Beta-reader:
Rekichan (la mitica!)
Rating: ho messo giallo date le scene un
po’ forti ed il carattere shonen-ai della narrazione
(soprattutto verso la parte conclusiva).
Genere: prevalentemente Epico, ma anche
Storico con accenni Fantasy e Romantico (nell’accezione
originaria del termine).
Descrizione:
in breve, questo
è un tentativo (ambizioso, lo so) analitico della natura
umana, la diversità fra uomo e donna, il perché
della guerra, la lotta fra la ragione e la fede religiosa e
così via. La protagonista sarà Elena, una
sacerdotessa nativa di Creta, orfana a causa della guerra, che
crescerà presso il tempio di Eleusi da cui il titolo
appunto. Sèguito a molte vicissitudini si recherà
presso Troia, ove assisterà suo malgrado alla nota guerra.
Il tutto viene narrato attraverso i suoi occhi e le sue memorie.
La narrazione si
sviluppa in due tempi anacronistici: il presente ambientato durante il
suo ritorno ad Eleusi a seguito della distruzione di Ilio e che parte
direttamente dal prologo, ed il passato rivissuto mnemonicamente da
Elena durante il viaggio.
PROLOGO
LA FINE DEL VIAGGIO
SPESSE nubi s’addensano sopra le
nostre teste sottraendoci alla vista le stelle e la luna. La notte
è cupa, il cielo minaccia bufera, e fintantoché
il vento si abbatte su noi con tutto il suo furore, non posso non
ringraziare i marinai per la destrezza che dimostrano nel governare la
nave. Al posto loro, sono certa, sarei annegata tra i flutti. Strano
per la figlia di un marinaio, pensereste voi... e forse avreste
ragione.
Mentre me ne sto qui, rigida e infreddolita sul ponte di prua, porgo
l’orecchio in ascolto, più per abitudine che per
vero desiderio d’udire qualche suono e il respiro mi si fa
lento. Tutto mi giunge in disordine. Le invettive del capitano si
mescolano agli ansimi dei rematori affaticati, ai gridolini spaventati
che ogni tanto le altre donne lanciano e allo scalpiccio dei passi
affrettati verso corde e finimenti. Rumore e caos un tempo
insopportabili, ma che a desso, dopo le strazianti urla della guerra,
mi sembrano una folle musica.
Sorrido e chiudo gli occhi mentre il vento impetuoso mi scompiglia i
capelli. Per un secondo mi lascio cullare dal suo abbraccio per niente
dolce ma che, sin da piccola, ho amato alla stregua d’un
invisibile amante, dolce con la brezza mattutina, violento nella
burrasca, colmo di gelosia, ma sempre fedele a suo modo.
Un sorriso mi affiora alle labbra; che sia un briciolo della a lungo
dimenticata felicità? Nostalgia celata a riso magari? Forse,
o quasi certamente un impeto improvviso, uno sfogo dovuto alle amarezze
accumulate.
Colta da questa fulminea, folle contentezza, quasi ho voglia di
ballare. Resisto saggiamente alla tentazione, ma da quanto tempo non lo
faccio più? Anni, certamente. Da quando quella maledetta
guerra è scoppiata; da quando fuggii in esilio presso le
terre d’oriente, ad Ilio. E ora, anch’essa
è caduta. Tutto sembra finito, come un lungo sogno -o forse
incubo- svanito d’improvviso col sopraggiungere del giorno,
abbandonando dietro di sé solo vuoto e desideri
inappagabili.
Un brivido freddo mi percorre la schiena ed io sono costretta a
riaprire gli occhi. Mi avvolgo più stretta al mantello,
unico avere che m’è rimasto, e osservo
l’oscuro orizzonte. La massa nera del mare si agita e
ruggisce, schiumando contro lo scafo della nave, facendola ondeggiare a
destra e a sinistra come un vecchio ebbro di vino. Un tempo sarei
riuscita a far placare il vento, ad acquietare i flutti con un solo
gesto, ma adesso… adesso è finita. La mia Arte
è svanita, lasciandomi solo dei ricordi lontani.
Mi sento inutile. Il mio spirito è come morto.
In passato avrei pianto, mi sarei infuriata per tale debolezza, ma di
lacrime ne ho versate troppe e, in questo momento, non ho neppure la
forza per gemere in silenzio. Mi sento fredda, sterile.
Con passo strascicato mi accosto al parapetto; alle spalle sento un
rude marinaio intimarmi di fare attenzione. Lo riconosco; è
lo stesso che mi ha aiutata a salire a bordo. Forse teme che voglia
gettarmi in mare. Non sarei né la prima né
l’ultima a farlo, del resto è consuetudine
oggigiorno, e gli uomini sono abituati a vedere la donna fragile e
sciocca, incapace di reggere pari drammi. E forse non hanno tutti i
torti. La mia è un’epoca a tratti ingrata,
soprattutto con noi. Le sacerdotesse più giovani,
infervorate dall’inesperienza, s’irriterebbero
nello scorgere simili atteggiamenti, ma dal canto mio, ci ho
fatto l’abitudine. Non sono affatto diversi da noi.
Nella mia vita ho conosciuto molti uomini; principi, sovrani, guerrieri
ed eroi, e di ciascuno rammento forze e debolezze, paure, passioni,
segreti… Achille “piè-veloce”,
re Priamo, il superbo Agamennone, il nobile Ettore e altri prodi che
agli occhi del mondo tanto somigliano a Dei, ma che a me paiono solo
fanciulli sperduti nell’Egeo.
Il mondo sta cambiando. O è già cambiato, ma io
me ne rendo conto solo ora che ho perduto tutto e faccio ritorno verso
l’unico luogo che potrò sempre chiamare casa: Eleusi.
Un lampo balena nel cielo, illuminando d’infiniti fulgori le
onde spumeggianti. Il cielo tuona poco dopo, quasi a rimostrare che
l’ira degli Immortali Signori non s’è
ancora placata.
Sospiro mentre il capitano ci urla di tornare sottocoperta, lancio un
ultimo, fugace sguardo alla terra ferma ove il futuro incerto mi
attende e con noncuranza mi volto…
Non sento paura. Solo stanchezza e una strana tranquillità,
la medesima che provavo in gioventù ogni qual volta
m’impegnavo a riparare le reti di mio padre: pesante, immota
ed un po’ rassegnata, densa di fatalità.
È questo il momento in cui tutto sarà spiegato e
la storia narrata così com’è avvenuta.
Alla fine del viaggio.
Potrei narrarvi menzogne o verità, a voi il giudizio. Le
parole, in fondo, sono sempre e solo parole.
Fatalità, tutto comincia e si conclude proprio con una
parola, considerata foriera d’onori e sventure, gioie e
tormentosi rimorsi. Un nome eternamente ricordato… Elena che, Moire
vollero, è anche il mio nome.
Free tolk:
Ho deciso di mettere uno spazio, a conclusione di ogni
capitolo ove, non solo ringrazierò e risponderò
ad ogni commento/quesito/elogio/critica mi sarà rivolta, ma
cercherò di render chiari i concetti più astrusi,
aggiungerò note al testo e, magari, qualche piccola
curiosità che nella narrazione non verrà
affrontata.
Con questo è tutto.
Grazie di aver letto sino a qua.
SILENCIO.
p.s. Lascio
scritto che la pubblicazione dei singoli capitoli sarà
piuttosto lenta (un volta al mese) causa una serie di impegni che
occupano gran parte delle mie giornate. Prometto sin da ora che
cercherò di terminarla comunque sia, anche perché
mi ci sto affezionando.