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Autore: Panenutella    27/03/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo.
"Uno spiraglio fra loro e lo vedo: rimango sbalordita.
Alto, due spalle larghe così, capelli scuri, ricci e lunghi, occhiali da sole, maglietta grigia a maniche corte, tatuaggi lungo tutto un braccio.
Mannaggia la miseria.
È Harry Styles."
Basta capitare nel posto e nel momento voluti dal destino, e l'impatto dell'incontro tra una non-fan italiana dei 1D e Harry Styles cambierà per sempre le vite di entrambi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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27 – Relationships

 La villa di Gigi e Zayn, a Malibù, potrebbe essere descritta in un’unica parola: ostentazione.
Situata in una proprietà che credo sia della grandezza del Montana, è più larga che alta e vanta qualcosa come sette camere da letto, cinque bagni, quattro salotti, un cinema e una biblioteca. Uno dei salotti, completo di divani e caminetto, non ha neanche una portafinestra: si apre direttamente sulla grande piscina e sul resto della proprietà, per poi sfociare nella spiaggia privata e poi sull’oceano.
È proprio qui che siamo noi invitati, in giardino: il sole sta tramontando sul Pacifico rendendo l’aria leggermente più fresca rispetto a prima, ma comunque torrida nonostante sia inizio marzo. C’è il dj e i camerieri in livrea scorrazzano in giro come api indaffarate nel tentativo di soddisfare ogni richiesta di più di un centinaio di ospiti. Ci sono anche dei buttafuori che, circondando il giardino, controllano che non accada niente di strano.
Zayn e Gigi sono radiosi: se lei si buttasse in acqua, il diamante che porta all’anulare la farebbe andare subito a fondo. Stasera sono indiscutibilmente la coppia più felice del mondo. Si guardano estasiati, talmente innamorati da far salire gli zuccheri nel sangue a chiunque li guardi e girano e chiacchierano con tutti quanti. Ci siamo abbracciate io e Gigi quando ci siamo viste, felici di incontrarci di nuovo. È stato strano per me, perché ci siamo viste di persona soltanto due volte, ma del tutto naturale. C’è uno strano legame tra di noi.
L’atmosfera è piacevole: gli invitati sono tutti persone famose, io sono la persona meno importante di tutti stasera, eppure la cosa non mi mette a disagio. Sono tutti molto gentili: c’è Ed Sheeran, Adele, Ellen, Heidi Klum, Justin Bieber – in realtà si è fatto vedere per cinque minuti, poi se n’è andato -, Selena Gomez… insomma più celebrità di quante avrei mai pensato di incontrare in tutta una vita, tutti vestiti a puntino, eleganti e splendenti come penny lustrati. Dicono che ci sia anche Kendall, ma siamo qui da un po’ e ancora non l’ho vista. Per fortuna.
- Pazzesco – faccio girare la sangria all’interno del mio bicchiere e ne bevo un sorso. – Non diresti mai che due persone possano essere così felici finché non le vedi.
Louis, accanto a me, annuisce e continua a guardarsi intorno. Siamo appoggiati alla balaustra che si affaccia sulla spiaggia, rivolti verso il giardino. Da dietro di noi arriva il suono dell’oceano, da davanti il brusio degli invitati. In mezzo a loro il lungo vestito bianco di Gigi spicca come un faro.
- Mi pare strano che l’unico che non sia voluto venire sia proprio Liam – continuo. Louis scrolla le spalle.
- Non so Annie, secondo me ce l’ha ancora con Zayn. Mi stupisce che Harry sia venuto, invece.
- Secondo me invece non vedeva l’ora di stare in pace con Sophia. E invece Danielle dov’è? – Ribatto mentre la brezza mi fa volare i capelli davanti al viso.
- Boh. – Risponde sospirando.
- Eloquente.
È venuto con Danielle. Con Danielle. Quando due settimane fa si è presentato alla festa di Harry con Eleanor, oggi è venuto con Danielle. La sua indecisione mi infastidisce.
