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Autore: Altair4    26/03/2016    1 recensioni
Astrid è la prescelta numero 3, è giunta sulla Terra per una missione di vitale importanza, ha calcolato tutto meno che avrebbe incontrato dei terrestri molto particolari e dotati di guscio...
…mettetevi nei panni di un essere che non conosce a pieno le emozioni dei terrestri, non sa cosa sia una famiglia, l’amicizia e l’amore…
Anche le tartarughe si troveranno ad affrontare situazioni e sentimenti mai conosciuti prima...
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina tutti notarono l’assenza di Mikey all’allenamento.
            -Che strano…di solito saluta la sua bella e viene qua…- commentò Leo.
            -Forse non ha sentito la sveglia- disse Lisad.
            -Non è da lui, gli piace preparare la colazione per tutti…ieri sera mi ha chiesto di rintracciare Isabel al telefonino ma sembrava spento. Allora abbiamo cercato l’indirizzo del padre. E’ uscito di corsa, non mi ha dato nemmeno il tempo di chiedergli se voleva una mano, poi mi ha mandato un messaggio che diceva che Isabel era tornata perché vedeva le luci nel suo appartamento, pensavo fosse tutto ok- Disse Donnie.
 
            -Provo a chiamarlo sul cellulare- Astrid prese il suo telefono mezzo terrestre mezzo alieno e provò a rintracciarlo.
            -Suona, ma non risponde…cerco di localizzarlo…ma che diamine ci fa in mezzo a Central Park, è giorno?!-
            -Forse gli è successo qualcosa- disse Raph.
            -Beal, Lisad venite con me andiamo a prenderlo- disse Astrid.
 
I tre Niani presero il Tartacarro, in forma umana potevano cercarlo senza problemi in mezzo alla gente. Quando arrivarono
 
nel luogo segnalato, trovarono Mikey svenuto sotto un cespuglio pieno di contusioni ed ematomi. Beal lo prese in braccio e
 
lo portarono subito al rifugio.
 
            -Respira ancora, sembra che lo abbiano picchiato…- diceva Lisad.
            -Isabel non risponde al telefono, anzi è muto- disse Astrid.
Michelangelo fu subito portato in laboratorio e Nied gli prestò i primi soccorsi.
            -Ragazzi non è grave, si riprenderà presto-
            -Cosa sarà successo…-
 
Astrid non volle aspettare che riprendesse conoscenza, fece subito una fusione. Sembrò come se l’avessero colpita al cuore,
 
le arrivarono tante emozioni amplificate in una volta, si dovette staccare, cominciò a tremare.
            -Amore che succede?-
            -Isabel…Isabel è morta!-
            -Come è possibile?-
            -Ha perso la vita per salvare una bambina che era scappata in mezzo alla strada… Mikey ha vagato per la città tutta la notte, poi ha cercato un gruppetto di teppisti, li ha provocati e… si è fatto picchiare…-
            -No, non ci credo…Mikey non avrebbe mai fatto una cosa del genere- disse Raph sconvolto.
            -Dovresti vedere cosa ho visto io, solo un istante in contatto con la sua mente mi ha provocato un dolore insopportabile, non ho mai provato qualcosa del genere-
 
Donnie intanto cercava su internet notizie dell’accaduto, sull schermo dei sul pc comparve la foto di Isabel e quella della
 
bimba che aveva salvato, era tutto vero.
 
Una volta curato con i potenti mezzi Niani, Beal lo portò nella sua camera e a turno lo avrebbero vegliato fino a che non
 
avesse ripreso conoscenza.
 
Passarono due giorni, ma lui non si risvegliava. Le ferite fisiche erano già rimarginate, ma quella interiore era troppo
 
devastante, secondo Nied, Mikey non voleva svegliarsi.
 
            -Astrid, potresti provare a cancellargli il ricordo di Isabel?- Chiese Donnie.
            -Non credo che lo vorrebbe, dobbiamo avere pazienza, quando sarà pronto aprirà gli occhi-
 
Raph ed Astrid erano i più assidui al capezzale di Mikey, sembravano instancabili a volte restavano entrambi, nemmeno si
 
davano il cambio. La Niana aveva avuto una fusione con lui, erano rimasti legati in qualche modo, non riusciva a stargli troppo lontano.
 
