My
Gravity – Jared and Kim
Mai
morte fu più dolce
Il mio stomaco è stretto
in una morsa ferrea e
passo di continuo le mani tra i capelli, nervoso ed impaziente di
vederla,
mentre qui sul bagnasciuga la brezza marina non smette di
soffiare.
Non sopporto l’attesa, è straziante e triste.
L’unica nota positiva è che tra
poco lei sarà qui, vicino a me, e finalmente
quest’ansia tremenda svanirà del
tutto. Perché, sebbene io ringrazi ogni singolo giorno
l’imprinting e l’angelo
che mi ha donato, la sensazione di puro terrore che provo quando lei
non è
fisicamente addosso a me non è piacevole. La preoccupazione
mi uccide e non
riesco nemmeno a respirare finché lei non è
accanto a me, calda e sicura; il
desiderio di vederla e perdermi nei suoi occhi scuri supera ogni altro
bisogno;
il ricordo della sensazione della sua pelle morbida a contatto con la
mia è
dolce come il miele. Ecco, se qualcuno ascoltasse i miei pensieri
direbbe: come
si può amare così tanto una ragazza a cui hai
parlato per la prima volta cinque
giorni fa? La parola imprinting spiegherebbe a questo
qualcuno che io non
amo Kim, io vivo per Kim. Ogni singolo secondo della mia giornata, ogni
mio
progetto, ogni mia decisione ed ogni mio respiro sono per lei; da
cinque giorni
non penso ad altro che Kim, comprendendo anche baciare Kim, toccare
Kim,
sposare Kim e tante altre cose che è meglio censurare. Paul
si è fatto delle
grosse risate, dandomi del maniaco, mentre Sam, l’unico
capace di comprendere
tutto questo amore, mi ha consigliato di dirle tutto al più
presto. Tuttavia
non posso di certo dirglielo dopo solo quattro giorni, la spaventerei a
morte e
probabilmente nemmeno mi crederebbe; così le ho
semplicemente chiesto di uscire
per conoscerci.
Come secondo appuntamento ho scelto un pomeriggio alla spiaggia,
semplice e
romantico, proprio come lei. Fa freddo, ma finché
sarà accanto a me non dovrà
temerlo. E poi diciamolo: avrò la scusa per stringerla di
più a me per
scardarla. Ecco, sono un genio.
Improvvisamente avverto un profumo ben conosciuto, pesca e lavanda, e
mi volto
immediatamente verso la direzione da cui proviene. Il sentiero che
porta alla
spiaggia è ancora vuoto, ma io avverto chiaramente i suoi
passi avvicinarsi,
bloccandomi il respiro al pensiero che tra poco la vedrò
comparire. Tutto il
mio corpo si tende in aspettativa, il mio cuore sembra voler uscire dal
petto,
il cervello si scollega lentamente ed inevitabilmente.
Sollievo,
amore, adorazione,
felicità, impazienza, serenità,
euforia… Provo così tante cose da
non riuscire a muovere un passo; riesco solo
a fissare incantato la sua figura perfetta che si avvicina lentamente,
il volto
leggermente abbassato per l’imbarazzo.
Indossa il suo solito cappottino nero, corto e semplice, con un paio di
jeans
skinny che le evidenziano le gambe piccole e sottili. Ai piedi porta le
inconfondibili Converse blu, che per lei sono come un porta fortuna,
abbinate
al foulard blu e rosso legato al collo. I capelli sciolti e liscissimi,
perfettamente lucidi e curati, sono scompigliati senza sosta dalla
brezza,
conferendole un aspetto etereo e perfetto. Mi guarda di sfuggita con i
suoi
occhi scuri, che non riesco a vedere bene, e le guancie sono rosse come
sempre:
bellissima.
Mi avvicino a grandi passi, impaziente ed euforico, e sento un sorriso
enorme
nascermi spontaneamente sulle labbra; anche Kim sorride, guardandomi
finalmente
negli occhi e azzerando la distanza tra noi.
