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Autore: HolyBlackSpear    17/03/2016    1 recensioni
Con le piccole mani strette assieme, saldamente intrecciate l'una all'altra, un bambino castano e uno coi capelli violacei si erano nascosti in una specie di piccolo fossato, lontani dalle pareti verdognole dell'asilo.
Avevano entrambi il fiatone per la corsa, le loro gambe ancora sottili e corte avevano faticato per coprire quella distanza. Più che altro, avevano sudato a scavalcare la staccionata che separava l'edificio dal suo cortiletto.
Eppure, il sorriso sui loro volti fanciulleschi era impossibile da malinterpretare. Erano entrambi felicissimi.
Fu solo l'inizio.
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Shusaku x Makoto | AU Verse |
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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quiet Note: Shusaku x Makoto | R - Giallo/Arancione
Parole: 986


Be quiet.
{Or they'll discover us.}


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Con le piccole mani strette assieme, saldamente intrecciate l'una all'altra, un bambino castano e uno coi capelli violacei si erano nascosti in una specie di piccolo fossato, lontani dalle pareti verdognole dell'asilo.
Avevano entrambi il fiatone per la corsa, le loro gambe ancora sottili e corte avevano faticato per coprire quella distanza. Più che altro, avevano sudato a scavalcare la staccionata che separava l'edificio dal suo cortiletto.
Eppure, il sorriso sui loro volti fanciulleschi era impossibile da malinterpretare. Erano entrambi felicissimi.
Narumi alzò appena la testa oltre il bordo della collinetta, i capelli all'epoca già lunghetti che si mossero, scossi dal vento. L'aria era calda e il sole piacevole, pronto a baciare la loro pelle giovane e pallida.
«Ci troverà, Shusaku?» - Domandò il bambino, abbassando gli occhi nocciola in quelli del compagno, ancora chiusi. Aveva la testa abbandonata contro all'erba, lui, e cercava di riprendere fiato. Nel correre si era anche sbucciato un ginocchino, eppure non sembrava starci facendo troppo caso. Ciò che gli importava era al suo fianco.
«Fai piano, Makoto. Se parli a voce così alta ci sentirà.»
Fece appena in tempo a dirlo che le esili spalle del castano si irrigidirono di colpo e il suo viso tornò giù, schiacciato nella terra per non farsi notare. A quanto pareva, era già successo.
La voce della donna arrivò alle loro orecchie pochissimi istanti dopo. E fu la fine della marachella.



Le lezioni della vita sono tante, ma ci sono sempre e soltanto due modi, per recepirle. Il primo è quello di imparare a non ripetere lo stesso errore, evitando così di cacciarsi in una situazione simile a quella già vissuta.
Il secondo è quello di credere che sia stato soltanto un caso, è quello di rifare all'infinito le stesse cose fatte in precedenza.
Per Makoto e Shusaku fu così.
Era un pomeriggio ventoso e caldo, e il sole dell'estate era particolarmente generoso nel distribuire calore e raggi. La brezza gentile che spirava sapeva di mare.
Sotto alla finestra della stanza dell'amico, Shusaku lo fissava con le mani affondate nelle tasche, mentre Makoto passava ripetutamente davanti ad essa, trafficando in giro per la stanza.
Il segnale del momento giusto arrivò quando una borsa gli cadde quasi in testa, facendogli sibilare un insulto a denti stretti. Il sorriso impaziente di Narumi, però, spazzò via tutto non appena gli comparve nel campo visivo.
Una delle proprie qualità migliori era la silenziosità. Non si sentiva praticamente mai, l'Iwasaki, né in classe né mentre camminava in giro per casa o spostava delle cose.
Tale pregio, tuttavia, non era attribuibile al compagno di scorribande.
Uscì una specie di piccolo grido, al castano, mentre si calava dalla finestra e poi atterrava con un tonfo non troppo simpatico sull'erba vicino a lui. Inutile parlare dei vaghi lamenti e mezzi insulti che gli uscirono quando iniziò a tastarsi in giro.
Non perse tempo, il più giovane, ben sapendo che i Narumi non ci avrebbero messo troppo a capire che quel suono era venuto dal loro figlio.
Si gettò la sua borsa in spalla, afferrandogli rapidamente una mano e aiutandolo a tirarsi su mentre partiva di corsa, nel medesimo istante.
La calda risata di Makoto gli invase le orecchie poco dopo, come un'onda che colpisce improvvisamente la propria spiaggia, fondendosi placida con ogni granello di sabbia.
«Fai piano, scemo, o ci scopriranno subito!»
Il tono con cui lo disse mentre scappavano via sotto al sole estivo, però, era tutt'altro che un rimprovero. E il modo in cui la stretta delle loro mani si addolcì, mentre le dita si intrecciavano, ne fu una prova.
«Prima o poi ti farò pentire di questi tuoi continui ordini, Shu-kun.»