Dopo trenta giorni che non si risvegliava, Astrid prese una drastica decisione.
            -Donnie devo trovare il modo di aiutare Mikey, ho bisogno di fare una fusione particolare con lui -
            -Che cosa intendi?-
            -Non sto parlando di una fusione totale, ma qualcosa di molto profondo che non ho mai provato prima, dovrò passare probabilmente tutta la notte a stretto contatto con lui-
            -Perché ti preoccupi? Non sono geloso, so esattamente cosa pensi e so che gli vuoi bene, se lo aiuterà devi farlo…ma che conseguenza avrà su di te?-
            -Diciamo che mi stancherà un po’, ma niente di grave-
 
Astrid volle restare sola con Mikey, dovettero portare via a forza Raph che voleva rimanere a tutti costi con suo fratello. Si
 
sdraiò accanto a lui e posizionò le mani sulla sua testa e cominciò la fusione. Il dolore che stava provando era molto forte, a
 
fatica entrò nei suoi pensieri e cercò l’essenza di Mikey, la sua parte più positiva, quella che amava la vita e che lo avrebbe
 
aiutato a superare anche quella prova.
 
            -Mikey ti prego reagisci-
            -No, non voglio, lasciami stare-
            -Ti prego ascoltami-
            -Non ti ascolterò, vattene!-
            -Non posso andarmene, non ti lascerò da solo-
 
Astrid smise di combattere il dolore di Mikey e lo portò dentro di sé, ora dividevano tutto, era profonda come una fusione
 
totale, ma senza l’atto fisico, la prima volta che si erano conosciuti non sarebbe stata capace di qualcosa del genere.
 
Erano ore che era entrata nella stanza e tutti aspettavano impazienti davanti la porta, Raph non ne poteva più, si affacciò e
 
vide Astrid che abbracciava forte Mikey, entrambi piangevano ed avevano i visi sofferenti, ma gli occhi erano chiusi. Nied
 
lo condusse via.
 
            -Non li dobbiamo disturbare, Astrid sta facendo qualcosa che non tutti farebbero…sta condividendo il dolore…è per farlo ragionare, così potrà tornare in sé… non possiamo interromperli, faresti del male ad entrambi-
 
Intanto Astrid cercava in tutti i modi di far reagire Mikey.
            -Perché sei venuta? Perché vuoi soffrire anche tu?  Lasciami solo-
            -Non posso, tu sei troppo importante per Donnie e quindi lo sei anche per me, sei la mia famiglia, abbiamo fatto la fusione, siamo parte l’uno dell’altro, se tu muori, muore anche una parte di me-
            -Isabel è morta, non la vedrò mai più…non ha più senso vivere-
            -Sai che lei non vorrebbe mai questo…ti prego ascoltami…tu hai noi…non sei solo-
            -Lasciami non voglio che tu soffra con me, vattene!-
            -Non ti lascerò finché non reagisci-
            -Astrid non ce la posso fare senza di lei-
            -Sì che puoi-
            -Sono già morto…-
            -No, non lo sei, c’è ancora tanta vita dentro di te, lo vedo-
            -Non sono riuscito a salvarla…-
            -Non potevi fare nulla…non devi rimpiangere niente, non potevi amarla più di così, hai reso la sua vita perfetta-
            -L’ho amata con tutto il mio cuore-
            -Lei lo sapeva molto bene…coraggio seguimi…segui i tuoi pensieri felici…i tuoi fratelli, tutti noi siamo preoccupati per te…pensa a questo-
            -Non sarò mai più felice-
            -Sì che lo sarai, hai ancora tanta vita davanti, ti prego fallo per noi, ti prego…-
 
Il dolore insopportabile cessò, Astrid si svegliò, era ancora abbracciata a Mikey e lui piangeva stringendola forte.
            -Vuoi…vuoi che cancelli il suo ricordo?-
            -No…mai…-
            -Vuoi che resti qui con te stanotte?-
            -Sì, ma non voglio che soffri, non fare la fusione di nuovo-
            -Sei così coraggioso…-
            -Astrid…lei mi mancherà tantissimo-
 
Rimasero abbracciati tutta la notte, lei riuscì a farlo addormentare in modo profondo senza sogni, si sarebbe risvegliato
 
riposato.
 
La mattina si sentì come un rumore di sfregamento alla porta, un cane abbaiò varie volte. Astrid e Mikey si svegliarono,
 
qualcuno aprì, Pedro entrò e saltò in mezzo a loro.
 
