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Autore: shinepaw    22/03/2016    3 recensioni
L'amore circonda John in ogni modo possibile ed immaginabile: quello segreto del suo migliore amico Beau verso di lui, quello appena sbocciato tra suo fratello e un certo sfrontato ex militare... e come non citare l'amore di suo nipote (il quale ha finalmente messo da parte la propria cotta per lo zio!) verso il proprio ragazzo, Christopher? Insomma, l'amore è ovunque, ma non nel suo cuore. Si reputa troppo impegnato con la propria squadra di basket, nella quale gioca nel ruolo di playmaker, per l'amore. Ma si sa, esso non guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai giocatori di basket super impegnati. Soprattutto a loro. E chissà che, con un po' di fortuna e una stella cadente...
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Sequel di 'Stray Heart'.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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John's point of view

- Che dici, stasera ti andrebbe di festeggiare? - esordisco, stringendo il cellulare tra orecchio e spalla. Accarezzo Haru con una mano, cercando di farlo desistere a far la lotta con me.

I miei nipoti mi osservano incuriositi. Li ignoro.

- Non so - risponde Virginia, sospirando. - Dovrò pur cenare a casa ogni tanto, John.

- Non ti invito a cena così spesso - ribatto vivacemente. Ammutolisce, e io pure, ma solo per un attimo. - E poi cosa intendi?

- Non importa, ti spiego stasera - taglia corto, sospirando di nuovo. M'illumino immediatamente, mentre sul viso mi appare un sorriso.

- Perciò ci possiamo vedere?

- Sì. Alle otto?

- Alle otto è perfetto.

- Okay. Okay, a stasera.

- A stasera - sussurro, felice. Appende. Ryuu e Akira si scambiano un'occhiata d'intesa, prima di puntare su di me i loro sguardi maliziosi.

- Con chi ti vedi, zio John? La tua ragazza? - chiedono all'unisono. Rifilo loro un'occhiata di finto rimprovero.

- Mi rifiuto di rispondere alla vostra domanda, piccole pesti - annuncio con nonchalance, per poi ghermirli entrambi tra le mie braccia. Ridono, abbracciandomi a loro volta. Li stringo più forte e do loro un bacio ciascuno fra i capelli.

Sono grandi, ormai, cresciuti in un attimo sotto i miei occhi stupefatti che non potevano credere ad uno scorrere tanto rapido del tempo, e sono diventati dei ragazzi maturi ed equilibrati.

Eppure, in fondo in fondo, resteranno sempre i miei piccoli. Spero di essere un bravo zio, per loro.

- Devo andare - dico infine, liberandoli dalla mia presa.

- Di già? - piagnucola Akira. - Pensavamo restassi ancora un po'.

- Akira, - lo redarguisce il suo gemello - non hai sentito? Lo zio John ha da fare.

- Sì, ma uffaaa!

Gli concedo un altro abbraccio e un fugace bacio sulla fronte. Lui mi stritola e strofina la testa contro il mio petto come Haru quando ha un estremo bisogno di affetto.

Dopodiché li saluto con un cenno della mano e li affido ai loro ragazzi, passando anche a salutare mio fratello e Crystal.

