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Autore: neoeli91    24/03/2016    1 recensioni
Il vero amore… tutte sciocchezze! Ero troppo razionale per credere in idiozie del genere e soprattutto, mi era ancora più difficile immaginare che qualcuno potesse farmi innamorare di lui…
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Rieccomi con la nuova FF sugli SHINee di cui vi avevo parlato qualche settimana fa^^
Spero vi piacerà! Buona lettura
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come aveva precedentemente annunciato Kibum, il giorno seguente venne a scuola ma per fortuna decise di non infastidirmi e trascorsi la giornata tranquillamente, almeno fino all’ora di pranzo, quando ricevetti un sms da lui che mi chiedeva di raggiungerlo sul tetto della scuola perché aveva una cosa importante da darmi.
- E se fosse davvero importante? - cercò di convincermi Dahae che ormai aveva iniziato a credere che tutta quella situazione fosse divertente.
- Nemmeno lo conosco, come potrebbe avere qualcosa d’importante per me? - portai avanti scettica.
Hyorin sospirò - Puoi avere ragione, ma cosa ti costa andare a verificare? - s’intromise sorseggiando la sua bevanda - E se alla fine fosse solo una scusa sarai libera di andartene e quella nel torto non saresti tu dato che ti sei presentata - sentenziò convincendomi ad andare.

Uscita dalla sala mensa mi diressi verso le scale e quando fui in cima aprii la porta che portava al tetto e notai immediatamente Kibum in piedi davanti alla ringhiera che fissava la città.
Si accorse della mia presenza quando chiudendo feci sbattere, volutamente, la porta e girandosi verso di me mi sorrise per poi venire verso di me.
- Fai in fretta, non ho finito di mangiare per venire da te e ci terrei a tornare giù! - sbottai freddamente.
Kibum ignorò le mie parole e infilata una mano in tasca prese qualcosa e mostrandomi la mano, ora chiusa a pugno, m’intimò di aprire la mia - L’ha trovata il mio manager sul treno, era proprio nel tuo posto - disse quando mi ebbe fatto cadere tra le mani una collana - Presumo sia tua - continuò.
Guardai bene quella collana e non appena mi accorsi che somigliava alla mia istintivamente mi toccai il collo scoprendo con orrore che la catena che portavo ormai da anni non c’era più. Era senza ombra di dubbio la mia.
- Sembra che tu ci tenga particolarmente - riprese Kibum notando la mia reazione. Io annuii. - In questo caso sono contento che Sungjun l’abbia trovata - concluse abbozzando un sorrisino.
- Grazie - espressi sinceramente riconoscente per il gesto che aveva fatto. Dopo il modo in cui l’avevo trattato non aveva nessun motivo per rendermi la collana, e mi ritrovai a pensare che almeno fosse educato.
Lui sorrise nuovamente - Mi sembra di averti già detto di non essere una brutta persona - replicò divertito. Io annuii ancora una volta - Ora puoi andare - riprese subito dopo - Non eri di fretta? - mi chiese facendomi ricordare ciò che gli avevo detto appena arrivata - Sì - proferii inchinandomi per ringraziarlo e correndo in sala mensa.

Ritornata dalle ragazze evitai deliberatamente di dire loro il reale motivo per cui mi avesse chiamata, dicendo loro che mi aveva chiesto delle informazioni sul lavoro. Mi sentii un po’ in colpa a mentire loro ma volevo evitare a tutti i costi che si venisse a sapere che io e Kibum ci conoscevamo per non rischiare di rimanere coinvolta in uno scandalo che fosse a scuola o addirittura per colpa dei media.
Grazie a quella piccola menzogna riuscii a liquidare in fretta l’argomento, trascorrendo così il resto della giornata in pace.
Terminate le lezioni salutai le ragazze e mi diressi alla fermata dell’autobus, per tornare a casa. Jinki mi aveva avvertito che quella sera sarebbe tornato a casa per un paio di giorni ed avevo deciso di preparare una cena per me ed i miei fratelli quindi dovevo tornare a casa il più in fretta possibile.

Sulla strada del ritorno mi fermai al supermercato per prendere tutti gli ingredienti e senza accorgermene uscii dal negozio con due borse piene di cibo, forse avevo esagerato… per fortuna il supermercato si trovava a pochi minuti da casa mia quindi non sarebbe stato un problema arrivare a casa.
- Scusa - sentii dire da una voce che proveniva da dietro di me - Mi girai e vidi un ragazzo della mia età circa che teneva in mano un cellulare molto simile al mio - Ti è caduto questo dalla borsa - portò avanti lui indicando il cellulare ed avvicinandosi a me.
- Mille grazie! - risposi poggiando a terra le borse con la spesa, e dopo preso il cellulare infilarlo nella borsa - Non me ne sono minimamente accorta… - portai avanti.
Lui sorrise - Non preoccuparti! Meno male che l’ho visto cadere - seguitò girandosi poi verso le borse - Non sono un po’ pesanti? Se vuoi ti do una mano a trasportarle - si offrì prendendone una in mano.
- Non è il caso… abito qui vicino, posso farcela da sola - continuai in imbarazzo, era la prima volta che mi succedeva.
Lui scosse la testa prendendole in mano - Anche io abito qui vicino, inoltre stavo giusto tornando a casa non è un problema se allungo di un po’ la strada.
- Allora grazie… - portai avanti chinando la testa in segno di ringraziamento.
- Bene - ripose sorridendo e iniziando a camminare facendomi cenno di seguirlo - Ah, a proposito! Mi chiamo Taemin - rivelò facendomi rendere conto solo in quel momento che ancora non ci eravamo presentati.
- Eunbi - risposi presentandomi a mia volta.
Taemin annuì come se stesse memorizzando i mio nome - Piacere! Spero diventeremo amici. Mi sono appena trasferito e ancora non conosco nessuno - spiegò dissipando i miei dubbi sul fatto che vivesse o meno da poco nel distretto di Jung.
- Non sei di Seoul? - domandai allora incuriosita, il suo accento era piuttosto forte e non sembrava venisse da altre città.
- Ho cambiato casa - riferì - Prima abitavo nel distretto di Dobong. Ho frequentato le scuole lì ma dato che volevo iniziare a vivere da solo ho preferito spostarmi un po’ di più verso il centro di Seoul - spiegò mentre ci avvicinavamo sempre di più a casa mia - E dato che la scuola che frequentavo prima non mi piaceva mi sono trasferito in un università vicino a casa - concluse prima di fermarsi e chiedermi se fossimo arrivati a casa mia.
- Ti ringrazio per l’aiuto, e per il telefono! - ripresi dopo aver ripreso possesso delle due borse della spesa.
- Di nulla, allora ci vediamo! - concluse sorridendo nuovamente e salutandomi se ne andò.

 

   
 
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