Siamo vicini, a nemmeno un metro di distanza, ma non riesco a dire
nulla. Sono
completamente catturato da lei, dal suo profumo e dai suoi occhi per
riuscire
anche solo a respirare. La fisso sorridendo e probabilmente sembro un
po’
stupido, ma non posso farne a meno. La sua presenza mi rende felice
come non
mai.
Kim sostiene lo sguardo finché può, ma poi la
timidezza la vince ed abbassa gli
occhi, arrossendo e sussurrando un saluto debole. Sempre senza smettere
di
sorridere le prendo la mano e la porto alle mie labbra; socchiudo gli
occhi e
le bacio piano il polso, il palmo, le dita e i polpastrelli, godendomi
appieno la
sensazione della sua pelle fresca a contatto con la mia. Rabbrividisco
di
gioia, piacere e felicità e sento Kim rabbrividire con me:
sono io a darle
queste emozioni?
“Salutami come si deve, Kim.” le dico divertito con
le mie labbra ancora
poggiate sulla sua mano, consapevole di metterla in imbarazzo, ma non
sopporto
che lei sia nervosa con me: voglio che sia completamente rilassata ed
al suo
agio, non che si intimidisca.
“Ciao, Jared.” sussurra Kim a voce appena
più alta, guardandomi negli occhi e
sorridendo timidamente.
“Grazie. Come è stato il tuo
pomeriggio?” rispondo prendendole la mano e
avviandomi verso il bagnasciuga, trascinandomela dietro dolcemente. Kim
si
lascia trascinare di buon grado, accostandosi a me immediatamente e
intrecciando le dita alle mie.
“Il mio pomeriggio non è ancora finito,
Jared.”
“Allora cercheremo di renderlo bellissimo, Kim. Cosa ti
piacerebbe fare?” le
chiedo gentilmente, stringendo la sua mano con la mia delicatamente per
paura
di farle male: già in confronto agli altri umani Kim
è piccola e fragile, ma
con me la differenza è ancor più palese. Visti
dall’esterno dobbiamo sembrare
proprio una strana coppia, lei così piccola e minuta, io fin
troppo grande e
grosso.
“Stare qui con te va più che bene.”
rispose Kim arrossendo e causando un
piacevole sussulto nel mio stomaco e un battito in meno nel mio cuore
impazzito, che non aveva mai smesso di battere forte
all’interno del mio petto.
Parlare con Kim è sempre facile e naturale: le parole mi
escono senza bisogno
di cercarle e lei, con qualche difficoltà, risponde sempre
in modo
intelligente, ma anche se avesse risposto con un grugnito a me
sembrerebbe
perfetta. L’adorazione che provo per lei la spaventa, questo
posso sentirlo, ma
non riesco a non guardarla incantato, a non stringerle la mano con
dolcezza, a
non darle la mia felpa se sente freddo. Mi è impossibile non
preoccuparmi per
lei, non sorriderle, non stringerla. Io amo occuparmi di Kim, e spero
di
poterlo fare per tutta la mia vita. Spaventa anche me tutto questo
sentimento:
ho paura di caricarla di un peso troppo grande da sopportare, di farla
sentire
obbligata a ricambiare un sentimento che non vuole: per questo ho
deciso di
aspettare e capire se anche lei prova qualcosa per me, prima di dirle
tutto.
Voglio che stia con me solo perché è questo
quello che desidera, ma la
consapevolezza di poterla rendere più felice di qualsiasi
altro ragazzo mi
spinge a dirle tutto e subito. Saprò aspettare,
però: per lei questo ed altro.
“Ci sediamo lì? Sono un po’
stanca…” mi chiede Kim ed io mi precipito verso il
tronco che ha indicato: niente è più importante
del suo bisogno di riposarsi.
Lei ridacchia divertita alla mia reazione esagerata, ma mi segue come
sempre
senza fare storie.
Il tronco è piuttosto alto e mi giro verso Kim con i palmi
verso i suoi
fianchi: una proposta silenziosa.
Lei alza un sopracciglio scettica “Sono perfettamente in
grado di saltare,
Jared.” dice sicura, cercando di superarmi. Saltare?
Assolutamente no: potrebbe
cadere, sbucciarsi i palmi o sbattere il viso. Non esiste.