È presto, ma devo prepararmi emotivamente a stasera.

~~~

Alle otto in punto passo a prendere Virginia, incantevole come sempre nello stesso abito blu del nostro primo appuntamento.

Fra di noi regna un silenzio pesante e non mi azzardo neanche a baciarla. Mentre entriamo al ristorante si stringe a me e si aggrappa al mio braccio, rassicurandomi un po'.

Ci sediamo al tavolo che ho prenotato e ordiniamo.

- Scusa, non so cosa mi prenda - mormora, evitando il mio sguardo. - È una serata strana...

- Vedo... - commento, inarcando un sopracciglio e bevendo un sorso da ciò che ci hanno appena portato. - Qualcosa non va?

- Be'... dovevo spiegarti perché dovrei cenare quasi sempre a casa, no?

Le accarezzo fugacemente le mani, sorridendole incoraggiante.

- Se vuoi - dico, stringendomi nelle spalle. Sospira.

- Io... io... ecco... non posso lasciare Bella troppo spesso da sola.

- Bella...? - domando, lanciandole un'occhiata interrogativa. Bevo un altro sorso, cercando di mascherare il nervosismo.

- Mia... mia figlia.

E per poco non riverso ciò che ho in bocca sul muro, portandomi appena in tempo la mano alle labbra. Inizio a tossire convulsamente. Virginia mi osserva con apprensione mista a sconforto.

- Mi dispiace, John - sussurra, abbassando la testa. - Volevo dirtelo prima, ma ogni volta non mi sembrava mai il momento giusto e... avevo paura. Paura di cos'avresti fatto una volta saputo di Bella.

- Virginia... - la chiamo dolcemente, prima di sporgermi sul tavolo e baciarla, dissimulando lo shock momentaneo della sua confessione. - È tutto okay. Io ti amo.

Sospira di nuovo, però stavolta credo di sollievo.

- Non sei arrabbiato perché non te l'ho detto subito?

- Perché dovrei esserlo? Se non te la sentivi, è giusto così.

Per la testa mi frullano un mucchio di domande che vorrei porle, ma nella mia testa restano.

- Non dobbiamo parlarne, se non vuoi, però... - esordisco, cauto. Mi lancia un'occhiata triste eppure salda.

- Non è il miglior discorso da avere in una serata in cui si suppone dovremmo festeggiare, ma meglio ora che poi. Vuoi sapere di suo padre, vero?

Annuisco, accarezzandole di nuovo le mani.

- Lui... lui... mi violentò. Ma nonostante tutto io volli tenere la bambina.

Mi porto una mano alla bocca, poi arriva il cameriere con le nostre ordinazioni e il discorso cade. Ceniamo completamente immersi nel silenzio; di tanto in tanto la sbircio di sottecchi, cercando di assimilare le informazioni ricevute questa sera.

- Mi dispiace di aver trasformato una bella serata in... questo - dice una volta fuori dal ristorante, abbattuta. Le cingo le spalle con un braccio.

- Shh... vieni, ti porto a casa - replico, baciandole una guancia. In macchina, ancora silenzio.

Una volta sotto casa, il mio impulso più forte è quello di prendermi un bacio vero, però so che me ne resterò quieto per non farla sentire peggio.

- J-john... stasera Bella non c'è, dorme da un'amica, perciò potresti... restare a dormire... se ti va - mormora timidamente Virginia. Sgrano gli occhi.

Oh, non devo pensare male, mi rimprovero, ha detto dormire.

- P-posso?

La sua risata sommessa è una risposta più che soddisfacente. Prima di scendere dall'auto ci baciamo, ed ho l'impressione che questo non sarà l'ultimo della serata.

Mi conduce dentro e poi nella sua camera, dopodiché si stende sul letto. Io resto immobile in mezzo alla stanza, aspettando indicazioni.

- John...?

La raggiungo e le salgo a cavalcioni, per poi sfiorarle il collo con le labbra. Percepisco la sua mano infilarsi tra i miei ricci e strattonarli gentilmente.

- John - bisbiglia nuovamente, provocandomi un miliardo di brividi lungo la schiena. Trattengo il fiato. - Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata insieme a mia figlia e... ti amo.

Le nostre labbra si incontrano in un bacio dolce, carico di parole al momento taciute. La stringo a me, ascoltando il battito frenetico del mio cuore. Lo sente anche lei? Anche il suo batte così forte?

- Oh Virginia - sospiro. - Ti amo anch'io.

~~~

Il mattino seguente mi sveglio in un letto che non è il mio, in una stanza che non conosco con qualcuno che invece decisamente mi appartiene, oggi ancor più di ieri.

Virginia dorme con la testa sul mio petto e le braccia attorno alla mia vita. Scosto i suoi capelli dal mio viso e sorrido, sopprimendo uno sbadiglio.

Le accarezzo il capo e il viso. Non ho mai toccato nulla di più liscio e morbido. Le bacio il naso, la guancia e la fronte, prima di azzardarmi a sfiorare anche le sue palpebre.

- Dio, - mi sfugge - sei bellissima.

La stringo ulteriormente a me. Mi sento così fortunato, oltre che al settimo cielo. Ieri è stata la notte più bella di sempre.

Lei mugugna qualcosa, per poi intrecciare una gamba alle mie e sbadigliare, abbozzando un sorriso beato.

- Buongiorno, principessa - le bisbiglio all'orecchio, baciandola nuovamente sulla guancia. Ancora ad occhi chiusi alza la testa e poggia le labbra sulle mie, dopodiché rivela le sue meravigliose iridi verdi.

- Buongiorno, John - sussurra, spostando il capo dal mio petto alla spalla. Accarezzo la sua.

- Hai dormito bene?

- Alla grande - risponde, sorridendo ulteriormente e socchiudendo di nuovo gli occhi. - E tu?

- Anch'io, merito forse di uno spiritello?

Ridacchia insieme a me, poi si fa seria.

- Ieri... è successo davvero?

Annuisco, appoggiando la fronte alla sua e rubandole un tenero bacio eschimese.

- Ti amo - sbadiglia, coprendo i pochi centimetri di distanza che separano le nostre bocche.

- Ti amo anch'io. Tanto - replico, afferrandola per i fianchi e tirandola a me. Restiamo così per un po', alternando le coccole al far la lotta.

Lasciatemelo dire, si sta rivelando il più bel buongiorno di sempre.

- John! - ride, dandomi un ultimo bacio. - Devo andare al lavoro.

- Va bene - sbuffo, prima di sorriderle. Ci alziamo e vestiamo, e io non riesco a trattenermi dall'abbracciarla e baciarle il collo.

- Sei incorreggibile...

- Lo so!

- Però ti amo - sussurra, ricambiando la stretta. Non credo che, per quante volte lo ripeterà, mi basterà mai.

-

Note dell'autrice:
ho promesso che avrei postato prima di giovedì ed eccomi qua. Dopodomani mi aspettano dodici ore d'aereo! Non so se ci sentiremo, mentre sarò a Miami. Non voglio illudervi. Mi mancherete! Ma tornerò presto, non temete. Baci!
   
 
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