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Autore: rora02L    23/03/2016    2 recensioni
Raccolta di one shot partecipanti al contest "Segui il sentiero dorato" sul Forum di EFP indetto da Shizue Asahi. Ogni capitolo corrisponde ad un prompt:
-1. Anche gli Hokage hanno paura;
-2. Il colore che preferisco: il blu dei tuoi occhi;
-3. Un cuore freddo come il metallo;
-4. Qual è il posto che chiami "casa"?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Minato/Kushina, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Qual è il posto che chiami “casa”?



Prompt 3. Non c'è nessun posto come la propria casa

Naruto mise piede per primo in quell’appartamento che presto sarebbe diventato suo e di Hinata, dopo il loro matrimonio. La ragazza lo seguiva a ruota ed entrò dopo di lui, trovandolo imbambolato a guardare la dimora dal centro della sala da pranzo. Naruto stava già immaginando i mobili del soggiorno, desiderava un divano arancione. Subito dopo pensava ai manicaretti che Hinata gli avrebbe preparato in quella cucina moderna e alle cene che avrebbero consumato insieme, tra risate e racconti di lavoro.
Corse poi nella stanza matrimoniale, in cui troneggiava un futon per due ampio e dalle coperte bianche. Sentì la voce della ragazza chiedergli di rallentare: “Naruto, la casa non scappa e non c’è bisogno di- “ La sua frase non finì, perché l’altro l’aveva presa per le braccia e gettata sul letto, raggiungendola sdraiandosi al suo fianco. La mora guardò il suo fidanzato accanto a lei, che rideva e le stringeva la mano: “Sono così contento, Hinata!”
La abbracciò, sentendosi l’uomo più fortunato del pianeta. “Non vedo l’ora di condividere tutto questo con te…” le rivelò, sorridendole. La giovane capiva il suo entusiasmo ed aggiunse a bassa voce, con un leggero balbettio iniziale: “M-magari… non solo con m-me…”
Naruto sobbalzò e la guardò confuso, non capendo di cosa stesse parlando. La prima ipotesi che fece fu quella che Hinata intendesse dire che anche suo padre e sua sorella sarebbero vissuti con loro due ed un brivido freddo attraversò la sua schiena: il papà della sua fidanzata lo detestava, sarebbe stato un inferno.
Impallidì all’idea e vide tutti i suoi sogni tramutarsi in incubi, al punto che esclamò: “Non puoi farmi questo, Hinata! No, non puoi trasformare una cosa così bella in un incubo! Tesoro, pensaci bene… sei certa sia una buona idea?”
Hinata lo guardò, capendo tutt’altro, ed infatti iniziarono a comparire le prime lacrime di dispiacere: “M-mi dispiace, Naruto… pensavo che lo volessi anche tu, amore…”
Dopo pochi singhiozzi, il ragazzo si sentì in colpa e decise di cercare di porre rimedio alla sua mancanza di tatto: “Tesoro mio, non piangere, dai… solo… è una cosa un po’ inaspettata, non pensavo che tu volessi prendere una casa nuova per questo…”
Hinata tirò su col naso, cercando di calmarsi: “M-ma Naruto… io credevo che ci sposassimo anche per formare una famiglia… non pensavo che tu…” Riprese a piangere, cercando di asciugare le lacrime con la manica della maglietta leggera color lilla che portava.
Naruto sospirò e le prese una mano dolcemente: “Amore mio, farò qualsiasi cosa pur di vederti felice… solo che… non credevo che volessi invitare tuo padre e tua sorella a vivere con noi, tesoro.” Hinata si bloccò di colpo e lo guardò con gli occhi sbarrati: “Che cosa c’entrano mio padre e mia sorella? Io parlavo… di un’altra cosa…”
La giovane arrossì, imbarazzata dall’argomento. Ormai non era più una ragazzina, ma aveva ricevuto una ferrea educazione e parlare di certe cose con un ragazzo, seppur il suo fidanzato, la metteva in grande imbarazzo. Naruto, ovviamente, non aveva ancora capito di cosa diamine stesse parlando la mora e chiese: “Allora chi altro dovrebbe venire ad abitare da noi? Non capisco, amore…”
Lei sospirò, abituata a questo genere di cose e conoscendo il suo promesso sposo. Gli prese la mano per il polso e la condusse fino al suo ventre, con lentezza causata dall’imbarazzo di quel gesto. Appoggiò le dita di Naruto sopra la sua pancia e disse in un sussurrò: “I-io… pensavo… che potremmo… avere… d-dei f-figli.”
Un silenzio imbarazzato scese sui due. Naruto era rimasto senza parole ed ancora rielaborava ciò che la fidanzata gli aveva rivelato. Si immaginò a fare il padre. Lui, che lo aveva visto un paio di volte da morto, suo padre. Lui, che non aveva mai avuto una famiglia né alcun tipo di esperienze coi bambini e nemmeno una casa vera, come quella in cui erano.
Per un momento, si sentì inadeguato al compito. Poi guardò gli occhi chiari della sua amata e si rese conto che non sarebbe stato solo. Le sorrise, annuendo: “Per me sarebbe bellissimo vederti diventare la madre dei miei figli, Hinata.”
Si allungò verso di lei e le diede un dolce bacio sulle labbra, al quale la mora rispose, felice. Naruto comprese allora che Hinata non gli stava donando solo il suo cuore, ma qualcosa di molto prezioso, che da piccolo aveva desiderato ardentemente: una casa a cui tornare, ma piena di persone pronte a salutarlo con un abbraccio o un bacio.
Hinata voleva donargli qualcosa di talmente prezioso, che gli era stato negato dal fato: una famiglia. La mora non stava pensando ad una casa fatta di cemento e tegole, legno e ferro… ma ad una casa da cui si può sempre tornare, che non può essere distrutta e che ci circonda sempre. Lei voleva costruire con lui la casa che Naruto non aveva mai potuto avere.
Accarezzò i capelli biondi del fidanzato, che aveva appoggiato il capo sul ventre di lei, commosso dall’amore che lei gli aveva dimostrato con quella richiesta.
Naruto si ricordò di quando era piccolo e tornava a quell’appartamento vuoto, in cui nessuno lo aspettava. Apriva il frigo stancamente, alla ricerca di qualcosa da preparare o mangiare. Andava a letto nel buio e nella solitudine, per poi svegliarsi senza nessuno ad augurargli il buon giorno. Non aveva mai chiamato quel posto “casa”, il maestro Iruka non l’aveva mai sentito pronunciare quella parola con amore.
Perché “casa” non è un luogo o un edificio, ma la famiglia che ti aspetta a braccia aperte, pronta a darti il ben tornato. E non c'è nessun posto come la propria casa, non c’è nessun luogo che riscaldi tanto il cuore come la propria dimora. Perché lì, ci sono le persone che ti ameranno e sosterranno sempre.

  
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