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Autore: Irizar Elwell    21/03/2016    2 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Non credo di riuscire più a formulare una frase. Il mio cervello è completamente in tilt. Lui è qui, davanti ai miei occhi che mi fissa, impassibile. Nigel.
Nigel è tornato? Perché è venuto qui?
Non so cosa dovrei fare o come comportarmi. Non sono nemmeno certa di dover fare o meno qualcosa. Lui se ne sta li fermo a guardarmi senza far nulla. Perché è tornato? Perché è qui? Ho mille perché al momento che mi ronzano intorno e un senso di nausea improvvisamente mi assale.
Le gambe cedono e io mi lascio cadere senza ritegno.
“ehi, stai bene?”
Frank è a qualche metro di distanza da Nigel alle sue spalle. Con noncuranza si protrae verso di me porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
Come un automa afferro la sua mano e mi rimetto in piedi, guardo per terra localizzando il pallone e dopo essermi chinata a prenderlo glielo porgo sussurrando un flebile grazie.
Lui sembra non capire e un po’ contrariato capisce che non è il caso di trattenersi li a lungo.
Deglutisco, riprendendo a guardare Nigel che in tutto ciò si è limitato a stare in silenzio e fermo.
Mi concentro sul respiro e fortunatamente riesco a calmarmi quel poco che basta per parlare.
“perché sei qui?”
Chiedo cercando di sostenere un tono impassibile, ma la voce mi tradisce e si può ben distinguere un tremolio di sottofondo.
“so che non vuoi vedermi”
La sua voce. È assurdo il modo in cui la sua voce mi spiazzi, non ho mai dimenticato il suo suono, ma mi ero rassegnata e convinta che non l’avrei sentita mai più.
“volevo dirti che mi fermo in città per un po’, ho delle questioni in sospeso da risolvere”
Continua lui con tono neutro.
“demoni?”
Chiedo stizzita portando le mani al petto in segno di chiusura. Non cambierà mai nulla con lui, ormai non posso aspettarmi altro.
“Chris…”
“no, non voglio saperlo”
Urlo quasi. Non voglio più saperne nulla di storie di demoni e faccende simili. Ho messo a rischio i miei cari e le persone che amo per stupida curiosità, ora sto iniziando a lasciarmi tutto alle spalle e voglio che sia così. Non sarà di certo il suo ritorno a farmi mandare all’aria tutto, ancora. Ci siamo a malapena ripresi. Io non so nemmeno più se sto bene. Non voglio sapere più nulla di quel che lo riguarda.
“ho pensato e creduto corretto avvisarti, tutto qui”
Sospiro. Lo guardo nuovamente restando in silenzio.
“tu, io ti trovo bene”
Avanza un passo verso me e io di riflesso indietreggio.
“sto ricominciando”
“ho visto”
Dice accennando a Frank probabilmente.
“tornerai a scuola?”
“probabilmente si”
Ergo, non posso evitarlo più di tanto.
“Chris, ce la farai?”
Devo farcela per forza a sostenerlo. Non posso rischiare ancora una volta di schiacciare la mia vita per lui. Non posso più permettermelo.  Sono responsabile nche di altre vite oltre alla mia.
“devo”
Sussurro prima di chiudermi in casa.
Sam, George e Michelle sono in salotto. Il ritratto della famiglia felice. Michelle sgambetta sulle gambe di Sam che viene amorevolmente abbracciata da suo marito. Vorrei restare a guardarli, ma mi sento incredibilmente sporca e impura. È come se avessi il potere di inquinare questo bel momento, così decido di salire in camera mia. Sto bene attenta a chiudere la porta a chiave. Respiro profondamente e una volta aperto l’armadio ficco la testa nel primo cappotto che trovo e urlo più che posso.
Dannato! Perché sei tornato? Mi lascio andare ad un leggero pianto chiudendomi nell’armadio fin quando non riesco a calmarmi. Non posso farmi vedere debole ora, non ora che c’è lui.