- Guarda, arrivano Harry e Ed. – Si limita a dire.
Harry, camicia con le banane semiaperta sul petto, pantaloni neri stretti, scarpe marroncine e cappello nero. Ed, maglioncino blu e jeans stretti, capelli spettinati e aria da pacioccone. Vengono verso di noi tenendosi a braccetto e coi calici in mano. Ed, a guardarlo bene, sembra stare proprio malino. Avvicinandoci, notiamo che Harry sta messo nella stessa maniera.
Ci stacchiamo dalla ringhiera e andiamo verso di loro. Io prendo il braccio di Harry, Louis quello di Ed. Siamo nel bel mezzo della folla.
- Che sta succedendo, ragazzi?
Stanno ridendo sorreggendosi a vicenda e sembrano ignorarci completamente.
- Ma siete ubriachi?
- Ti ricordi… ti ricordi quando eri in motorino e hai preso la cassetta postale, e il gatto della vicina è volato sull’albero? – Ed si piega in due dalle risate nella direzione di Harry, che si flette all’indietro ridendo istericamente e lo riempie di pacche sulle spalle.
- Certo che me lo ricordo! E quando la tua felpa ha preso fuoco mentre cercavi di fare il barbecue acrobatico?
Ridono più forte e io e Louis ci scambiamo un’occhiata di disagio.
- Io non sono ubriaco – spiega Harry asciugandosi gli occhi, le spalle scosse dai singulti. – Ed è marcio di sangria.
- Sono strafatto! – Ed si arruffa i capelli. – Dio, che buon drink!
- Forse è meglio che lo porti a casa. – Tira su col naso e slaccia un bottone della camicia, lasciando intravedere i pettorali e i suoi tatuaggi. – Lo porto a casa e torno, ok love?
- Amore, sei sicuro di poter guidare?
- Annie, non ho toccato un goccio! – Si china a baciarmi le labbra. – Vado e torno. Chiederò a Niall, se riesco a staccarlo da Selena.
Louis alza gli occhi al cielo: - Flirtano ancora?
- Sono solo ottimi amici – ribatte Harry, poi si china su Ed che nel frattempo si è seduto per terra, lo tira su e arranca via, mentre il caro pel di carota è nel pieno di una crisi nervosa da ridarella.
Ci scambiamo un’altra occhiata perplessa e Louis si sistema il cravattino con un sospiro.
- Dopo cinque lunghi anni di conoscenza, io ormai non ho più parole.
Sorrido divertita. - Vado a prendere dell’altra sangria.
Mi sistemo meglio il vestito rosa sulle ginocchia e attraverso il giardino verso il banco dei liquori servito da uno dei camerieri in livrea, che prende la caraffa e mi verso dell’altro liquido nel bicchiere. Ringrazio e faccio per tornare verso Louis, ma dietro di me, a fissarmi immobile e silenziosa, trovo proprio Kendall.
- Arrampicatrice sociale – mi saluta con un cenno, guardandomi come se fossi un escremento di cane sotto la suola della sua scarpa.
- Prostituta d’alto borgo – ricambio il gesto imprimendo nel saluto quanto più veleno riesca a produrre.
Kendall si apre in un sorriso di scherno e porta i lunghi capelli sciolti dietro la schiena, lasciata scoperta dal corto e volgare vestito.
- Se tu contassi qualcosa prenderei quello che hai detto come un insulto – ribatte tagliente.
- Oh, di certo non ti consiglio di prenderlo come un complimento.
Beviamo entrambe dai nostri bicchieri, studiandoci le mosse a vicenda. Questo incontro mi sembra una partita di scacchi: Kendall è il bianco, ha cominciato per prima con un pedone e ora sta mandando avanti l’alfiere. Io, il nero, non ho proprio voglia di stare al suo gioco e sposto la pedina più forte della scacchiera: la regina.
Vuoi giocare, Kendall? E allora giochiamo.
