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Autore: Kazaha87    21/03/2016    0 recensioni
[Shinou/Murata Ken][accenni a Shinou/Daikenja nel passato a discrezione del lettore] - Post Canon anime. - Lieto fine.
Quando l'idealista Yuuri, davanti a un gelato, prova a convincere il suo migliore amico Murata Ken a non 'svendersi così', viene fuori l'animo cinico e disilluso del Daikenja, che aveva deciso di non tornare nello Shin Makoku bensì di continuare la sua vita sulla Terra...
Ma qualcosa gli farà cambiare idea...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordate quando, nelle note al primo capitolo, dicevo che i nomi bla bla sarebbero stati nel secondo capitolo?... beh, era perché pensavo di dividere questa one-shot che sto revisionando in due parti...
Ebbene, le parti sono diventate 3, quindi il commento di prima si sposta al prossimo capitolo.

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Nonostante le insistenze di Yuuri, Murata si rifiutò di seguirlo nello Shin Makoku per un tempo che dalla loro parte corrispondeva a undici mesi, ma che dall’altra erano undici anni.

Giunsero insieme nella fontana del tempio, e, dietro una colonna, lontano dagli sguardi del corteo che attendeva il ritorno del Maoh, Ken percepì distintamente la presenza di Shinou.

...non che avesse mai avuto problemi a localizzarlo o a percepire la sua presenza prima di allora, comunque...

Nessuno, tuttavia, sapeva che sarebbe tornato con Yuuri quel giorno, e quindi a maggior ragione non capiva come mai Shinou fosse nei paraggi quando era solitamente sua abitudine attendere all'interno della sala della Cascata che il Maoh, come di rito, entrasse per rendergli omaggio.

E Ken sapeva anzi che Yuuri aveva annunciato, con sommo dispiacere di tutti - e soprattutto di Gunter, che l'amico gli aveva raccontato aver pianto per ore alla notizia -, che aveva deciso che, in questa vita, non avrebbe più fatto ritorno e che sarebbe rimasto a vivere stabilmente sulla Terra da allora in avanti.

Eppure Shinou era lì: lo aveva percepito non appena arrivati, prima ancora di alzare lo sguardo dall'acqua...

Sospirò.

Shinou non s’era mai preoccupato di accogliere il Maoh - e nemmeno lui - al loro ritorno dalla Terra, e dubitava fermamente che, negli undici anni che erano trascorsi da quella parte, questi avesse cambiato abitudini.

In fondo Shinou aveva sempre amato venir riverito - era sempre stato un arrogante e un ostentatore se lasciato libero di esaudire tutti i suoi capricci senza restrizioni -, quindi era certo che il 'saluto formale al Primo Re dello Shin Makoku da parte dell'attuale Maoh' fosse qualcosa a cui non aveva rinunciato.

...ma allora perché era lì fuori e non, invece, nel cuore del tempio ad attendere che Shibuya andasse a rendergli omaggio?

Ken sentì il respiro farsi più affannoso, ma era diventato un mago a dissimulare ciò che provava dopo più di quattromila anni...

Quindi nascose ogni pensiero, ogni domanda, ogni dubbio e ogni emozione dietro il suo solito cordiale sorriso di circostanza e nessuno si accorse né del suo disagio, né della presenza del primo sovrano.

Solo Ulrike se n’era resa conto, e Ken lo lesse nello sguardo di lei che, confusa quanto lui, si era voltata a sua volta verso il punto in cui Shinou si era celato agli sguardi di tutti i presenti.

L'istante successivo, loro due, si scambiarono un tacito sguardo d'intesa, e nessuno dei due commentò quella presenza imprevista e insolita.

Poi, solo a quel punto - quando fu certo che il suo Daikenja aveva notato la sua presenza - Shinou si smaterializzò... e Ken sapeva per istinto che era tornato nella sala della Cascata.

-&-

Il ritorno del Daikenja fu accolto con grande stupore e acclamazioni da tutto il corteo dei presenti, ma Murata era distratto, e rapidamente - cosa piuttosto insolita per lui - la cosa divenne palese anche a chi lo circondava tanto che addirittura Gunter - l'esuberante e con la testa fra le nuvole Gunter - se ne rese conto.

