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Autore: neverenough    25/03/2016    2 recensioni
A sconvolgere un’intera esistenza basta poco. Almeno quanto poco basta per stravolgere ogni credenza e ogni percezione della normalità.
Shizuo lo scopre a proprie spese, mentre l’odore della decadenza sembra perseguitarlo, in una lenta e agonizzante litania che ha il solo scopo di portarlo alla follia. Niente sarà più come prima.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 4


Passa qualche settimana, e ancora i pensieri di Shizuo si concentrano sulla pulce e sullo stato in cui è ridotto. Va a fare visita diverse volte a Shinra e Celty, ma non riesce a entrare nella stanza per vedere Izaya disteso in un letto e collegato ai macchinari che al momento lo aiutano a restare in vita. È come se non volesse rovinarsi la convinzione che la pulce possa comparirgli davanti da un momento all’altro per insultarlo e farsi poi inseguire per tutta la città. E in un certo senso, ci spera. Diverse volte, mentre era al lavoro con Tom, si è voltato, come richiamato da una voce familiare, per poi non trovarsi nessuno davanti. Ed è capitato anche troppe volte nel corso di una settimana, tanto da iniziare a pensare che la sua stesse diventando una fissazione. E quando lo racconta a Shinra, lui non sembra sorpreso.
– Non me lo aspettavo – dice. – Tra tutte le persone, tu sei quello che sta soffrendo di più per la sua condizione.
– Ma il mio unico desiderio è sempre stato quello di ucciderlo e...
– Sinceramente, credo che non sia così – lo interrompe Shinra. – Tu hai un cuore puro, Shizuo. E anche se il tuo desiderio è di uccidere Izaya, non ci saresti mai riuscito. Quante volte ne hai avuta l’occasione ma hai lasciato correre?
Il biondo resta in silenzio, mentre abbassa lo sguardo sulle proprie mani. Tante. La risposta è quella, e solo adesso se ne rende conto. Tutte le volte in cui erano sfiniti dopo le lunghe corse, Izaya non abbassava la guardia ma risentiva più di Shizuo della fatica. E il biondo non ne aveva mai approfittato. Mai. Salvo poi innervosirsi quando gli compariva davanti di nuovo, con la sola voglia di ucciderlo.
– Izaya lo sapeva, sai?
– Cosa?
– Ne abbiamo discusso qualche annetto fa’.

Doveva essere uno dei giorni di riposo di Shinra, quello. Avrebbe goduto del proprio tempo libero in tranquillità e... avrebbe cercato di sbirciare Celty mentre era in doccia. Ed era quasi riuscito nel proprio intento, quando il campanello di casa era suonato. Aveva fatto finta di niente, continuando ad avanzare verso la propria meta, quando la voce di Izaya si era fatta sentire oltre la porta d’ingresso. – Shinra? Non ignorarmi, lo so che sei in casa! – aveva detto bussando altre volte. Il Dottore era deciso a ignorarlo e stava socchiudendo la porta del bagno, quando altre parole risuonarono: – Se non apri entro dieci secondi, dico a Celty che stai tentando di spiarla mentre è in doccia!
Shinra si precipitò alla porta d’ingresso, urlando: – Come diavolo fai a saperlo!?
Izaya era davanti a lui, con un sorriso di scherno sul viso. – Oh? Quindi avevo ragione.
La consapevolezza si fece largo nel Dottore, che abbassò la testa in arresa. – Mi hai fregato.
– Non sei diverso dagli altri quando si tratta di amore – fu la risposta di Izaya mentre si faceva largo in casa.
– Allora? Perché sei qui? – Shinra lo seguì in soggiorno.
– Ho bisogno di alcune medicazioni. – Il padrone di casa annuì, andando in un’altra stanza e poi tornando dall’ospite con la cassetta del primo soccorso. Izaya si era già tolto la giacca, alzato le maniche della maglia impregnata di sangue e seduto sul divano. – Come ti sei fatto questo brutto graffio? – chiese, osservando la ferita e iniziando a pulirla dal sangue incrostato. – Non è profonda ma forse saranno necessari alcuni punti.
– Procedi pure.
Shinra si concentrò sul proprio lavoro. Ci vollero quattro punti e, una volta finito con il filo, prese delle garze sterili. – Allora? Come ti sei procurato questo taglio?
– Shizu-chan mi ha lanciato contro un distributore automatico e poi mi ha ricorso per tutta la città. Non so dire con certezza quando me lo sono fatto – risponde con leggerezza, guardando il soffitto.
