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Autore: Cristin_94    01/04/2016    0 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è la mia prima fan-fiction che scrivo su Arrow! E' da poco che guardo questa serie tv e non ho potuto far almeno di adorare Oliver e Felicity insieme! Pur seguendo la programmazione americana, ho deciso di scrivere una ff che racconta le avventure del team Arrow tra la fine della seconda serie e l'inizio della terza serie.
Dalla fine del quinto capitolo racconto qualcosa che farà sì che ciò che è successo nella terza stagione non possa accadere! Ho mischiato un po' le carte, diciamo così! :)
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- "Speriamo che < questa volta > faccia la scelta giusta." bisbigliò Berry, mentre Oliver chiudeva la porta dietro di sé. Tutti lo guardarono con fare interrogativo ma lui fece finta di non cogliere la domanda sottintesa. Come avrebbe fatto a spiegare loro che oltre a essere un fulmine era anche in grado di tornare indietro nel tempo? E soprattutto come poteva spiegare che tutti loro avevano già vissuto quel giorno e che l'unico motivo per il quale lo stavano rivivendo era salvare Felicity e lasciare che finalmente Lei e Oliver vivessero felici e contenti?


Quando Oliver chiuse la porta dietro le sue spalle, prese un respiro profondo e poi si girò verso di Lei. – “Felicity..”
– “No, Oliver. Prima che tu dica che è colpa tua, che, per inciso, sembra essere il tuo sport preferito, ascoltami. Non è colpa tua tutto quello che sta accadendo qui. Come potrebbe? Stiamo parlando di un mondo in cui si può correre veloce come un fulmine.. addirittura resuscitare. Dopo tutto, avere a che fare con un pazzo criminale non è poi così anormale per il team Arrow, non credi? E non è colpa tua se un pazzo vuole prendersela con me.”
- “Felicity.. Ra’s vuole ucciderti!” scandì meglio Lui, appoggiandosi alla scrivania.
- “Oh che novità? Non è mai successo, giusto? Non voleva forse uccidermi quella volta Dodger il furbo? E il Conte? Non credo mi abbia rapita perché voleva scambiare soltanto quattro chiacchiere con me!” disse tutto d’un fiato Lei.
- “Felicity è colpa mia se ti trovi in questa situazione e…”
- “E non ho finito!” lo bloccò Lei, facendo un passo verso di lui. “Ci sarebbe anche il fabbricante di bambole e, dato che adesso mi sfugge qualcosa, direi che possiamo passare direttamente a Slade Wilson che voleva staccarmi la testa per mantenere fede a una promessa che ti aveva fatto qualche anno fa. E tutte queste volte tu, Oliver, ti sei sempre preso la colpa. Sbagliando. Perché sono io che ho scelto questa vita e la scelgo ogni giorno. E tu non puoi sentirti responsabile per qualcosa che ho scelto io.” Sbottò Lei. “Sapevo benissimo a cosa andavo incontro quando ho deciso di unirmi a te e a Diggle. E lo so anche adesso!”
Oliver la guardò. Non indossava una maschera ma aveva più coraggio di tutti.- “Felicity.. ho fatto una promessa e intendo mantenerla. Non permetterò che ti accada nulla. Per questo, ti prego, fa quello che ti chiedo. Abbandona Starling City. Sono anni che non ti prendi una vacanza. Approfittane.. Potresti andare a trovare tua madre e fare una vacanza insieme a…”
- “No, Oliver. Te l’ho già detto: stiamo parlando della mia vita, quindi scelgo io!” rifiutò Lei la proposta. “E poi, potresti avere bisogno di me qui!” aggiunse. “Ricordati che sei tu che mi sei venuto a cercare.. come Arrow, quando tua madre ti ha sparato quella volta alla Queen Consoliteded e, ancora prima, come Oliver Queen. La prima cosa che hai cercato di farmi fare, dopo avermi raggiunto nel mio ufficio, era convincermi a recuperare dei dati da un computer pieno di proiettili!” sorrise Lei al ricordo.
- “Tecnicamente.. sei tu che hai < raggiunto > me!” la corresse Lui, abbozzando un sorriso.
