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Autore: Giuka    03/04/2009    7 recensioni
Raccolta su Jared e Kim, la mia coppia preferita nella saga di Twilight. Nono capitolo: Il sentimento che ci univa era già oltre a tutti i problemi adolescenziali. Era uno scalino superiore, un tale livello di coinvolgimento e adorazione che nemmeno la morte avrebbe potuto spezzare. Ora sapevo che saremmo potuti stare lontani anche anni: il nostro amore eravamo noi stessi. Perderlo avrebbe voluto dire perdere la nostra identità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jared Cameron, Kim
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
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My Gravity – Jared and Kim

 

Mai morte fu più dolce

 

 

Il mio stomaco è stretto in una morsa ferrea e passo di continuo le mani tra i capelli, nervoso ed impaziente di vederla, mentre qui sul bagnasciuga  la brezza marina non smette di soffiare.
Non sopporto l’attesa, è straziante e triste. L’unica nota positiva è che tra poco lei sarà qui, vicino a me, e finalmente quest’ansia tremenda svanirà del tutto. Perché, sebbene io ringrazi ogni singolo giorno l’imprinting e l’angelo che mi ha donato, la sensazione di puro terrore che provo quando lei non è fisicamente addosso a me non è piacevole. La preoccupazione mi uccide e non riesco nemmeno a respirare finché lei non è accanto a me, calda e sicura; il desiderio di vederla e perdermi nei suoi occhi scuri supera ogni altro bisogno; il ricordo della sensazione della sua pelle morbida a contatto con la mia è dolce come il miele. Ecco, se qualcuno ascoltasse i miei pensieri direbbe: come si può amare così tanto una ragazza a cui hai parlato per la prima volta cinque giorni fa? La parola imprinting spiegherebbe a questo qualcuno che io non amo Kim, io vivo per Kim. Ogni singolo secondo della mia giornata, ogni mio progetto, ogni mia decisione ed ogni mio respiro sono per lei; da cinque giorni non penso ad altro che Kim, comprendendo anche baciare Kim, toccare Kim, sposare Kim e tante altre cose che è meglio censurare. Paul si è fatto delle grosse risate, dandomi del maniaco, mentre Sam, l’unico capace di comprendere tutto questo amore, mi ha consigliato di dirle tutto al più presto. Tuttavia non posso di certo dirglielo dopo solo quattro giorni, la spaventerei a morte e probabilmente nemmeno mi crederebbe; così le ho semplicemente chiesto di uscire per conoscerci.
Come secondo appuntamento ho scelto un pomeriggio alla spiaggia, semplice e romantico, proprio come lei. Fa freddo, ma finché sarà accanto a me non dovrà temerlo. E poi diciamolo: avrò la scusa per stringerla di più a me per scardarla. Ecco, sono un genio.
Improvvisamente avverto un profumo ben conosciuto, pesca e lavanda, e mi volto immediatamente verso la direzione da cui proviene. Il sentiero che porta alla spiaggia è ancora vuoto, ma io avverto chiaramente i suoi passi avvicinarsi, bloccandomi il respiro al pensiero che tra poco la vedrò comparire. Tutto il mio corpo si tende in aspettativa, il mio cuore sembra voler uscire dal petto, il cervello si scollega lentamente ed inevitabilmente.
Poi, eccola.

