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Autore: Yami_No_Alice    16/03/2016    1 recensioni
Spesso Dio può cambiare la nostra vita, ma sta a noi decidere se in meglio o in peggio.
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Sette adolescenti, vite diverse, situazioni differenti, destini che si mescolano tra di loro. Troveranno la risposta ai loro quesiti. Come andrà a finire?
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Un viaggio all'interno delle vite più disastrose della nostra società.
Occhi che hanno visto di tutto, mani che hanno doccato di tutto e labbra che hanno detto di tutto.
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Quanto si può essere egoisti nel corso propria vita?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Note dell'autrice:
Perdonatemi se scrivo le note all'inizio, ma ci tenevo molto a farvi leggere questo messaggio. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno seguito questa storia fin adesso e ringraziamento ancor più grande a coloro che recensiscono!
Mi scuso se ultimamente sto postando cn meno frequenza, ma cercate di capirmi care lettrici, la scuola è una brutta bestia.
Comunque non voglio divagare, vi auguro una buona lettura e vi prego di recensire, dandomi consigli ed eventuali critiche!

Capitolo 8


[TAEHYUNG]

Sto sognando, sogno gli avvenimenti della sera precedente, dove sono andato a prendere Jungkook a un'ora improponibile, dove gli ho confessato (su consiglio di Hoseok) di voler fare il medico. Ma la strada per diventarlo è molto l'unga e prima o poi dovrò dirlo anche a mia madre. Mi sveglio di colpo.
Sono disteso sul letto di casa mia e la luce mattutina mi brucia gli occhi, ho voglia di dormire ancora un po', ma improvvisamente il mio telefono incomincia a squillare e mi tocca alzarmi per rispondere. E' Hoseok.


“Buongiorno.” dico con voce dolce.
“Buon pomeriggio semmai, amore mio.” risponde in tono sarcastico, adora correggermi quel piccolo bastardo. Mi metto le mani nei capelli e sgrano gli occhi, poi guardo l'orologio. Sono le 14.30.
“Taehyung, vieni a casa mia, non fare domande.”


Mi vesto in fretta, saluto mia madre e, dicendo che non voglio pranzare, corro fuori di casa sbattendo la porta come il mio solito. Non ho intenzione di aspettare il mio autista, perciò prefersico andarci a piedi.
Busso alla porta, ma scopro che è socchiusa. Un senso di ansia mi pervade.


“Hoseok?” devo ammettere che sono un po' spaventato da questa situazione. L'appartamento del mio ragazzo è completamente immerso nell'ombra. “Non scherzare, lo sai che mi cago in mano, stronzo.”
Ogni oggetto presente nell'abitazione al buio assume un aria spaventosa.
Giungo fino alla camera da letto, imprecando per l'oscurità che intravedo dalla fessura della porta. La apro lentamente e con l'indice tremolante pigio l'interruttore della luce.


“Ciao Taehyung.”
“Hoseok, come sei conciato? Cos'è questa roba che hai adosso?”
Hoseok, in piedi, davanti a me, mi raggiunge con falcate sensuali. Lo guardo dall'alto in basso, indossa un corsetto da uomo nero che gli cinge il tronco, facendo risaltare comunque la sua natura mascolina, e nelle zone intime un tanga dello stesso materiale copre solamente le parti più piccanti.
Lo spettacolo che vedo non è niente male e mi fa subito eccitare. Nella mano destra ha delle manette argentee, in quella sinistra un frustino. Me li porge entrambi e si avvicina al mio orecchio, leccandone il lobo.

“Legami e fa di me quello che vuoi.”


Amo la mia vita.



[JUNGKOOK]


Odio la mia vita.
Ma come mi è saltato in mente di ritornare nella solita Chiesa, a fare la mia solita routine di lavoro, offerta dall'uomo che ho appena violentato senza ritegno ieri sera?
Sono davanti al portone e abbasso il mio sguardo sul mio polso. Mi perdo nell'osservare i piccoli segni rossi dei tagli che mi sono fatto la scorsa notte. Non ho resistito. Era da un po' che non mi tagliavo, non l'ho fatto neanche dopo che mio fratello mi ha fatto quelle cose...Ma Jimin, io ho avuto il coraggio di fare lo stesso che ha fatto mio fratello a me al ragazzo che amo.
Apro la porta della Chiesa e vi entro, dirigendomi a passo svelto verso lo sgabuzzino degli attrezzi per pulire. Di Jin e Jimin nemmeno l'omra.
Incomincio a passare lo straccio sul pavimento, canticchiando un motivetto per scacciare i miei tristi pensieri.


