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Autore: Robigna88    25/03/2016    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Capitolo dolce-amaro. Buona lettura e lasciatemi un commento :)
Grazie, Roby.


djakl

11.

 

 

 

 

 

“Grazie,” Will sorrise all’infermiera. “Rimarrò io con lei per un po’.”

Gladys lasciò la camera proprio mentre Allison riprendeva conoscenza e a fatica apriva gli occhi. Li sentiva pesanti, stanchi, ma la cosa peggiore era il mal di testa che sembrava stringerle le tempie in una morsa.

Will fu l’unica persona che vide nella stanza; la stanza che non era quella di Victor.

“Victor” mormorò scattando seduta sul letto.

“Hey hey” le sussurrò Will afferrandola piano per le braccia. “Rimettiti giù. Ordini del dottore.”

Allison lo fece. Non era convinta, ma quel cambio di posizione così repentino le aveva provocato la nausea. “Cos’è successo?” chiese chiudendo di nuovo gli occhi per un secondo.

“Hai avuto un collasso” le fece sapere lui. “Da quanto non mangi?”

“Da ieri mattina” la donna deglutì a vuoto. “Dov’è…”

“Victor?” concluse il detective per lei. “È nella sua stanza. Stabile.”

La donna sollevò una mano e si accarezzò il sopracciglio; le faceva male e non sapeva perché.

“Hai sbattuto quando sei svenuta” le disse Will mettendosi a sedere sul bordo del letto. “Ma niente di grave. La cosa non mi sorprende visto la testa dura che ti ritrovi.”

“Ah” sospirò lei. “Scommetto che la superficie contro cui ho sbattuto si è rovinata nell’urto.”

“Probabile” lui sorrise. “C’è il rischio che l’ospedale ti faccia causa per danneggiamento.”

Calò un attimo di silenzio, poi Will parlò di nuovo.

“Ho visto che non indossi più il tuo bell’anello” si sfiorò con le dita il labbro superiore. “Non è andata bene tra di voi?”

“Qualcosa del genere” Allison si accarezzò istintivamente l’anulare sinistro. “È una lunga storia. Ad ogni modo, non sei costretto a rimanere, sto bene adesso e credo che tornerò da Victor.”

“Perché non ti riposi un po’ prima Ally? Mangi qualcosa e…”

“Sta male” la donna lo interruppe. Parlò senza sapere esattamente cosa sarebbe uscito dalla sua bocca.

“Lo so” l’uomo annuì. “Ho mostrato il mio distintivo e mi hanno detto quasi tutto. Mi dispiace Allison.”

“Non sono estranea alla morte, ho perso tutto quando avevo sedici anni. Ma lui, si è preso cura di me dopo che i miei genitori sono morti, mi ha trattata come una figlia e vederlo spegnersi lentamente mi strazia il cuore. Vorrei poter fare qualcosa ma non c’è niente che posso fare.”

Scoppiò in lacrime e Will la tirò piano verso di sé prima di stringerla in un abbraccio che lei ricambiò mentre finalmente quel singhiozzo che le pesava sul petto veniva fuori.

“Mi dispiace tanto” le sussurrò. Poi la lasciò piangere.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Mi hai tradita. Dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme… così gli aveva detto Aurora prima di sparare il proiettile di legno che aveva colpito Tristan dritto al petto.

Mentre cadeva a terra con quel bruciore ad un soffio dal cuore però, nonostante tutto, nonostante sua sorella, il pensiero era fisso su Allison.

Gli aveva detto di fare attenzione, gli aveva detto di essere preoccupata per lui e Tristan non aveva potuto fare a meno di sentirsi pieno di emozione. Era assurdo; aveva mille anni e, se ne accorgeva solo in quel momento, non aveva mai sperimentato quel tipo di amore.

Chiudendo gli occhi si abbandonò a un ricordo.

 

 

“Buongiorno” disse versandosi una tazza di caffè. “Ah caffè… ad essere onesto ho sempre preferito il tè.”

“Se vuoi del tè puoi andare a preparartelo… se sai come si fa” Allison gli sorrise sarcastica, con un sorriso che lui trovava intrigante.

“Credi che non sappia preparare del tè, per caso?”

“Vuoi una risposta sincera?”

“Meglio di no” lui bevve un sorso dalla tazza, sorridendole subito dopo aver deglutito.

La donna restò a fissarlo per un lungo istante, in silenzio, e Tristan ebbe la sensazione che se Aya non fosse stata presente i loro visi sarebbero stati più vicini in quel momento, a replicare quel bacio che era durato troppo poco e a cui aveva pensato per giorni e giorni. Ma sicuramente era solo la sua mente che gli giocava brutti scherzi.

“Il blu ti dona” gli disse infine lei tornando a guardare tra i documenti che aveva in mano.

 

Poi quel bacio.

 

 

Rimase immobile quando la bocca del vampiro si poggiò sulla sua, ci rimase per il tempo necessario a capire cosa stesse succedendo, se le piacesse, poi chiudendo gli occhi dischiuse le labbra lasciando che quel bacio delicato diventasse qualcosa di più profondo.

