Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Red_and_blue96    02/04/2016    3 recensioni
Non ci si meraviglia di un uomo comune che prova amore… ma può, invece, un folle, incosciente, dedito al divertimento, innamorarsi sul serio? Può un essere duro e freddo come il marmo, giudicato da tutti una bestia, provare amore? Può un uomo autoritario, interessato solo al potere, amare la sua famiglia? E può l’amore cambiare le persone?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mercuzio

Richiusi il portone dietro di me e con la mano spostai i capelli dal mio viso per poterlo guardare meglio:
“Dimmi Romeo” mi rivolsi direttamente a lui, senza degnare di uno sguardo lei…
“Mi chiedevo se volessi essere il mio testimone…” disse poggiandomi il braccio sulla spalla e alzando gli occhi verso di me, essendo io più alto.
“Credevo che l’avresti chiesto a Benvolio…”
“Si pure lui riceverà la tua proposta…ma i testimoni possono essere due per sposo o sposa. Quindi i miei testimoni sarebbero Benvolio e tu e i testimoni di Giulietta il Principe e un altro da scegliere” concluse sorridendo alla fidanzata.
“Se così vuoi…allora accetto. Giulietta non ha nulla in contrario?” chiesi a lei sarcastico.
“Giulietta è d’accordo sulle scelte di Romeo” mi rispose per le righe. L’aria era diventata piuttosto pesante e Romeo se ne accorse e colse l’occasione per salutare e andare via con lei.
“Zio!” lo chiamai rientrando in sala.
“Nipote!” rispose imitando il mio tono.
“Come mai tutta questa benevolenza nei confronti di quei due?” chiesi acido. Valentino mi fissava incredulo.
“Se ti ricordi, ti avevo detto che non volevo problemi a causa della figlia del Capuleti che doveva scegliere un marito, visto che tra i prescelti c’eri tu e che potevi combinare qualche disastro in modo da adirare i Montecchi. Quindi, sono più contento che la cosa non ci abbia riguardato direttamente! La famiglia Della Scala ne è rimasta fuori, evitando possibili discordie.”
“Ora capisco…bè, preparati un abito adatto da testimone…” sentenziai.
“Perché tu no?” rispose.
“Come fai a saperlo?”
“Intuizione…e poi non per niente sono il principe!”

Tebaldo

Nonostante il mio odio per Benvolio, alla fine mi ritrovai a collaborare con lui per il matrimonio dei nostri cugini. Devo dire che, in fin dei conti, non è così insopportabile e con mia sorpresa ho scoperto che abbiamo molte cose in comune. Stavamo per recarci insieme dall’orefice per scegliere gli anelli per gli sposi, quando delle mani mi coprirono gli occhi, facendomi piegare all’indietro, Benvolio da parte sua rideva.
“Benvolio taci altrimenti dopo riderò io!”
“Ciao cugino mio!” disse Giulietta mollando la presa e abbracciandomi sempre da dietro. Mi girai e notai anche Romeo.
“Giulietta, piccola…Romeo…” salutai.
“Che ci fate qui?” chiese Benvolio.
“Siamo venuti qui per chiedervi un favore. Vorreste essere i nostri testimoni?” chiese Romeo.
“Certo che si, cugino. E lo chiedi pure!” rise Benvolio abbracciandolo.
“Aspetto una risposta, Tebaldo” disse Giulietta.
“Ti farò sapere” e le feci l’occhiolino. Poi raccattai Benvolio dalle braccia del cugino:
“Andiamo Montecchi: non si è mai visto un matrimonio senza anelli!” e salimmo a cavallo.
“Tebaldo!” mi chiamò Giulietta.
“Si?”
“Sai i miei gusti, non mi deludere!” le sorrisi e spronai il cavallo, inseguito da Benvolio. Finalmente arrivammo alla bottega dell’orefice, che appena mi vide entrare, spalancò gli occhi, neanche avesse visto un fantasma! Dietro di me, si fece spazio Benvolio e l’orefice scosse la testa per rinsavire: non si incontra un Capuleti a spasso con un Montecchi ogni giorno…
“Miei signori, so già il perché siete qui!” disse l’orefice.
“Bene allora facci vedere gli anelli più belli che hai!” rispose Benvolio, mentre io mi accomodavo su una seggiola vicino al bancone. L’orefice iniziò a poggiare sul banco casse, bauli e sacchetti, sembrava aver messo sotto i nostri occhi tutto quello che aveva nella bottega. Prese un cassetto alla volta e inizio a descrivere i vari anelli. Tutti banali! Non c’era una coppia di anelli all’altezza di Giulietta e Romeo… sbuffai pesantemente e mi alzai, lasciando Benvolio in balia di tutto quell’oro. Uscì sulla porta a prendere aria, alzai il viso e guardai il palazzo che si ergeva di fronte: molto semplice come stile ma con tanti dettagli particolari. E così ebbi un’ idea! Entrai dentro e spostai Benvolio dal banco:
“Sentite messere…avevo notato due anelli in oro con una linea ondulata centrale…”
“Si sono questi?” disse voltandosi alla sua destra e tirando fuori da una cassetta due fedi.
“Si proprio loro…si potrebbe avere un incisione?”
“Certo ragazzo mio!”
“Che idea hai?” chiese Benvolio confuso.
“Bene, su quello di lei voglio incisa una rosa e su quello di lui…uno scudo!” dissi all’orefice e spiegando allo stesso tempo a Benvolio.
“Saranno pronti adesso stesso!”
“Attendiamo allora” rispose Benvolio. Uscimmo dalla bottega e subito fui sbattuto al muro da Benvolio:
“Che diavolo hai appena fatto? Una rosa e uno scudo?”
“Senti un po’ Montecchi… i simboli scelti non li ho trovati a caso! Hanno un significato da associare agli sposi. Pensaci su, idiota!” ed entrai di nuovo dentro, lasciando Benvolio a bocca aperta davanti la bottega.

