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Autore: corvina5    04/04/2016    3 recensioni
Secondo capitolo della storia 'Ricordi di un sogno già vissuto'
Un nuovo criminale infesta le strade di Jump City. SI fa chiamare il Compratore e sta stramando una vendetta con i fiocchi. I Teen Titans gli danno la caccia ma scopriranno che l'uomo è molto più pericoloso di quanto si possa pensare. BB nasconde un segreto che neanche i Titans sanno, così inizia a condurre una seconda vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Revival of vengeance'
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Senza via di fuga
 
 
 
 
 
Ovunque guardasse vedeva solo nero. Tutto intorno a sé sembrava non avere dimensione, infinito. D’un tratto davanti a lei, si accese un riflettore rivelando tra l’oscurità BB, inginocchiato e con le mani legate dietro la schiena. Il ragazzo guardava fisso nel vuoto, senza far intravedere nessuna espressione.
-BB? BB che ci fai qui?- provò a chiamarlo.
Il mutaforma non le dette alcuna risposta, continuava a guardare dritto davanti a sé immobile. Corvina gli si piazzò  davanti, agitando una mano per cercare di provocargli una qualsiasi reazione.
-BB che hai? Svegliati. B...-
Dall’ombra sbucò un braccio del quale però non si riusciva distinguerne il proprietario, con una pistola stretta fra le dita. Il braccio si alzò puntando l’arma alla tempia del ragazzo che ancora rimaneva immobile.
-No!- gridò lei.
Prima che potesse fare qualcosa la pistola sparò colpendolo alla tempia. Immediatamente BB cadde a terra in una pozza di sangue e la mano sparì esattamente come era venuta. Corvina colpì l’aria intorno a sé cercando la mano giustiziera, invano. Le gambe si fecero più pesanti ad ogni passo, sentendosi quasi incollata al pavimento. Guardò in basso e vide che il sangue rosso di BB era colloso e forte come fosse cemento fresco, pronto ad indurirsi. Alzando con fatica una gamba dopo l’altra, raggiunse il corpo di BB ma prima che poté toccarlo, il sangue assunse forma di tentacoli che avvinghiarono il corpo del ragazzo spingendolo sempre più in basso, fino a farlo sparire nel nero del pavimento.
Corvina osservò confusa la raccapricciante scena finché la paura stessa non la fece svegliare.
Sbatté le palpebre e tentò di stropicciarsi gli occhi ma non riuscì a toccarsi il viso. Si accorse solo allora che era intrappolata. Era in piedi, appoggiata su una tavola di ferro con polsi e caviglie legati ben stretti. Provò ad utilizzare la sua magia per liberarsi ma le mani non si illuminarono. Strattonò le braccia e le gambe inutilmente, scuotendo tutto il corpo.
-Ben svegliata!-
Corvina si accorse che lei non era l’unica nella stanza solo quando Sarah parlò.
-Dove sono? Perché la mia magia non funziona? Che cosa vuoi da me?- chiese in tono minaccioso.
-Uuh ma quante domande-
-E ti conviene rispondere a tutte e tre!-
-Altrimenti che cosa farai eh? Userai uno dei tuoi trucchetti magici contro di me?-
Corvina scosse nuovamente le braccia, invano.
-Vuoi sapere perché la tua magia non funziona? Guardati i polsi-
Corvina la guardò in cagnesco ed abbassò lo sguardo: sulle cinghie in ferro erano incise dei segni.
-Rune di Azarath?! Ma come avete fatto? Nessuno le conosce-
-Qualcuno le conosceva ed è stata così gentile da prestarci uno dei suoi libri di magia-
-Mia madre...-
Corvina sentì come un tuffo al cuore, ricordandosi che sua madre non c’era più. Abbassò la testa cercando di nascondere la lacrima che le rigò il volto.
-Oh alla piccina manca sua madre? Oh ma quanto mi dispiace-
-Smettila- intimò lei.
-Altrimenti eh? Cosa mi farai?- disse avvicinandosi a lei ed alzandole la testa tirandola per i capelli -Mi ucciderai? Come hai fatto con mio fratello?-
-Cosa?-
-So cosa hai fatto Corvina e fidati che me la pagherai-
-Io non ho mai ucciso nessuno-
Sarah aumentò la presa sui capelli di lei, attorcigliandoseli tra le mani e tirando verso il basso con forza.
-Mio fratello non era “nessuno” e tu me lo hai portato via- gli occhi le si inumidirono terribilmente senza riuscire a trattenere le lacrime -e adesso tu proverai che cosa significa rimanere soli al mondo e in quel momento, quando non desidererai altro che morire, io ti lascerò vivere ricordandoti ogni fottuto giorno che rimane della tua vita, che i tuoi amici e la tua famiglia sono morti a causa tua, finché il dolore stesso non ti porterà in quell’abisso che è la morte. E partirò da BB-
Sarah lasciò la presa con uno strattone e sparì dietro la soglia di una porta che chiuse a chiave.
-NO!- gridò Corvina scuotendo tutto il corpo cercando di liberarsi -Non me lo porterai via! NO!-
 
