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Autore: Warlock_Vampire    17/03/2016    0 recensioni
Montebelluna. Una piccola città del Veneto apparentemente normale, nasconde un prezioso segreto.
I vampiri sono tornati in città per recuperare l'Antidoto. La vita di alcuni ragazzi verrà irrimediabilmente sconvolta dal soprannaturale...
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ma al mondo non importa a chi andrà la vittoria.
Continuerà a girare, a prescindere da quanti moriranno domani,
fossimo anche tu ed io a perdere la vita."
Fire, K. Cashore


"Io sono come un uomo che alzandosi da tavola grida:
'Domani non mangerò e questo non mi impedirà di essere forte e allegro come lo sono oggi'.
Chi può immaginare che cosa si prova a metà strada di una grande azione?"
Il rosso e il nero, Stendhal


18

Il piano di Maura era saltato definitivamente; nonostante tutto, la Strega non ne era poi così dispiaciuta; aveva ottenuto, in parte, quello che voleva.
Elia era sconfitto per sempre. Sua sorella era morta e il Vampiro non aveva ormai più ragioni concrete che giustificassero la sua ossessione per l’Antidoto.
Che Maura sentisse, anche solo vagamente, i rimorsi per aver ucciso una donna che non aveva mai conosciuto e che già dormiva da molto tempo quando Elia l’aveva supplicata di trovare un modo per riportarla in vita? No. Maura non conosceva sensi di colpa e la sua costante preoccupazione era tenere l’Antidoto fuori dalla portata dei Licantropi e del Consiglio.
Per questo fu piuttosto scocciata quando una squadra di Consiglieri fu mandata a scortarla per sorvegliare lo spostamento dell’Antidoto.
Maura rifletteva febbrilmente, mentre saliva la collina fino a Santa Lucia, piccola località situata appena sopra Montebelluna, assieme alle sue Streghe più fidate. Passo dopo passo ideava una nuova strategia di attacco. Era un piano disperato, ma quando arrivò finalmente sull’altura dominante la vallata, nel cupo silenzio del bosco si sentì fiduciosa come non mai.
 
Il furgoncino blindato del Consiglio era parcheggiato appena fuori il territorio di dominio della Congrega di Maura. Mentre i Consiglieri aspettavano, Maura e le Streghe varcarono il confine invisibile al di là del quale si trovava la piccola chiesetta di Santa Lucia, circondata da un boschetto rigoglioso dal quale si intravedevano le luci delle case, piccoli puntini luminosi della città sottostante.
Maura e le Streghe entrarono nella chiesa e, seguendo una procedura piuttosto breve, rimossero gli incantesimi che occultavano e proteggevano il vero Antidoto, all’interno della sua urna antica, nella cripta della chiesa.
Con estrema cautela, in un’atmosfera carica di tensione, Maura portò l’Antidoto fino al furgone del Consiglio e lo depose lei stessa al suo interno, reprimendo il forte impulso di pronunciare l’incantesimo che avrebbe distrutto tutto nel raggio di parecchi metri, la cui formula le solleticava la punta della lingua già da qualche ora.
I membri del Consiglio salirono nel furgone, chiusero le portiere e partirono nel silenzio generale, alla volta di Villa Pisani.
 
I Licantropi guidati da Kevin era appostati tra gli alberi del bosco che delimitava la stretta stradina che il furgone blindato del Consiglio stava percorrendo. Il loro udito sopraffino lo percepì da lontano, come avvertì l’incredibile forza di ciò che si celava al suo interno.
Quando il furgone arrivò a portata dei Licantropi, iniziò la battaglia vera e propria.
Ma credete che il Consiglio fosse impreparato? Squadre di Cacciatori si stavano distribuendo a ventaglio tra i boschi, setacciandoli alla ricerca di Licantropi e Vampiri da eliminare.
Il Patto di Convivenza era stato dimenticato, ognuno combatteva per se stesso, per la stessa ragione: ottenere l’Antidoto, conquistare il potere.
 
Nel buio della sera iniziarono a risuonare le urla e i tonfi del combattimento. Tommaso, Nora e Elena raggiunsero il luogo della battaglia assieme a Maura e alle altre Streghe, solo per scoprire che alcuni dei loro coetanei erano già presenti; Rachele e Vittoria, infatti, stavano combattendo fianco a fianco contro chiunque ostacolasse il loro passaggio, benché le regole della natura suggerissero il contrario.
Nora e Elena si precipitarono contro un gruppo di Cacciatori e ingaggiarono una lotta selvaggia, aiutate dagli incantesimi di Tommaso.
Maura seguì per un istante, con vera apprensione, i movimenti del figlio, poi si lanciò essa stessa nella mischia.
 
Fu un momento, ma bastò per spezzare l’ultima grande convinzione che era rimasta a Maura; si voltò di scatto quando avvertì l’urlo della sua Strega più fidata, quella che aveva creato il falso Antidoto che intrappolava Elia nella sua villa. La donna cadde a terra, trafitta da una freccia, le braccia spalancate, le labbra semichiuse, l’espressione ancora corrucciata dalle parole dell’incantesimo che non avrebbe mai pronunciato.
Maura seppe che in quello stesso momento Elia si stava scoprendo libero di uscire dalla sua villa. Un terrore cieco, per la prima volta da molto tempo, la invase. Doveva prepararsi, radunare le forze… quando Elia sarebbe arrivato, lei doveva essere pronta al tutto per tutto.
 
