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Autore: Immahia94    05/04/2016    1 recensioni
"voglio essere una nonna libera e indipendente" queste furono le famose parole pronunciate da Camilla, che hanno devastato Gaetano. Dopo quel giorno Gaetano colse l'opportunità di allontanarsi per un po da Torino e da Camilla.
Sono passati circa cinque mesi e Gaetano si è trasferito a Roma, non ha avuto più contatti con Camilla ma li ha mantenuto con Torre il quale di tanto in tanto lo informa sulla donna. Come reagirà Gaetano quando un bel giorno all'improvviso si troverà Livietta nel suo ufficio in cerca del suo aiuto. E soprattutto quale sarà il motivo di tanta urgenza per aver spinto Livietta a cercare l'uomo essendo a conoscenza degli eventi. E Camilla dal canto suo come se la passa...
Spero questa storia vi piacerà e vi farà appassionare.
Buona lettura
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente a Torino.
Nulla sembrava cambiato, all’apparenza era tutto normale
la città era rimasta immutata, la gente viveva la propria vita come al solito.
Eppure per lui era tutto così diverso sentiva che senza la sua Prof tutto era diverso.
Era corso direttamente in commissariato, non era tornato nemmeno nel suo vecchio appartamento, altrimenti ciò significava rivivere tutti i momenti vissuti con la sua donna.
Minuto per minuto, in cui lei era tra le sue braccia mentre facevano l’amore, le cene, i suoi occhini nocciola accompagnati sempre dal suo sorriso il tutto incorniciato dai suoi ricci morbidi.
Preferiva lavorare e capire cosa fosse successo alla sua Camilla, più tosto che avere un crollo nervoso ed emotivo che non lo avrebbe di certo aiutato, doveva  avere la mente lucida e razionale.
Era appena arrivato in commissariato quando fu’ fermato da Torre:
 
 
- Dottò!! Siete già arrivato??? –
- si Torre che ti dispiace??? - 
Fece un mezzo sorriso e abbracciò il suo amico
- Ma che dottò!! Anzi ci siete mancato –
Ricambiò l’abbraccio, e poi guardando l’uomo negli occhi cambiò totalmente espressione. – volete sapere notizie sulla prof vero?? –
Gaetano sospirò e fece un cenno con il capo.
- dottò purtroppo non abbiamo nulla!! sembra che la Prof sia sparita nel nulla. –
 
- MALEDIZIONE!! -  
Non poté far a meno di urlare e colto da un impeto di rabbia iniziò a colpire con la mano il muro.
Vedendo che aveva attirato l'attenzione, Torre afferrò Gaetano per le spalle e lo guidò nel suo ufficio.
 
- Dottò io lo dico per voi, non serve a nulla fare così -
- lo so Torre, ma non sapere dove sia finita Camilla mi strazia –
Disse Gaetano con aria arrabbiata e frustata
 – Dottò io devo dirvi una cosa! –  Disse Torre guardando da tutt’altra parte  – riguarda la Prof! –
 
Gaetano sollevò la testa e guardò Torre
-Dimmi –
- io ve lo dico dottò però voi mi promettete che non vi arrabbiate?? –
Torre non riusciva a non fissare il pavimento e a gesticolare  con le mani
-Torre diamine parla!! –
si alzò di scatto e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza
-Vabbe io ve lo dico! – tentennò per alcuni istanti ma poi guardando Gaetano fermo davanti a lui in attesa di una risposta, sospirò e buttò tutto fuori
- È venuta la prof alcuni giorni dopo la vostra partenza, dicendo che voleva parlarvi. –
Gaetano non riuscì ad evitare di fulminarlo con uno sguardo
-È venuta qui a cercarmi?? -
- S!! Ma quando le ho detto che voi eravate partito si è accasciata a terra in un pianto disperato farfugliando “è finita sul serio non può essere”. Io ho cercato di spiegarle il perché della vostra partenza ma non ha voluto ascoltarmi anzi mi ha guardato dritta negli occhi con un tono freddo e diretto “non c'è bisogno di spiegare niente, sono sola nel momento del bisogno ma me la caverò come sempre. Grazie Torre buona giornata!”
 