 
 
 
Rimase rinchiusa in quella stanza per un tempo indescrivibile, erano passate ore o forse solo minuti; non sapeva dirlo. Sapeva solo che aveva urlato talmente forte che la voce le moriva in gola, aveva tentato altrettante volte di usare la sua magia e qualsiasi altro mezzo a disposizione per liberarsi ma era tutto inutile.
Dopo Sarah nessuno era più tornato da lei e l’unica cosa che poteva fare era rimanere in silenzio in quella stanza vuota e fredda ad ascoltare i suoi pensieri. Le emozioni erano confuse ed agitate e sentiva che quasi stava perdendo il controllo.
-E adesso che facciamo?- chiese Paura.
-Ucciderà BB!- urlò Amore disperata.
-Oh dovrà passare sul mio cadavere!- le rispose Coraggio.
-Adesso basta!- gridò Corvina -volete stare zitte? Tutte quante!-
 
-E adesso con chi diavolo sta parlando?- chiese Sarah a Nicholas che osservavano la scena dietro uno schermo in una saletta. La piccola stanza dove erano rinchiusi era angusta e maleodorante con due sedie sull’orlo di cedere. La loro nuova base era molto scadente rispetto alla loro vecchia casa ma non avevano avuto scelta che andarsene.
Gli uomini che erano rimasti illesi erano occupati la maggior parte del loro tempo a rimodernare la loro nuova base cercando di renderla il più inattaccabile possibile.
-Sta parlando con le sue emozioni. L’hai turbata parecchio-
-Oh allora era di questo di cui stava parlando BB quella volta al motel-
-Esatto-
-Quindi è così che ragiona? Consultando le sue emozioni?-
-Beh una specie... le deve tenere a bada-
Seguì un momento di silenzio, osservando la ragazza parlare da sola.
-Per quanto resisteranno quelle rune?-
-Qualche giorno, forse una settimana. Dobbiamo sostituire le manette prima che lei si accorga che si stanno indebolendo e spezzare la magia-
Sarah sbuffò.
-Ma perché non esistono delle rune da bloccare completamente i suoi poteri? Voglio dire, abbiamo guardato ogni libro della madre che parlava di magia e poteri di Azarath e non abbiamo trovato niente che possa fermare una fottuta strega-
-Non una fottuta strega qualunque Sarah. La figlia del demone più potente di tutto l’universo, il male in persona e il male non può essere fermato con delle semplici rune-
-Si ma lei non è il male in persona, è solo la figlia del male-
-E ti sembra poco? Tu ed io ci possiamo solamente immaginare lontanamente che tipo di potere sia e di quanto possa essere difficile gestirlo-
-Che c’è? Ti vuoi complimentare con lei adesso?-
Nicholas le dette uno scappellotto.
-No stupida, stavo solo pensando...-
-No, non pensare. Lei è mia come BB è tuo. Io non ti priverò di uccidere quel ragazzo con le tue mani e tu non devi farlo con me. Intesi?-
-E’ una minaccia quella che sento?-
-No ma devi starle alla larga oppure anche io ti toglierò il piacere della vendetta contro quell’animale di pezza verde-
Nicholas si limitò a guardarla torvo, senza aggiungere parola.
Sarah guardò nuovamente verso lo schermo e vide che la prigioniera, ad occhi chiusi, ripeteva le solite tre parole Azarath Metrion Zinthos.
-Ma che...? Che sta facendo?- chiese lei.
-Sta meditando-
-Ed è un male?-
-Beh decidilo tu. E’ la tua vittima giusto? Decidi tu cosa è giusto o sbagliato-
Nicholas si alzò dalla sedia e fece come per andarsene. Sarah gli mise una mano sulla spalla, fermandolo.
-Lo farei se sapessi cosa comporta la meditazione su di lei-
-Con la meditazione controlla le sue emozioni e di conseguenza i suoi poteri-
-Si sta concentrando-
-Esatto-
-Allora devo fermarla!-
Nicholas si spostò leggermente indicando la porta con entrambe le mani.
-Allora vai- la incitò lui.
-Si, hai ragione-
Sarah uscì dalla stanza seguita dall’uomo.
 