“Assolutamente no, Kim.” ordino diretto, la voce
più dura di quanto non voglia,
ma non riesco ancora a controllare le emozioni che lei mi suscita
“Dai, Kim. Ti
da così fastidio? È il nostro secondo
appuntamento, fammi fare il cavaliere.”
dico con tono più dolce, sorridendo gentilmente e
socchiudendo gli occhi.
Kim smette di respirare per un attimo, fissando con insistenza un punto
del mio
viso, per poi annuire lentamente. Non aspetto oltre: la afferro
gentilmente per
i fianchi – le mie mani li occupano completamente, tanto sono
stretti- e la
sollevo con fin troppa facilità, adagiandola sul legno; mi
piace la sensazione
di averla tra le braccia, sollevata e sorretta completamente da me.
Indugio per
un attimo in più con le mie mani sui suoi fianchi e poi mi
siedo accanto a lei,
senza nemmeno bisogno di saltare.
“Non è giusto che tu sia così
alto…” borbotta infastidita sistemandosi
più
vicina a me arrossendo per il suo gesto “Io sono troppo
bassa.” dice poi
sconsolata, lisciandosi nervosamente delle pieghe invisibili nei jeans
stretti.
Appoggio la mia mano sopra alla sua, toccandole la gamba fasciata dai
pantaloni, e le sfioro la tempia con le labbra, sentendola sussultare.
“Tu sei perfetta così, Kim.” dico
sincero, senza spostare né la bocca né la mano,
attendendo una sua qualunque reazione; quando mi si fa inconsciamente
più
vicina, spingendosi contro le mie labbra, le avvolgo la schiena con una
braccio
e porto con facilità in braccio a me, sorridendo sornione.
Kim si aggrappa
stupita alle mie spalle, trattenendo un urletto di sorpresa, e mi fissa
con la
bocca socchiusa e l’espressione stranita.
“Ti da fastidio?” chiedo senza smettere di
sorridere, dato che riesco benissimo
a sentire il battito del suo cuore accelerare e i brividi che le
rizzato i capelli
sulla nuca. Kim scuote la testa, senza smettere di fissarmi con le
labbra
socchiuse.
Sapevo di quanto fossero perfette le labbra di Kim: lo sapevo da
quando,
quattro giorni fa, le avevo viste per la vera prima volta. Ero rimasto
colpito
da quanto fossero piccole ma carnose, un po’
all’ingiù, e dalla perfetta doppia
curva di quello superiore. Hanno un colorito rodato e delicato, come
tutta la
sua persona, e sembrano morbidissime. Mai però avevo
desiderato baciarle come
in questo momento: ogni singola parte del mio corpo mi urla di azzerare
la
distanza già minuscola dei nostri volti e di poggiare le mie
labbra bollenti
sulle sue. Desidero farlo più di ogni altra cosa, ma temo
che Kim non lo
desideri Tuttavia ormai non sono più padrone del mio corpo,
che comincia ad
avvicinarsi a Kim come dotato di vita propria, ed io di certo non ho
abbastanza
forza di volontà per oppormi. Vedo le sue labbra sempre
più vicine alle mie, i
suoi occhi socchiudersi, le sue guancie arrossarsi come sue mele matura
e in un
attimo le mie labbra sono sulle sue, lenti e dolci.
N-non riesco a pensare. Non connetto il cervello, riesco solo a
concentrarmi
sulle piccole labbra di Kim, molto più morbide e lisce di
quanto avessi mai
potuto immaginare, che premono tremanti sulle mie. Sento un
annebbiamento di
tutti gli altri sensi e i suoni, gli odori e le immagini non mi
arrivano più,
anche con i miei sensi da licantropi. Le labbra di Kim assorbono tutto.
È la
sensazione più bella che io abbia mai provato: è
come se prima non avessi mai baciato,
è come se prima non fossi mai stato con una ragazza. le
emozioni che avevo
provato con le mie ragazze precedenti non erano nemmeno paragonabili a
quelle
che Kim sapeva darmi con un solo sguardo, figuriamoci con un bacio.