            -Pedro, sei vivo!-
 
Il canino cominciò a leccare la faccia di Mikey affettuoso e lui lo abbracciò. Lisad dalla porta semi aperta spiegò
 
l’accaduto:
 
            -E’ arrivato poco fa, ha trovato la strada per il rifugio…è un canino davvero intelligente…adesso sei tu il suo padrone-
 
Astrid e Lisad lasciarono Mikey da solo con il cane di Isabel. Arrivate in cucina vennero subito subissate di domande.
            -Si è svegliato?-
            -Come va?-
            -Male, ma almeno è uscito dallo stato catatonico, Pedro è sicuramente una cura, ma non aspettiamoci il solito Mikey per molto tempo-
            -Non mi avevi detto che avreste condiviso il dolore…- disse Donnie dispiaciuto, se avesse potuto, lo avrebbe fatto lui al suo posto.
            -Era l’unico modo per riportarlo alla ragione, altrimenti sarebbe rimasto così dei mesi ed il recupero sarebbe stato più difficile…anche il dolore psicologico lascia delle tracce fisiche…voglio che torni il nostro Mikey di sempre-
            -Provo a portargli la sua colazione preferita- disse Raph che doveva fare qualcosa assolutamente, ma non fece in tempo ad arrivare alla camera che vide Mikey con Pedro che uscivano dal rifugio.
            -Ma dove?...-
            -Lascialo andare, credo voglia andare a vedere dove è morta e a farle visita al cimitero. E’ un buon segno, significa che sta cominciando ad accettare la realtà - disse Astrid.
 
Mikey usò un cristallo Enerzon e si confuse nella folla di New York. Pedro lo portò dove tutto era successo, era presente al
 
momento dell’incidente ed in qualche modo aveva capito che era importante condurlo lì, anche se lo stesso Mikey non
 
sapeva perchè. Qualcuno aveva disegnato un orchidea in mezzo alla strada, era il fiore preferito di Isabel. Mikey rimase a
 
fissare quel luogo per qualche minuto. Poi riprese a camminare e dopo un bel po’ arrivò con Pedro al cimitero dove
 
avevano portato la sua amata Isabel. Sapeva quale fosse perché una sera erano andati a trovare i nonni di lei e scherzando
 
gli aveva raccontato che alla sua morte voleva essere sepolta lì. Trovò una tomba nuovissima con la foto di Isabel, quella
 
che lui aveva preso tra le sue mani la prima volta che era andato a trovarla. Lesse l’epitaffio:
            “Qui giacciono le spoglie di una giovane donna coraggiosa che amò la vita fino alla fine. I suoi genitori ed il suo amato Michelangelo la rimpiangono inconsolabili”.
 
Mikey non potè trattenere ancora le lacrime, Pedro era al suo fianco in silenzio come se capisse la gravità della situazione,
 
poi si mise ad annusare una busta vicino al vaso dei fiori. Mikey la raccolse e l’aprì, dentro c’era una piccola lettera per lui
 
che i genitori di Isabel gli avevano scritto perché non sapevano come altro rintracciarlo:
            “Caro Michelangelo, perdonaci se non siamo stati all’altezza della nostra stupenda figlia. Ti siamo grati per quello che hai fatto per lei, sappi che ti avremmo accolto nella nostra famiglia senza pregiudizi. Isabel era un angelo, non poteva rimanere con noi a lungo, ma grazie a te abbiamo avuto modo di riappacificarci con lei e di vederla felice. L’anello che le hai regalato sarà con lei per sempre
 
Solo l’affetto per i suoi cari gli dette la forza di tornare al rifugio senza fare altre sciocchezze, entrò nella sua stanza con Pedro e si addormentò.
 