– La cosa che più mi stupisce, è che abbia squarciato la maglia ma non il giubbino – disse Shinra, lanciando un’occhiata di sospetto al giubbino.
– Me lo sono sfilato perché avevo caldo.
– Eeeeeeh, che cosa insolita da parte tua.
Izaya scrollò le spalle. – Anch’io ho caldo, ogni tanto.
– Non ne dubito ma, conoscendoti, sei un tipo piuttosto freddoloso. – Shinra sospirò, ultimando il proprio lavoro. – Comunque è la terza ferita che ti sei procurato in meno di due settimane e sempre a causa di Shizuo. Mi stai nascondendo qualcosa?
– Se non ti lasci mai prendere, la bestia prima o poi si scoccerà di rincorrerti – disse Izaya mentre rimetteva il proprio giubbino. – E delle ferite sono dei piccoli prezzi da pagare.
– Prima o poi Shizuo-kun arriverà ad ucciderti per davvero.
– Non si direbbe, ma sto aspettando quel momento.
Shinra lo guardò interdetto. – Che vuol dire che stai aspettando quel momento? Davvero hai voglia di morire?
Izaya scoppiò in una piccola risata, guardando l’amico con sguardo tagliente. – Ovviamente no. E sai, mi fa’ leggermente paura la morte. Di certo non è un qualcosa per cui spasimo.
– Eppure il più delle volte la vai cercando – lo riprese Shinra.
– Stai fraintendendo. Non sono io che la cerco, è lei che viene da me. E purtroppo molto spesso devo averci a che fare.
– Continuo a pensare che tu la stia cercando. – Si alzarono dal divano in contemporanea, e il Dottore accompagnò l’ospite alla porta. – Non dovresti tendere troppo la corda con Shizuo. Finirà per spezzarsi e allora non ci sarà più niente che lo possa fermare dall’ucciderti.
Izaya scrollò le spalle, aprendo la porta d’ingresso. – Shizu-chan è un uomo troppo buono – disse. – Se mi ucciderà, sarà divertente vedere come il suo animo puro diventa nero pece. Vincerò in quel caso.
– Un animo nero come il tuo?
– Sei cattivo Shinra! – si lamentò cantilenante il moro, assumendo un’espressione da manga comico prima di tornare serio. – In ogni caso ci vorrà un lungo lavoro, e delle volte ho l’impressione che non ci riuscirò mai. In quel caso l’avrebbe vinta Shizu-chan.
– Eh? Quindi tu miri a farlo diventare un mostro? Non volevi ucciderlo?
Izaya sospirò. – Come il solito sembra che tu viva in un mondo a parte. Ci vediamo – disse allontanandosi per le scale mentre scuoteva la mano in aria.
– Sì, ma lo sai anche tu che io ho sempre ragione!
– Come preferisci! – fu la risposta seccata, che rimbombò nei corridoi.
– Sono davvero curioso di sapere a cosa punti – sussurrò Shinra, più a se stesso che all’amico.

Shizuo abbassa lo sguardo sulle mani, mentre Shinra lo guarda incuriosito dopo avergli raccontato di questa vecchia discussione. – Non capisco – dice infine il biondo, sentendosi sotto pressione a causa dello sguardo dell’amico. – Sarebbe arrivato a morire pur di raggiungere il proprio scopo e far diventare me un mostro? Cosa gli passava per la testa?
Il Dottore scuote le spalle, iniziando a dondolarsi sulla sedia e a guardare il soffitto. – La psicologia di Orihara-kun è un campo sconosciuto anche per me. Capire cosa gli passa per la testa è sempre stata un’impresa, ma non è una cosa impossibile. Credo che lui nutrisse interessi nei tuoi confronti.
– Aveva un interesse nei miei confronti? Perché?
– A Izaya incuriosiva che, anche non volendo, tu riesca ad attirare persone. Tu le allontani... tuttavia sei come il miele per gli orsi. Nonostante la maggioranza ti tema, ci sono persone che ti ronzano intorno e trovano piacevole avere una conversazione con te o anche diventare tuoi amici. Credo che in realtà ammirasse per questa tua caratteristica, e per questo covava rancore. – Shinra abbassa lo sguardo su di lui, scrutandolo con attenzione. – Izaya ha avuto diversi problemi in passato. Le persone che non sono sane di mente non lo sono a caso o per scelta. Spesso sono indotte a ciò da qualcosa di più grande di loro.
Shizuo corruga la fronte. – Quindi è vero che Izaya non era sano di mente?