La mattina arriva presto e i miei occhi non hanno riposato abbastanza. Mi preparo contro voglia e con un senso di pessimismo mi avvio in cucina dove contrariamente c’è Sam che sprizza energia e entusiasmo.
“che faccia da funerale Chris, un po’ di entusiasmo! Va a nutrire la tua sete di conoscenza!”
Le accenno un sorriso e dopo aver salutato Michelle che gioca con la pappetta aspetto Paul al cancello.
“tutto bene Chris?”
Mi chiede una volta arrivato.
Non so se raccontargli o meno dell’incontro di ieri sera, ma al momento vorrei non pensarci.
“cristallino”
Dico con poco entusiasmo.
“sei riuscita a leggere qualcosa della sceneggiatura?”
Rispondo in modo negativo, battendo il piede per terra nervosamente. Non riesco proprio a star calma stamattina.
Il bus arriva presto e io e Paul ci affrettiamo a salirci. Frank ci fa un cenno con la mano prima di invitarci a sedere accanto a lui. Spero che non dica nulla di quello che ha visto ieri. Sinceramente non so come potrebbe prenderla Paul se sapesse che Nigel è tornato. Non credo che sia ancora tra le sue grazie dopo quello che ci ha fatto passare, ma lui più di chiunque altro è rimasto ferito anche dalle mie omesse verità. Quando ho dovuto scegliere, ho preferito Nigel ai miei amici e nonostante li abbia messi in pericolo più di una volta loro mi sono sempre stati accanto, pronti in qualunque momento a sostenermi e confortarmi e questo non lo dimenticherò mai.
“ehi, Chris, tutto bene?”
Mi chiede Frank una volta preso posto accanto a lui.
“sì”
“perché? Che succede?”
Chiede Paul. Sorrido forzatamente.
“ma nulla, ieri ho dimenticato il pallone da Chris e-“
“ed è tornato a riprenderlo, ero un po’ stanca, tutto qui!”
Mi affretto a chiudere il discorso e Frank sembra aver capito che non voglio che Paul e che in generale si approfondisca il discorso.
Una volta arrivati a scuola Paul si affretta a scendere e correre da Mandy che ci aspetta all’ingresso, mentre Frank mi mette una mano sulla spalla facendomi fermare.
“Chris, non voglio sembrare invadente, ma sembravi un po’ spaventata ieri con quel tipo, sicuro che va tutto bene?”
“si, è solo che non vedevo quella persona da un po’”
Frank mi guarda ancora in quel modo che mi mette a disagio e poi mi incita ad entrare a scuola.
Non so se Nigel ci sarà o meno, ma sono comunque guardinga e sinceramente non voglio che Paul e Mandy abbiano a che fare con lui.
Sono più guardinga del solito e procedo a grandi passi davanti ai miei amici per scovare il dannato Nigel nei paraggi.
“Chris, sicura di stare bene? Sembri più strana del solito oggi!”
Afferma Mandy pensierosa.
“già, sembra quasi che stai cercando qualcuno!”
Interviene Paul che mi guarda con un sorrisino malizioso.
“che intendi dire?”
Chiedo guardinga.
“così ieri Frank ha dimenticato il pallone da te, che cosa è successo esattamente?”
Il suo tono malizioso non mi piace nemmeno un po’. Lo guardo con un’espressione piatta e ovvia.
“gli ho restituito il pallone ed è tornato a casa, non è successo nulla di tutto ciò che il tuo cervello ha potuto elaborare, mi spiace molto!”
Dico sorridendo soddisfatta.
“oh, aspettate, se non ho capito male a te Chris, interessa Frank?”
Chiede con fare del tutto genuino e innocente Mandy, ma la sua domanda del tutto fuori luogo mi mette in imbarazzo.
“si può sapere che ti salta in mente? Non credere a tutte le sciocchezze che ti rifila Paul!”