Era ormai sera, Astrid bussò alla porta.
            -Mikey posso entrare?-
La tartaruga in arancio era sul letto che carezzava Pedro.
            -Sì, avanti…-
            -Ciao… ti ho portato la cena-
            -Non ho molta fame…-
            -Non mangi da giorni, non posso darti la flebo come quando eri catatonico…ti prego fai uno sforzo, poi anche Pedro deve mangiare…-
            -Va bene…lascia tutto qui-
 
Astrid era ancora in pena, tornò a bussare alla porta un’ora dopo, ma Mikey non c’era più, qualcuno aveva mangiato la
 
cena, controllò al suo cellulare dove si fosse cacciato e scoprì che era sui tetti di New York probabilmente con Pedro in uno zaino.
            -Amore dov’è Mikey?-
            - E’ uscito con il suo canino, forse corre per sfogarsi…-
            - Non credo che possiamo fare nulla per mio fratello al momento…perdonami…devo parlarti di altro...Beal e Nied sono tornati dal viaggio su Marte…procede tutto molto bene, vuoi vedere le nuove mappe?-
            -Eppure ci deve essere un modo…a che mi serve il mio potere…se non posso aiutarlo?-
            -Non credo che lui si voglia far condizionare, né tanto meno dimenticare Isabel…-
            -Lo so…ma se non lo vedo tornare tra qualche ora andiamo a cercarlo…-
            -Anche noi siamo in pena per lui…ma non è un bambino, in questi ultimi tempi ha mostrato più buon senso di noi, lo andremo a cercare se dovesse tardare-
 
Astrid andò nel laboratorio e cominciarono a visionare tutte le riprese del suolo di Marte e rimasero molto sorpresi di quello
 
che videro. Il pianeta rosso era diventato violetto come avevano immaginato ed assomigliava molto a Ni il pianeta
 
originario dei Nani, infatti aveva molti laghi e solo un grande mare dove prima c’era la falda acquifera che Donnie e Astrid
 
avevano fatto esplodere. In proporzione c’era più terra emersa che sulla Terra, ma tutto sommato più che su Ni. Il polo Sud
 
aveva molto più ghiaccio del polo Nord.
 
            -Pensi che dovremmo portare acqua su Marte?- chiese Nied.
            -Non possiamo prenderla dalla Terra…- disse Donnie e poi aggiunse- dobbiamo esplorare il sistema solare, sono sicuro che possiamo trovare altre fonti, ma è un lavoro immane-
            -Siamo sicuri che non ci basti quella già presente? Il nostro popolo ha vissuto su Nì anche senza la massa d’acqua di Terra, è stata la nostra vecchia stella Niha che diventando una gigante rossa lo ha prosciugato. Il sole invece è ancora giovane- Commentò Astrid.
            -Non avremo le temperature miti che abbiamo sulla Terra- precisò Donnie.
            -Faremo in modo di creare animali e piante adeguate, useremo il DNA Niano e terrestre, non avremo problemi a colonizzare Marte con la nostra tecnologia-
            -Quando potremo andarci?- chiese Rel, che era ansioso di cominciare il suo progetto per modificare il suolo marziano, infatti lui era l’ingegnere del territorio, agrario e chimico.
            -Per sicurezza faremo l’ultima ricognizione tra un mese, devo mappare bene tutte le placche tettoniche di Marte per capire qual è il luogo più sicuro per costruire la base. I dati recenti mi confermano che le scosse sono diminuite, sto aspettando che raggiungano un andamento costante-
            -Vuoi dire che tra più di un mese potremo partire e restare definitivamente?-
            -Esattamente dopo undici mesi da quando abbiamo provocato le esplosioni. Si è già instaurato un ciclo dell’acqua e il meteo è abbastanza favorevole, non ci sono più tempeste troppo pericolose…bè… non più pericolose di quelle che puoi avere qui sulla Terra-
            -Vorrei tanto poterlo comunicare a Frel…mia mamma sarebbe così entusiasta e non rischieremmo un’interferenza di Redol- Commentò Astrid emozionata.
            -Tutto quello che possiamo fare è dare il massimo perché la missione riesca, comunque andranno le cose sulla stazione spaziale e chiunque prenderà il comando, se quando arriverà qui vedrà progressi, non ci saranno pericoli per Terra- disse Beal.
            -Speriamo, a me Redol sembra un pazzo è pericoloso, non vorrei avesse condizionato un esercito di Niani- Commentò Nied.
            -La nostra fortuna è che sono quasi tutti in ibernazione, non può andare e condizionare le persone mentre sono in stasi- disse Astrid.
            -Di questo ne sei sicura?- la domanda di Nied fece venire i brividi a tutti.
            -No Nied, non sono sicura, ma se lo sa fare è veramente preoccupante-
            -Va bene, basta blaterare, tanto lo sapremo solo tra qualche anno. Se non avete bisogno di me esco a prendere un po’ d’aria- disse Lisad e come al solito non dette a nessuno la possibilità di replicare. La soldatessa Niana aveva bisogno di sfogarsi un po’ e trovò subito il compagno giusto per questo genere di attività, Raph la stava aspettando appoggiato al muro che giocherellava con i suoi sai.
            -Allora andiamo? –
            -Sì, non ne potevo più, sai quanto sono pallosi gli scienziati- Commentò Lisad
            -A me ne bastava uno: Donnie. Sapete già quando partirete?-
            -Forse tra più di un mese-
            -Così presto? Non potete andare via così…Mikey ha bisogno di Astrid…-
            -Non può fare altro, tuo fratello non vuole dimenticare…ma è solo a lui che pensi?-
Erano già fuori dal rifugio e allora Raph si sentì libero di parlare.
            -No…anche a te… so che ci potremo vedere lo stesso, ma tu sarai così occupata a fare la marziana…-
 