- Taylor ti ha raccontato del nostro incontro di qualche tempo fa? Strano che non sia venuta a darti sostegno morale, due stronze insieme sono più difficili da zittire.
- Non bisogno di sostegno morale – alza in mento, la presa sullo stelo del calice si rafforza impercettibilmente. Attorno a noi un paio di persone si sono voltate a seguire la nostra conversazione.
- Nemmeno io. Peccato che in questo determinato campo da gioco, però, vinca io.
- Perché mai?
- Perché in mezzo a tanta gente non puoi spogliarti di fronte al mio ragazzo per convincerlo a scoparti, brutta troia da quattro soldi che non sei altro. – Sibilo velenosa.
Gli spettatori attorno a noi commentano eccitati la mia risposta attirando l’attenzione di tutti gli altri su me e Kendall, e sul suo viso stravolto dalla furia. I suoi occhi allungati lampeggiano d’ira.
E in un attimo mi versa in testa il bicchiere di sangria e mi lancia il bicchiere vuoto addosso. Questo si rompe quando riesco a bloccarlo con un braccio, accecata dal liquido che mi sta bruciando gli occhi.
- Ehi, ehi, EHI! – Louis mi si para davanti, facendomi scudo con un braccio e allontanando Kendall con l’altro. – Sei impazzita?
- Sei una puttana! – Grida Kendall tremante dalla rabbia. – Sono felice che ti abbiano spaccato la testa, avrei voluto che fossi morta!!
- Kendall. – La voce gelida di Gigi ci va voltare tutti verso di lei, in piedi davanti al cerchio di spettatori che si è formato intorno a noi. Il lungo vestito bianco non fa altro che risaltare l’espressione del suo viso, dura e severa come un blocco di granito. – Che cosa ti ha fatto credere di poter comportarti in questo modo in casa mia? Non tollero certi comportamenti all’interno delle mie mura, alla mia festa. Ti invito ad andartene dalla mia casa.
Kendall ride senza gioia, incredula. – Mi stai sbattendo fuori, Gigi? Sono la tua migliore amica, non puoi cacciarmi!
- Immediatamente, Kendall.
Lei resta ferma dove si trova. Louis mi passa il fazzoletto di stoffa preso dal taschino dei suoi pantaloni.
- Devo farti scortare fuori?
Un buttafuori affianca Gigi insieme a Zayn, che solo ora si è accorto della situazione. Kendall si volta verso di me.
- Va’ all’inferno, nullità – mi sibila contro, prima di incamminarsi verso l’uscita scortata dal buttafuori. Lo sguardo di Gigi la segue per un po’, prima di tornare a posarsi su di me.
- E tu, Annie – continua – quando sarai invitata al mio matrimonio, cerca almeno di non creare altrettanto trambusto. Sono stata abbastanza chiara?
- Cristallina, Gigi.
- Louis, accompagnala al bagno padronale. Credo che tu conosca la strada. 

- È stato assurdo. Assurdo! – Commento per l’ennesima volta prima di chiudere l’acqua del rubinetto e frizionarmi i capelli con un asciugamano, nelle narici l’odore dello shampoo alla lavanda che ho trovato sul bordo della vasca. Louis, seduto sulla tavoletta abbassata del gabinetto, segue pazientemente il mio discorso cercando di rabbonirmi. Sul pavimento intorno ai suoi piedi ci sono sparsi i rotoli e rotoli di carta igienica che ho usato per asciugarmi viso, collo e vestito.
- Non dovevi raccogliere così la provocazione.
- Louis, ha sentito cos’ha detto? Come mi guardava?
- Ho sentito e ho visto. Non dico che sono d’accordo con quello che le hai detto, ma di sicuro se lo meritava.
- Quella stronza.  Ha cercato di fare sesso col mio ragazzo e ha pure il coraggio di versarmi la sangria in testa. Troia.
- Calmati. Gigi l’ha sbattuta fuori, se n’è andata. Non c’è bisogno di continuare a essere arrabbiati.
