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Autore: CassandraBlackZone    17/03/2016    1 recensioni
Tutto accade il 29 giugno del 2016, data in cui viene ritrovato il cadavere di Slenderman, leggenda metropolitana reputata da sempre una mera invenzione di Internet. Questa scoperta non può far altro che suscitare una curiosità tale da spingere un gruppo di scienziati a studiare il corpo della Creepypasta; curiosità che portò alla rovina la razza umana. Bastò una sola incisione e un potente virus si diffuse indisturbato in tutto il mondo confondendosi con l'ossigeno. Esso venne denominato CRP. Le conseguenze? Quando una Creepypasta muore, essa rinasce successivamente in un qualsiasi individuo in cui il virus si è ben sviluppato. Pur sapendo la sorte che l'attende, l'umanità è tenuta a proteggersi dai soggetti infetti, i quali sono destinati a seguire il loro istinto di uccidere.
Genere: Azione, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Slenderman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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«Annabelle, scappa!» la voce di Masky sembrava non raggiungere la giovane soldatessa che, in preda al panico, rimase immobile davanti alla creatura a quattro zampe.
Smile Dog ringhiò aggressivo, lasciando che la bava gli colasse dalle enormi fauci taglienti, ormai a pochi metri dalla sua preda.
«Questa me la paghi, Hoodie» disse Masky a denti stretti, intento a liberarsi invano.
«Te l’ho detto. Questo è un esperimento e credimi. Spero davvero che vada a buon fine» disse l’amico con tono tranquillo.
Prima Jeff e adesso Smile Dog, pensò Annabelle, solo che questa volta non c’era Masky o Homicidal Liu a salvarla. Cosa poteva fare? Come avrebbe potuto affrontare una bestia di quel calibro? L’insicurezza, ma soprattutto il terrore provati quella mattina impedirono alla ragazza di agire e pensare razionalmente, rischiando di ritornare a quello stato infantile.
«Annabelle!» la chiamò disperato l’amico proxy, riuscendo finalmente a risvegliare la ragazza dall’inconsapevole sonno, ma fu troppo tardi.
Annabelle cercò di reagire il più velocemente possibile, ma tutto ciò che riuscì a fare fu indietreggiare fino a raggiungere il letto di schiena, mentre Smiley si accanì su di lei.
«NO! ANNABELLE!» urlò a perdifiato Masky liberandosi da Hoodie. «Smiley fermati, ti prego! Non farlo! Smiley no-…» Masky si precipitò subito da Annabelle e proprio mentre stava per colpire Smile Dog, ogni suo muscolo contratto si rilassò all’istante, appena vide la lingua del canide leccare felice la faccia della ragazza, soffocata dalle sue stesse risate.
«Ehi! Adesso basta! Mi stai facendo il solletico!Basta ho detto!»
Eccitato e scodinzolante, Smiley riprese rapidamente le sembianze di un husky senza smettere di fare le feste. «È divertente vero? Mi sto divertendo anche io! Continuiamo a giocare, dai!»
Sotto la maschera di ceramica, Masky spalancò gli occhi incredulo, lanciando uno sguardo a Hoodie, perfettamente tranquillo.
«Esperimento riuscito» rispose semplicemente all’amico confuso.
«Spiegazioni. Ora.»
«Che spiegazioni vuoi che ti dia? Chi meglio di Smiley poteva darci la conferma che Annabelle è innocua?» Hoodie si avvicinò con le mani nelle tasche della felpa. «Forza, amico. Ora lasciala respirare.»
«Ma… ma io volevo ancora giocare…» disse Smiley abbassando le orecchie.
«Annabelle! Va tutto bene?!» chiese Masky preoccupato.
«Sì, è tutto a posto. Sono solo un po’ bagnata di bava.»
«Bene. Ora ho anche io la conferma che non ci farai del male» annunciò con fierezza Hoodie. «Colgo anche l’occasione di scusarmi per la pessima figura che ho fatto durante la cena. Sono stato davvero uno sciocco.»
Annabelle si alzò dal letto scuotendo la testa. «No, è stata colpa mia. Ho… esagerato» si giustificò.
«Non hai bisogno di scusarti, Annabelle. Perché è qualcun altro ad aver esagerato.»
«Non c’era bisogno di accentuare la cosa, Masky. So bene di aver esagerato.»
«Ma io non parlo solo di ciò che è successo a tavola» i due proxy si voltarono verso l’umana rossa dall’imbarazzo. «So… che eri arrabbiato anche per quello che ho pensato
«Ti cosa stai parlando?» chiese Masky.
Hoodie scosse la testa ridacchiando e si avvicinò ad Annabelle per darle due buffetti sulla testa «Lo apprezzo molto. Ti ringrazio.»
Smiley attirò l’attenzione di Hoodie sedendosi sulle sue scarpe, ansimando.
«Bene, visto che l’esperimento è andato a buon fine, posso tranquillamente andarmene. Oh, avviserò io Slenderman che per te è troppo presto venire con noi, Annabelle. Pensa solo a riposare.»