Gaetano si fermò di colpo davanti all’uomo e lo guardò dritto negli occhi
- Maledizione Torre!! perché quando ci siamo sentiti non mi hai detto nulla?? –
- Sapevo che stavate male e poi stesso voi mi avevate detto di non volerne sapere più niente della prof –
- Si lo so!! Scusami tanto –
 
Torre continuava a fissarlo imbarazzato e intimidito.
 
-Non mi hai detto tutto vero? –
Gaetano si sedette nuovamente vicino all’amico
-No dottò!! Siccome le parole dette dalla prof mi avevano spaventato l ho fatta seguire –
 Gaetano sgranò gli occhi dallo stupore, gli aveva puntato il dito contro e stava per aprir bocca quando fu bloccato.
-Lo so dottò no avrei dovuto ma sapete meglio di me che la prof si caccia sempre nei guai. E siccome vi era venuta a cercare nonostante la vostra situazione –
- tu hai pensato bene di farla seguire x vedere se effettivamente si stava cacciando nei guai ! –
- Eh! –
 
Gaetano annuì con la testa e invito Torre a proseguire.
 
-Volete sapere che cosa ho scoperto? –
Disse Torre un po' intimidito
-Si Torre! Non farti tirare le parole di bocca. Forza parla e non tralasciare niente –
 
Con le mani alzate
- come volete dottò!! –
Gaetano sospirò e attese le parole dell’amico.
- Fortunatamente la prof non si era cacciata in nessun guaio. Però comunque sapendo le abilità della prof nelle indagini e soprattutto a non farsi scoprire l ho fatta seguire per circa un mese. –
- Ed era coinvolta in qualcosa? –
- No! – Torre prese un bel respiro e continuò – so già che non vi piacerà! La cosa strana è le persone con cui ha avuto contatti la prof! –
- Perché dici questo? –
- Beh si è recata spesso in ospedale in compagnia della dottoressa Francesca –
- Beh non ci vedo nulla di strano sono amiche! –
- questo è vero. Però uno degli agenti in borghese ha ascoltato una conversazione tra le due donne, purtroppo è riuscito a registrare solo la conclusione della conversazione –
- Beh che aspetti le voglio ascoltare –
 
Torre annuì, prese un piccolo registratore dove inserì una cassetta e fece partire la registrazione
 
 
  • Senti Camilla io te lo dico da amica –
  • Lo so, ma non so dove sia. Come faccio a trovarlo? –
  • Non dirmi che questo ti basta per fermarti –
  • Beh forse si! –
  • Non ci credo che tu ti arrenda così facilmente –
  • È così invece –
  • Camilla lo dici perché non puoi o perché non vuoi? –
  • Si, ecco non voglio! –
  • Camilla sai meglio di me che lui ha il diritto di saperlo –
  • Dai Francesca non ne voglio più parlare –
  • Certo che quando ti metti in testa un cosa eh?? Però promettimi che ci penserai –
  • Va bene ci penserò adesso però andiamo??  –
  • Va bene –
 
 
Gaetano cercava di capire di cosa stessero parlando e soprattutto di chi.
 
 “Di che stavi parlando Camilla? E soprattutto chi dovevi metterne al corrente??
 
Guardava nel vuoto assorto dai suoi pensieri cercando di darsi una risposta, ma niente.
Torre lo fissava per capire a cosa stesse pensando, aveva quasi paura a distoglierlo da quel momento di trance ma le informazioni ancora non erano finite.
Passò una mano di fronte la faccia del commissario, ma nulla sembrava non vederla allora anche se con timore lo chiamò.
 