Afferro una spazzola e mi pettino rabbiosamente i capelli, prima di annodarli bagnati in una croccia sulla cima della testa. Il mio trucco è andato completamente a puttane, ho dovuto struccarmi, e il vestito è da buttare… Farò una pessima figura con tutti quei ricconi luccicanti.
Sono due ore che siamo chiusi in bagno, e questo è il massimo che sono riuscita a fare. Sono impresentabile.
- Adesso sono arrabbiata con te – mi giro a guardarlo con le mani sui fianchi. Louis mi guarda confuso.
- Che ho fatto?
- Come sarebbe che hai fatto, Louis? Devi prendere una cavolo di decisione.
- Riguardo cosa?
- Briana, Eleanor o Danielle? Perché sembra che tu non sappia scegliere fra le tre: sei andato a letto con Briana e hai portato un figlio in questo mondo assieme a lei, ti sei presentato alla festa di Harry al fianco di Eleanor e stasera hai portato Danielle! Chi vuoi, Louis? Di chi diavolo sei innamorato? Deciditi!
- Annie.
- Che c’è?
Mi guarda come un cane bastonato, seduto sul water. Con un gesto del pollice indica il giardino sotto di noi, fuori dalla finestra accanto al bancone del lavandino.
- Ho lasciato Danielle più di un’ora fa.
- Oh.
- L’ho portata qui solo per pretesto, se n’è già andata.
Silenzio imbarazzato.
- Rimangono Briana ed Eleanor. Louis, di chi sei innamorato?
Louis sospira, si alza e si avvicina alla finestra, guardando fuori malinconicamente.
- Eleanor. Eleanor, sarà sempre Eleanor.
I tifosi nella mia testa fanno la ola e suonano le vuvuzela, come neanche il gol di Grosso alla finale dei mondiali 2006.
- Lei lo sa?
- Non lo so – continua a osservare il giardino.
“Non metterti in mezzo” risuona l’eco della voce di Carlo nella mia testa. “Non impicciarti”.
- Lei potrebbe sperarci – mormoro in risposta, ma Louis mi sente e si volta a guardarmi. Il ciuffo gli ricade sull’occhio destro. – E che mi dici di Briana?
- Te l’ho già detto molto tempo fa, lei è soltanto mia amica. Quella notte di sesso è stato uno sbaglio, ma ne è nato Freddie. Lui è l’unico essere umano che amo più di Eleanor, più dei miei migliori amici.
Mi sento male. Poco dopo aver accettato il mio ruolo di madrina, nell’ospedale di LA, Harry e Louis sono usciti dalla stanza e io sono rimasta sola con Briana e Freddie. Gliel’ho passato fra le mani, Briana l’ha guardato con occhi pieni di adorazione e mi ha mormorato:
“Annie, devo dirti una cosa: è un segreto, devi giurarmi di non dirlo a nessuno. A Harry, ma soprattutto a Louis.”
“Sarò muta come un pesce. Che cosa c’è?”, ho risposto. Briana ha alzato lo sguardo su di me con occhi impauriti e pieni di sensi di colpa.
“Ecco… io non sono certa che Louis sia il padre.”
Che cosa?”
“Ho fatto sesso con un altro uomo, qualche giorno dopo averlo fatto con Louis. Di nuovo, non protetto”.
“Con chi l’hai fatto, Briana?”
“Non è importante”, ha scosso la testa. “Ti prego, Annie, non dirlo a Louis!”.
- Annie, tutto ok? – Louis mi riscuote dai miei ricordi sventolandomi una mano davanti agli occhi.
- Sì, sto bene.
Ho promesso di non dirgli niente. Ho giurato.
Il diavoletto sulla mia spalla sinistra mi sussurra all’orecchio: Dirglielo chiaro e tondo è una cosa, dargli il beneficio del dubbio un’altra!