Sollievo, amore, adorazione, felicità, impazienza, serenità, euforia… Provo così tante cose da non riuscire a muovere un passo; riesco solo a fissare incantato la sua figura perfetta che si avvicina lentamente, il volto leggermente abbassato per l’imbarazzo.
Indossa il suo solito cappottino nero, corto e semplice, con un paio di jeans skinny che le evidenziano le gambe piccole e sottili. Ai piedi porta le inconfondibili Converse blu, che per lei sono come un porta fortuna, abbinate al foulard blu e rosso legato al collo. I capelli sciolti e liscissimi, perfettamente lucidi e curati, sono scompigliati senza sosta dalla brezza, conferendole un aspetto etereo e perfetto. Mi guarda di sfuggita con i suoi occhi scuri, che non riesco a vedere bene, e le guancie sono rosse come sempre: bellissima.
Mi avvicino a grandi passi, impaziente ed euforico, e sento un sorriso enorme nascermi spontaneamente sulle labbra; anche Kim sorride, guardandomi finalmente negli occhi e azzerando la distanza tra noi.
Siamo vicini, a nemmeno un metro di distanza, ma non riesco a dire nulla. Sono completamente catturato da lei, dal suo profumo e dai suoi occhi per riuscire anche solo a respirare. La fisso sorridendo e probabilmente sembro un po’ stupido, ma non posso farne a meno. La sua presenza mi rende felice come non mai.
Kim sostiene lo sguardo finché può, ma poi la timidezza la vince ed abbassa gli occhi, arrossendo e sussurrando un saluto debole. Sempre senza smettere di sorridere le prendo la mano e la porto alle mie labbra; socchiudo gli occhi e le bacio piano il polso, il palmo, le dita e i polpastrelli, godendomi appieno la sensazione della sua pelle fresca a contatto con la mia. Rabbrividisco di gioia, piacere e felicità e sento Kim rabbrividire con me: sono io a darle queste emozioni?
“Salutami come si deve, Kim.” le dico divertito con le mie labbra ancora poggiate sulla sua mano, consapevole di metterla in imbarazzo, ma non sopporto che lei sia nervosa con me: voglio che sia completamente rilassata ed al suo agio, non che si intimidisca.
“Ciao, Jared.” sussurra Kim a voce appena più alta, guardandomi negli occhi e sorridendo timidamente.
“Grazie. Come è stato il tuo pomeriggio?” rispondo prendendole la mano e avviandomi verso il bagnasciuga, trascinandomela dietro dolcemente. Kim si lascia trascinare di buon grado, accostandosi a me immediatamente e intrecciando le dita alle mie.
“Il mio pomeriggio non è ancora finito, Jared.”
“Allora cercheremo di renderlo bellissimo, Kim. Cosa ti piacerebbe fare?” le chiedo gentilmente, stringendo la sua mano con la mia delicatamente per paura di farle male: già in confronto agli altri umani Kim è piccola e fragile, ma con me la differenza è ancor più palese. Visti dall’esterno dobbiamo sembrare proprio una strana coppia, lei così piccola e minuta, io fin troppo grande e grosso.
“Stare qui con te va più che bene.” rispose Kim arrossendo e causando un piacevole sussulto nel mio stomaco e un battito in meno nel mio cuore impazzito, che non aveva mai smesso di battere forte all’interno del mio petto.
Parlare con Kim è sempre facile e naturale: le parole mi escono senza bisogno di cercarle e lei, con qualche difficoltà, risponde sempre in modo intelligente, ma anche se avesse risposto con un grugnito a me sembrerebbe perfetta. L’adorazione che provo per lei la spaventa, questo posso sentirlo, ma non riesco a non guardarla incantato, a non stringerle la mano con dolcezza, a non darle la mia felpa se sente freddo. Mi è impossibile non preoccuparmi per lei, non sorriderle, non stringerla. Io amo occuparmi di Kim, e spero di poterlo fare per tutta la mia vita. Spaventa anche me tutto questo sentimento: ho paura di caricarla di un peso troppo grande da sopportare, di farla sentire obbligata a ricambiare un sentimento che non vuole: per questo ho deciso di aspettare e capire se anche lei prova qualcosa per me, prima di dirle tutto. Voglio che stia con me solo perché è questo quello che desidera, ma la consapevolezza di poterla rendere più felice di qualsiasi altro ragazzo mi spinge a dirle tutto e subito. Saprò aspettare, però: per lei questo ed altro.
“Ci sediamo lì? Sono un po’ stanca…” mi chiede Kim ed io mi precipito verso il tronco che ha indicato: niente è più importante del suo bisogno di riposarsi. Lei ridacchia divertita alla mia reazione esagerata, ma mi segue come sempre senza fare storie.
Il tronco è piuttosto alto e mi giro verso Kim con i palmi verso i suoi fianchi: una proposta silenziosa.
Lei alza un sopracciglio scettica “Sono perfettamente in grado di saltare, Jared.” dice sicura, cercando di superarmi. Saltare? Assolutamente no: potrebbe cadere, sbucciarsi i palmi o sbattere il viso. Non esiste.
