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Autore: acchiappanuvole    05/04/2016    2 recensioni
Dalle gallerie asettiche percorse da gente a maree contrarie, il suono di una chitarra rimbalza sui muri scrostati, vortica nell'aria respirata mille e mille volte, si espande come un richiamo che Reira segue accompagnata sempre da quella infantile, folle, speranza che cancella le leggi divine, le riduce a incubi dai quali è possibile svegliarsi e ritrovare ciò che si credeva perduto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Reira Serizawa, Satsuki Ichinose, Shinichi Okazaki, Takumi Ichinose
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“I need your love. I'm broken rose
Oh baby, help me from frozen pain
with your smile, your eyes,
and sing me, just for me”


 -I need your love…I’m broken rose…oh baby help me from frozen pain…-
-Misato!-
La ragazza alza lo sguardo, I suoi occhi sono lievemente lucidi ma non danno l’idea di aver ceduto al pianto, toglie gli auricolari lentamente, investita dai suoni del giorno, dalla realtà dalla quale molto spesso si estranea.
-E’ molto che aspetti?-
Misato scuote la testa e sorride –no, non preoccuparti-
-Che ascoltavi?- Chikage non aspetta la risposta, le siede accanto rubando un auricolare dal suo grembo, la voce calda e roca arriva a segno e la ragazza è costretta ad abbassare lo sguardo –Oh…-
Misato si concede una risatina –Mi aspettavo un rimprovero- e Chikage alza le spalle in risposta riponendo l’auricolare – è successo qualcosa?- chiede invece scrutando con attenzione l’amica. Riceve un piccolo biglietto  di colore azzurro con sopra un minuscolo fiocco di tonalità più intensa.
-Lo hanno chiamato Ryo. Effettivamente suona bene, Ryo Uehara-  Misato armeggia con il cellulare mostrando a Chikage la fotografia del neonato –è davvero minuscolo, non trovi?-
- Si è davvero piccino- mormora Chikage senza sapere cos’altro aggiungere.
-Non ti devi preoccupare per me Chi, in realtà sono felice per loro. Quando Takahiro me lo detto ieri mattina ho potuto percepire una gioia incredibile nella sua voce, questo non può che farmi piacere-
-Tua madre lo ha visto?-
-Ah figurati! L’ultima volta che si è degnata di farci sapere di essere viva è stato lo scorso Natale. L’ho odiata per parecchio tempo, ma ora credo sia solo una donna molto fragile e sotto tanti aspetti immatura. Mh, ma tra un’ora probabilmente la detesterò di nuovo, ultimamente sono parecchio altalenante nei sentimenti. Tu piuttosto come mai hai finito così presto?-
E Chikage sbuffa rassegnata – Da oggi sono disoccupata-
-Cosa!?-
-Già, pare che ormai io sia troppo “vecchia” per lavorare in un Maid Café.  Ad ogni modo non è che la cosa mi dispiaccia, ero stufa di sorridere in continuazione e ripetere fino alla nausea le stesse idiozie. E’ stato divertente fintanto è durato ma di certo non mi mancherà- e mima un saluto da maid con canzoncina annessa –hapi hapi sayonara!-
Misato ride finalmente più serena. Lei e Chikage sono amiche da molto tempo sebbene la vita di entrambe abbia preso strade e modi d’essere differenti – sarà difficile immaginarti senza quelle uniformi-
-E’ la cosa che più mi dispiace perché ci sono affezionata. Poco male potrò dedicarmi alle mie creazioni. Non te l’ho detto prima perché non sapevo come sarebbe andata ma non ce la faccio più a tenerlo per me- prende un grande respiro – Il mese scorso ho inviato alcuni dei miei disegni alla Happy Berry e mi hanno convocata per un colloquio il prossimo lunedì!-
-Chi ma è fantastico!-  Misato l’abbraccia come quando erano due adolescenti chiuse dentro una cameretta dalle pareti rosate e lo stereo a tutto volume, le foto dei Blast ed il poster della band appesi alla parete.