 

Giulietta

Chi avrebbe mai immaginato che i preparativi per un matrimonio siano così estenuanti! Fortuna che eravamo una famiglia numerosa e c’era stata la possibilità di dividerci i compiti. Oggi i sarti più bravi di Verona verranno a palazzo per iniziare a cucire il mio abito, dopo andranno a palazzo Montecchi per cucire l’abito di Romeo: spero solo che sia elegante! Forse potrei chiedere a una certa persona di aiutare Romeo…in fatto di eleganza non lo batte nessuno.

Mercuzio

“Mi stai chiedendo di aiutare Romeo nella scelta dell’abito?” dissi con un tono molto più alto del solito e puntandole un dito addosso.
“Ti prego, Mercuzio. In fatto di eleganza e raffinatezza non ti batte nessuno!” mi supplicò Giulietta. Sbuffai.
“Quando si comincia?” chiesi rassegnato.
“Dopo pranzo i sarti andranno al palazzo di Romeo, fatti trovare li mi raccomando” disse abbracciandomi. Stranamente, quel contatto non mi diede fastidio, mi ci ero quasi abituato a vederla sempre tra i piedi, ma questa volta dovevo ringraziarla: mi aveva servito un piatto che non potevo rifiutare… dopo averla riaccompagnata al palazzo, mi diressi verso la piazza del paese per passare un po’ di tempo con gli amici rimasti: Romeo e Benvolio, da quando erano state annunciate le nozze, non si facevano più vedere in giro poiché erano sempre presi da mille questioni!
“Mercuzio!” urlò un ragazzo del gruppo e mi fece cenno di raggiungerli.

 

Romeo

Dopo il pranzo, come previsto, erano arrivati i sarti: molto puntuali!
“Posso chiamarti con il tuo nome, Messer…?” chiese la giovanissima sarta che avevo davanti.
“Romeo, chiamami pure Romeo” dissi sorridendole.
“Bene Romeo, per prima cosa devo chiederti di allontanare tutte queste persone. Questo perché influenzerebbero le tue scelte e alla fine l’abito piacerà più a loro che a te!” mi spiegò con molta gentilezza. Subito allontanai tutti, mia madre compresa, e in quell’istante vidi arrivare Mercuzio, con aria trafelata.
“Eccomi, scusa il ritardo!” mi disse facendomi l’occhiolino. Quello era il segnale che poco prima si era intrattenuto con una “gentil donzella”…
“Fratello non puoi stare qui, la sarta…”
“No Romeo! Lui deve stare qui…è un ordine della vostra futura moglie” mi corresse la sarta.
“Dici bene, mia bella sarta. Giulietta stessa mi ha chiesto di aiutarti nella scelta del vestito. Non si fida dei tuoi gusti a quanto pare!” rispose Mercuzio sollevando un lembo della mia giacca per prendermi in giro.
“Va bene. Iniziamo allora!”
“Dunque” cominciò la sarta “ so che i colori dovranno essere quelli delle due famiglie. Perciò queste sono tutte le stoffe che possiedo. Decidetene una!” e aprì davanti a sé un sacco con un’infinità si pezzi di stoffa.
“Mercuzio aiutami sennò non ne esco vivo…” sussurrai all’orecchio del mio migliore amico.
“Scusami tanto dolcezza, potresti eliminare tutti i colori scuri? Non vogliamo che lo sposo sia scambiato per la morte in persona vero?” disse rivolgendosi alla sarta con il suo solito modo di fare. Per un attimo, dentro me, intuì una punta di… di…gelosia?
La sarta obbedì e dopo aver scelto il colore, iniziò a prendere le misure, sotto lo sguardo attento di Mercuzio.
“Chiedo scusa?” disse “ Ma per prendere le misure precise non dovrebbe togliersi gli abiti?”
“Il tuo amico non sbaglia Romeo, su spogliati” disse tranquillamente la ragazza che era intenta a tirare fuori le stoffe da abbinare a quella scelta. Un po’ imbarazzato, iniziai a togliere la giacca e il resto aiutato da Mercuzio…

