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Autore: Eowyn_SEE    06/04/2016    1 recensioni
Mi chiamo Amelia Stefani, e questa è la mia storia. Non vi voglio convincere a leggerla. Dopotutto, forse voi state cercando una storia romantica. Beh, vi anticipo subito che questa non lo è: io non sono una persona romantica, mai stata. E lui lo sapeva. Non per cinismo o qualche altra fesseria del genere, solo che non sono capace, mi scappa da ridere. Quindi no, niente romanticismo.
Questa è soltanto la storia di un'inaspettata amicizia. Inaspettata perché mi prese alla sprovvista. Non ebbi neanche il tempo di vederla arrivare che già mi era impossibile separarmene, se non molto dolorosamente. Non è una storia romantica, è una storia di vita, che a volte è felice, e poi non lo è più. E ci può essere passione, ma anche quella non dura per sempre. Ma la vita è l'unica cosa che conosco, e l'unica che posso raccontare.
"Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate." (Una citazione di Dante ci sta sempre)
Tom HiddlestonX Nuovo Personaggio
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Chapter Four

 

Chiacchierammo ancora un'oretta, in cui lo avvisai di quello che si sarebbe trovato davanti se davvero aveva intenzione di venire quella sera alla festa, forse in un vano tentativo di scoraggiarlo, e cercando di riparare all'errore che sentivo di aver fatto invitandolo, ma non funzionò. Anzi, probabilmente i miei racconti ebbero l'effetto contrario. Ora sembrava più che deciso a conoscere tutti quei personaggi un po' fuori dalle righe di cui gli raccontavo.

-Come sei capitata in una casa del genere?- mi chiese.

Così gli raccontai la storia della Gonza, e di come mi ero trovata a dividere la tripla con lei e Lucia, tre anni prima.

-...Martina è ancora sconvolta dalla storia delle foto al parco!!- conclusi, ridendo.

Rise. -Ah, i coinquilini! Guarda il lato positivo, però! Ora che hai lasciato passare un po' di anni, è una storia divertente!

-Oh, sì. Anni di prospettiva la rendono divertente. Vissuta sulla pelle però, era più che altro tragicomica!

-Ma cosa le avevi fatto?- chiese, scuotendo la testa.

-A oggi, non ne ho la più pallida idea, giuro! La mia ipotesi, ma è solo un'ipotesi, è che lei si sentiva la regina dell'universo e io invece non eseguivo gli “ordini”. E per una abituata a urlare dietro pure a sua madre, deve essere scioccante.

Mi raccontò quindi delle sue esperienze di convivenza, dagli anni del collegio, passando per gli anni dell'università, a Cambridge, e i primi anni lavorativi. Poi, con il primo stipendio grosso, immaginai che parlasse di Thor, era riuscito a comprarsi una casa tutta per sé, e quindi niente più coinquilini, finalmente.

-Non sai quanto ti invidio!- sospirai.

-Beh, dipende sempre dai coinquilini. Se sei fortunato, un po' di compagnia non guasta mai.

-Certo, ma devi ammettere che tornare in una casa dove tutto è messo come vuoi tu, e dove non devi rendere conto di niente a nessuno, è liberatorio! Se poi vuoi compagnia, puoi sempre invitare qualcuno, o andare tu in giro!

-E' vero, sì.-ammise. -Devo dire che, soprattutto dopo una certa età, la necessità di avere degli spazi personali si fa sentire.

Risi. -Eh, già, povero vecchietto!

-Mi stai prendendo in giro?

-Chi? Io? Nooo!! Comunque, se può consolarti, non credo sia l'età. Sarà che ho sempre dovuto dividere la camera con mia sorella la dittatrice, ma ho sempre desiderato una casa tutta mia. Anche minuscola, non mi importa. Il mio sogno per quando diventerò ricca!- scherzai.

A quel punto mi chiese della mia famiglia e io gli chiesi della sua.

Quando finimmo di chiacchierare era ormai l'una. Lui doveva andare ad un appuntamento.

-Dimmi solo dove devo venire stasera.

-Sei sicuro? Guarda che puoi ancora tirarti indietro! Non ti giudico!- Ultimo tentativo.

-Sicurissimo!

-Ok!- Tirai fuori un bigliettino bianco e una penna dalla borsa e vi scrissi l'indirizzo e i miei numeri di telefono, sia quello inglese che quello italiano, per Whatsapp.

-Se ti perdi, non esitare a chiamare- gli dissi porgendoglielo.

-Non lo farò! A stasera!

-A stasera!- Lo osservai mentre si fermava al bancone per pagare il conto, poi mi salutò di nuovo con la mano. Ricambiai e uscì.