-Calma è solo un colloquio non è certo detto che mi prendano-
-Ma se sei bravissima!-
Chikage fa una smorfia – Guarda che lo so benedissimo che lo stile della Happy Berry a te non piace!-
-Cosa centra?! Conosco il tuo talento e sarebbero dei pazzi a non prenderti!-
-Beh vedremo, tu piuttosto come te la cavi?-
Misato distoglie lo sguardo  -Racimolo abbastanza per l’affitto  e il companatico-
-Lo sai che l’offerta di stare da me è sempre valida-
-Lo so e ti ringrazio ma per ora va bene così. Mi divido tra diversi lavoretti, e comunque ultimamente fare l’assistente di un personaggio tv si sta verificando positiva-
-Vivete insieme?-
-Non è quello che pensi, Chi, davvero- Misato è pallida, le labbra tinte di rossetto scuro risaltano ancora di più la carnagione diafana, il viso un po’ stanco. Misato sembra cresciuta incredibilmente, non c’è più traccia in lei della ragazzina spensierata delle superiori.
- Pensi ancora che la cosa mi faccia soffrire? Era una cotta da ragazzina!- Chikage alza le mani costernata – A chi non è successo di innamorarsi del bel faccino di una band!?!-
Ma Misato non pare convinta di tanta ostentata sicurezza –Sia come sia, io e Shin non stiamo insieme. Siamo solo coinquilini, lui è libero di potare le sue donne nella sua stanza ed io di farmi gli affari miei. Ogni tanto ci scappa qualche effusione, ma credo che il nostro sia solo un bisogno. E’ strano a dirsi ma ci  siamo scoperti molto simili-
-So che a breve la sua “sorellina” compirà gli anni-
Misato annuisce distratta –Sì, la stessa età che avevamo noi quando…beh quando è successo tutto il casino-
-Satsuki mi sembra una ragazza felice- frase di circostanza nella vana speranza che Misato non torni a soffermarsi sul passato – è anche molto carina, una volta è venuta al Café con una sua amica. Ha preso la bellezza della madre ed il fascino paterno-
-Non saprei, non frequento molto la famiglia Ichinose. Tutto quello che so deriva dai racconti di Shin, lui è molto legato sia a Satsuki che alla madre-
-E questo ti infastidisce!?-
Misato la fissa con sorpresa ma Chikage ha un’espressione indefinibile –Santo cielo no!- esclama la Uehara  -la situazione  famigliare di Shin fa più schifo della mia e quindi sono felice che abbia un qualche surrogato al quale far riferimento-
-Meno male che siete solo coinquilini- Chikage è stizzita
-Quella gelosa sei tu Chi, ammettilo!- Misato ride e Chikage le da un pizzicotto
-Beh, vivi con uno schianto di ragazzo, primo grande amore platonico della mia giovinezza, ovvio che sia un po’ invidiosa-
-Senti perché non vieni a cena da me una di queste sere, sarebbe una buona occasione per rivederlo e farci quattro chiacchiere. Ormai non sei più una timida ragazzina-
-Oh sarei impacciata tanto quanto lo ero dieci anni fa! No, preferisco starmene con i piedi per terra. Se me ne innamorassi sarebbe un bel problema, anche perché credo impossibile che Shin non abbia qualcuno!-
-Ne ha molte e nessuna- ribatte Misato – i fantasmi sono difficile da ignorare nonostante il tempo passi inesorabile-
-Fantasmi?-
Misato scuote il capo –lascia perdere. Andiamo a prenderci un gelato!-


Hachi tasta l’acqua nella vasca, versa l’essenza di bergamotto, un’abitudine che negli anni non ha mai cambiato, la temperatura è giusta, gli asciugamani morbidi e puliti corredati in un tenue color azzurro sono sistemati sul ripiano accanto. Il vapore caldo espande presto il profumo di bergamotto e Hachi gioisce quasi infantilmente del risultato delle sue perfette attenzioni da donna di casa. Esce dal grande bagno, i figli e Takumi sono seduti al tavolo della cucina, Satsuki parla entusiasta delle sue giornate, del corso di danza e design che segue due volte alla settimana, della sua amica Ko che la riprende sempre. “Ko è la mia Jun!” esclama lanciando un’occhiata vivace in direzione della madre. Takumi sorride e Ren fa altrettanto rimproverandola per la sua eccessiva loquacità. Hachi osserva quella che è la sua famiglia ed in cuor suo la serenità e la gioia prendono il sopravvento su tutti i dubbi e le realtà accumulate. Vorrebbe fosse sempre così, sempre nella sua immaginazione lei e Takumi sono un’amorevole coppia dedita ai figli, alla quotidianità semplice e felice.