Kim si stacca poco dopo, lasciandomi ansimante e annebbiato; anche lei
ansima
piano, ma le labbra si tendono in un sorriso timido e felice che crea
due
stupende fossette sulle sue guancie rosse. Sento le mie labbra tendersi
ancor
prima che il mio cervello ordini loro di farlo, ed il sorriso
è talmente ampio
che sento la mandibola farmi male, ma non posso smettere. Se lei
sorride in
questo modo mi è impossibile non farlo: se Kim è
felice, io sono euforico.
Siamo qui, a fissarci negli occhi, le labbra vicine e i nostri respiri
che si mescolano,
ed io voglio baciarla ancora, voglio baciarla per sempre. Appoggio di
nuovo le
labbra sulle sue e stavolta riesco a controllare meglio le emozioni che
mi
investono cuore e cervello; sono abbastanza lucido da stringerla a me
con
dolcezza, proteggendola dal vento invernale, e da baciarle piano le
labbra,
senza rimanere fermo impalato come prima. Resto quasi stupito di come
la sua
spalla si incastri perfettamente nell’incavo sotto il mio
braccio e di come il
suo collo sia perfettamente comodo nel mio gomito; il suo busto
è piccolo
quanto basta perché, anche tenendola in braccio, il suo
volto sia comunque più
in basso del mio, e le sue braccia sono così sottili che
sono addossate al mio
petto senza però distanziare i nostri corpi.
Baciarla è meglio di quanto avessi mai immaginato: prima,
preso alla sprovvista
da tutte quelle emozioni, non ero riuscito a godermi questa sensazione,
ma ora
riesco a coglierle una per una. Il suo corpo è caldo,
nonostante il freddo, e
riesco a percepirne la fragilità anche attraverso il
cappottino; i suoi capelli
scompigliati dal vento accarezzano i nostri volti con dolcezza, setosi
e per
nulla fastidiosi; le sue mani piccole stringono la mia maglia tremanti
e le
braccia dal gomito al polso premono contro il mio petto senza darmi
fastidio.
Le sue labbra tonde e carnose sono perfette addosso alle mie, larghe e
sottili,
e si adattano tra loro senza difficoltà, in un lento
sfiorarsi e toccarsi.
La stringo appena di più, spingendola contro di me, e premo
con più decisione
le mie labbra sulle sue per approfondire il bacio, ma la sento
tentennare: mi
stacco immediatamente, controvoglia, e Kim arrossisce.
“Cosa c’è, Kim?” chiedo
subito, preoccupato di essermi spinto troppo oltre:
dopotutto è solo il nostro secondo appuntamento ed io non so
quali siano le
abitudini di Kim con i ragazzi.
Lei arrossisce e non risponde, distogliendo lo sguardo e gemendo in
difficoltà.
Porto due dita sotto il suo mento e la costringo a guardarmi di nuovo.
“C’è qualche problema?” chiedo
nuovamente, sentendo una strana ansia
pervadermi: mi ha baciato contro voglia? Non lo voleva? Il timore di
averla
costretta a qualcosa che non voleva fare mi strinse dolorosamente lo
stomaco.
Kim prende fiato e risponde senza respirare e senza guardarmi
“D-dai Jared, non
ho mai avuto un ragazzo, secondo te qual è il
problema?”
Corrugo le sopraciglia confuso “Sei in imbarazzo?”
“No, Jared. È solo che questo è il mio
primo bacio.” sospira spazientita,
sussurrando le ultime parole e arrossendo all’inverosimile.
Beh, in teoria un normale ragazzo ora dovrebbe essere… Deluso?
Un
diciassettenne a questo punto della sua pubertà dovrebbe
volere una ragazza
esperta e disinibita, con cui andare decisamente oltre un semplice
bacio. In
effetti, fino a quattro giorni fa le mie ragazze erano state tutte
così: belle,
sexy e facili.
Ora, invece, sono talmente euforico che potrei volare via da un momento
all’altro: Kim non è mai stata con un ragazzo, Kim
non ha mai baciato un
ragazzo, Kim è vergine. Nessuno prima di me l’ha
toccata e nessuno oltre a me
la toccherà da oggi in poi: lei è mia.
“Ti sei fermata solo per inesperienza, allora?”
sorrido radioso, accarezzandole
la schiena lentamente; Kim annuisce e storce la bocca.