Shinra sorride. – Nessuno lo è. Neanche tu ed io. Sinceramente non ho idea se esista davvero qualcuno che sia sano di mente. E anche se ci fosse una persona che davvero lo è, sarebbe quello più malato di tutti poiché si trova in una società che non va d’accordo con il proprio essere.
– Parli come lui.
– Perché la pensiamo allo stesso modo – spiega Shinra. – Il carattere di ogni persona è forgiato a seguito di eventi e di persone. La vita è lunga e ogni persona può cambiare carattere anche ogni giorno, secondo di chi ha davanti. Ci si adatta, per dire, e credo che questo porti alla normalità. Anche se penso sia una cosa più contorta e complicata di quello che sembra.
Shizuo annuisce, trovandosi d’accordo con le parole di Shinra. – Lui la pensava allo stesso modo?
– Non ne abbiamo mai discusso, ma deduco di sì – risponde. Shinra si gratta il collo, abbassando di nuovo lo sguardo sul biondo. – Per Izaya era un argomento tabù. Non ha mai voluto raccontarmi del suo passato esplicitamente. Tuttavia, qualche volta abbassava un po’ le difese e me ne parlava. Anche se solitamente era sotto l’effetto dell’alcool o della morfina.
Shizuo nota che l’amico trattiene a stento un sorriso, e ci mette qualche secondo prima di chiedere: – Morfina?
Il Dottore sospira, stranamente felice. – Diciamo che, qualche volta, Izaya è stato portato qui da Celty e da Shiki-san dopo essersi preso qualche pallottola... o che sia venuto qua per farsi curare qualche ferita un po’ più profonda. E diciamo che... qualche volta, gli ho somministrato più morfina del dovuto. – Shinra sorride e gesticola a ogni parola. Una lacrima gli esce dagli occhi, mentre guarda le mani incrociate sul tavolo. – Era esilarante vederlo perdere ogni inibizione e dare i numeri senza che poi ricordasse. Anche se il più delle volte diceva cose senza senso, quando gli chiedevi perché era così stronzo, rispondeva lucidamente, raccontando fatti del suo passato. Beh, attualmente non ho idea se quello che diceva sia vero o una bugia. Ogni volta raccontava qualcosa di diverso. – Shinra si alza, stiracchiando la schiena. – E inoltre, Izaya non reggeva per niente l’alcool.
Shizuo annuisce. – Qualche volta me lo sono ritrovato davanti ubriaco.
– E una volta me lo hai portato anche qui, non riuscendo a togliertelo da davanti e non volendo infierire su di lui in quello stato.
Shizuo ricorda. Era successo quando stava frequentando il suo ultimo anno alla Raira. Stava tornando a casa dopo aver passato il pomeriggio con i suoi compagni di classe per un progetto da dedicare al festival annuale, quando Izaya gli era praticamente finito addosso, cadendo a terra e rompendo la bottiglia di rum che aveva in mano. Shizuo, non avendolo riconosciuto, si era scusato e lo stava aiutando ad alzarsi da terra, quando il ragazzo era scoppiato in una risata fragorosa. – Quindi sei gentile ogni tanto! – aveva detto mentre rideva e singhiozzava allo stesso tempo, strascicando con la lingua le poche parole che gli erano uscite dalla bocca.
L’odore penetrante dell’alcool proveniente dal suo alito fece storcere il naso a Shizuo, e il fastidio lo invase quando l’altro si appoggiò a peso morto su di lui, salvo poi tentare invano di rimettersi dritto e cercare di mantenersi in piedi da solo. – Bella mossa ubriacarsi quando il sole non è ancora scomparso del tutto. Se ti beccano sarai nei guai – lo rimproverò, da buon senpai qual’era.
– Ma chi se ne frega! – aveva urlato Izaya. – La mia vita fa’ già schifo di suo. Che cosa potrebbe andare peggio?
– Tsk. – Shizuo lo spinse vicino al muro accanto al quale si trovavano. A causa delle sue urla, avevano attirato diversi occhi. E il fatto che Izaya non si reggeva in piedi, non aiutava la faccenda. Avrebbe tanto voluto ammazzarlo di botte, ma Shizuo non era così stupido. Farlo in pieno giorno, e dopo che le persone lo avevano visto con la pulce, sarebbe stato come sbandierare che era stato lui stesso a ucciderlo. E ormai aveva anche l’età per andare in prigione. Non era così stupido. – Ti porto da Shinra – aveva concluso infine, alzandolo da terra e caricandolo sulla spalla come un sacco di patate.