-Ren ti ho preparato il bagno- dice raggiungendoli con aria soddisfatta – ti ho anche lasciato degli asciugamani puliti sul ripiano accanto al lavandino-
-Non occorreva mamma-
-Figurati! Lo faccio con piacere!-
Ren distoglie lo sguardo – Il fatto è che preferirei fare una doccia, non amo restare immerso nell’acqua calda-
-Ma…ma ti farà bene ed è più rilassante. Da piccolo ti piaceva-
-Ti confondi con Satsuki o con te stessa, e poi davvero preferisco fare una doccia-
-Io non capisco…sono stata a preparare tutto…sono certa che dopo ti sentirai meglio-
Lo sguardo di Ren è spazientito e Takumi percepisce che la pazienza del figlio potrebbe incrinarsi in modo molto brusco.
-Ai ragazzi piace di più fare la doccia, lo scroscio dell’acqua, la rapidità, il darsi a intrattenimenti piacevoli…- fa un occhiolino che Ren rimprovera con un’occhiataccia – invece gli uomini adulti adorano immergere le loro stressate membra nei caldi effluvi di vapore…quindi approfitto e, se non ti infastidisce, vado a mettermi in vasca al posto del nostro piccolo diavoletto-
Hachi è sconfortata ma Takumi l’ha appena salvata da un sicuro litigio per un motivo decisamente futile.
-Come volete. Ren allora ti aiuto a disfare i bagagli- prosegue la donna dirigendosi verso la stanza.
-Posso fare da solo- il ragazzo si alza dalla sedia recuperando  un grosso borsone – non serve che ti scomodi-
-Va bene- Hachi non ribatte più, fissa la schiena del figlio allontanarsi e chiudersi la porta della stanza alle spalle. 
-Non prendertela mamma- Satsuki le sorride – sai che Ren ama arrangiarsi, ormai è abituato così, Inoltre sarà sicuramente stanco dal lungo viaggio, domani sono certa che sarà meno nervoso-
Hachi annuisce ma non è rassicurata dalle parole della figlia, è chiaro che Ren evita di rimanere solo con lei anche per pochi minuti e questo le lacera il cuore non poco.


Jun ripone il pennello nella scatola, con sguardo critico ed attento osserva il suo operato e ciò che vede la soddisfa. –Bene è finito- proclama mentre Kyosuke le cinge le spalla con ambo le braccia.
-Bel lavoro!-
-Lo so bene- sorride lei ricevendo un bacio schioccato sulla tempia. Per il compleanno di Satsuki , Jun le regalerà un ritratto. Ci ha lavorato per settimane senza sosta, nonostante gli orari proibitivi del lavoro e tutte le faccende. Nel ritratto Satsuki corre sulle rive del  Tamagawa dove ogni anno si svolge la festa di fine estate. I capelli scuri sono scomposti dal vento, il vestito color ciliegia risalta la carnagione perlata e i profondi occhi scuri, vivi e vivaci, pieni di sogni e aspettative.
-Somiglia a Nana- commenta Jun quasi con nostalgia. La Nana del liceo, piena di sogni e capace di innamorarsi ogni settimana, la Nana che sognava una vita spensierata degna del più romantico dei fotoromanzi, la sua sciocca, infantile, dolcissima Nana. Jun scaccia la nostalgia con un gesto infastidito della mano e un lieve bruciore agli angoli degli occhi.
-Sono certo che le piacerà- Kyosuke libera la moglie dall’abbraccio per dedicarsi agli udon quasi pronti. Il profumo è allettante e Jun  si compiace dalla ormai sempre maggior bravura del compagno.
-E tu che le regalerai?- chiede sedendosi al tavolo della cucina.