Il primo che osò commentare la faccenda, tuttavia, fu Yuuri, che, dopo essere uscito dalla vasca ed essersi asciugato alla bell'e meglio ed essersi infine voltato verso l'amico, notò una certa tensione, inusuale da leggere sul suo volto di solito impenetrabile dietro il suo sorriso onnipresente, e si accorse che le mani di Ken tremavano leggermente.

“…Murata?”, gli fece sottovoce, cercando di non attirare gli sguardi di coloro che li circondavano, ma non si rese conto che tutti, fingendo disinteresse, avevano invece rivolto la loro attenzione su di loro da un po', ormai. Wolfram compreso, che di solito non aveva occhi che per il suo promesso sposo, che, a sentire Shibuya, presto sarebbe sicuramente - e finalmente, per i nervi di tutti - diventato tale.

Ken trasalì appena quando si rese conto, un secondo troppo tardi, che il Maoh si stava rivolgendo a lui e che sembrava preoccupato per lui.

Allora gli sorrise e gli posò una mano su una spalla, come a dire che stava bene. E fu solo allora che si accorse anche lui stesso che la sua mano stava tremando.

Gli sfuggì un lieve sbuffo di risa e il suo sorriso divenne più tirato mentre Yuuri riconobbe un leggero panico nei suoi occhi.

"Credo che dovreste tornare tutti al castello, adesso.", proruppe Murata di punto in bianco, indossando un ampio sorriso che però incurvò soltanto le labbra e non illuminò il resto del suo volto.

"Sei sicuro di non voler venire anche tu, oggi?", gli propose il Maoh di rimando, con un tatto che Ken non si aspettava da lui.

Il Daikenja sbuffò sorpreso, e stavolta gli sorrise in modo più sincero di prima, ma si limitò a scuotere appena il capo a mo' di diniego.

E quando infine, dopo i dovuti saluti di circostanza e la promessa di grandi festeggiamenti per il suo ritorno l'indomani, il corteo guidato dal Maoh si congedò tagliando la visita a Shinou che di prassi si teneva al suo arrivo e rimandandola ad un secondo momento, Ulrike si affiancò al Daikenja alle porte del tempio e insieme si soffermarono a guardare il piccolo gruppo allontanarsi a cavallo.

“Geika.”, lo salutò allora la sacerdotessa. “Sono felice che abbiate deciso di tornare.", commentò. Poi, dopo una breve pausa che le servì per trovare il coraggio di porgli la fatidica domanda che Ken stava ormai aspettando al varco, infine aggiunse, un po' incerta: "…avevamo tutti perso le speranze dopo le parole di Yuuri Heika ormai più di dieci anni fa.", disse. "Sembrava che aveste deciso di vivere sulla Terra e di non tornare mai più nello Shin Makoku, perlomeno in questa vita…”

E a quel punto le mancò di nuovo il coraggio per completare quel pensiero con quella domanda che sapeva essere piuttosto privata... e sapeva che il Daikenja non amava quel genere di domande, perlomeno non rivolte a lui.

Con un sospiro rassegnato, tuttavia, Ken decise di venirle incontro, per una volta...

“Così avevo deciso, infatti.”, confermò, il suo sguardo sempre fisso all'orizzonte di fronte a sé, deciso a non incontrare gli occhi della donna.

La sacerdotessa, a quel punto, esitò, ma infine riuscì a chiedere ciò che bramava di sapere.

“Cosa vi ha fatto cambiare idea?”

Già... cosa gli aveva fatto cambiare idea? ...e in così poco tempo, oltretutto...

Ma il Daikenja non le rispose e si limitò a sospirare ancora una volta, disarmato non tanto di fronte a lei, quanto di fronte a se stesso e a Shinou, che si era palesato a lui probabilmente per fargli intendere che era adirato per la sua lunga assenza... ma certamente non solo.

Poi, finalmente, Ken si voltò verso Ulrike e, posandole una mano sul capo come farebbe un adulto con un bambino, le sorrise mestamente e senza allegria e infine, senza aggiungere altro, le diede le spalle e rientrò.

   
 
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