Raph l’aveva presa tra le sue braccia e mentre parlava le baciava dolcemente il collo. Se i suoi fratelli lo avessero visto non
 
ci avrebbero creduto, era tenerissimo. Lisad si imbarazzava ancora di più quando lui non faceva il duro.
 
            -Troverò il tempo e poi tu potresti venire qualche volta, dice Donnie che non possiamo usare il Tartunnel troppo spesso, potrebbe farci male, dice che dobbiamo fare delle pause lunghe tra un passaggio e l’altro, finché non sarà sicuro che è davvero innocuo-
            -Non lo so…- Rispose Raph incerto.
            -Non posso obbligarti se non vuoi…come abbiamo detto vedremo giorno per giorno- Lisad si divincolò e cominciò a procedere verso l’uscita, lui l’afferrò.
            -Verrò anche io a fare l’esploratore con voi…anche se hai questo caratterino irrequieto…non posso stare troppo tempo senza di te-
 
La tirò a sé e la baciò, a volte doveva lottare per un momento di tenerezza con lei, ma ne valeva la pena. Quando stavano
 
per uscire, incrociarono Mikey, ma lui non li degnò di una parola ed entrò nel rifugio diretto alla sua stanza. Ormai
 
tollerava solo Astrid, mangiava solo quello che gli portava lei, a volte non riusciva dormire e lei allora lo faceva cadere in
 
quel sonno senza sogni e senza incubi.
            - Forse dovremmo portate Mikey su con noi…non mi sento di lasciarlo solo-
            -Invece dovrai farlo, non puoi fargli da balia in eterno- Donnie sapeva che Astrid era sua, ma cominciava a soffrire un po’ di gelosia, era un po’ di tempo che non facevano la fusione totale, a volte lei restava con suo fratello quasi tutta la notte.
            -Ma cosa fate tutto quel tempo?-
            -Non molto…a volte resta silenzioso, a volte non la smette mai di parlare di Isabel e a volte vuole solo che lo aiuti a dormire, ha degli incubi ricorrenti…lei muore proprio davanti ai suoi occhi e lui è legato o non riesce a muoversi. Allora incremento le sue onde delta…così entra nel sonno profondo e riposa senza sogni-
            -Pensi che tutto questo lo potrà aiutare?-
            -Non so cosa altro fare…non vuole lasciare la sua camera non vuole parlare con nessuno, ma dovete provare anche voi a parlargli, penso che Leo debba essere il primo, appena se la sentirà.
            -Proverò a convincerlo-
 
 
Dopo qualche giorno Leo entrò nella camera di Mikey.
            -Posso?-
Non rispose, ma non lo mandò via, era già qualcosa. Leonardo si sedette sul letto, il fratello era sdraiato e fissava un dipinto che Isabel gli aveva regalato.
            -Non so immaginare cosa sarebbe la mia vita senza Karai-
            -E’ l’inferno sulla Terra-
            -Ma devi trovare la forza dentro di te…-
            -…sei venuto a farmi la predica, come sempre?-
            -No, volevo parlare un po’ con te, mi manchi…ci manchi-
            -Non me la sento di vivere come se non l’avessi mai conosciuta-
            -Nessuno te lo chiede, non puoi dimenticarla sarà…-
            -Non mi fare il solito discorso che “sarà sempre nel mio cuore”. Non posso più abbracciarla, non posso più sentire la sua voce,  sentirla ridere dava il senso alle mie giornate, avevo in mente tanti progetti per noi!-
 