-Una lauta busta di compleanno-
-I soldi facili non vanno bene, in questo modo crescerà viziata come Nana- borbotta Jun scatenando il sorriso ironico di Kyosuke  -credo che per Satsuki i soldi saranno l’ultimo dei problemi-
-Beh non va bene! Confido che almeno Takumi faccia comprendere presto ai suoi figli  che bisogna imparare a guadagnarsi da vivere –
-Non c’è già la zia Jun che li redarguisce in questo senso come un vecchio disco rotto!?-
Jun non si scompone – Sorvolerò su “zia” e “vecchio”. Quando Satsuki è qui voglio che comprenda che ottenere dei risultati con le proprie forze è molto più soddisfacente che trovarsi la pappa pronta-
-Come ti pare. Ora però mangiamo. Undon con gamberi e verdure! Ormai sono uno chef dato che in questa settimana hai disdegnato i fornelli-
-Trattasi di rapporto paritario caro il mio Kyosuke-
-Si capo. Pronta piuttosto per la festa? Nana è elettrizzata come se fosse lei la quindicenne e non Satsuki-
- E’ tipico di Nana, ma penso che questo giorno dell’anno sia il suo preferito dato che è uno dei pochi in cui la famiglia è riunita e così anche i suoi amici. Mi domando soltanto che genere di copione seguiranno Nobu e Takumi quest’anno…-
Kyosuke risucchia uno spaghetto inarcando un sopracciglio – Lo stesso che seguono  da quindici anni a questa parte immagino-
-Non lo so. Nobu e Nana sono molto più vicini ultimamente e a Natale non mi è sfuggito che Takumi aveva meno self-control del solito.  Era profondamente infastidito e credo che dipendesse molto dalla presenza di Nobu-
-Stai diventando una pettegolona, Jun-
- Sono solo preoccupata. Non vorrei che ci fosse altra baraonda nella vita di Nana, il problema è che non riesce a staccarsi dal fantasma della Osaki e dalle macerie del suo matrimonio. Le ho suggerito più volte di divorziare i rifarsi una vita-
-Sei gelosa?- Kyosuke mira al bersaglio
-Di chi?-
-Della Osaki, so che sotto sotto non le hai mai perdonato il fatto di averti portato via Nana. Eri tu la sua migliore amica dopotutto-
Jun si concede un sospiro spazientito – Stai cercando di farmi innervosire con questi ragionamenti da adolescente?! Io detesto solo vedere Nana soffrire, tutto qui. La rimprovero ma sai bene quanto tengo a lei-
-Lo so, e proprio per questo dovresti rispettare le sue scelte. Se Nana non vuole divorziare deve avere dei validi motivi. Nemmeno Takumi ha mai parlato di divorzio quindi qualcosa che li lega c’è ancora-
-Il senso del dovere verso i figli, Kyosuke-
-Non credo si tratti solo di questo. Ad ogni modo ribadisco che non sono affari nostri-
-Da quando mi fai da coscienza?- Jun si rilassa, apprezza quando Kyosuke ripristina il buon senso, la riporta sul binario della loro vita escludendo terzi. Ma la preoccupazione per Nana rimane.
-Io sono da sempre il tuo grillo parlante, caro amore mio-
-Attento perché nella favola il grillo finisce spiaccicato- e con una smorfia beffarda Jun si concentra sul cibo.


Hachi bussa timidamente –Ren vuoi del tè prima di andare a dormire?- chiede attraverso la porta, oltre essa il suono della chitarra si interrompe. Ren apre la porta, porta solo i jeans, il petto nudo rivela la sua magrezza. Si nutrirà come si deve in Inghilterra? Hachi non può fare a meno di chiederselo.
-No ti ringrazio mamma, prendo solo una bottiglietta d’acqua dal frigo- la sorpassa dirigendosi verso l’open space della cucina. Satsuki è seduta sul grande divano, divora biscotti al cacao e tiene gli occhi incollati al televisore.  Ren recupera una bottiglietta lanciando un’occhiata distratta al televisore.
-Ma tu guarda!- esclama divertito avvicinandosi al divano. Satsuki non distoglie lo sguardo dal televisore, ha le guance arrossate e gli occhi sognanti. – Terra chiama Satsuki!-
Non ottenendo risultati il ragazzo le si avvicina sussurrandole all’orecchio – Vedo che la cotta non ti è passata!?-
-Ren!- Satsuki sobbalza –che…che modi sono!- color pomodoro la ragazze si rannicchia su sé stessa.
-Dico che stai guardando Shin come si guarda un cremino al cioccolato-
-Finiscila! E’…è solo che la sua recitazione è molto coinvolgente –
-Ahah, la recitazione come no!-
-Mammaaa Ren mi prende in giro!!-
-Suvvia Satsuki non fare la bambina- Hachi è ben felice di poter essere presa in causa dai suoi due bambini  dispettosi.