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E' l'una e il mio turno è quasi finito, sistemo le ultime cose, mi infilo il giubotto e, dopo essermi ricordato che è uno dei capi che Jimin mi ha prestato, subito mi pervade un senso di tristezza.
Sento il portone aprisi, guardo con attenzione, fa che non sia lui, fa che non sia lui, mi ripeto.


E' Jimin, il mio amato, prezioso Jimin, con i suoi capelli rossi e le sue labbra carnose, il suo sorriso pari a quello di un angelo. Lui mi vede, e dalla sua espressione noto che non aveva la minima intenzione di incontrarmi, infatti abbassa lo sguardo e si dirige di corsa verso la sacrestia.
Per un momento decido di lasciarlo perdere, ma il dolore dei miei tagli mi ricorda tutte le cose terribili che gli ho fatto la scorsa notte.


“Jimin!” gli corro dietro e lo fermo per un braccio, lui non si volta “Jimin guardami!”
Lo imploro, disperato, e afferrandogli il mento con la mascella lo costringo a voltarsi verso di me, lui ancora non incontra il mio sguardo.
"Sei arrabbiato?"
"Non dovrei?"
“Jimin quando ho fatto quelle cose non ero in me!”
“Okay.”


E' freddo, impassibile, non è più lui. Lo abbraccio, affondando il volto nella sua clavicola.
“Ma ero consapevole quando ti confessavo i miei sentimenti...”
“Jungkook smettila...”
“Quando dicevo che ti amo… Ma se tu adesso mi odi posso capire.”


Sento una forza spingermi con violenza, facendomi sbattere sul muro, la testa mi gira a causa dello stordimento. L'uomo che amo è difronte a me, che mi guarda con aria minacciosa.
“Jungkook, facendo quelle cose con te ho perso la verginità con un uomo in un parco, sono completamente andato contro ai miei voti, e adesso ho un male atroce nel fondoschiena...” incomincia a singhiozzare, dei lacrimoni gli rigano le guance “Eppure...Per quanto ci provi...Per quanto cerchi di odiarti, non ce la faccio, tu mi hai aperto gli occhi sul mondo.”
Mi avvicino a lui, e gli prendo il volto nelle mani, asciugandogli le lacrime salate. Appoggio le mie labbra sulla sua fronte e gli sorrido.
“Ti amo, Park Jimin, hai dato luce alla mia vita, mi hai fatto scoprire il tuo mondo, il tuo Dio...Stasera incomicerò le lezioni serali che mi permetteranno di avere un futuro, tutto grazie a te.”
"Ma non credere che quello che mi hai fatto ieri mi sia piaciuto."
"Lo so, cosa posso fare per farmi perdonare?"
"Baciami."
"Cosa?!"
"Baciami con amore, non con rabbia con l'altra notte."
Lui mi abbraccia e porta una mano verso la fine della mia schiena, quel tocco mi da un segnale.
“Vita mia, tu cosa provi per me?”
Sospira: “Credo di provare qualcosa...Un affetto che non arrivo descrivere.”
“Potrebbe essere...Amore?”
“...Forse...” afferma lui baciandomi castamente.


Arrossisco a quel gesto, ma poi ne realizzo il significato iniziando a saltare come un matto… Lo abbraccio, lui in un primo momento gioisce con me, ma poi blocca il mio entusiasmo con un espressione depressa in volto.
“Che cosa c'è?” gli domando cercando di baciarlo nuovamente, ma Jimin evita il mio gesto d'amore. Mi poggia una mano sulle labbra.
“Kookie, non mi dispiacerebbe fare queste cose con te,” arrossisce “ma vedi...”
“Il tuo voto di castità te lo proibisce.” concludo io “Inoltre io sono un uomo, è un po' strano...”
“Già.”
Gli stringo le spalle con le braccia, fissandolo nei suoi occhi penetranti, lucidi dall'emozione.
“E cosa possiamo fare?”
“Potrei rinunciare ai miei voti...”
“Intendi smettere di fare il prete?!”
“Potrebbe essere una soluzione...”
“Non te lo premetterò mai Jimin, Dio è colui che ci ha unito, nonostante tutte queste controversie che ci dovrebbero tenere distanti!” inizio ad alzare la voce “Non puoi farlo!”