“Se per te sono troppo bambina, Jared, va bene. Posso
capirlo, quindi dimmi
pure che non vuoi più uscir-”
Prima che possa finire la bacio di nuovo, irruento e passionale. La
bacio
veramente, come si fa con una donna, perché Kim per me non
è una bambina: è la
donna più bella dell’universo, l’unica
da cui potrò più essere attratto,
fisicamente e sentimentalmente. Ormai non vedo più le altre
ragazze, gli occhi
di Kim, la sua figura sottile e le guancie rosse sono ovunque.
La vedo
in tutte le cose che mi circondano, e mi piace. Mi piace essere
così innamorato
di lei. Io amo essere innamorato di lei.
Kim si lascia guidare nel bacio, timida e inesperta, e sento il suo
cuore
battere talmente forte che sembra voglia uscirle dal petto. Sta bene,
incastrata così contro di me: è più
rilassata, non trema più, e le mani non
stringono più la mia maglia in una presa ferrea, ma sono
rilassate sul mio
petto.
Quando ci stacchiamo sorridere è inevitabile: le nostre
labbra non sono ancora
del tutto separate che già si tendono, io apertamente, lei
timidamente, ma mi
piace questa nostra diversità.
“Wow…” mormora incantata, gli occhi
lucidi per l’emozione. I miei sono proprio
bagnati di lacrime, invece.
“Wow.” dico di rimando e le accarezzo la testa con
la mano sinistra, mentre con
la destra la tengo incastrata su di me “Ne è valsa
la pena?”
Kim sembra non capire “Cosa?”
“Dare il tuo primo bacio a me.” chiarisco
baciandole dolcemente una guancia,
che sento fresca sotto di me. Si sta raffreddando, pensa abbracciandola
più
stretta: forse dovrei riaccompagnarla a casa.
“C-certo. È stato… Bello.”
risponde arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Io alzo un sopracciglio “Solo bello, Kim? Devo
rimediare.” dico sorridendo e
tuffandomi, letteralmente- sulle sue labbra.
~
È appena entrata in casa:
non mi sono
accontentato di accompagnarla alla macchina. Mi sono trasformato e
l’ho
seguita, ignorando i latrati sguainati di Paul, che si gustava tutto il
pomeriggio con Kim, ed i sospiri –nostalgici?-
di Sam. Jacob doveva
essere da Bella, Embry a scuola: il secchione frequentava il corso
pomeridiano
di informatica.
Ora che è sicura, posso lasciarla sola. Mi dirigo correndo
verso Paul e Sam,
che mi vengono incontro a gran velocità. Dopo poco io e Paul
ci troviamo uno di
fronte all’altro: i suoi pensieri non mi piacciono.
Non ho mai combattuto contro di lui prima d’ora e devo
ammettere che è forte.
Ma io lo sono di più e soprattutto più motivato:
non deve parlare così del mio
imprinting, penso mentre lo sbatto con furia contro un albero. Paul
esita ad
alzarsi e con un guaito si arrende. Ghigno scoprendo le zanne.
Paul mi guarda truce.
Spiegamelo invece di
far battute, Jared.
È molto, molto di più. È come non
vivere più: non respiro per me, non
penso per me, il mio cuore non batte per
me: io esisto per
lei. In effetti, è come se non esistessi
affatto: ogni essere umano
vive principalmente per se stesso; può amare
un’altra persona, può voler dare
la vita per lei, ma respira per se stesso. Lo scopo è
sopravvivere, per quanto
possa dire che darebbe la vita per la persona che ama, mente. Davanti
alla
morte, egli penserebbe a salvarsi. Io invece non vivo più.
Da quattro giorni a
questa parte io sono suo. Le appartengo, così come lei
appartiene a me. Non accetterò
un altro uomo accanto a lei, Paul. Io la voglio per me, voglio volerle
bene,
amarla, proteggerla e prendermi cura di per tutta la vita. Dammi del
pazzo, del
folle, ma non mi importa. Kim è… Non trovo le
parole.
