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Autore: Warlock_Vampire    13/07/2016    0 recensioni
Montebelluna. Una piccola città del Veneto apparentemente normale, nasconde un prezioso segreto.
I vampiri sono tornati in città per recuperare l'Antidoto. La vita di alcuni ragazzi verrà irrimediabilmente sconvolta dal soprannaturale...
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte"
Harry Potter e i Doni della Morte, JK Rowling

19

 
«Kevin è morto» esordì Carla senza girarci troppo intorno, «ieri notte, mentre tutti noi eravamo impegnati nella lotta al Consiglio, alle Streghe e ai Vampiri per la difesa dell’Antidoto, Kevin è morto, come molti altri nostri compagni».
Il branco riunito ascoltava in un teso silenzio le parole di Carla. Lei non sembrava preoccupata, sebbene la sua aria grave esprimesse la solennità e drammaticità del momento. Si fermò per una pausa ad effetto ed ebbe il tempo di decidere rapidamente se dire o meno la verità sulla morte del loro Alpha.
Decise temporaneamente di mentire.
Tutti loro avevano motivo di odiarlo, sebbene Kevin avesse avuto i suoi sostenitori. Carla pensava che non sarebbe stato d’aiuto a nessuno in quel momento sapere che era stata lei, assieme ad alcuni amici fidati, a rivoltarsi e ad uccidere Kevin.
«Vi annuncio anche che l’Antidoto è finalmente nelle nostre mani!» esclamò, alzando le braccia in segno di vittoria e mostrando una piccola ampolla alla folla che la circondava, acclamata da urla di giubilo.
«Sta per sorgere un nuovo regno su questa città; i Licantropi hanno ottenuto ciò gli era stato portato via e l’ordine delle cose verrà finalmente ristabilito. Le Streghe hanno perso tutto, il Consiglio è ormai privo del suo potere e i Vampiri sono stati scacciati!» urlò ancora Carla, gli occhi che brillavano di eccitazione, «oggi pomeriggio ci saranno i funerali per Kevin e per gli altri nostri compagni, e questa sera procederemo con l’elezione del nuovo Alpha» concluse, chinando il capo in segno di saluto, cullata dall’emozione di avere il suo branco riunito lì, in quel momento, mentre una nuova era sorgeva all’orizzonte dei loro cuori.
 
Tommaso ed Elena vegliavano ancora Nora, stesa sul divano del salotto di Carla. Dopo essersi allontanati dalla battaglia, Tommaso aveva chiamato Rachele e la giovane Licantropa li aveva subito ospitati a casa sua, in attesa dell’aiuto di sua madre. Non pensavano, infatti, che la loro diversità fosse un ostacolo, e credevano fiduciosamente che Carla li avrebbe aiutati, ora che l’Antidoto era nelle sue mani.
Nora dormiva un sonno inquieto. Sudava copiosamente e ogni tanto si agitava tra le coperte, in guerra con i suoi stessi sogni, mugolando frasi sconnesse. La ferita al collo si era aggravata e sembrava pulsare sotto lo sguardo vigile e preoccupato di Elena e Tommaso.
«Eccomi, ho fatto il più in fretta possibile» disse Carla, appena rientrata dalla riunione col branco. Si tolse rapidamente il cappotto, abbandonandolo su una cassapanca in entrata e quasi corse verso i tre amici, gli occhi fissi su Nora.
Esaminò la sua ferita con occhio critico e dopo qualche minuto sentenziò:
«Non le resta molto tempo, sarà fortunata se vedrà l’alba di domani».
Tommaso strabuzzò gli occhi per l’incredulità, Elena scoppiò a piangere e soffocò il volto tra le pieghe della felpa di Tommaso, abbracciandolo stretto.
Carla li fissò, imperturbabile.
«Quando si sveglierà, inizierà ad avere delle allucinazioni. Vi consiglio di andarvene per allora, potrebbe diventare pericolosa».
«E chi rimarrà con lei?» insorse Tommaso.
Carla non rispose.
«No, noi restiamo» concluse Elena determinata.
 
Vittoria, Rachele e Rebecca scavavano la terra umida del bosco, silenziose ed efficienti. Avevano già seppellito oltre venti cadaveri tra Streghe, Consiglieri e Vampiri. I Licantropi erano stati tutti prelevati da alcuni membri superstiti del branco, cappeggiati da Carla, e portati chissà dove per essere sepolti secondo i rituali della loro specie.
Rebecca pensava ad Elia mentre affondava il badile nella terra. La notizia della sua vigliaccheria si era sparsa a macchia d’olio, ma lei ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che lui se ne fosse andato senza di lei. Pensava di contare qualcosa per lui, di essere più di una semplice neo Vampira invaghita del suo Creatore.
Ma Elia era a leghe di distanza da lei e da chiunque altro. Il sole basso sull’orizzonte gettava riflessi rosso sangue sulla piana sconfinata e deserta. Un gruppo di Vampiri, la famiglia di Elia e qualche altro amico fidato, erano riuniti attorno alla bara color mogano che avrebbe ospitato nel suo sonno eterno la sorella di Elia. Delle parole erano incise su una piccola targhetta affissa al coperchio della bara:
 
LA MORTE CI SEPARA, MA L’ANIMA CI UNISCE.
 