“Assolutamente no, Kim.” ordino diretto, la voce più dura di quanto non voglia, ma non riesco ancora a controllare le emozioni che lei mi suscita “Dai, Kim. Ti da così fastidio? È il nostro secondo appuntamento, fammi fare il cavaliere.” dico con tono più dolce, sorridendo gentilmente e socchiudendo gli occhi.
Kim smette di respirare per un attimo, fissando con insistenza un punto del mio viso, per poi annuire lentamente. Non aspetto oltre: la afferro gentilmente per i fianchi – le mie mani li occupano completamente, tanto sono stretti- e la sollevo con fin troppa facilità, adagiandola sul legno; mi piace la sensazione di averla tra le braccia, sollevata e sorretta completamente da me. Indugio per un attimo in più con le mie mani sui suoi fianchi e poi mi siedo accanto a lei, senza nemmeno bisogno di saltare.
“Non è giusto che tu sia così alto…” borbotta infastidita sistemandosi più vicina a me arrossendo per il suo gesto “Io sono troppo bassa.” dice poi sconsolata, lisciandosi nervosamente delle pieghe invisibili nei jeans stretti. Appoggio la mia mano sopra alla sua, toccandole la gamba fasciata dai pantaloni, e le sfioro la tempia con le labbra, sentendola sussultare.
“Tu sei perfetta così, Kim.” dico sincero, senza spostare né la bocca né la mano, attendendo una sua qualunque reazione; quando mi si fa inconsciamente più vicina, spingendosi contro le mie labbra, le avvolgo la schiena con una braccio e porto con facilità in braccio a me, sorridendo sornione. Kim si aggrappa stupita alle mie spalle, trattenendo un urletto di sorpresa, e mi fissa con la bocca socchiusa e l’espressione stranita.
“Ti da fastidio?” chiedo senza smettere di sorridere, dato che riesco benissimo a sentire il battito del suo cuore accelerare e i brividi che le rizzato i capelli sulla nuca. Kim scuote la testa, senza smettere di fissarmi con le labbra socchiuse.
Sapevo di quanto fossero perfette le labbra di Kim: lo sapevo da quando, quattro giorni fa, le avevo viste per la vera prima volta. Ero rimasto colpito da quanto fossero piccole ma carnose, un po’ all’ingiù, e dalla perfetta doppia curva di quello superiore. Hanno un colorito rodato e delicato, come tutta la sua persona, e sembrano morbidissime. Mai però avevo desiderato baciarle come in questo momento: ogni singola parte del mio corpo mi urla di azzerare la distanza già minuscola dei nostri volti e di poggiare le mie labbra bollenti sulle sue. Desidero farlo più di ogni altra cosa, ma temo che Kim non lo desideri Tuttavia ormai non sono più padrone del mio corpo, che comincia ad avvicinarsi a Kim come dotato di vita propria, ed io di certo non ho abbastanza forza di volontà per oppormi. Vedo le sue labbra sempre più vicine alle mie, i suoi occhi socchiudersi, le sue guancie arrossarsi come sue mele matura e in un attimo le mie labbra sono sulle sue, lenti e dolci.
N-non riesco a pensare. Non connetto il cervello, riesco solo a concentrarmi sulle piccole labbra di Kim, molto più morbide e lisce di quanto avessi mai potuto immaginare, che premono tremanti sulle mie. Sento un annebbiamento di tutti gli altri sensi e i suoni, gli odori e le immagini non mi arrivano più, anche con i miei sensi da licantropi. Le labbra di Kim assorbono tutto. È la sensazione più bella che io abbia mai provato: è come se prima non avessi mai baciato, è come se prima non fossi mai stato con una ragazza. le emozioni che avevo provato con le mie ragazze precedenti non erano nemmeno paragonabili a quelle che Kim sapeva darmi con un solo sguardo, figuriamoci con un bacio.
Kim si stacca poco dopo, lasciandomi ansimante e annebbiato; anche lei ansima piano, ma le labbra si tendono in un sorriso timido e felice che crea due stupende fossette sulle sue guancie rosse. Sento le mie labbra tendersi ancor prima che il mio cervello ordini loro di farlo, ed il sorriso è talmente ampio che sento la mandibola farmi male, ma non posso smettere. Se lei sorride in questo modo mi è impossibile non farlo: se Kim è felice, io sono euforico.
Siamo qui, a fissarci negli occhi, le labbra vicine e i nostri respiri che si mescolano, ed io voglio baciarla ancora, voglio baciarla per sempre. Appoggio di nuovo le labbra sulle sue e stavolta riesco a controllare meglio le emozioni che mi investono cuore e cervello; sono abbastanza lucido da stringerla a me con dolcezza, proteggendola dal vento invernale, e da baciarle piano le labbra, senza rimanere fermo impalato come prima. Resto quasi stupito di come la sua spalla si incastri perfettamente nell’incavo sotto il mio braccio e di come il suo collo sia perfettamente comodo nel mio gomito; il suo busto è piccolo quanto basta perché, anche tenendola in braccio, il suo volto sia comunque più in basso del mio, e le sue braccia sono così sottili che sono addossate al mio petto senza però distanziare i nostri corpi.