La quindicenne si limitò solo ad annuire e a increspare un leggero sorriso.
«Ora scusatemi, ma ho un po’ di fretta. A presto.»
«Ehi Annabelle! Poi giocheremo ancora insieme, vero?» chiese Smiley con la lingua a penzoloni.
«Be’ ecco… sì, mi farebbe molto piacere» rispose lei.
«Che bello! Non vedo l’ora!»
Dopo un ultimo saluto, il ragazzo incappucciato uscì dalla stanza assieme a Smile Dog e, chiusa la porta dietro di sé, sospirò profondamente. «C’è mancato davvero poco. Per un attimo pensavo che non ti saresti fermato, sai?» disse Hoodie sollevato.
«Io invece non credevo mi sarebbe piaciuta! Eppure è un’umana! Ma… mi piace!» scodinzolò felice.
Hoodie si abbassò all’altezza del cane per accarezzargli la testa. «Dimmi, Smiley. Cosa ti ha fatto cambiare idea?»
Smile Dog ci rifletté su e rispose convinto:«Il suo odore!»
«Il suo… odore?» ripeté Hoodie perplesso.
«Sì! Il suo odore! Mi piace il suo odore! »
«Ah be’», disse Hoodie alzando le spalle, «Mi basta come prova. Così Masky capirà.»
«Hoodie! Abbiamo un grosso, anzi, un grossissimo problema!» agitando a più non posso le braccia, Eyeless Jack corse verso l’amico felpato di giallo.
«Jack, che hai da allarmarti tanto? Cos’è successo?»
Piegato in due per riprendere fiato, Jack cercò di spiegare tra un sospiro e l’altro. «La Dose. Non ha avuto effetto. Sta perdendo il controllo. Di nuovo.»
Come un rebus da risolvere, Hoodie mise insieme quelle quattro frasi per formularne una di senso compiuto. Dose. Di certo si trattava di un CRP. Se non aveva avuto effetto significava che il CRP in questione era l’ultimo ad averla presa. Se aveva perso nuovamente il controllo, allora significava solo una cosa: che Jeff si era svegliato prima del previsto.
 
Aiuto. Ho bisogno di aiuto. Non ce la faccio più.
Perché? Perché fa così male? Perché quella dannata formula non funziona? Il sangue ribolle nelle vene e continuo a sentire atroci dolori su tutto il corpo. La mia pelle. I miei muscoli. Tutti gli organi interni. Sento persino le mie ossa che si rompono. Basta! Fermate tutto!
Urlare è inutile. Rompere tutto è inutile. Uccidere… è inutile.
Non vedo nulla, nonostante i miei occhi non siano chiusi. Non vedo dove corro e non vedo dove vado a sbattere. Io voglio solo che tutto smetta, ma senza fare del male a nessuno. Come? Come posso farlo? È impossibile. Il mio destino è segnato e dovrò vivere con questo fardello per il resto della mia vita. La mia vita.
La dovrei chiamare vita questa? Vivere nella pazzia di qualcun altro è vita? Cosa ho fatto per meritarmi questo? COSA?! Qualcuno me lo dica! È perché ho smesso di andare in chiesa? È perché ho copiato svariate volte in classe?Mamma, che cosa ho sbagliato? Perché proprio io? Perché?!
No. Eccole di nuovo: rabbia e follia. Sono tornate a farmi visita. In un attimo sverrò e lascerò fare tutto a loro. Non ce la faccio più. Sono stanco.
Qualcuno mi aiuti. Qualcuno… mi uccida.
 
Uscita dal bagno, Annabelle si buttò a peso morto sul letto assaporando il momento del riposo tanto atteso. Inspirato profondamente, li lasciò trasportare dal dolce profumo di shampoo che le regalò Slenderman. Pesca e mandorle.
«Su quel letto ci sarai salita almeno tre volte. Ma solo ora te lo puoi godere a pieno» ridacchiò Masky.
«Già» rispose di rimando Annabelle. «Finalmente.»
«Cara la mia Annabelle. Da quando ti ho conosciuta questa mattina, non smetti di stupirmi.»
Senza lasciare la sua posizione confortevole, Annabelle inclinò la testa di lato in modo da poter almeno intravedere la nuca di Masky, che intanto ripiegava i regali di compleanno di Itaca. Nonostante gli avesse detto che non doveva disturbarsi, il proxy insistette per sistemarli.
«Che cosa vuoi dire?» domandò la ragazza.
Riposto l’ultimo paio di jeans, Masky chiuse l’armadio per poi sedersi ai piedi del letto. Annabelle fu costretta a rialzarsi.
«Ti ricordi quello che ti ho detto questa mattina?»
«Riguardo al fatto che devo stare tranquilla e abituarmi all’idea di vivere qui? Non l’hai detto solo questa mattina, comunque sì. Tu e Slenderman non avete smesso nemmeno un secondo di ripetermelo.»
«Esattamente. Ora vorrei che ascoltassi con attenzione ciò che voglio dirti» Masky afferrò con cautela le mani di Annabelle, accarezzandole i dorsi, quasi con dispiacere.