La miniatura di Carlo, seduto sulla spalla destra: Taci, Annie. Non dirgli nulla. Vuoi togliergli la gioia di essere padre?
Ma quale gioia! Replica il diavolo. Se la sta facendo nelle mutande per questa responsabilità, e magari il figlio non è neanche suo!
- Louis, non ti è mai venuto il dubbio di non essere davvero il padre di Freddie? – Apro la bocca ancora prima di pensarlo, regalando la vittoria schiacciante al diavoletto. La miniatura di Carlo scuote la testa amareggiata e scompare.
- Sì, in effetti sì – sospira. – Mi sembra troppo strano che una sola volta, e neanche ben fatta, sia stata la causa scatenante. Ma può succedere.
- Perché non chiedi il test del DNA?
Pianta gli occhi nei miei. – Perché in ogni caso io mi sono fatto avanti. Non l’eventuale altro padre. Sono certo nel caso Briana ha annunciato la sua gravidanza a entrambi, è bravissima a pararsi il culo. E non ho visto nessun altro potenziale padre, nel corso di questi sei mesi. E poi – alza il mento orgoglioso. – Freddie è mio. L’ho visto appena nato, l’ho tenuto fra le braccia, me ne sono innamorato. È MIO. Io sono suo padre e io lo crescerò.
- Questo ti fa molto onore, Louis.
Forse non se la sta facendo nelle mutande, ammette il diavolo.
- Forse è meglio tornare alla festa, Harry si starà preoccupando. – Si avvia verso la porta.
- Louis?
Si volta. – Sì?
- Ti voglio bene.
Mi rivolge un triste sorriso. – Perché?
- Lo sai il perché. Tu sei… - sospiro, i battiti cardiaci accelerano lievemente. – Uffa, sei… Eri con me a casa di Zayn, eri con me quando sono corsa fuori, eri con me quando Harry è sparito per ore e non si è fatto vedere, eri con me quando sono andata da mio padre e abbiamo discusso... sei sempre stato lì per me. Insomma, sei il mio dannato migliore amico, che cavolo!
Mi si avvicina in fretta dopo un attimo di esitazione e mi abbraccia stretta, dandomi un bacio sulla guancia.
- Ti voglio bene anch’io, Annie.
Gli bacio una guancia e gli prendo una mano, senza però intrecciare le mie dita con le sue. È una cosa che faccio soltanto con Harry.
- Andiamo, è meglio.
Ci incamminiamo di nuovo verso la porta, quando mi fermo improvvisamente.
- Louis.
Il suo sguardo si posa su di me, in attesa.
- Louis, devo sapere che cosa state combinando tu e Harry.
Scuote la testa. – Non posso dirtelo, Annie.
Con uno scatto rabbioso mi libero della sua stretta ed esco dal bagno senza dire più niente. 

Sto cercando Harry da un’ora e mezza, furiosa. Non risponde alle chiamate né ai messaggi, quando gli chiedo che cosa ha fatto durante la giornata fa lo schivo, e non risponde alle mie domande.
Forse questa relazione sta andando alla deriva. Forse ha un’altra. Forse proprio Kendall.
Fra un mese e mezzo partiremo tutti insieme per Disneyland: io, lui, Louis, Niall, Liam. Ma se questa situazione persiste… io non sono disposta a continuare così, a dargli fiducia malriposta. Non sono disposta a non sapere che cosa fa, quando glielo chiedo. Ad avere segreti.
Io gli ho sempre detto tutto, anche quando dirglielo era una cosa sbagliata che non avrebbe portato altro che guai. Tutto. Sempre.
E lui invece che fa? Non mi dice niente. Da quasi un mese.
No. Non sono disposta a continuare così.
Vagando in mezzo agli ospiti che stanno ballando come in discoteca, divertendosi anche a tuffarsi in piscina completamente vestiti – chi l’avrebbe mai detto che Colin Farrell amasse fare il bagno coi vestiti addosso? – e passando poco lontano a Gigi e Zayn avvinghiati e zuccherosi, riesco finalmente a trovare Harry: sta seduto per terra contro la ringhiera sulla spiaggia, dove qualche ora fa stavamo io e Louis, a capo chino, circondato da una dozzina di calici vuoti.