Com'è strana, l'adolescenza. Un istante prima si è amici, un istante dopo si litiga. Si tiene il muso per qualche minuto, ora o giorno, poi qualcosa di più grande scatta, e torna la calma, l'amicizia, la complicità.
Succede anche, però, che le cose diventino un po' più complicate. Un istante prima si è amici, un istante dopo si è avviluppati, all'ombra di un albero, le labbra premute assieme in un'impeto impulsivo e incontrollabile. Le dita corrono ovunque riescano, le mani si fanno più bramose, desiderose di qualcosa che si ha sempre avuto vicino, ma a cui non si è mai fatto caso per davvero.
La bocca di Makoto era inspiegabilmente buona per quella di Shusaku, la linea pallida del suo collo inspiegabilmente allettante.
C'era solo la natura a guardarli mentre correvano assieme, mentre si allontanavano solo per gettare in mezzo all'erba i vestiti , per poi aggrapparsi di nuovo l'uno all'altro, divorandosi nel modo più dolce che la storia potesse mai sperimentare.
Il caldo del sole era uguale a quello di quel giorno di qualche anno prima, uguale a quello che li aveva sempre accompagnati e osservati, forse compiaciuto. Sembrava che il mondo fosse rimasto lo stesso, mentre i loro corpi crescevano e da ragazzini si facevano giovani uomini. Era cresciuta anche la fame reciproca, assieme a loro?
La collina su cui erano in quel momento era apparentemente vuota, ma entrambi sapevano che non era raro che diverse persone passassero di lì. Loro due, a propria volta, fino a nemmeno una mezz'ora prima stavano facendo una semplice passeggiata.
Il gemito che uscì dalle labbra di Makoto quando i loro corpi si sfiorarono in maniera un po' troppo diretta fece fremere Shusaku molto più di quanto non avesse fatto il gesto stesso. Eppure, per quanto gli fosse piaciuto, si vide costretto a portare una mano contro alle sue labbra, i loro occhi socchiusi che si incontrarono, quelli castani del ragazzo appena sommersi dai capelli sciolti.
«Fa' piano, Makoto. Potrebbero scoprirci.»
Fu lui stesso, però, ad arrossire, quando fu il ragazzo a strappargli un lamento. E il sorrisetto che avvertì sotto alle dita gli ricordò della vendetta che, tanto tempo prima, il più anziano gli aveva promesso.
Quale modo migliore di punirlo, se non soddisfacendolo al tempo stesso?





{Post Scriptum:
Per quanto Makoto e Shusaku compaiano poco sia nel manga che nell'anime mi sono sembrati il tipo di coppia che va oltre persino alla fratellanza, un po' come Yuu e Mika.
Non potendo accettare la fine drammatica di Shu (pace al pulcino mio) ho deciso di scrivere una AU dove non ci fosse nulla di drammatico e dove potessi descrivire l'ispirazione avuta giusto questa mattina.
Spero che la storia, per quanto diversa dal mio genere (difficilmente scrivo incomplete) vi sia piaciuta~
   
 
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