«Masky, mi devo preoccupare?» osò chiedere Annabelle forzando un sorriso.
«Annabelle, so bene quello che ho detto e non mi rimangio nulla, ma… mi devi promettere una cosa. Non abbassare mai la guardia» la serietà con cui vennero pronunciate quelle parole, confuse non poco la ragazza, che rimase a fissare le loro mani intrecciate, rimanendo in ascolto.
Ciò che Masky vide negli occhi di Annabelle fu un barlume di terrore e un finto coraggio. Segni per nulla rassicuranti per ciò che il proxy gentile stava per dirle.
«Grazie a questo assurdo esperimento di Hoodie ho finalmente capito dove voleva andare a parare.»
«Ovvero?»
«Tutto ciò che ha fatto Smiley è stato seguire il suo istinto. Nonostante sapesse che tu eri un’umana il tuo odore lo ha fermato in tempo.»
«Il mio… odore?» ripeté Annabelle confusa.
«Sì. Il tuo odore. Vedi, noi CRP nella foresta capiamo chi è umano in base all’odore, ma non solo. Noi seguiamo anche la nostra sete di sangue.»
«Spiegati meglio.»
«Come ti ho detto, noi uccidiamo per poter vivere. Alla minima presenza umana automaticamente noi uccidiamo. È più forte di noi, ma con te è diverso.»
Annabelle ritrasse le mani lentamente. «Quanto diverso?»
Il proxy si avvicinò al viso di Annabelle, che subito incrociò gli occhi color ametista non appena incontrarono la punta del naso della maschera in ceramica. «Con te, noi non avvertiamo il nostro istinto omicida. Io stesso non l’ho avvertito in aula magna. In poche parole, in mensa tutti ti guardavano male non solo perché eri umana, ma anche perché stranamente nessuno avvertì il desiderio di ucciderti» Masky si allontanò, dando così spazio ad Annabelle di sbattere le palpebre e raddrizzare gli occhi.
«Cosa intendevi dire con non abbassare la guardia?»
«Hai visto come si è comportata con te Jane, no? Be’, sappi che non tutti sono come lei. Non tutti purtroppo riescono a giudicare in base a ciò che sentono. Molti di loro si ostinano ad ignorare la sensazione di non pericolo e a mantenere per buono il falso istinto omicida.»
«Quindi mi stai dicendo di difendermi da loro.»
«Esattamente.»
In quel momento Annabelle capì che da quel giorno in poi avrebbe dovuto segnare tutte le informazioni sui CRP raccontate da Masky, ma senza dimenticare tutto ciò che aveva imparato al campo per neutralizzarli. Proprio come le aveva detto Slenderman, la confusione l’avrebbe tenuta vicina a sé ancora per un po’, dandole comunque la possibilità di mettere in chiaro la posizione in cui si trovava. Non avrebbe fatto più domande, non si sarebbe più lamentata; tutto ciò che doveva fare era aspettare che le risposte le venissero incontro da sole.
«Va bene» disse semplicemente Annabelle. «Per ora, rispetterò la tua richiesta.»
Masky tirò un sospiro di sollievo, rilassando le spalle. «Bene. Per me è più che sufficiente. Vorrei dirti un’ultima cosa.»
«Che sarebbe?»
Il CRP mascherato si portò le mani al petto, imbarazzando non poco la ragazza. «Se mai qualcuno dovesse farti del male, non esitare a chiamarmi. Io correrò subito da te.»
Dopo un istante di esitazione, Annabelle annuì, senza incrociare gli occhi dipinti di nero.
«Masky! Masky! Emergenza!» tra un guaito e l’altro, Smile Dog fece improvvisamente irruzione nella stanza correndo poi tra le braccia di Masky.
«Smiley? Che cosa succede?»
«Succede che c’è un enorme problema» gli rispose Hoodie con il fiatone e ricoperto di sangue nero. «Biancaneve si è svegliato.»
Masky si alzò velocemente stringendo i pugni. «Maledizione. L’effetto della Dose è svanito prima del previsto.»
«Dose?» ripeté Annabelle convinta di averla già sentita. Involontariamente, si portò una mano al collo, rievocando lo spiacevole ricordo di quella mattina con Jeff the Killer.
«È ancora nella sua stanza?» chiese Masky anticipando la ragazza.
Hoodie annuì. «EJ sta cercando di tenerlo a bada, ma è sempre più incontrollabile. Abbiamo bisogno della tua agilità.»
«Ok, ho capito. Dobbiamo avvertire Slenderman.»
«Masky, ragiona. Pensi che il capo non sappia che sta succedendo? È ovvio che vuole che ce ne occupiamo noi da soli. Lo sai com’è fatto.»
Masky schioccò la lingua consapevole che l’amico non aveva torto. «Ok, d’accordo. Allora andiamo. Annabelle, stammi vicino.»
«Aspetta un attimo! Non vorrai portarla con noi?!»
«Non ho alcuna intenzione di lasciarla da sola di nuovo» prese la mano di Annabelle. «Non perdiamo altro tempo.»
   
 
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