Io mi fermai ancora un po' per finire la Coca e pensare a quello che era appena successo. Era assurdo! Ma allo stesso tempo, assolutamente normale. Avevo incontrato un ragazzo gentile che mi aveva invitata a prendere un caffè. Niente per cui appendere i manifesti! Che quel ragazzo gentile fosse Tom Hiddleston, l'attore, forse non era poi così importante...

 

Rimasi in centro ancora qualche ora, passando da Oxford Street per salutare i colleghi di Clarks, ma la presenza davanti all'ingresso dell'odioso Michael mi fece cambiare idea.

Quando tornai a casa erano le 5 del pomeriggio.

Non avendo le chiavi, suonai al campanello. Sentii 'Jingle Bells' echeggiare nella casa. Trattenni una risata.

Venne ad aprirmi Gabriel, che doveva essere appena rientrato da lavoro, ma aveva già gli occhi sottili ed era a torso nudo. -Olà, piccollina, o che se passa?- mi disse sorridente.

-Ciao, ginger boy! Già tornato da lavoro?- gli chiesi entrando. Lui chiuse la porta dietro di me.

-Veramente, mi sono finto malato oggi. Shhhh!- rispose, portandosi un dito alle labbra. Ecco spiegati gli occhi.

-Oh, che ragazzaccio!- sorrisi.

Ci dirigemmo verso il salotto, e da lì vidi Nicola, Gaia, Francisco, Asia e Lucia seduti intorno al tavolo fuori in giardino.

-Vedo che avete già iniziato la festa, voi!- dissi mentre seguivo Gabriel in cucina e poi fuori.

-C'è sempre una festa, qui!- mi rispose strizzandomi l'occhio.

Non appena arrivammo fuori e Lucia si accorse di me, si alzò correndomi incontro.

-Amelia!!- urlò, saltandomi praticamente addosso.

-Luce! Quanto mi sei mancata!- la strinsi anche io.

Quando mi lasciò ci sedemmo e salutai tutti. Non potei non notare un'anguria 'decapitata' che spiccava al centro del tavolo.

-Cosa avete messo nell'anguria, ragazzi?- chiesi curiosa.

-Provala!- Francisco mi porse una cannuccia.

-Posso fidarmi?

-Assolutamente no!- rise lui in risposta.

Afferrai la cannuccia e tirai su. C'era sicuramente vodka, e qualcos'altro che però non riuscii ad identificare. Rinfrescante e alcolico. Perfetto!

-E' fantastico! Cos'è?

Mi rispose Nicola: -Meglio non sapere...

Ridemmo tutti.

-Uh, ragazzi, vi spiacerebbe se avessi invitato una persona per stasera? Solo una, singola persona,giuro.

-Certo che no!- mi rassicurò Asia. -Chi?? Un ragazzo?- sempre curiosissima, specialmente quando si trattava di ragazzi.

-Sì, un ragazzo!

-Lo conosco?- chiese eccitata.

-No. A dire il vero, lo conosco anche io a malapena...

-Oh..quindi, come mai lo hai invitato?- intervenne Luce. -E' carino??

-Beh, onestamente, non ho idea come mai. Ma sono sicura al 100% che è una persona a posto. Non darà problemi. Giuro! E sì, è piuttosto carino!

Luce fece un piccolo applauso, felice.

Francisco si sporse a toccarmi un braccio.-Non ti preoccupare, se fa casini possiamo sempre dare la colpa allo stramboide francese! Il padrone di casa ci crederà sicuramente!

Altre risate.

Passammo così il pomeriggio, a scherzare, ricordare i tempi andati, prenderci in giro e bere. Verso le sei arrivarono anche Martina e Rossana, che si unirono a noi più che volentieri. Era perfetto!

Verso le otto decidemmo che era ora di cominciare a cucinare qualcosa. Nicola si autoproclamò 'cuoco ufficiale di Sheldon Avenue' e cucinò per tutti pasta ai funghi.

Quando, intorno alle 10, suonò il campanello, eravamo già rientrati visto che non faceva più caldissimo fuori, e ci eravamo già ributtati sull'alcol, ballando le canzoni più sceme che riuscivamo a trovare su YouTube (vedi 'Honey Honey', la preferita di Martina).

Con un bicchiere di vodka tonic in mano uscii dal salotto e mi diressi verso l'ingresso. Vidi un'ombra alta dietro il vetro della porta e ne riconobbi la sagoma di Tom, non senza un po' di stupore. Sì che l'avevo invitato, ma mi resi conto che fino a quel momento non mi aspettavo DAVVERO che venisse.

-Ciao straniero!- lo salutai aprendogli.

-Ciao a te!- rispose sorridendomi di rimando. Non potei fare a meno che sorridergli anch'io: era contagioso.