 
Il rumore della chiave nella serratura fece svegliare Corvina dalla breve meditazione, riportandola alla realtà.
-Ciao di nuovo-
Corvina non rispose.
-Che c’è? Adesso fai il gioco del silenzio? Beh forse dovrei chiamare tua madre, lei sicuramente sa come risolvere la situazione-
Lei la fulminò con lo sguardo.
-Oh giusto ma tu non hai una madre- disse Sarah dandosi un leggero colpo sulla testa -ma che scema che sono-
Ancora una volta non ricevette risposta.
-Ancora non parli eh? Beh non fa niente-
Schioccò le dita un paio di volte.
-Jimmy vieni subito qui!-
Al suo comando, un uomo si catapultò dentro la stanza spingendo un carrello con sopra una pietanza.
-Corvina lui è Jimmy, Jimmy lei è Corvina. Lui si occuperà di nutrirti e dei tuoi bisogni corporei. Non esitare a chiamarlo o te la farai addosso ed a quel punto lui dovrà pulirti e temo che sarebbe molto più umiliante, non trovi?- detto questo Sarah uscì dalla stanza, lasciandoli da soli.
L’uomo indossava un paio di pantaloni neri ed una maglia dello stesso colore ed emanava un odore nauseabondo di sudore. La faccia era sfregiata da delle cicatrici che coprivano parte della guancia destra del volto, lasciando intatti gli occhi marroni dell’uomo. I capelli neri come la pece erano sporchi e con evidenti formazioni di forfora. I lineamenti del viso erano duri e ben scolpiti ed erano delimitati da una folta barba nera. Teneva il braccio sinistro stretto contro il suo torace nascondendo il moncherino sotto l’ascella destra.
Con l’unica mano che gli era rimasta, immerse in cucchiaio nella pietanza che aveva sul carrello.
Corvina osservò schifata la maleodorante sbobba che l’uomo stava mescolando: un intruglio marrone dalla dubbia provenienza.
-Spero che tu non ti aspetti che io mangi quella roba-
-Devi-
-No, non devo e non lo farò-
-Ti ucciderà-
-Lo spero-
L’uomo avvicinò il cucchiaio alla sua bocca ma Corvina si voltò, evitandolo.
-Non ci finisci solo tu nei guai! Se non mangi puniranno anche me-
Corvina non lo degnò di una risposta, continuando a guardare altrove.
-Bene-
L’uomo si arrese ed uscì insieme all’orribile pietanza dalla porta. Corvina sospirò di sollievo.
 