Baciarla è meglio di quanto avessi mai immaginato: prima, preso alla sprovvista da tutte quelle emozioni, non ero riuscito a godermi questa sensazione, ma ora riesco a coglierle una per una. Il suo corpo è caldo, nonostante il freddo, e riesco a percepirne la fragilità anche attraverso il cappottino; i suoi capelli scompigliati dal vento accarezzano i nostri volti con dolcezza, setosi e per nulla fastidiosi; le sue mani piccole stringono la mia maglia tremanti e le braccia dal gomito al polso premono contro il mio petto senza darmi fastidio. Le sue labbra tonde e carnose sono perfette addosso alle mie, larghe e sottili, e si adattano tra loro senza difficoltà, in un lento sfiorarsi e toccarsi.
La stringo appena di più, spingendola contro di me, e premo con più decisione le mie labbra sulle sue per approfondire il bacio, ma la sento tentennare: mi stacco immediatamente, controvoglia, e Kim arrossisce.
“Cosa c’è, Kim?” chiedo subito, preoccupato di essermi spinto troppo oltre: dopotutto è solo il nostro secondo appuntamento ed io non so quali siano le abitudini di Kim con i ragazzi.
Lei arrossisce e non risponde, distogliendo lo sguardo e gemendo in difficoltà. Porto due dita sotto il suo mento e la costringo a guardarmi di nuovo.
“C’è qualche problema?” chiedo nuovamente, sentendo una strana ansia pervadermi: mi ha baciato contro voglia? Non lo voleva? Il timore di averla costretta a qualcosa che non voleva fare mi strinse dolorosamente lo stomaco.
Kim prende fiato e risponde senza respirare e senza guardarmi “D-dai Jared, non ho mai avuto un ragazzo, secondo te qual è il problema?”
Corrugo le sopraciglia confuso “Sei in imbarazzo?”
“No, Jared. È solo che questo è il mio primo bacio.” sospira spazientita, sussurrando le ultime parole e arrossendo all’inverosimile.
Beh, in teoria un normale ragazzo ora dovrebbe essere… Deluso? Un diciassettenne a questo punto della sua pubertà dovrebbe volere una ragazza esperta e disinibita, con cui andare decisamente oltre un semplice bacio. In effetti, fino a quattro giorni fa le mie ragazze erano state tutte così: belle, sexy e facili.
Ora, invece, sono talmente euforico che potrei volare via da un momento all’altro: Kim non è mai stata con un ragazzo, Kim non ha mai baciato un ragazzo, Kim è vergine. Nessuno prima di me l’ha toccata e nessuno oltre a me la toccherà da oggi in poi: lei è mia.
“Ti sei fermata solo per inesperienza, allora?” sorrido radioso, accarezzandole la schiena lentamente; Kim annuisce e storce la bocca.
“Se per te sono troppo bambina, Jared, va bene. Posso capirlo, quindi dimmi pure che non vuoi più uscir-”
Prima che possa finire la bacio di nuovo, irruento e passionale. La bacio veramente, come si fa con una donna, perché Kim per me non è una bambina: è la donna più bella dell’universo, l’unica da cui potrò più essere attratto, fisicamente e sentimentalmente. Ormai non vedo più le altre ragazze, gli occhi di Kim, la sua figura sottile e le guancie rosse sono ovunque. La vedo in tutte le cose che mi circondano, e mi piace. Mi piace essere così innamorato di lei. Io amo essere innamorato di lei.
Kim si lascia guidare nel bacio, timida e inesperta, e sento il suo cuore battere talmente forte che sembra voglia uscirle dal petto. Sta bene, incastrata così contro di me: è più rilassata, non trema più, e le mani non stringono più la mia maglia in una presa ferrea, ma sono rilassate sul mio petto.
Quando ci stacchiamo sorridere è inevitabile: le nostre labbra non sono ancora del tutto separate che già si tendono, io apertamente, lei timidamente, ma mi piace questa nostra diversità.
“Wow…” mormora incantata, gli occhi lucidi per l’emozione. I miei sono proprio bagnati di lacrime, invece.
“Wow.” dico di rimando e le accarezzo la testa con la mano sinistra, mentre con la destra la tengo incastrata su di me “Ne è valsa la pena?”
Kim sembra non capire “Cosa?”
“Dare il tuo primo bacio a me.” chiarisco baciandole dolcemente una guancia, che sento fresca sotto di me. Si sta raffreddando, pensa abbracciandola più stretta: forse dovrei riaccompagnarla a casa.
“C-certo. È stato… Bello.” risponde arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Io alzo un sopracciglio “Solo bello, Kim? Devo rimediare.” dico sorridendo e tuffandomi, letteralmente- sulle sue labbra.