Mi paro davanti a lui sovrastandolo a braccia incrociate.
- Harold Edward Styles.
Lui alza la testa e mi guarda con gli occhi annebbiati e un sorriso ebete.
- Ehi, piccola mia – biascica. – Adesso sì che sono proprio ubriaco!
Se fosse un fumetto avrebbe le linee oblique rosse appena sotto gli occhi.
- Ma non ti vergogni?
Tende una mano verso di me. La afferro per tirarlo su, ma ha il culo troppo pesante e cado rovinosamente seduta accanto a lui.
- Santo Dio – sospiro. Tiro fuori il cellulare dalla borsetta e chiamo Louis.
- Prometto che è l’ultima volta che ti rompo le scatole, ma potresti aiutarmi a mettere in piedi questo povero fesso?
- Hai idea della quantità di favori che mi devi, amica mia? Cosa farai per sdebitarti? – Ride dall’altra parte della cornetta.
- Giuro che se mi aiuti con questa ti ritraggo nudo nella posa del David di Michelangelo, come mi hai chiesto una volta.
- Ero ubriaco quando te l’ho chiesto!
Harry intanto mi riempie di bacini alcolizzati. Puzza di sangria. Sorride, completamente imbambolato, e mi abbraccia all’altezza delle spalle nascondendo la testa dietro alla mia schiena.
- Harold, potresti lasciarmi?
- No.
Sospiro, tornando a rivolgermi a Louis che intanto si sta facendo largo tra la folla. – Giuro che preferisco la sbornia lacrimogena a quella coccolosa.
- Harry non si prende mai la sbornia lacrimogena.
- Purtroppo.
Louis chiude la telefonata e mi si avvicina, sorridendo divertito.
- Dai. Io lo prendo di qua e tu lo prendi di là. Pronta? Al mio tre. Uno. Due. Tre! 

Arranco fino al grande letto matrimoniale e lascio andare Harry, che cade sulle lenzuola a peso morto.
Guidare la sua Mercedes col tettuccio abbassato fino a Jawbelly Ville è stato un piacere unico, fino a quando Harry non si è messo a blaterare sul fatto che, secondo lui, le penne a sfera sono utilissime per mangiare la zuppa cinese.
Louis mi ha aiutato a metterlo in macchina, poi è tornato alla festa.
Harry, sul letto, comincia a russare sommessamente.
Gli slaccio le scarpe, bestemmiando contro i maledetti tacchi che ancora porto ai piedi, gliele sfilo e me le tolgo con un calcio, cadendo seduta sul letto.
- Annie – nel buio i suoi occhi luccicano nella mia direzione. – Sei la mia stessa vita, lo sai questo?
Indugio. – Lo so.
Mi accarezza una guancia. – Io ho soltanto bisogno che tu ti fidi di me. Fidati di me.
- Ci sto provando.
- Guardami.
Mi giro verso di lui, accarezzandogli il braccio tatuato, disegnando il contorno di ognuno dei suoi tatuaggi. I nostri sguardi si incrociano.
- Fidati di me – ripete, sussurrando. – Ho bisogno di questo.
- Non so come fare – sospiro.
- Amami e basta. Prometto che ti spiegherò tutto a tempo debito. Devi solo fidarti di me.
- Non esci con Kendall, vero? – Chiedo a bruciapelo.
- No, non esco con Kendall. Non esco con nessuna, se non con te. Dopo l’ultima volta ho imparato la lezione.
Sbuffo.
- Annie. Ti prometto che ti spiegherò ogni cosa, e allora riderai. Ma fino ad allora, fidati, e non smettere di amarmi. Ti prego.
Lo guardo mestamente. – Ci proverò, Harry.

   
 
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