 
L’uomo si diresse verso le cucine per riportare indietro il piatto ma Sarah lo bloccò.
-Che cosa stai facendo?-
-I-io ecco, ehm, la prigio... la prigioniera non ha voluto mangiare-
-E tu glie l’hai permesso?-
-Beh io non sapevo come, non sapevo come fare-
-Ascoltami bene razza di inutile moscerino con una mano sola, il tuo compito è farla mangiare a forza, non mi interessa affatto se è contro il suo volere. Altrimenti ti taglierò l’altra mano e giuro che te la farò mangiare! Mi hai capito bene?-
-S-si signore, ehm signora-
-Bene... Adesso vai!-
L’uomo fece inversione col carrello e si diresse nuovamente verso la stanza dove Corvina era rinchiusa. Sarah si diresse nuovamente verso la sala di controllo, osservando la scena.
-Sono ancora io-
-Ti ho già detto che non mangerò quella roba-
-Devi-
-Non puoi costringermi-
Sarah ribolliva di rabbia nella sua piccola stanza, vedendo quanta determinazione aveva ancora Corvina nonostante fosse prigioniera senza alcuna via di fuga. Si era decisa ad annientarla ma non nel corpo, infliggendole dolorose pene e uccidendola ma torturandola psicologicamente distruggendo tutto quello che era il suo essere proprio come lei un tempo aveva fatto con Sarah, uccidendo suo fratello. Voleva renderla vuota dentro, esattamente come lo era lei perché sapeva che l’odio che provava verso sé stessa, l’odio che provava verso il mondo intero era ineguagliabile rispetto ad ogni tipo di dolore che una persona potesse provare.
Sarah entrò con passo deciso dentro la stanza di Corvina con l’intenzione di iniziare a piegarla.
-Mangia- disse con tono fermo.
-No-
-MANGIA!-
-Non puoi costringermi- sibilò.
-Oh si che posso- disse Sarah avvicinandosi a lei -Perché vedi, ci sono altri modi per nutrirti. Potrei ficcarti degli aghi nelle vene dei polsi ed iniettarti delle soluzioni nutrienti se voglio. Ma ti lascio una scelta: o gli aghi o questa- indico la sbobba.
Corvina la guardò in cagnesco ed infine aprì la bocca, rassegnata. L’uomo subito la riempì con un cucchiaio stracolmo di minestra maleodorante.
-Ecco bene, continuate così-
Sarah se ne andò, soddisfatta del risultato mentre Corvina deglutiva la zuppa amara.
-Mi dispiace- disse l’uomo imboccandola -ma io ti avevo avvertita-
-Giuro che appena mi libero da qui...-
-Non ti libererai mai-
-I miei amici-
-I tuoi amici- la interruppe lui -moriranno se verranno qui. Lei vuole ucciderli, tutti quanti-
-Ma noi siamo forti-
-Lo è anche lei, credimi-
-Tu chi sei?-
-Non mi riconosci? Tipico dei super eroi non riconoscere il tizio che hanno messo in galera-
-Dovrei conoscerti?-
-James Jenkins, ti dice qualcosa questo nome?-
-Ah si, lo spacciatore di cocaina più famoso a Jump-
-Proprio io, o almeno quel che ne resta- disse scuotendo il moncherino.
-Perché sei qui?-
-Lavoravo per un uomo che ci aveva fatto guadagnare molti verdoni ma Nicholas l’ha ucciso ed ha preso tutti i nostri soldi con la promessa di riceverne di più...-
-Ma non avete visto un centesimo-
-No, lui ci ha obbligato a lavorare per lui e quella Sarah è una macchina omicida di prima classe-
-Che hai fatto alla mano?-
-Ho provato a riprendere i soldi che erano miei di diritto ma sono stato scoperto e la signorina mi ha tagliato la mano-
-Sei diventato inutile e ti hanno messo alla sbobba-
-Si le cose stanno così-
Corvina deglutì l’ultima cucchiaiata di quella minestra nauseabonda, schifata.
-Beh abbiamo finito. Hai bisogno di fare pipì, popò o... che so io?-
Corvina non gli dette risposta.
-Ok va bene, se hai bisogno chiama-
L’uomo sparì dietro la soglia della porta, portando con se il carrello.
Corvina rimase nuovamente da sola in quella stanza fredda. La posizione in cui era obbligata era diventata scomoda ed opprimente, l’impossibilità di muovere le mani cominciava ad infastidirla. I secondi sembravano eterni ed i minuti non passavano mai. Immobile, era impossibile per lei liberarsi per quanto ci provasse ma ogni suo tentativo era vano.
 Non poteva fare altro che rimanere ferma, pregando di essere liberata ma allo stesso tempo sperare che i Titans non arrivassero mai per paura che qualcuno potesse morire per causa sua, di nuovo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELLA SCRITTRICE
E COSI’ CORVINA E’ IMPRIGIONATA, DA SOLA. MI DISPIACE SE VI HO LASCIATO ANCORA IN SOSPESO PER BB E PER STELLA MA SPERO CHE QUESTO AUMENTI LA VOSTRA CURIOSITA’.
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE E SE AVETE QUALCHE CONSIGLIO DA DARMI IO SONO SEMPRE APERTA!
A PRESTO!
CORVINA
   
 
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