- “Come? No, Oliver! Il nostro primo incontro è avvenuto a fine ottobre di due anni fa, quando ti sei presentato nel mio ufficio solo per il gusto di sentirmi balbettare…” scoppiò a ridere ricordando la scena. Poi lo guardò: aveva uno sguardo strano. “Dai.. Non dirmi che non ti ricordi?”
- “Lo ricordo perfettamente!” le rispose Lui, distogliendo lo sguardo dal suo.
- “E.. allora?” gli domandò Lei. C’era qualcosa che non le quadrava.
Lui valutò se dirle la verità o meno. - “Quella non è stata la prima volta in cui io ti ho visto… Per me il nostro primo incontro è… un altro.” Ammise poi Lui, sorridendo, osservando lo sguardo stupito di Lei.
- “Di… di cosa stai parlando?” chiese Lei, avvicinandosi a Lui. Ormai solo qualche passo la separava da Lui.
Lui la guardò; così si schiarì la voce e poi disse: - “ < Sei così carino. E’ così brutto che tu sia morto. > ”
Lei sgranò gli occhi. Era completamente senza parole. Per la prima volta, forse. - “Io.. non credo di capire!”
- “Sono tornato a Starling City due anni prima rispetto a quello che vi ho fatto credere. E’.. è una storia molto lunga. Sono tornato a casa ma non ho potuto riabbracciare la mia famiglia, né i miei amici. Sono tornato a casa e ho visto mia sorella entrare nel vortice della droga e dell’autodistruzione e non sono stato capace di fare altro se non uccidere il suo spacciatore.” Si fermò e fece un respiro. “Quando ho visto come tutti ormai parlavano di me al passato e quando ho realizzato che volevo fare qualcosa per aiutare le persone che amavo, Maseo mi ha fatto capire che non era proprio il momento più adatto. E sono dovuto andare via, di nuovo.”
Lei lo ascoltava, commossa. – “Dev’essere stata dura, Oliver. Mi dispiace!”
- “E’ stata dura, sì. Non era un buon periodo." sorrise amaramente Lui. Poi continuò: "Fu allora che, mentre ero alla Queen Consoliteded, nell’ex ufficio di mio padre è entrata una ragazza adorabile che, guardando una mia foto, si fermò e mi disse che ero carino e che era un peccato che fossi morto.” Le rivelò Lui, guardandola arrossire.
- “Dio.. che vergogna!” disse Lei. “Pensavo di essere sola! Che figura.. chissà cosa avrai pensato di me! Che ero una pazza che parlava con una foto di un ragazzo morto! Va beh.. che non eri morto io non lo sapevo ancora.. Quindi.. tecnicamente io stavo parlando con la foto di uno che era morto…”
Oliver le sorrise.In tutti quegli anni, una cosa di Felicity non era cambiata: continuava a blaterare come in quel famoso primo "quasi" incontro.  - “A dire il vero, in tutto il casino che era la mia vita, mi hai strappato un sorriso. Sono rimasto totalmente affascinato da te, dalla tua voglia di vivere. E’ lì che mi sono convinto di tornare a casa. E’ stata la tua voglia di vivere a convincermi. Ma la mia vita si è incasinata ancora di più e.. e sappiamo come è andata."  
- “Quindi.. quando sei venuto da me per chiedermi di aiutarti con il tuo laptop, tu sapevi già…”
- “No! Avevo chiesto a un dipendente della Queen Consoliteded di dirmi a chi avrei potuto rivolgermi per ottenere aiuto con quel pc così mal ridotto e lui mi ha fatto il tuo nome, indicandomi il tuo ufficio. E mi sono presentato alla tua scrivania. Ti ho riconosciuto subito però… Mi sono detto: < E’ lei la ragazza che si è messa a blaterare nell’ufficio di mio padre quando sono tornato a Starling City! > ”
- “O mio Dio.. avrai pensato che ero una sciocca, dì la verità!”