Era stato Elia a volerle, perenne ricordo per l’unica persona a cui avesse mai voluto veramente bene.
 
Dopo i riti funebri, i Licantropi si riunirono per discutere delle sorti del branco. Carla decise di raccontare la verità sulla morte di Kevin. Infatti, se un Beta uccide l’Alpha, automaticamente prende il suo posto. Quindi, avendo ucciso Kevin, Carla era diventata il nuovo Alpha.
Il branco non sembrò troppo contrariato alla notizia e accettò Carla come nuovo capo. La donna decise di discutere subito dell’Antidoto e della sua destinazione.
Opinioni contrastanti dilagavano tra i membri del branco, tra chi avrebbe voluto distruggerlo e chi invece conservarlo e proteggerlo dalle altre creature soprannaturali.
La proposta di Carla, tuttavia, era ben diversa.
«Ciò che vi propongo, in qualità di Alpha di questo branco, è di usare l’Antidoto…» a queste parole si diffuse un mormorio di dissenso nei confronti di Carla.
«Ma cosa stai dicendo, Carla?» asserì un Licantropo con voce scettica, «usare l’Antidoto? Tutto quello che abbiamo fatto è stato per preservare l’equilibrio soprannaturale».
«La questione è molto delicata» replicò fredda Carla, «Nora, una Vampira e amica di mia figlia Rachele, è stata morsa ieri sera e la sua vita dipende dall’Antidoto».
«Ma è una Vampira e noi non aiutiamo i Vampiri!» ribatté una Licantropa.
«Non è stata una sua scelta far parte del nostro mondo, ci è stata trascinata da Elia. Per questo è nostro dovere aiutarla, visto che abbiamo il potere di farlo» disse subito Carla.
La discussione si protrasse a lungo, mentre il tempo per Nora si stava esaurendo.
Alla fine il branco appoggiò Carla.
Nel frattempo, Tommaso e Elena non se la stavano passando molto bene. Come aveva predetto Carla, Nora era in preda alle allucinazioni. Tommaso e Elena stavano vegliando l’amica quando questa agguantò di colpo Elena, rompendole il collo con una stretta decisa. Tommaso, spaventato a morte, balzò in piedi di scatto e si smaterializzò nel bagno, chiudendosi dentro a chiave.
Ma Nora era determinata a prosciugarlo.
«Tommasinooo» lo chiamò con voce suadente, «dove ti nascondi? Sai che ti posso fiutare». A velocità vampiro raggiunse il bagno e tentò di aprire la porta, sapendo già che Tommaso l’aveva chiusa a chiave.
«Hai chiuso a chiave, davvero?» esclamò schifata Nora e con un pugno sfondò la porta.
Tommaso cacciò un acuto.
«Il pulsare del tuo cuore inizia a infastidirmi, femminuccia» disse gelida Nora. Con un balzo Nora raggiunse Tommaso, con l’intento di bloccarlo contro la parete e squartarlo, ma Tommaso si smaterializzò di nuovo, ricomparendo sulla soglia del bagno. Mormorò velocemente un incantesimo e confinò così Nora all’interno.
Con un ringhio Nora si avventò su Tommaso ma sbatté contro la barriera invisibile creata dall’incantesimo.
«Fregata!» esultò Tommaso.
«Non finisce qui, grassone» esclamò Nora adirata.
In quel mentre Carla entrò in casa. La prima cosa che vide fu Elena a terra inerte e il soggiorno a soqquadro.
«Sapevo che sarebbe successo» mormorò.
«Carla, sono qui!» esclamò Tommaso, ancora fermo davanti al bagno semidistrutto.
Carla lo raggiunse, l’ampolla dell’Antidoto stretta in mano.
«Qualcuno dovrà pagarmi i danni» disse l’Alpha contrariata. Intanto Nora urlava con quanto fiato aveva in gola, tentando di superare la barriera magica creata da Tommaso.
«Tramortiscila, Tommaso, o non riusciremo a darle l’Antidoto».
Tommaso la guardò con disappunto per un momento, non del tutto sicuro di voler far del male alla sua amica già in fin di vita, ma poi senza pensarci di nuovo, con un incantesimo tramortì Nora. Le urla della Vampira cessarono, Tommaso rimosse la barriera e Carla poté finalmente darle l’Antidoto.
Adagiarono il corpo di Nora affianco a quello di Elena.
«Resteranno così ancora per un po’ di tempo, ma dovrebbero risvegliarsi tra poco» commentò Carla pratica.




Buona lettura!
xxx
Warlock&Vampire
  
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