 

Mercuzio

Dio, non ho parole per ringraziarti! Vedere le fattezze di Romeo è un conto, ma poterle toccare… la sua pelle scottava, forse per il caldo… quel ragazzino era venuto su davvero bene! Non mi ero mai soffermato sul fisico di un uomo, ho sempre guardato le donne. Ma con Romeo era tutt’ altra cosa: quando lo conobbi, mi ispirò subito curiosità, sentivo che per lui avrei fatto qualsiasi cosa e sarei stato qualsiasi cosa lui avesse voluto! Mi è capitato, di pensare di aver più volte fatto un torto a Benvolio, per via del mio essere protettivo nei confronti di Romeo. Dopotutto, lui ne ha più diritto di me essendo suo cugino e essendogli cresciuto affianco. Adesso arrivavo io e… e pretendevo di rubargli il posto! No, non voglio che sia così… e se non riuscirò a contenermi, sarò disposto ad allontanarmi da loro, da lui. Non mi posso permettere di rovinare i nostri rapporti!

 

Romeo

“Io… io devo andare…” mormorò Mercuzio, che finora aveva tenuto tra le mani la mia giacca e non aveva più proferito parola.
“Ma ancora mi serve il tuo aiuto!” lo supplicai restando immobile, per non rischiare di essere punto dall’ago della sarta.
“Ci vediamo Romeo…” e se ne andò lasciandomi li. Non mi aveva dato nessuna spiegazione, come ultimamente faceva! Da quando erano state benedette le nozze tra me e Giulietta, Mercuzio era cambiato con me: era freddo, scontroso, non mi sorrideva più, era ostile! E anche con Giulietta era diverso, potrei giurare che la odia adesso, quando prima aveva cercato di portarmela via! Era incredibile questa sua svolta!
“Romeo, che modello vuoi per la camicia?” chiese la ragazza che mi stava dinanzi sorreggendo una serie di disegni che mi fecero distrarre da quel pensiero.

 

Giulietta

La sarta era appena salita sulla sua carrozza e il cocchiere non ebbe neanche il tempo di scoccare le briglie che il cancello del palazzo venne attraversato da un cavallo bianco dalla lunga criniera. Su di esso, un uomo vestito di rosso, guardava fisso in avanti, non curante dell’aria che gli accarezzava la pelle… Arrivato davanti a me, che mi trovavo nel viale per salutare la sarta, scese con un balzo dal cavallo e pieno di sicurezza mi venne incontro e mi strinse fra le sue braccia: il forte odore di rose mi arrivò alle narici e si impossessò di ogni mio respiro.
“E tutto questo affetto a cosa lo dobbiamo Tebaldo?” chiesi ancora stretta a lui.
“Cerco di passare più tempo insieme a te, prima che tu lasci il palazzo…” si giustificò. Sorrisi inconsapevolmente. Si allontanò da me ed estrasse fuori dalla sacca della sella del cavallo una rosa bianca, tutta sbocciata che emanava lo stesso odore che poco prima mi aveva invasa.
“Per te” disse inserendo la rosa nella mia treccia, proprio all’altezza dell’orecchio.
“Grazie, ma io speravo di vedere qualcos’altro…” dissi stringendomi nelle spalle.
“Oh giusto!” e si portò le mani alla giacca da dove prese un sacchettino con dentro gli anelli. Me li poggiò sul palmo della mano e ne fui meravigliata!
“Bellissima l’idea dell’incisione, non sapevo che Benvolio fosse così ingegnoso!”
“Cugina, così mi offendi! L’idea è stata mia!” disse facendo il finto offeso.
“Oh grazie ancora cugino! Senti, ma allora hai deciso se essere il mio testimone?”
“Si piccola, tutto quello che vuoi. Io adesso devo andare, ci vediamo per cena.” E ripartì…

 

 

  
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