- “Ho pensato che fossi adorabile.. proprio come due anni prima. E, come due anni prima, sei stata tu l’unica che mi ha fatto sorridere.” Le confessò Lui, alzandosi e avvicinandosi a Lei. “Da quando sono arrivato sull’isola, dopo che la nave è affondata, non sono mai riuscito a fidarmi di nessuno completamente. Guardavo le persone e pensavo a cosa nascondessero, a probabili doppi giochi. Non mi fidavo di nessuno. Eppure.. quando sono entrato nel tuo ufficio, sei stata la prima persona che ho visto come.. una persona. Semplicemente come una persona. C’era qualcosa in te…” ricordò Lui, emozionato.
- “Stavo masticando una penna! Beh.. Non so cosa sia meglio.. parlare a una foto o masticare una penna!” scherzò Lei.
- “Era rossa!” le sorrise Lui. Le si avvicinò ancora di più e le prese una mano. “Non so perché ti sto raccontando tutto questo. Davvero, non lo so. Sono ancora convinto di ciò che ti dissi una volta. Che, a causa della vita che conduco, è meglio che io non stia insieme a qualcuno a cui tengo troppo.. Ma, dopo questa sera, sentivo la necessità di dirtelo.”
- “Oliver..” sussurrò Lei.
- “Felicity.. in questi mesi, dopo aver sconfitto Slade, mi sono illuso di poter essere me stesso, Oliver Queen, e Arrow, contemporaneamente. Ma non posso, è questa la realtà. Forse solo per il momento. Ma so che non posso chiederti di aspettarmi… di aspettare che tutto questo finisca perché non te lo meriti.. Ma io avevo bisogno di dirti la verità. Avevo bisogno di dirti che non mentivo quella sera, a casa mia, quando abbiamo battuto Slade..”
Felicity lo guardò negli occhi. Sapeva bene a cosa si riferiva.
- “Oliver…” disse Lei con un filo di voce.
- “Ra’s ti vuole morta perché sa cosa significhi tu per me. E non posso stare fermo qui, ad aspettare. E non puoi chiedermelo. Perché so solo due cose. La prima è che farò di tutto, di tutto per aiutare Tommy e Thea. La seconda…”
- “La seconda?” domandò Lei, trattenendo il respiro.
- “Τi amo!” le disse e, prendendo il suo viso tra le mani, la baciò.
Fu un bacio tanto tenero, quanto desiderato da entrambi. Un bacio pieno del loro vissuto  e ricco di speranze per il loro futuro. Fu un bacio che racchiudeva tutto il loro Amore.
Quando le loro labbra si staccarono, Oliver rimase a guardarla per qualche secondo. Era bellissima.
Lei gli sorrise, poi si allontanò leggermente per chiedergli: - “C’è per caso qualche telecamera e qualche cattivo da ingannare anche questa volta?”
Lui scoppiò a ridere. – “No! Siamo solo io e te. Finalmente!” le confermò, baciandola nuovamente. “E dire che erano mesi che cercavo di invitarti a cena… In un ristorante italiano, tipo.. Ed è bastata una sera, una soltanto, a far sì che accadesse tutto questo!” appurò Lui, stringendola tra le sue braccia mentre Lei si aggrappava al suo collo.
- “Beh.. abbiamo già avuto il nostro primo appuntamento!” precisò Lei. “Forse non proprio appuntamento.. appuntamento. Ma ne abbiamo avuto uno simile.”
- “Di cosa stai parlando?” le domandò Lui, sentendosi in quegli attimi, finalmente felice.
- “Dai.. di quella volta al Big Bell Burger, quando ti ho..”
- “Consegnato la lista!” concluse Lui, che poi, vedendola riflettere su qualcosa, le chiese: “Cos’hai?”
- “Quella volta, quando ti dissi che, nonostante le tue numerose bugie, mi fidavo di te e ammisi che non ne conoscevo il motivo…”
- “Sì?” la ascoltava Lui.
- “Tu mi rispondesti.. < Forse perché sono carino! >... Mi avevi preso in giro per quello che avevo detto nell’ufficio di tuo padre due anni prima!” concluse Lei, rifilandogli un leggero pugnetto sull’avambraccio.
- “Ahiii! si lamentò Lui. "No! Cioè.. sì e no! Un po’ per quello e un po’ per stemperare la tensione. Eri molto tesa.” cercò di convincerla Lui.
- “E dovrei crederti?” gli chiese Lei, fingendo di essere sulle sue.