 

~

 

È appena entrata in casa: non mi sono accontentato di accompagnarla alla macchina. Mi sono trasformato e l’ho seguita, ignorando i latrati sguainati di Paul, che si gustava tutto il pomeriggio con Kim, ed i sospiri –nostalgici?- di Sam. Jacob doveva essere da Bella, Embry a scuola: il secchione frequentava il corso pomeridiano di informatica.
Ora che è sicura, posso lasciarla sola. Mi dirigo correndo verso Paul e Sam, che mi vengono incontro a gran velocità. Dopo poco io e Paul ci troviamo uno di fronte all’altro: i suoi pensieri non mi piacciono.

Era il suo primo bacio? Diciassette anni e non ha ancora dato un bacio? Che sfigata.

Paul inizia ad innervosirmi. Stai zitto, idiota.

Però amico questo te lo devo dire. Per essere una principiante, ci sa fare.

Ringhio. Paul…

E poi che labbra. Proprio rotonde. Hanno pure un buon sapore.

Mi sto incazzando sul serio, adesso. PAUL!

Magari me la puoi prestare, un giorno…

In un attimo mi avvento su di lui con un ringhio terribile, puntando dritto alla gola. Paul mi schiva e cominciamo a darcele di santa ragione: zampate, morsi ed unghiate, facendoci male sul serio. Provo un piacere strano nell’affondare i denti nella sua zampa, nell’atterrarlo con ferocia, godo dei suoi guaiti doloranti. Lui non avrebbe dovuto parlare in quel modo di Kim.
Non ho mai combattuto contro di lui prima d’ora e devo ammettere che è forte. Ma io lo sono di più e soprattutto più motivato: non deve parlare così del mio imprinting, penso mentre lo sbatto con furia contro un albero. Paul esita ad alzarsi e con un guaito si arrende. Ghigno scoprendo le zanne.

E che palle questo imprinting. Diventate delle femminucce, cazzo.

La voce di Sam irrompe nei nostri pensieri, chiaro segno della sua vicinanza. La femminuccia ti ha appena battuto, idiota.