-E tu Ren non prenderla in giro, lo sai che Satsuki ha sempre avuto un debole per Shin-
-Mamma!-
-E’ la verità tesoro!-
-Sì ma che diritto hai di sbandierarla ai quattro venti, non ti racconterò più nulla!-
-Eddai stavo scherzando- con dolcezza Ren pone un bacio sulla guancia della sorella per poi dirigersi nuovamente verso la camera.
Hachi d’impulso lo afferra per la mano – Ren perché non rimani qui con noi, potremmo stare sul divano e guardare lo sceneggiato tutti insieme- e gli occhi di Hachi sono speranzosi e pieni di aspettativa. Un’aspettativa che Ren infrange un istante dopo.
-No mamma, devo provare delle nuove canzoni, e poi vorrei riposare sono stanco dal viaggio-
-Cinque minuti-
-Magari domani. C’è invece una cosa che vorrei chiederti…-
-Certo-
-L’appartamento 707… mi chiedevo se potresti lasciarmi la chiave per questa settimana. Solitamente io suono fino a tardi e finirei col disturbarvi, là invece avrei più libertà per gestirmi-
Hachi rilascia la mano del figlio, d’improvviso sente freddo. E’ sconcertata.
-Ci vediamo poche volte l’anno e tu vuoi dormire da un’altra parte?-
-Sarebbe solo per la notte, durante il giorno rimarrei con voi e tutto il resto-
Ma Hachi non vuole essere comprensiva questa volta, non vuole soddisfare la richiesta di Ren, solo un’altra scusa per rimanerle lontano, così come non vuole che nessuno scombini ciò che lei mantiene inalterato in quell’appartamento da oltre quindici anni.
-No, mi dispiace, non posso-
-Non farei nulla di…-
-Ho detto no!-
Ed è Ren stavolta a rimanere sconcertato, prima di piegare le labbra in un sorriso derisorio –Hai paura che possa alterare il tuo sacro santuario!?-
La freddezza di quelle parole arriva come una secchiata d’acqua gelida – L’appartamento è mio e ne faccio ciò che voglio. Se dico che resterai qui così sarà!-
Ren incassa ma non senza prima replicare – Sia mai che tu non anteponga i tuoi fantasmi alla tua famiglia- così dicendo la porta di Ren sbatte, di nuovo una barriera fisica ed emotiva a dividerlo da sua madre.
E Hachi la sente la disperazione salire, la crudeltà di quelle parole colpirla ancora e ancora, Satsuki tenta di avvicinarsi ma Hachi la precede dirigendosi verso la porta del figlio, aprendola con il cuore in tumulto e gli occhi lucidi.
-Ren io…- ma si blocca poco dopo l’uscio. Ren è seduto a terra, la chitarra poggiata sulle gambe ed il poster di Ren Honjo accartocciato poco distante. Sulla parete dove stava appeso è possibile notare un rettangolo di coloro più scuro.
-Cos…cosa hai fatto?-
Tutti gli oggetti della stanza non ci sono più, finiti dentro nei cassetti o sotto il letto.
-Cosa hai fatto!- grida la donna recuperando il poster, cercando di risistemarlo alla meno peggio.
-Chi ti ha dato il permesso di…-
Ren si alza e la fronteggia – Questa è la mia stanza, giusto!? Sarò libero di farci quello che voglio, come togliere quel maledetto poster, esattamente come tu fai quel che vuoi nel tuo fottuto appartamento!-
-Smettetela!- grida Satsuki mentre Hachi stavolta non riesce a trattenere e schiaffeggia il figlio con rabbia.
Ren tiene il volto girato da un lato, il colpo è stato forte. La prima sberla mai ricevuta da sua madre. La guancia è arrossata.  Hachi ha il respiro affannato, la mano le brucia, il cuore batte forte, gli occhi sono pieni di lacrime.
-Ren- mormora piena di dispiacere –mi dispiace…tesoro io…non volevo…davvero io non…-
-Lasciami in pace- anche quello di Ren è un sussurro che poi si trasforma in un grido –lasciami in pace!-
-Ora basta- è una voce più bassa e autoritaria quella che si frappone tra Hachi e il figlio.
-Chiedi scusa a tua madre- Takumi lo fissa, il volto impassibile, la voce calma e fredda –subito!-
-Scusami…scusami mamma- poi gli occhi di Ren si rianimano –ed ora potete lasciarmi solo?-
Takumi guida una scioccata Hachi fuori dalla stanza, pone una mano sulla spalla di Satsuki. La porta è chiusa. Un’altra volta.

 

  
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