Di solito la gente non vede bene la morte. Ma in questo caso, io sono
contento
che quel Jared che viveva per se stesso sia morto. Ora Jared
è morto e rinato
solo per proteggere ed amare Kim.
Io sono morto per lei nel momento
in
cui l’ho vista, Paul.
***
Questo capitolo non mi convince molto, a dirla tutta. Sono partita dal secondo appuntamento di Jared e Kim e sono arrivata ad un maxi discorso filosofico tra licantropi: ho esagerato? A voi l'ardua sentenza. Ditemi se questo capitolo vi sembra peggiore degli altri, in cosa e perché. A me non piace, ma ormai ho scritto questo, ero ispirata così e non vedevo l'ora di aggiornare. Spero con tutto il cuore che vi piaccia, però!
Grazie a coloro che hanno speso un po' del loro tempo per recensire la mia storia: grazie, grazie, grazie.
kim93: grazie mille per aver recensito e per i tuoi complimenti! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto emozionare. In effetti, io amo le coppie lasciate da parte dalla Meyer, perché posso fantasticare liberamente, dato che non si sa molto di loro! E poi diciamolo: l'imprinting è stupendo, come si può non scrivere di loro? Grazie ancora, spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Baci.
virgi_lycanthrope: cara, mi hai recensito sempre, tutti i capitoli. Ti ringrazio davvero tanto, è bello essere seguiti da qualcuno che apprezza davvero quello che scrivi! Quindi grazie di cuore! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo; in effetti con le date è stato più semplice anche per me da scrivere! Grazie, baci.
niky_95: cara, grazie per i complimenti e per aver recensito! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e che anche tu apprezzi la storia di Jared e Kim, due semplici ragazzi che vivono un amore un po'... Strano, ma normale. Semplicemente amore. Buon viaggio, goditi Parigi! Non vedo l'ora di leggere un'altra tua recensione. Baci e grazie ancora.
princess of vegeta6: *Giuka fugge dalle misteriose figure/licantropi (dopo essersi assicurata di non essere il loro imprinting), poi torna, legge la recensione si asciuga le lacrime, tutto sotto gli occhi attoniti dei presenti* Sono ripetitiva, lo so, ma dico lo stesso per l'ennesima volta che io ADORO LE TUE RECENSIONI. Lunghe, dettagliate, divertenti e commoventi: il paradiso per ogni scrittore! Grazie per aver letto e recensito, usando parte del tuo tempo, la mia storia; grazie per aver letto e recensito tutti i capitoli e per spingermi a scrivere. Grazie per i complimenti, ci tengo a rendere Jared e Kim semplici e innamorati, senza cadere nel banale, ma il problema è che non sono proprio normali. Sicuramente più di Edward e Bella, ma alla fine non si può dire che l'imprinting sia così tranquillo e normale. Sicuramente, però, Kim è una ragazza normale, umana, e merita di essere trattata così, senza particolare drammi. La Meyer avrebbe anche potuto spenderci un capitolo come ha fatto con Emily e Sam, Jasper e Alice, Emmet e Rosalie: solo perché Kim è una semplice umana non vuol dire che la sua storia sia meno interessante di Rose o Alice, secondo me. La Meyer crea dei personaggi e delle storie meravigliose (saga di TW, L'ospite) ma li lascia da parte, uccidendoli di indifferenza. Dovrebbe dividere i suoi libri più equamente! Per quanto riguarda la "sporcizia" nel fandom ti do ragione, ma ormai è così in tutti quelli maggiori: le bimbeminkia si fanno avanti in massa, ma noi dobbiamo combattere a suon di storie dove la grammatica conta ancora qualcosa, così come i congiuntivi e la punteggiatura! Sarà difficile, ma facciamolo per il bene della buona lingua italiana! XDXD Scherzo dai... Grazie per il commento, grazie per i complimenti, grazie per apprezzare così tanto il mio modo di scrivere. Baci.
Ele_Cullen: grazie mille per i complimenti. Spero davvero che ti sia piaciuto anche questo. purtroppo a me non molto, ma l'opinione dei lettori è molto più importante! Baci.
Grazie a tutti (anche a chi legge) e recensite, per favore. Amo leggere i vostri commenti.
Baci,
Giuka