Uno schiaffo mi colpisce la guancia sinistra.
“Calmati ragazzino rabbioso. I miei voti possono essere annullati nel caso io trovi una persona da amare e di cui occuparmi, non intralciare le mie scelte Kokkie. Comunque non ho intenzione di prendere questa decisione adesso, non so neanche quale sia la relazione che intercorre fra di noi, non so nemmeno se sono di quella sponda. Ho bisogno di tempo.”
“Hai ragione, scusami per essere stato precipitoso.”
“Oggi incominciano le lezioni serali se non sbaglio, vedi di fare del tuo meglio.Una volta che ti sarai diplomato quest'estate prenderò una decisione.”
“Lo farò, per il mio bene e per il tuo, perché ti amo.”
Jimin si avvicina verso di me e mi da un buffetto sulla fronte ricordandomi che il mio turno è finito e che è ora che io vada.
“Vado, mio fratello vuole che torni a casa in tempo, altrimenti mi cazzia.” fingo di avere un attacco di tosse mentre pronuncio quella parola, so che lui non vuole parolacce all'interno della chiesa “Ah, Jimin? Per caso...”
“Cosa?” domanda lui spaesato.
“T-ti fa molto male lì dietro?”
Mi tira un pugno sulla spalla e finge di arrabbiarsi: “Sciocco, adesso vattene.”


Sorrido e corro fuori dall'edificio. Nella mia triste vita vedo un barlume di speranza donatomi da Dio, e questo barlume è Jimin.


[NAMJOON]


Perchè la mia vita apparentemente decente non può avere barlumi di speranza ma solo macabre ombre oscure che continuano a rovinarla?
Bestemmio, la bestemmia più sporca e volgare della mia vita.
Prendo un altro boccone dal piatto di kimichi davanti a me, è da circa dieci ore che mi sto ingozzando di qualsiasi cosa. Devo dimenticare, devo dimenticare le sudice mani di quel pervertito che mi hanno toccato quella sera, devo dimenticarmi dei suoi occhi pieni di desidero e delle sue labbra vogliose, devo dimenticarmi dei gemiti osceni che ho emesso quella notte.


Io amo Chae-rin, l'ho sempre amata e l'amerò nonostante tutto, eppure, eppure c'è quel Seokjin, il suo volto e i suoi modi che continuano a tormentarmi.
“No!” urlo buttando il piatto a terra e mettendomi le mani nei capelli argentei “Seokjin non può mutare la mia vita in questo modo. Io amo Chae-rin..." mi mordo il labbro, tanto da farmi male, devo pensare a qualcosa, e in fretta "Glielo dimostrerò!”
Corro in camera e apro l'armadio, devo vestirmi in modo presentabile. Dopo esssermi agghindato e profumato mi preparo a uscire.
“Una volta per tutte.”


Cammino a passo svelto per le ormai troppo conosciute strade di Seoul, gli occhi posati sui miei piedi che si muovono velocemente.
Sono circa le dieci di mattina, Kookie dovrebbe essere a lavorare e Chae-rin sarà sicuramente a casa di suo fratello a, che ne so, preparare la clazione a quello schifoso pezzo di merda. E se lui non vuole che io la veda? Mi inventerò un piano.
Dopo molti anni passati nel silenzio finalmente ho il coraggio di parlare, e la cosa mi fa incazzare, perchè il coraggio me lo ha dato Jin.
Busso alla porta nervoso, putroppo chi mi apre non è proprio la persona che mi aspettavo di vedere.


“Che vuoi.”mi chiede quello stronzo tenendo stretta una sigaretta tra i denti, è strafatto.
“Sono Kim Namjoon, l'amico di Jungkook.” cerco di fare il duro, e la farsa mi riesce piuttosto bene.
“Ah.”
Cerco di non infuriarmi per la sua risposta del cazzo.
“Sono anche un amico d'infanzia di Chae-rin, sua madre ha avuto un grave incidente sul lavoro e mi hanno mandato a chiamarla.”
Mi squadra dall'alto in basso, un brivido mi percorre la schiena. Toglie lo sguardo da me e lo proietta dentro l'abitazione, in direzione della sua cucina.
“Hey puttana! Qui c'è un damerino che ti cerca, devi correre da tua madre.”


Era da tanto che non la vedevo, gli occhi scuri, i capelli tinti di biondo e quel rossetto sulle labbra, quel profumo di Chanel che lascia ovunque lei passi.
E' sconvolta per la notizia la mia CL, ma appena mi vede, riconoscendomi, si illumina.
“Namjoon, sei tu! Cos'è successo a mia madre?”
“Dobbiamo correre in ospedale.”
“Prendo le chiavi della macchina.”


