle sorprese è la verità. Hai visto? Non sono stato poi così bugiardo. Ho solo…come posso dire…modificato qualche informazione.”
“Che cosa avevi in mente di fare, YoungJae? Prendere il posto di Himchan dopo averlo trasformato in un Matoki?” sussurrò la ragazza.
“Era così evidente? Sai, il fatto è che noi due stavamo tanto bene a bordo. Sbaglio, forse? Giocavamo a calcio, facevamo gli scherzi agli altri bias, addirittura mi coprivi quando baravo a carte…cos’è successo poi? Devo ricordartelo io?”
“Lo so…so cos’è successo…so che…”
“Sai che mi hanno preso, mi hanno sbattuto qui e hanno messo LUI al mio posto?! Lo sai? E allora perché non sei tornata a prendermi? Perché Jiyong si ed io no? Cos’è lui più di me?”
“Lui era l’ultimate, YoungJae. Non merita di stare qui…”
“Ah, perché, io si?”
“No. Non intendevo questo. Ma lui è un normale bias, e il suo posto è a bordo.”
“Se è per questo, anche il mio posto è lì.”
Il silenzio che seguì congelò l’atmosfera. YoungJae afferrò la spada di Gong gi e si diresse verso Himchan, osservando come la sua immagine si riflettesse perfettamente nei suoi grandi occhi neri.
“La spada dell’ultimate…spezzata a metà, per tenerlo sempre legato alla sua biased…ho sempre desiderato impugnarla, sai?” la agitò più volte, tagliando l’aria con la lama.
“Non sarà mai tua.” Gong gi era riuscita finalmente a rialzarsi ed ora si trovava, disarmata, ad affrontare il suo Bias Tradito.
“Toglimi una curiosità, capitano. Come hai capito che Tatsmato era Himchan?”
“Semplice. Dalle ciotole.”
“…Le ciotole?”
“Di tutte le ciotole che ci hai dato solo cinque erano consumate. La tua e quella di quattro Matoki. Quattro, non cinque. Da lì ho avuto il primo sospetto che ci fosse qualcuno in meno tra i tuoi coinquilini.”
“I miei complimenti, davvero. E poi? hai notato qualcos’altro?” mentre parlavano, i due camminavano lentamente, inseguendosi lungo un cerchio  invisibile.
“Certo. Ho notato come le posate, i piatti e le coperte fossero abbastanza per tutti. Chissà da quanto tempo ci stavi aspettando.”
“Da molto, da molto.”
“Posso chiederti io una cosa?”
“Certamente.”
“Come sapevi che eravamo qui? Nessuno di noi ha avvistato i Matoki durante la notte, ma tu sapevi che noi avevamo organizzato turni di guardia. Come ci hai spiati?”
“Semplice. Il coniglio nella siepe.”
Arrivata accanto ai Matoki, Gong gi si fermò improvvisamente.
“Mi dispiace di averti abbandonato, YoungJae. Ma sai bene che non è stata una mia scelta.”
“Non mi interessa. Se io non potrò tornare a bordo, non potrà farlo nemmeno lui!”
Con un’abile mossa Gong gi si voltò, afferrò per le grandi orecchie Kekemato e lo trascinò per qualche centimetro, dando la possibilità a Tatsmato di atterrare gli altri tre Matoki con facilità. Facendosi scudo con il grande coniglio, la ragazza avanzò, affiancata da Tatsmato. L’espressione sul volto di YoungJae divenne di puro terrore. Gong gi aveva tra le mani forse la cosa a cui lui teneva di più, e la stava usando contro di lui.
“Fallo tornare come prima.” gli ordinò.
“Non finché non avrai lasciato libero Kekemato.” balbettò lui, tenendo ben tesa davanti a sé la spada dell’ultimate. Gong gi si avanzò di qualche passo, fino a far sfiorare la punta della spada con il petto del Matoki.
“Ho detto, fallo tornare come prima.” ordinò nuovamente. Le gocce di sudore rigavano il viso di YoungJae, la cui espressione tesa accompagnava il tremolio delle sue mani. Ad un certo punto, dopo aver trafitto il suo vecchio capitano col suo sguardo glaciale, il ragazzo strizzò forte gli occhi, restituendo ad Himchan le sue sembianze umane. Prima di restituirgli Kekemato, Gong gi chiese che il tunnel fosse liberato dalla frana, permettendo così alla sua ciurma di raggiungerli e, soprattutto, lasciandoli finalmente uscire di lì. YoungJae obbedì, crollando sulle ginocchia. Nonostante avesse studiato accuratamente il suo piano, e nonostante fosse quasi riuscito a portarlo a termine, il legame tra bias e biased era stato più forte di lui. Strinse forte a sé Kekemato, senza rivolgere nemmeno uno sguardo al suo vecchio amico Himchan che, prima di seguire il gruppo verso l’uscita, gli sussurrò un impercettibile “Ti perdono”. 

Curiosità: nella storia, solo Gong gi e Donghae si rivolgono ad Eunhyuk chiamandolo Hyukjae.
Allora, che ne pensate della trasformazione di Himchan in Tatsmato? Vi aspettavate un finale del genere?
Vi ricordo che potete trovare, in contemporanea con i nuovi capitoli, il diario di bordo di BamBam :D


 
  
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