Leo non sapeva cosa dire, rimase seduto qualche minuto, poi cercò di cambiare il soggetto della conversazione.
            -Astrid ti ha fatto vedere le immagini di Marte? Abbiamo fatto un ottimo lavoro… sembra-
            -Sì le ho viste…non voglio che lei parta-
            -Lei ha la sua vita…-
            -Ha promesso che verrà a trovarmi ogni giorno-
            -Non puoi chiederle questo-
            -Lo so…-
            -Mikey se non puoi farlo per te…fallo per noi-
 
Leo si alzò un po’sconsolato ed uscì dalla stanza, era presto per ottenere qualcosa.
 
Dopo una settimana circa fu la volta di Raph che però non si comportò certo come avrebbe dovuto: entrò senza bussare e lo attaccò al muro senza tanti discorsi. Mikey non fiatò, ma lo guardò sprezzante.
            -Tu adesso vieni fuori di qui e reagisci-
            -Perché?-
            -Perché non puoi ridurti così, mi ascolti?-
Mikey aveva preso a ridere, ma era una risata triste e vuota.
            -Cosa pensi di fare? Credi che con la forza otterrai qualcosa?-
Raph lo lasciò, si sentiva impotente.
            -No…ma vederti in queste condizioni…non lo sopporto…il rifugio è troppo silenzioso senza di te-
cominciarono a scendere le lacrime, questo non sfuggì a Mikey, in lui c’era ancora un po’ di quella sua empatia particolare, si avvicinò a Raph gli dette una pacca sulla spalla.
            -Grande e grosso e poi…-
            -No…ho solo gli occhi delicati…-
 
Nella sua irruenza aveva fatto qualcosa di buono, ricordare a Mikey chi era e cosa gli altri apprezzavano in lui, da quel
 
giorno le cose cominciarono un po’ a migliorare.
 
 
Rel e Mead tornarono dall’ultimo viaggio di ricognizione, erano emozionatissimi, Marte sembrava stabile, non restava che
 
organizzare tutto per la terza parte della missione.
 
I giorni successivi furono tutto un fermento di preparativi, nessuno voleva fermarsi a pensare che avrebbero lasciato la
 
Terra e che per diversi giorni avrebbero dovuto fare i pionieri, senza le comodità di New York.
 
La sera della partenza erano tutti riuniti, anche Karai, April, Casey ed Eva erano passati a salutare, anche se sapevano che
 
Marte sarebbe diventato presto il loro vicinato. Le capsule erano pronte, ma Mikey era ancora nella sua stanza.
 
            -Pensi che verrà a salutarci?- disse Donnie.
            -Non lo so…perché non vai da lui? – gli chiese Astrid.
 
Donnie entrò nella stanza, lui stava la maggior parte del tempo lì, usciva solo per portare a spasso Pedro.
            -Mikey dobbiamo andare, non vieni a salutarci?-
            -Tra quanto tornerete?-
            -Non lo sappiamo esattamente, ma appena la base sarà funzionante potremo usare il Tartunnel e ci vedremo tutti i giorni…ti prego…se non vieni Astrid ci rimarrà molto male-
 
Mikey si alzò dal letto e seguì Donnie, abbracciò tutti senza una parola. Li osservò mentre prendevano posto nei loro mezzi
 
e mentre lasciavano le fogne. Sul suo viso un sorriso amaro, la vita andava avanti inesorabilmente, anche senza la sua
 
Isabel.
 
 
 
 
P.S. Ciao a tutti!
Come avevo promesso una delle nostre tartarughe ha sofferto più delle altre, ho scelto Mikey…il mio preferito è Donnie ma Mikey mi ricorda una persona…me stessa quando sono infantile XD quindi sono anche un po’ masochista…e come lui mi piego ma non mi spezzo…
Questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l’epilogo di questa storia, ma in realtà non finisce qui, ci sarà un sequel dove si concluderà in un modo o nell’altro la storia dei Niani sempre con l’aiuto delle tartarughe nella mia visione fantastica e un po’ personale…vedremo una loro evoluzione…spero che leggerete!
Ringrazio come sempre tutti quelli che mi stanno seguendo e soprattutto le coraggiose che mi hanno recensito :-)
 
Buona Pasqua!
Al
   
 
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