- Dottò ci siete? –
Non vedendo nessuna reazione lo richiamò
- Dottò?! –
 
Gaetano fece un piccolo sobbalzo
- Si Torre ci sono stai calmo! –
- Ah no e che ho visto che non avete risposto –
- No stai tranquillo sto bene. Devi dirmi altro? –
- Si dottò però credo che ciò non vi piacerà –
Guardava per terra, sapeva che le informazioni che stava per rivelare avrebbero ferito il suo amico.
-Dottò io ve lo dico però state calmo. –
 
Gaetano sbuffò e annui, con la mano invitò l’uomo a proseguire.
 
-Mentre la stavo facendo seguire i gli agenti incaricati mi hanno avvertito che oltre alla dottoressa la prof si incontrava spesso e volentieri con un uomo –
Gaetano nel sentire quelle parole si pietrificò
-Come un altro uomo?? –
-Si dottò! E siccome si incontravano spesso ho chiesto di fotografare l’uomo e credetemi se vi dico che sono rimasto stupito. –
- Perché chi era?? Non dirmi Michele Carpi!? –
- No dottò lui no, ma è un uomo che io conosco bene –
- Torre sto perdendo la pazienza –
Aveva uno sguardo da assassino stava per dare di matto aveva il dito puntato contro l’uomo
- Chi è questo? –
Vedersi quel dito puntato e lo sguardo rabbioso di certo non lo aiutava
- b...b...beh Marco Visconti – iniziava a sentirsi sotto pressione.
- Non lo conosco mai sentito!! – dopo alcuni attimi di esitazione – scusa ma tu come lo conosci?? – guardava Torre con aria curiosa e abbastanza irrita
-Beh dottò è il fratello del commissario che vi ha sostituito quando voi siete andato a Sondrio. –
-Ma chi quello con cui è stata Camilla?? Il produttore di vini?? –
Aveva sempre più l’aria irritata
-Bravo dottò allora lo conoscete pure voi? –
 
Gaetano lo fulminò con lo sguardo e Torre per non peggiorare ancora di più la situazione alzò le mani
 
-Scusate dottò! –
-Niente Torre! Sai se Camilla ha continuato a frequentarlo ?? –
- No! Però essendo venuto a conoscenza degli ultimi eventi riguardanti la prof ho convocato sia la dottoressa e sia il signor Visconti –
-Ben fatto Torre –
Accennò un mezzo sorriso, sentiva che qualcosa stava iniziando a muoversi.
-Grazie dottò! C’è solo un problema –
-E cioè?? –
-Sia la dottoressa che il Visconti non potranno essere qui non prima della settimana prossima! –
-Stai scherzando vero?? –
-No purtroppo! La dottoressa è in Nigeria per lavoro e anche il signor Visconti è in Australia per lo stesso motivo –
-Questa non ci voleva! Nell’attesa cerca di ricostruire gli ultimi giorni di Camilla prima della sua sparizione. Voglio che mi convochi la professoressa Anna Ronco e Gustavo il portiere, per adesso sono gli unici che possono dirci qualcosa –
-Come ordinate dottò! –
 
Torre si mise subito all’opera mentre Gaetano cercò un albergo nelle vicinanze anche se non lo voleva dare a vedere, aveva bisogno di riposare e soprattutto schiarirsi le idee.
 
Andare in albergo non era servito a nulla.
 
Appena si ritrovò da solo in camera tutta la frustrazione e la rabbia sfociarono in un pianto disperato.
Essere venuto a conoscenza che Camilla frequentasse di nuovo Marco lo aveva spiazzato, non voleva credere che dopo poco la sua partenza lei si fosse già consolata con un altro per giunta un affascinate produttore di vini, come lo definì lei quando gli raccontò la sua scappatella al mare
 
Solo a pensarci sentiva i brividi.
 
Non riusciva a spiegarsi nemmeno di chi potessero parlare lei e Francesca e soprattutto cosa Camilla tenesse nascosto a quel qualcuno.
Poteva riferirsi a chi unque e a qualsiasi cosa.
E poi c’era il fatto che Camilla lo avesse cercato due giorni dopo la sua partenza e la reazione che aveva avuto nell’apprendere la notizia.
 