Fortunatamente entrambi sono di buon umore, almeno sarà più facile distrarli.
La prima ora è proprio la lezione del professor Blacky. Sono davvero curiosa di sapere che cosa ha in mente quell’uomo con questo corso di teatro.
“così frequenti un tipo?”
Riconosco la sua voce in un sussurro nelle mie orecchie. Mi giro allarmata e me mi ritrovo davanti Nigel.
“oh…”
Non riesco a parlare, mi è decisamente troppo vicino. Paul e Mandy sono ancora nelle vicinanze e io non voglio rischiare incontri poco piacevoli, così lo spingo dentro il bagno delle ragazze chiudendo la porta alle mie spalle. Controllo velocemente che non ci sia nessuno e  finalmente sospiro.
“si può sapere che ti prende?”
Chiede lui mettendosi le mani in tasca.
“non voglio che ti vedano nei paraggi”
Dico distratta più dal pensiero che possono scoprirci che dal realizzare che sono assieme a Nigel.
“Chris”
Alita piazzandosi davanti a me accarezzandomi con fare naturale. Per qualche istante mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando ero serena accanto a lui e le cose andavano per il meglio. quando potevo ancora fidarmi di Nigel.
“eh?”
Chiedo inebetita dalla scia dei miei pensieri, indietreggiando istintivamente con un balzo.
“mh, sei ancora spaventata da me. Credo sia normale”
Dice tra sè, abbassando lo sguardo facendo poi un mezzo sorriso amareggiato.
Il mio cuore batte all’impazzata e mi si ferma il respiro. Che significa tutto ciò?
Si avvicina ancora e io sono spalle al muro, lui mette una mano sul muro accanto alla mia testa guardandomi intensamente.
“mi sei mancata!”
Esclama abbracciandomi. Io non riesco a muovermi, sotto shock. Inizio a piangere senza rendermene conto. Io non posso far finta che non sia successo nulla. Non posso cancellare il passato.
Mi prende il viso tra le mani sciogliendo la sua presa quel che basta e si avvicina baciandomi lievemente.
Si allontana di qualche passo e dopo avermi guardato un’ultima volta va via.
Mi lascio scivolare sulla parete accasciandomi per terra. Mi tocco le labbra incredula.
Cosa è appena successo? Ho completamente staccato il cervello. Nigel mi ha baciata. Nigel è tornato in città, Nigel è venuto ieri a casa, Nigel mi ha baciata. Ho una gran voglia di urlare. Il respiro si fa affannoso e inizio a piangere in modo isterico.
Quando finalmente mi calmo cerco di darmi un’aria decente ed esco dal bagno. Non posso farmi vedere così dai miei amici e la lezione del professor Blacky sarà già iniziata, così decido di nascondermi in biblioteca.
Cerco un posto abbastanza isolato dove sedermi a meditare e magari mettere fine all’uragano di caos che si è formato nella mia mente.
“Caschetto!”
Esclama l’unica persona che mi chiama così da uno degli scaffali.
Mi volto lentamente, nella sua direzione. È intento a prendere dei libri, ne ha già cinque in mano e sembrano delle letture impegnate visto l’enormità dei tomi.
“ehi, tutto ok?”
Mi guarda un po’ preoccupato e so che non posso nascondere quello che la mia faccia palesa senza pudore.
“sì”
Provo a mentire.
“quella non è propriamente una faccia che sta bene, ma se è quello che vuoi raccontare fa pure”
Dice strizzando l’occhio.
Mi siedo sulla moquette appoggiando la schiena ad uno scaffale accanto a Frank.
“questo poso è sempre così tranquillo, non pensi?”
Chiedo guardandolo appena.
“direi, siamo in una biblioteca!”