Guida in silenzio, gli occhi sgranati dall'angoscia, mi dispiace mentirle così ma dovevo parlarle in privato, senza quella merda nei dintorni.
“Chae-rin, tua madre non ha avuto nessun problema, perciò accosta.”
Rimane impietrita alle mie parole e velocemente parcheggia nello spazio di sosta più vicino, chiedendomi spiegazioni.
“Ho mentito.”
“Perchè?”
“Perchè dovevo portarti via da quella feccia ubriaca, noona.”
La sua mano smaltata fa per darmi uno schiaffo, me lo aspettavo, ma poi si ferma inaspettatamente abbassandosi sulla tasca dei suoi jeans per prendere il pacchetto di sigarette. “Non parlare così del mio ragazzo.” riprende poi, dopo essersi calmata.
“Quello lì ti ha allontanato da tutto e da tutti, non ti ha permesso di realizzare il tuo sogno che fin da piccoli condividevamo. Non ti ha permesso di fare musica.”
“Lo so.” dice pacatamente.
“E allora perché continui a stargli accanto?”
“Per Jungkook.”


Rimango a dir poco basito a quelle parole.
“Namjoon, apri gli occhi." continua lei "La vita di quel ragazzino sarebbe ancora peggiore se io non fossi lì, voglio stargli vicino fino a quando non si sposerà e andrà a vivere con la sua nuova famiglia.”
Io mi avvinghio a lei, inebriandomi del suo profumo.
“Sono disposta a fare tutto ciò nonostante le violenze, nonostante gli abusi.” continua con gli occhi lucidi “Perchè ormai Kookie per me è come un fratello e tu lo sai.”
“Io mi preoccupo per Kookie, ma anche per te Chae-rin.” le sussuro, ancora cullato fra le sue braccia.
“Per quale motivo?”
“Perchè mi piaci.” sbotto, senza neanche pensare a che conseguenze avrebbero potuto portare quelle parole. Lei rompe il nostro contatto fisco.
“Ci conosciamo da molto, perhè me lo dici solo adesso...Avresti dovuto capirlo prima.”
“Tu mi sei sempre piaciuta! Ma ultimamente sto avendo dei ripensamenti su me stesso e volevo capire cosa provo veramente per te.”
“Ripensamenti di che tipo?”


Basta, con lei non posso avere segreti, non con la mia noona, non con la mia migliore amica sin dall'infanzia. Le racconto di tutti gli episodi che sono successi in quei pochi giorni, i come la vita di Tae e Kokkie sia cambiata radicalmente e di come sia cambiata radicalmente anche la mia. Le narro pure i fatti della notte di fuoco con Jin, esprimento tutta la mia confusione, la mia angoscia.
Chae-rin ascolta, in silenzio, rimane impassibile anche quando le racconto di essere stato con un uomo e le lacrime incominciano a bagnarmi il volto. La sua mano è poggiata sulla mia gamba.


Ad un certo punto lei, con tutta franchezza e senza un minimo di odio mi domanda:
“Pensi di essere omosessuale?”
“Non lo so, so solo che quello che ho fatto con Jin mi è piaciuto, ma so anche che è da molti anni ormai che i miei sentimenti per te sono profondi. Ho fatto qualche ricerca, potrei essere bisessuale o qualcosa del genere, ma non è questo ciò di cui ho paura. Io ho paura...”
“Di non amarmi più...” conclude Chae-rin la frase malinconica.
“Già.”


La vedo armeggiare con il colletto della sua maglia, per poi togliersi il capo completamente, rimanendo di fronte a me in reggiseno.
“Cos-”
“Shhhh...” mi sussurra Chae-rin posando un dito sulle mie labbra “Adesso farò qualcosa che ti farà capire cosa provi per me...”
“Ma Chae-rin!”
Lei non ascolta le mie proteste, togliendosi l'indumento intimo scoprendo i suoi seni. Io rimango a bocca aperta di fronte a quella scena, ripensando a tutte quelle notti in cui mi toccavo pensando a lei. Adesso non ce ne sarebbe stato più bisogno.
Noto del lividi scuri sulle sue braccia, e ciò mi fa salire un nodo amaro in gola.
“Vedi Namjoon, anche io provo un po' di attrazione per te.” si pecipita su di me e poggiando avidamente le sue labbra sulle mie, me le sporca un po' di rossetto sgargiante, il nostro primo bacio “Provare con costa nulla.”
Sbottona velocemente i miei pantaloni e affonda la bocca che precedentemente mi aveva baciato nelle mie zone intime.


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Sono passati venti minuti da quando Chae-rin ha incominciato a farmi un lavoretto lì sotto.
“Senti qualcosa Namjoon?” domanda esasperata. Io le poggio dolcemente una mano sui capelli, il mio volto si riga di lacrime.
“Niente.” .
   
 
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