Elia capì subito di essere libero. Non si soffermò troppo a chiedersi il perché e si affrettò a prepararsi per uscire. Chiamò Rebecca e i membri più fidati del suo clan perché radunassero tutti i Vampiri e si unissero alla battaglia che infuriava all’altro lato della città.
Si infilò la giacca e uscì nella sera fredda. Salì in macchina e partì alla volta di Villa Pisani.
Quando arrivò, trovo la sede del Consiglio deserta. Fu facile per lui entrare nella villa, raggiungere le segrete e liberare Giulia, la quale già urlava a squarciagola la voce dei morti della battaglia.
La caricò di peso nella sua auto e partì verso lo Stradone, seguendo le indicazioni che la ragazza, apparentemente in trance, gli forniva.
 
Arrivato sul luogo degli scontri, Elia ebbe modo di capire subito che i suoi Vampiri erano in netta inferiorità. Giulia lo lasciò subito solo, scorrazzando per il bosco e urlando con quanto fiato aveva in gola. La rabbia iniziale di Elia si era mitigata e ora il Vampiro poteva ragionare più lucidamente, osservando, non visto, le sorti del suo clan.
Avvistò Rebecca e la vide avvinghiata a un Cacciatore. Qualche istante dopo, di lui non rimase che qualche brandello.
Elia ne fu soddisfatto.
Poco lontano, Nora stava avendo la peggio contro un Licantropo piuttosto corpulento…
Elia distolse lo sguardo da lei, radunò i Vampiri più vicini a lui -in tutto non erano più di dieci- e fuggì dallo scontro, incurante della sorte di tutti gli altri suoi affiliati, dimentico perfino di Rebecca. Maura credeva che lui avrebbe combattuto, perlomeno per vendicare la sorella morta, eppure si sbagliava. A Elia importava solo di salvare se stesso e alcuni membri del suo clan, così da poterlo ricostituire lontano da lì e fondare un nuovo impero su cui regnare.
 
Nora finì sbattuta contro il tronco possente di un faggio e impiegò qualche istante di troppo a rialzarsi. Tommaso e Elena l’avevano abbandonata per concentrarsi su altri Licantropi, e ora poteva contare solo su se stessa. Si gettò nuovamente sul Licantropo, radunando le ultime forze a sua disposizione, ma venne presto battuta. Sbatté la testa sull’umido sottobosco, le braccia tese indietro, bloccate dalla presa possente del Licantropo, il corpo schiacciato sotto di lui.
Avvertì il suo alito caldo prima che i canini avvelenati del Lupo affondassero nella carne tenera del suo collo e il buio prendesse possesso di tutto il suo mondo.
Non sentì Tommaso urlare il suo nome e Elena accorrere verso di lei. Con un incantesimo Tommaso spinse via il Licantropo, Elena si gettò su Nora, la prese in braccio e a velocità vampiro si allontanò dal capo di battaglia, rifugiandosi tra un gruppo di bassi cespugli.
Tommaso le raggiunse qualche minuto dopo e insieme vegliarono il corpo privo di sensi dell’amica, studiando con apprensione la ferità profonda che si apriva sul collo di Nora.
Non sarebbe guarita come qualsiasi altra contusione, questo lo sapevano bene.
 
Kevin prese il controllo del furgoncino e si preparò a fuggire nella notte, quasi non visto, improvviso padrone dell’Antidoto. L’Alpha non poteva credere a ciò che era successo. Tutti combattevano gli uni contro gli altri e l’Antidoto era rimasto in disparte, incustodito, dimenticato. In un attimo lui lo aveva individuato ed era corso verso il furgone.
Purtroppo per lui, il mezzo non sembrava intenzionato a partire. Per quanto girasse la chiave, il motore non si accendeva. Alzando gli occhi, capì anche il perché.
Tre o quattro Licantropi, cappeggiati da Carla, bloccavano il passaggio, uno di loro aveva un pezzo del motore del furgone tra le mani.
Kevin corrugò la fronte, incredulo. Era proprio un oltraggio alla sua autorità di Alpha quello che aveva di fronte?
«Scendi, Kevin» gli ordinò Carla con un tono di voce calmo ma determinato. Kevin scese dal mezzo, senza ancora capire cosa stesse accadendo.
Gli furono addosso in un baleno e Kevin non poté che soccombere.
Carla rimase in disparte a guardare alcuni dei suoi amici più fidati fare a pezzi l’Alpha più dispotico che il loro branco avesse mai conosciuto.
Fine della dittatura, si disse, senza riuscire a provare pietà per Kevin.
 



Buona lettura! xx

Warlock&Vampire

ps. ci farebbe piacere avere qualche vostra impressione, quindi.. fatevi sotto!

 
  
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