Sbuffo leggermente
“non intendevo in quel senso, ogni volta che varco quella soglia mi sembra di lasciare fuori tutti i problemi e le preoccupazioni. Come se qui non fossero ammessi, qui regnano i libri e la tranquillità. Ecco perché credo di esser venuta qui, tutto sembra ovattato. Come se fossimo in una dimensione diversa”
Ridacchio leggermente tra me pensando come a volte mi lascio trasportare da pensieri strani.
“teoria interessante”
Dice Frank sedendosi accanto a me.
“da come parli sembra che tu ne abbia un po’”
Annuisco leggermente volgendo lo sguardo davanti a me e senza accorgermene inizio a giocare nervosamente con le mani.
“forse ti ci vuole una partita a basket…”
Sorrido.
“Credo di sì”
Non so come ha fatto, ma Frank mi ha tranquillizzata parecchio. Poggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi. Restiamo entrambi in silenzio e forse per la prima volta mi sento del tutto sicura accanto ad una persona.
“ehi, caschetto!”
“mh…”
“ehi!”
Apro gli occhi infastidita da quel nomignolo. Che succede?
“stavo dormendo così bene”
Mi lamento sbadigliando.
“questo l’ho notato!”
Esclama divertito.
Mi rendo conto pian piano di essermi addormentata qui in biblioteca accanto a Frank e mi sento avvampare.
“oh…”
Lui percepisce che ho elaborato il tutto solo ora e ripete ironicamente il mio “oh”. Si alza in piedi e aiuta me.
“sei proprio carina quando dormi!”
Dice stiracchiandosi dandomi le spalle. Resto un po’ basita, ma sembra che più che un complimento sia una presa in giro.
Rispondo con una linguaccia stizzita
“comunque se vuoi parlarne, di quello che ronza nella tua testaccia… beh, io ci sono!”
Dice raccogliendo i libri e andando via.
Che strano tipo. Anche se devo ammettere che grazie a lui mi son sentita decisamente meglio.
 
“che fine hai fatto stamattina?”
Chiede Paul sputandomi quasi mezzo panino in faccia.
Mandy mi passa gentilmente un kleenex con cui  cerco di togliermi il cibo di dosso.
“sono andata in biblioteca e mi sono addormentata”
Paul mi guarda con ovvietà e riprende a mangiare.
“credo che tu sia l’unica persona al mondo capace di addormentarsi ovunque”
Interviene Frank prendendo posto accanto a noi.
“ragazzi non indovinerete mai chi ho visto questa mattina!”
Esclama a denti stretti Jake
Lo guardiamo tutti interrogativi. Spero non sia quel che penso.
“mi è sembrato di vedere Nigel”
Afferma, e al pronunciare il suo nome scatto in piedi come una molla.
“Chris…”
Sussurra Frank. Tutti mi guardano preoccupati.
Stringo i pugni, serro i denti e mi impongo di sedermi.
“va bene”
Sussurro per tranquillizzare gli altri. Tutti riprendono posto e nel baccano generale che regna nella mensa, nel nostro tavolo aleggia un tombale silenzio.
 
Le lezioni sono finite. Voglio tornare a casa e cercare di capire cosa sta succedendo.
“Caschetto, vuoi fare due passi?”
Frank cerca di accennare un sorriso che gli viene abbastanza male. È gentile da parte sua, so che è solo preoccupato. Lui non conosce tutta la storia, anzi credo che non sappia assolutamente nulla, ma dalla mia reazione e quella degli altri probabilmente ha capito che non è nulla di leggero.
“grazie, ma preferisco tornare da sola”
Lo saluto e m’incammino verso casa.
Cosa devo fare ora? Non posso lasciare che gli eventi accadano a caso, devo prendere una posizione ferrea e mantenerla. Solo che al momento non credo di esserne in grado. Un passo alla volta, devo ponderare ogni decisione.
Qualcuno mi si para davanti, alzo lo sguardo sapendo già chi è. Mi lancia uno sguardo complice e senza smettere di camminare s’incammina con me in silenzio.
   
 
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