- “Non ti mentirei mai!” le rispose, attirandola a sè e dandole un altro bacio.
Questa volta Oliver fu costretto ad allontanarsi subito da Lei. Sentì la porta aprirsi e dopo qualche secondo comparve Diggle.
- “Oliver… l’aereo per raggiungere Tommy è pronto. Devi andare.” Lo avvisò, spostando lo sguardo da Lui a Felicity. “Qui.. tutto bene?”
- “Sì!” rispose Lei. “Anche se non siamo d’accordo sul da farsi. Oliver mi vuole a Los Angeles da mia madre… e io ho intenzione di seguirlo a Corto Maltese. Come credi che finirà?”
- “Felicity.. non è sicuro per te andare a Corto Maltese con Oliver.” Le disse Diggle.
- “Ah.. grazie Diggle.” Disse Oliver, avvicinandosi a Lei. “Τi prego.. L’unico modo in cui posso sopravvivere a tutto ciò... è saperti al sicuro. Lontano da qui e dal pericolo in cui io stesso ti ho messa.”
- “Non mi lascerai venire con te, vero?” gli domandò Lei, sfiorandogli la mano.
- “Questa volta no.” le rispose.
- “Va bene. Non verrò con te a Corto Maltese. Ma resterò qui, al covo. Con Diggle. E’ il massimo che possa prometterti.”
Lui la guardò negli occhi. - “Credo possa bastare.”
 

- “Oliver.. l’aereo è pronto! Possiamo partire.” Lo avvisò Sarah.
- “Possiamo andare.” Disse Lui, voltandosi verso Felicity.
Barry tossì. – “Scusate la domanda… Ma.. Felicity, verso la quale sono rivolte le attenzioni del nostro super cattivo, che farà? Voglio dire.. sparisce per un po’ dalla circolazione o..?”
- “Barry, tranquillo! Resterò qui, a Starling City. Starò al sicuro, qui al covo.” Rispose Lei.
- “No, non sei affatto al sicuro qui al covo!” le rispose d’un fiato lui. Gli occhi di tutti i presenti erano ormai rivolti a Barry. La sua reazione era stata alquanto esagerata. “Voglio dire.. mi pare di capire che ormai tanti sanno dell’esistenza di questo covo. E non credo che per Ra’s sarà difficile scoprirlo. No?”
- “Ci sarò qui io, tranquillo Barry.” Lo tranquillizzò Diggle.
Barry sospirò. Sapeva benissimo cosa era successo in quel covo e cosa stava per accadere di lì a poco. Lyla avrebbe raggiunto Diggle con l’intento di proteggere Felicity e, mentre Oliver, Sarah e tutto il suo team raggiungevano a Corto Maltese Tommy e Thea, la lega di Ra’s avrebbe attaccato i tre riuscendo a rapire Felicity. Mentre l’aereo su cui tutti sarebbero saliti di lì a poco, una volta atterrato, sarebbe esploso, non lasciando vivo nessun membro della squadra.
Tutto fin lì si era verificato esattamente come nel giorno appena vissuto prima di aver viaggiato indietro nel tempo. 
E l’entrata in scena di Laurel confermava ciò.
- “Sarah..”
- “Laurel.. che ci fai qui?” le domandò Sarah.
- “Io vengo con voi. Ho bisogno di vedere Tommy.”
Sarah guardò Oliver. Non sapeva come comportarsi con sua sorella.
- “Laurel..” iniziò Lui.
- “Oliver!” lo interruppe Barry. “Ho bisogno di parlarti. Ora!” gli disse avvicinandosi e, dopo avergli afferrato il braccio, lo portò, in un attimo, ai laboratori S.T.A.R.
Oliver ebbe bisogno di qualche secondo per capire cosa fosse successo. Quando realizzò, caricò un pugno rivolto al volto di Barry. Flash, però, non ebbe così tanti problemi per schivare il colpo.
- “Ma.. chi ti credi di essere? Credi di poter fare tutto quello che ti pare solo perché sei veloce come la luce?”
- “No! Quello sei tu che, solo perché hai arco, frecce e un vestito di pelle verde, credi di poter fare quello che vuoi!”