Altre domande si sommavano alle precedenti e sempre meno risposte e questo lo mandava in bestia.
 
 
 
 
X – finalmente ti sei calmata! –
C – sei venuto a gioire delle mie disgrazie?? –
Aveva un’espressione disgustata e anche infastidita -
X – non mi permetterei mai! – manifestava un atteggiamento fiero e divertito
C – e allora che ci fai qui?? Non è ancora ora di cena – lo fissava dritto negli occhi come a volerlo sfidare
X – sono venuto per portarti queste, credo che sai già di cosa si tratti –
Faceva penzolare un sacchetto con delle medicine difronte la faccia della prof.
C – come è possibile?? Nessuno sa che le prendo!! –
Rimase un attimo colpita quasi non riusciva a credere che sapessero anche delle sue condizioni
 X – sappiamo tutto di te!! Il capo si è raccomandato non devo farti mancare nulla, non vuole che ti succeda nulla!! ti ha definito aspetta un po’ – fece finta di pensare – a si!! La sua sfinge, ecco come ti ha definito –
Fece una risata maliziosa e divertita, lasciò cadere il sacchetto contenente i medicinali e si allontanò.
 
Non riusciva a capire, come fosse possibile che in tanti anni di indagini di depistamenti, non si era accorta che era seguita costantemente.
Si era accorta perfino degli agenti mandati da Torre che la seguivano ogni spostamento, come era possibile che non si era accorta anche di loro.
Assorta nei suoi pensieri non si era accorta che l’uomo si era allontanato e aveva lasciato il sacchetto vicino a lei.
Dopo un po’ ripensò all’ultima frase del suo rapitore, anche se non l’aveva ascoltato con concentrazione c’era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.
 
Come ha detto che mi ha chiamata il suo capo??
 
Pensa Camilla, metti in moto il cervello
 
Pensava e ripensava ma proprio non le veniva.
 
Cinge?? Finge?? No non è possibile. Maledizione com’è che ha detto.
 
Poi come una lampadina si era accesa nella sua testa
 
Sfinge, si ha detto sfinge ma perché poi??
 
Iniziò a riflette, non sapeva perché ma le suonava familiare essere chiamata così.
Fu distolta dai suoi pensieri, quando sentì la porta della sua stanza aprirsi.
 
X – ho delle notizie per lei prof –
C – sono proprio curiosa di sentirle queste notizie – era infastidita dalla presenza di quell’uomo e dai suoi atteggiamenti
X – beh se fa così non le dico nulla – non riusciva a non essere divertito dalla situazione
Camilla lo guardava con repulsione, proprio non sopportava di trovarsi in quella situazione ed avere quel tizio continuamente tra i piedi.
 
Camilla inarcò le sopracciglia e congiunse le braccia in attesa di una risposta sensata.
 
X – beh se proprio ci tiene il suo bel commissario è qui in città e qualcosa mi dice che è per la sua scomparsa. –
X – oh ma non si preoccupi dopo la sua lettera che stesso oggi sarà recapitata a sua figlia si metteranno tutti il cuore in pace. Specialmente il suo commissario –
 
Anche se cercava di essere forte e di mantenere i nervi saldi non riusciva a trattenere le lacrime, una dopo l’altra le iniziarono a rigarle il volto.
Cerca di pensare ad una soluzione ad una via di uscita ma non trovava nulla, l’unico indizio erano le parole del suo rapitore e la sua unica speranza era la lettera.
Era giunto il momento di mettere in atto tutto ciò che aveva imparato in dieci anni di indagini e omicidi.
Sapeva che se ci fosse riuscita avrebbe potuto ottenere qualche informazione in più parlando con il suo rapitore.
 
 
 
 
Driiiiiiiiiiin…. driiiiiiiiiiiiiiiin
 
Chi mai poteva essere a quell’ora.
Erano quasi le 23 e aveva appena addormentato la sua piccola Camilla.
 
Andò ad aprire e si trovò di fronte una ragazza.
 