Paul guaisce. Sam, non puoi stare sempre dalla sua parte!

Ti ricordo che anche lui ha avuto l’imprinting.

Sam mi zittisce ululando. Fa silenzio, Jared. Paul, non pensare più a Kim in quel modo.

Eccheppale, Sam. Stavo solo scherzando.

L’imprinting non è uno scherzo, Paul. Dovresti averlo capito ascoltando i miei pensieri e quelli di Jared.

Paul guaisce irritato. Forse non me lo avete spiegato bene, siete sempre molto attenti a non pensare ad Emily o Kim mentre io sono nei paraggi.

Chissà perché.

Cosa vorresti dire con questo, eh?

Ringhio. Vuol dire che non ti voglio a meno di venti metri da Kim, Paul!

Ehi, Sam lascia che io mi avvicini ad Emily!

Beh, io non sono Sam. Ti voglio lontano da Kim.

Paul sbuffa irritato. Che palle. Spero di non avere mai l’imprinting.

Sam fa un verso simile ad una risata. Io spero che tu lo abbia presto, Paul. Ti cambierebbe la vita.

Appunto, la mia vita è perfetta così com’è!

L’imprinting ti completa, amico.

Che cazzata!

Sbuffo. Tu non hai ancora capito cos’è l’imprinting, altrimenti non parleresti così. Sarai anche grande e grosso, ma il tuo cervello è grande quanto quello di una gallina!

Paul mi guarda truce. Spiegamelo invece di far battute, Jared.

E va bene, Paul. Guarda. Dico, tuffandomi nei miei pensieri.

Non è amore. Non è il non poter vivere senza di lei, non è una fitta dolorosa al cuore quando lei non c’è, non è il non poter respirare se lei è triste. Non è questo.
È molto, molto di più. È come non vivere più: non respiro per me, non penso per me, il mio cuore non batte per me: io esisto per lei. In effetti, è come se non esistessi affatto: ogni essere umano vive principalmente per se stesso; può amare un’altra persona, può voler dare la vita per lei, ma respira per se stesso. Lo scopo è sopravvivere, per quanto possa dire che darebbe la vita per la persona che ama, mente. Davanti alla morte, egli penserebbe a salvarsi. Io invece non vivo più. Da quattro giorni a questa parte io sono suo. Le appartengo, così come lei appartiene a me. Non accetterò un altro uomo accanto a lei, Paul. Io la voglio per me, voglio volerle bene, amarla, proteggerla e prendermi cura di per tutta la vita. Dammi del pazzo, del folle, ma non mi importa. Kim è… Non trovo le parole.

Gravità, aria e sole. Tutti nella stessa persona. Pensa Sam, aiutandomi nella mia spiegazione.

Già. Kim è la mia gravità, la mia aria ed il mio sole, tutti rinchiusi nel suo piccolo e gracile corpo. Se lei morisse io morirei con lei: non sto ingigantendo i miei sentimenti, è semplicemente un dato di fatto. Chi potrebbe vivere senza l’aria? Chi resterebbe ancorato alla terra senza forza di gravità? Sarebbe impossibile per chiunque. Lo so, l'imprinting può sembrare un obbligo, una costrizione: io prima non amavo Kim. Io non avevo mai nemmeno considerato Kim, pensavo fosse insignificante; ma ora ho scoperto una ragazza dolce, intelligente e buona, abbastanza buona da volermi bene nonostante io sia un cretino. Se Kim mi amerà, sopporterà il fatto che il suo ragazzo si trasformi in un lupo gigante, che combatta contro i vampiri e che la ami da morire. Sopporterà il fatto che la mia vita, le mie decisioni, i miei pensieri dipendano solo da lei. La mia morte dipenderà da lei.
E sai una cosa, Paul?
Di solito la gente non vede bene la morte. Ma in questo caso, io sono contento che quel Jared che viveva per se stesso sia morto. Ora Jared è morto e rinato solo per proteggere ed amare Kim.

Io sono morto per lei nel momento in cui l’ho vista, Paul.

Paul, per una volta, non fa battute. Cavolo, fratello.