Oliver stava per reagire nuovamente manon lo fece. Non aveva tempo da perdere lì con Barry. Aveva altro a cui pensare. – “Barry.. portami subito a Starling City! E non farmelo ripetere due volte!”
- “Oliver.. prima dobbiamo parlare! Si tratta di Felicity!”
Oliver ebbe un sussulto. – “Cosa c’entra adesso Felicity?”
- “E’ difficile spiegarti tutto quello che devo dirti e sarà difficile anche per te credermi. Ma lo dovrai fare, se vuoi salvare Felicity.”
- “Cosa vuoi dire?” gli domandò, impaziente. 
- “Oltre a correre veloce come un fulmine, non so come ma.. posso tornare indietro nel tempo.” Fece una pausa. Poi aggiunse. “Abbiamo già vissuto questo giorno. Tu sei salito su quell’aereo per Corto Maltese e Felicity è rimasta al covo. Tutto ciò che hai appena vissuto è già accaduto. In più, quello che accadrà, se non facciamo qualcosa, è già scritto: Ra’s attaccherà il covo e rapirà Felicity. E tu, una volta arrivato a Corto Maltese, salterai in aria con tutta la squadra. Fine della storia.”
Oliver era rimasto senza parole. – “Io.. io non riesco a credere a tutto ciò.”
- “Dì la verità: quando ti ho portato qui, stavi parlando con Sarah e Laurel riguardo la possibilità che Laurel venisse con voi a Corto. Le stavi per dire che era pericoloso e che sarebbe stato meglio rimandare il suo incontro con Tommy, vero?”
- “Questo dovrebbe convincermi che non mi stai mentendo?”
- “Speravo ti potesse aiutare..” sorrise Barry. “Oliver.. io ci tengo veramente a Felicity. Ho avuto una cotta per lei, ma la cosa è finita ancor prima di iniziare. Non c’era futuro tra me e Lei, soprattutto perché io ho un mente un'altra persona e poi perchè sei tu l’uomo che lei ama!”
Oliver lo guardò senza dire nulla.
- “Non l'ho capito usando i miei super poteri. Questo l’ho sempre sospettato.. da quando sono stato qui a Starling City qualche mese fa. Lei non ha mai guardato me come guarda te. Ah.. congratulazioni, comunque!”
- “Per cosa?” domandò Oliver.
- “Per te e Felicity! Non le hai finalmente detto che è lei quella che vuoi mentre eravate nel covo prima?” e, prima che Oliver potesse dire qualcosa, aggiunse: “Questo lo so perché, quando stavi per partire, ieri.. cioè nel giorno < x > diciamo così..” tagliò corto Barry, per evitare di fare altra confusione, “..ho avuto modo di sentirtelo dire.” cercò di spiegargli.
Oliver valutò la situazione. Felicity si fidava di Barry e questo lo aiutò a scegliere cosa fare. – “Ok Barry, ho un piano. E tu mi aiuterai a realizzarlo.”
- “E cosa dovremmo fare?”
- “Salvare Felicity.. riportare a casa Τommy e Τhea.. sconfiggere Ra’s.” rispose secco Oliver.
- “Ah.. Un gioco da ragazzi!” commentò Barry, in stile Felicity. Afferrò Oliver per il braccio e si trovarono in un secondo al Verdant.
- “Ma.. dove diavolo siete stati?” domandò Roy. “Dobbiamo prendere un aereo, ve ne siete dimenticati?”
- “No, non ce ne siamo dimenticati, Roy. Ma c’è un cambio di programma. Non prenderemo quell’aereo.” Rispose Oliver.
- “Oliver.. dobbiamo salvare Τhea!” disse Roy, con un tono simile a una preghiera.
- “Lo so, Roy. E fidati, lo faremo.” Gli rispose. Poi, rivolgendosi a tutti i presenti, disse: “Ho un piano. Possiamo farcela. Ma servirà l’aiuto di tutti.” Concluse Oliver, spostando poi lo sguardo su Felicity.
Lei lo stava già guardando. – “Bene! Mettiamoci a lavoro dunque!” concluse Lei.  
E Lui non poté non pensare a quanto fosse fantastica la donna che amava.


 
   
 
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