– Mettimi giù! – aveva protestato Izaya, dando qualche pugno dietro la schiena del biondo e muovendo i piedi nel tentativo di fargli mollare la presa.
– Smettila di muoverti e tappati quella bocca – fu la risposta irritata. – Dovresti ringraziarmi che non ti lasci marcire in mezzo alla strada. Potresti finire in bei guai, te ne rendi conto?
– Chi se ne frega – aveva sussurrato Izaya, in maniera infantile. Shizuo stava cercando di trattenersi con tutto se stesso e, quando aveva visto alcuni agenti della polizia fermi a una decina di metri più avanti, era stato costretto a cambiare strada, allungando drasticamente il tragitto e innervosendosi ancora di più.
– Shizu-chan, mettimi giù – aveva poi detto di nuovo il moro, quando ormai erano vicini alla fine del vicolo che aveva imboccato.
– Sta zitto.
– Ho la nausea... devo vomi..! – quelle parole fecero muovere velocemente il biondo, che poggiò il moro a terra un secondo prima che questi iniziasse a vomitare tutto.
Shizuo spostò lo sguardo disgustato, sentendo l’altro respirare pesantemente e rigurgitare altro liquame. Ci volle qualche minuto prima che Izaya si riprendesse, e il biondo dovette anche aiutarlo a spostarsi dal vomito per non sporcarsi.
– Che schifo – aveva detto infine il moro, contemplando con disgusto il proprio vomito.
– Te la sei cercata – aveva replicato il biondo, abbassato accanto a lui.
– La colpa è sempre mia.
– Ovviamente, dannata pulce. – Dopo quelle ultime parole, Izaya non aveva più parlato. Era semplicemente rimasto lì, a contemplare il nulla con occhi inespressivi. Shizuo sentì l’irritazione salirgli nelle vene. – E smettila di guardare il vuoto con quegli occhi da pesce morto.
Izaya alzò lo sguardo su di lui, per poi riabbassarlo. – Li odio – aveva sussurrato.
Più esausto del dovuto, Shizuo rialzò da terra il moro, che ancora barcollava. Questa volta non se lo caricò in spalla, temendo che un nuovo attacco di nausea lo spingesse a vomitare ancora. Si cinse da solo le sue braccia intorno al collo da dietro, e lo sostenne per le gambe circondandosi la vita, facendolo così stare sulla propria schiena. Si riavviò verso l’appartamento di Shinra, evitando le strade trafficate. Era a metà strada dalla destinazione, quando voltò di poco lo sguardo sulla testa di Izaya, che era immobile sulla sua spalla. Il respiro era più regolare rispetto a prima, ma gli occhi socchiusi indicavano che il moro non stava dormendo (anche se era sulla buona strada per farlo). – Perché ti sei ubriacato in pieno giorno? – gli chiese infine, riportando gli occhi sulla strada e non nascondendo la propria curiosità.
– Perché me lo chiedi?
– Perché non sembra una cosa da te.
– Shizu-chan... Tu mi odi, vero? – sussurrò Izaya, abbassando la testa e appoggiando il naso sul collo dell’altro, trovando quella posizione più confortevole.
– Che domande fai? È ovvio che ti odio!
Shizuo avvertì sulla pelle del collo un sorriso e un soffio di fiato, e rabbrividì – Lo so... non sei l’unico – fu la risposta, che lasciò il biondo interdetto. E le parole successive, lo confusero ancora di più. – Vorrei che fossero come te.


Angolino nonsense

Autrice: Ecco a voi il quarto capitolo! Sinceramente è uno dei miei preferiti. Dopotutto, non trovate Shinra adorabile? **
Izaya: Ma dove? Quel quattrocchi del cavolo mi ha drogato più di una volta!
Autrice: E che male c’è se può cavare la verità anche da una persona complessa come te?
Izaya: Spero tu stia scherzando! Quell’essere mi ha utilizzato come cavia!
Shizuo: Come se tu avessi fatto qualcosa di diverso per tutta la tua vita...
Autrice: Non è vero che ti stava usando come cavia...
Izaya: Certo, dopotutto mi stava solo estorcendo informazioni personali!
Autrice: Non è una cosa tanto negativa... credo...
Shizuo: Izaya ha ragione. Shinra ha sbagliato... a non ucciderlo con una dose eccessiva di morfina.
Izaya: Shizu-chan, la parte dello stronzo è mia opera, non provarci.
Autrice: *sospira* Ma chi me l’ha fatto fare?
Izaya: Recensite e per favore confermate che siete anche voi contro il fatto che Shinra mi estorce informazioni personali a tradimento!
   
 
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