 

“Tristan!”

La voce di Elijah lo riportò alla realtà. Con un gemito riaprì gli occhi e si poggiò una mano sul petto. “Lo sento avvicinarsi al cuore. Ogni secondo è… è più vicino.”

“Devo tirarlo fuori” gli disse Elijah strappandogli la camicia per vedere meglio e sollevando la manica del suo cappotto. “Devi stare fermo.”

“Perché gli stai salvando la vita?” chiese Matt e Tristan si accorse solo allora che anche lui era lì. “Lascialo morire. È un bastardo sadico. Con lui via da questo mondo avremo un pensiero in meno.”

Elijah scosse il capo inserendo piano la mano dentro il petto di Tristan, alla ricerca di quel dannato proiettile di legno. Il vampiro serrò le mascelle cercando di non muoversi e il maggiore dei Mikaelson pensò che Matt aveva ragione, teoricamente; ma non praticamente.

Allison sembrava tenere a Tristan de Martel e la conosceva abbastanza da sapere che se lo avesse lasciato morire non l’avrebbe presa bene.

“Elijah!” urlò ancora Matt. “Lascialo perdere, dobbiamo trovare quella psicopatica di sua sorella prima che se la prenda con la tua famiglia o, peggio ancora, con Allison.”

“Il signor Morgan ha ragione” Tristan cercò di respirare a fondo. Era sudato e pieno di sangue. “Ma ti prego, Elijah; non voglio morire senza averla vista almeno un’ultima volta.”

Elijah finalmente tirò fuori il proiettile e l’altro fece un grosso respiro reclinando il capo indietro sul prato bagnato.

“Perché? Perché hai dovuto salvarlo?” chiese Matt passandosi le mani tra i capelli.

L’Originale si mise in piedi. “L’ho fatto per Allison” mormorò pulendosi la mano mentre si allontanava.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison era tornata nella stanza di Victor da quasi un’ora quando Hayley e Jackson avevano bussato alla porta. L’Ibrida stringeva tra le braccia la piccola Hope che le sorrise non appena la vide.

“Ciao piccola” sussurrò raggiungendoli e prendendola in braccio, ricambiando il sorriso divertito che la bimba le fece poggiandole le manine sul viso.

“Abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere vederla” le disse Hayley sorridendo, sistemandole il giubbino di pelle che proprio Allison le aveva regalato.

“E abbiamo pensato che potessi avere fame” Jackson le porse un sacchetto. “Torta di mele, fatta da nonna Mary.”

La donna sorrise, poi con un cenno del capo indicò un tavolo vicino alla finestra. “Poggiala pure lì, la mangerò dopo.”

“Qualche cambiamento?” chiese Hayley volgendo lo sguardo a Victor.

“Nessuno. Non ha neppure ripreso conoscenza” la cacciatrice fece un grosso respiro mettendosi a sedere. “Vorrei avere belle notizie ma non ne ho.”

“Possiamo fare qualcosa per aiutarti?” Jackson le si avvicinò, le mani nelle tasche dei jeans. “Intendo qualunque cosa.”

“No” mormorò l’altra scuotendo il capo. “Grazie di essere venuti e di aver portato Hope. Voglio solo essere qui con lui, fino all’ultimo.”

Ridiede la bmbina alla madre, dopo averle dato un bacio sulla guancia.

“Allison,” le disse l’Ibrida mentre lei e Jackson si avvicinavano alla porta. “Mi dispiace.”

“Grazie.”

Fu proprio mentre Hayley e Jackson uscivano che Elijah arrivò. Per la prima volta, da settimane, fin dentro la stanza e non a lasciare fiori come faceva di solito.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Ti ho portato da mangiare” esordì Elijah quando furono soli. “Patatine fritte  alla paprika e un hamburger.”

Allison aprì il sacchetto che lui le porse. “Vengono dal…”

“Dal ristorante che ti piace tanto” confermò Elijah annuendo. Le prese il viso tra le mani e piegò il capo per guardarla meglio. “Che ti è successo al sopracciglio?”

“Niente di grave” mormorò lei confortata da quel tocco. “Tu stai bene? Sembri turbato.”

L’Originale abbozzò un sorriso, un moto di tenerezza e amore gli solleticò lo stomaco. “Ho avuto una giornata difficile” le disse. “Ho pensato di concluderla in un posto che mi fa sentire bene.”

“Una stanza di ospedale ti fa sentire bene?”

“Sì, se dentro ci sei tu.”

Allison sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Abbassò lo sguardo per un attimo e quando lo rialzò dentro quello di Elijah trovò quella solidità e quella forza di cui sentiva di aver bisogno. “Sta morendo” sussurrò iniziando a piangere.

“Lo so,” lui le passò le dita di una mano tra i capelli. “Dimmi come posso aiutarti.”

“Puoi aiutarmi a dirgli addio?”

“Certo” l’Originale elegante le baciò una mano e insieme a lei raggiunse Victor.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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