- Salve, mi scuso per l’ora, ma ho un pacco da consegnare alla signora Livia Ferrero –
- Sono io!! La ringrazio ma io non aspettavo nessun pacco –
Era un po’ impacciata non aspettava nessun pacco.
- Mi è stato consegnato due giorni fa, mi scuso se solo ora lo consegno ma ho dovuto dare la priorità ad altra posta –
- va bene non si preoccupi! Grazie mille e buona serata –
- si figuri buona serata anche a lei -
Prese il pacco e chiuse la porta dietro di se.
 
Si recò sul divano era impaziente di aprirlo.
Quando stava per aprirlo la piccola iniziò a piangere, così lo poggiò sul divano e andò in camera.
Si addormentò sfinita vicino a Camilla j. dimenticandosi completamente del pacco.
 
Era notte fonda quando si svegliò, sentì la porta principale aprirsi così senza far rumore si alzò del letto e afferrò il primo oggetto a tiro e si recò verso l’ingresso.
Vide una figura muoversi andare verso la cucina, così si avvicinò di soppiatto ma si bloccò quando riconobbe che quella figura era Renzo in cerca dei suoi tranquillanti, così accese la luce.
 
- Papà!! Ma ti sembra il caso di entrare alle 3 di notte in questo modo?? –
Stava per urlare ma poi abbassò notevolmente la voce così da non svegliare la piccola
- scusa tesor… -
Fù zittito dalla ragazza
- sssssssh ci manca solo che si svegli Camilla –
- scusa e che non riuscivo a dormire sono venuto a prendere i tranquillanti di solito tua madre li tiene nel cassetto, ma non ci sono –
- se volevi farmi prendere un colpo ci seri riuscito!!! –
- scusa ancora amore! –
Stava per andare via quando la sua attenzione fu colpita da un pacco poggiato sul divano. E indicando col dito
- E quello?? Che cos’è?? –
 Si recarono entrambi vicino al divano, Livietta prese il pacco e lo aprì.
- Non lo so. Adesso lo apro –
Dal pacco uscirono un ciondolo e una busta contenente una lettera
 
Padre e figlia si guardarono negli occhi, calò un silenzio agghiacciante nel vedere i due oggetti.
Livietta nel vederli si accasciò sul divano, si portò una mano alla bocca e scuoteva il capo.
-O mio dio non può essere!! –
Renzo nel vedere la reazione così impaurita della figlia si preoccupò.
-Cosa c’è amore?? Cos’è quel ciondolo?? –
Livietta non parlava si limitò ad aprire la busta e iniziò a leggere la lettera.
Dopo pochi minuti aveva gli occhi gonfi e rossi, il viso rigato dalle lacrime.
- Papà la mamma è andata via –
Renzo era incredulo, non credeva possibile che Camilla avesse fatto una cosa del genere. Vide Livietta porgergli la lettera la prese e iniziò a leggerla.
- Non può essere Camilla non farebbe mai una cosa del genere –
Entrambi ebbero la stessa reazione, erano sconvolti si guardavano e non sapevano casa fare.
Livietta era disperata, Renzo dal canto suo era sconvolto ma cercava di mantenere la mente lucida.
 
-Dobbiamo chiamare Gaetano –
 
 
 
 
Un paio di squilli a vuoto ma ecco che la risposta non tardò a venire
 
- Pronto?? –
Aveva la voce assonnata
- sono Renzo –
Aveva un tono rigido e freddo
- Renzo ma che ore sono ?? –
- Sono le 3 di notte –
Il tono rigido e fermo di Renzo non aiutavano, Gaetano con scattò si alzò dal letto.
- E’ successo qualcosa?? –
Silenzio per alcuni istanti, aveva la mente invasa da mille pensieri
- Abbiamo ricevuto una lettera di Camilla, credo che sia il caso che tu venga qui devi leggerla di persona –
- Arrivo!! –
 
Indossò le prime cose che trovò nella valigia e uscì di corsa, dopo circa venti minuti era a casa di Livietta.
   
 
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