Sam annuisce solenne. Lui può capire.

Mai morte fu più dolce.

 

 

 

***

 

 

 

Questo capitolo non mi convince molto, a dirla tutta. Sono partita dal secondo appuntamento di Jared e Kim e sono arrivata ad un maxi discorso filosofico tra licantropi: ho esagerato? A voi l'ardua sentenza. Ditemi se questo capitolo vi sembra peggiore degli altri, in cosa e perché. A me non piace, ma ormai ho scritto questo, ero ispirata così e non vedevo l'ora di aggiornare. Spero con tutto il cuore che vi piaccia, però!

Grazie a coloro che hanno speso un po' del loro tempo per recensire la mia storia: grazie, grazie, grazie.

kim93: grazie mille per aver recensito e per i tuoi complimenti! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto emozionare.  In effetti, io amo le coppie lasciate da parte dalla Meyer, perché posso fantasticare liberamente, dato che non si sa molto di loro! E poi diciamolo: l'imprinting è stupendo, come si può non scrivere di loro? Grazie ancora, spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Baci.

virgi_lycanthrope: cara, mi hai recensito sempre, tutti i capitoli. Ti ringrazio davvero tanto, è bello essere seguiti da qualcuno che apprezza davvero quello che scrivi! Quindi grazie di cuore! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo; in effetti con le date è stato più semplice anche per me da scrivere! Grazie, baci.

niky_95: cara, grazie per i complimenti e per aver recensito! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e che anche tu apprezzi la storia di Jared e Kim, due semplici ragazzi che vivono un amore un po'... Strano, ma normale. Semplicemente amore. Buon viaggio, goditi Parigi! Non vedo l'ora di leggere un'altra tua recensione. Baci e grazie ancora.

princess of vegeta6: *Giuka fugge dalle misteriose figure/licantropi (dopo essersi assicurata di non essere il loro imprinting), poi torna, legge la recensione si asciuga le lacrime, tutto sotto gli occhi attoniti dei presenti*  Sono ripetitiva, lo so, ma dico lo stesso per l'ennesima volta che io ADORO LE TUE RECENSIONI. Lunghe, dettagliate, divertenti e commoventi: il paradiso per ogni scrittore! Grazie per aver letto e recensito, usando parte del tuo tempo, la mia storia; grazie per aver letto e recensito tutti i capitoli e per spingermi a scrivere.  Grazie per i complimenti, ci tengo a rendere Jared e Kim semplici e innamorati, senza cadere nel banale, ma il problema è che non sono proprio normali. Sicuramente più di Edward e Bella, ma alla fine non si può dire che l'imprinting sia così tranquillo e normale. Sicuramente, però, Kim è una ragazza normale, umana, e merita di essere trattata così, senza particolare drammi. La Meyer avrebbe anche potuto spenderci un capitolo come ha fatto con Emily e Sam, Jasper e Alice, Emmet e Rosalie: solo perché Kim è una semplice umana non vuol dire che la sua storia sia meno interessante di Rose o Alice, secondo me. La Meyer crea dei personaggi e delle storie meravigliose (saga di TW, L'ospite) ma li lascia da parte, uccidendoli di indifferenza. Dovrebbe dividere i suoi libri più equamente! Per quanto riguarda la "sporcizia" nel fandom ti do ragione, ma ormai è così in tutti quelli maggiori: le bimbeminkia si fanno avanti in massa, ma noi dobbiamo combattere a suon di storie dove la grammatica conta ancora qualcosa, così come i congiuntivi e la punteggiatura! Sarà difficile, ma facciamolo per il bene della buona lingua italiana! XDXD Scherzo dai... Grazie per il commento, grazie per i complimenti, grazie per apprezzare così tanto il mio modo di scrivere. Baci.

Ele_Cullen: grazie mille per i complimenti. Spero davvero che ti sia piaciuto anche questo. purtroppo a me non molto, ma l'opinione dei lettori è molto più importante! Baci.

Grazie a tutti (anche a chi legge) e recensite, per favore. Amo leggere i vostri commenti.

Baci,

Giuka

 


  
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