-Dai, entra e preparati per la follia!- mi spostai di lato per lasciarlo passare, chiusi la porta e gli feci strada fino in salotto, dove lo presentai a tutti: -Ragazzi, lui è Tom. Tom ti presento i ragazzi!

I miei amici non erano nerd quanto me, perciò non mi ero preoccupata troppo che lo riconoscessero, e avevo ragione.

-Ciao Tom!- gli dissero solamente prima di tornare a ballare, o fumare, o suonare, o semplicemente chiacchierare. Mi accorsi che fino a quel momento era stato teso, perchè in quel momento si rilassò, probabilmente felice di non essere oggetto di ulteriore attenzione.

-Vuoi un drink?- gli chiesi quindi.

-Cosa avete?- chiese lui, finalmente tranquillo e a suo agio.

Risi in risposta. -Cosa NON abbiamo? Luce ha comprato da bere per qualche secolo!- Lo afferrai per un polso e lo trascinai in cucina, mostrandogli la collezione di alcolici.

Quando mi sentì dire il suo nome, Lucia si alzò dal divano e venne verso di noi. -Qualcosa di cui lamentarvi?- chiese poggiandosi a una mia spalla.

-Non da parte mia!- le assicurai.

Lei si voltò verso Tom e allungò una mano. -Lucia, piacere.

Lui gliela strinse, sempre sorridente, chinando leggermente la testa. -Il piacere è tutto mio.

-Ci siamo già incontrati? Mi sembri familiare...-

Lui si irrigidì leggermente. -Ho una di quelle facce..-iniziò, ma Luce lo interruppe subito.

-Sai cosa? Probabilmente ti ho visto al club. Faccio la barista a Soho, ti avrò visto lì!

-Sì, è possibile!- confermò Tom. Probabilmente mentiva. Luce doveva aver visto la sua faccia sulle pubblicità di Thor 2 che spopolavano su tutti gli autobus, ma lui era relegato in un angolino, capelli neri e sbarbato, perciò probabilmente non riusciva a connetterlo con l'uomo dai capelli rossi e un po' di barba, rossa, che si trovava ora davanti. Fui sollevata: Lucia era una persona buonissima, ma spesso e volentieri reagiva in modo un po' esagerato.

-Allora, quel drink?- mi chiese Tom, cambiando discorso.

-Certo! Ti cerco un bicchiere, tu intanto decidi!

-Mmm, credo che inizierò con una birra. Posso?

-Sicuro! Possiamo risparmiare sul bicchiere allora, se non ti dispiace bere dalla bottiglia!- dissi interrompendo la mia caccia al tesoro. Con la coda dell'occhio vidi che Luce era stata richiamata in salotto. -Serviti pure!- aggiunsi, indicandogli il cartone di birre davanti a lui. Ne prese una e la aprì senza difficoltà. -Cheers!

Mi sedetti su uno sgabello e porsi il mio bicchiere di vodka tonic fino a toccare la bottiglia. -Cheers!

Cavolo se il suo sorriso era contagioso!

Presi un sorso e poi dissi: -Sai, non ero sicura che saresti venuto davvero!-

-Ti ho detto che sarei venuto. Mantengo sempre la mia parola!- mi assicurò.

-Beh, allora sei uno dei pochi che lo fa ancora! Brindo a te!- alzai il bicchiere in suo onore. Lui rise toccò di nuovo il mio bicchiere con la sua bottiglia.

-Italiana Piccollina Prima!- mi sentii chiamare da Gabriel. -Vieni qui, per favore?

Scesi dallo sgabello e mi diressi in salotto per vedere cosa stessero combinando.

-Che c'è?- chiesi sedendomi su bracciolo del divano vicino al mio ginger boy. Percepii Tom dietro di me appoggiarsi allo stipite della porta.

Mi rispose Martina. -Vogliono giocare a qualcosa, qualche idea?

-Beerpong!!- saltò su Lucia.

-Dio, no. Non beerpong!!- pregai.

-Perchè no, è una buona idea!- protestò Asia.

-Tu sai perchè!!- le puntai il dito contro. -Tu più di tutti gli altri dovresti saperlo! Ricordi l'ultima volta?

-Oh, dai, ti prego!!

Le lanciai un'occhiataccia.

Rossana prese in mano la situazione. -Votiamo, no? Chi vuole giocare a beerpong?- Tutti tranne me alzarono la mano. Mi girai: anche Tom aveva alzato la mano. Gli lanciai un'occhiata tradita, di cui lui rise apertamente.

-Sei in minoranza!- mi fece notare Ross.

Mi arresi. -D'accordo! Ma non lamentatevi con me poi dopo: qualunque cosa io faccia, ora è colpa vostra!

Mentre tutti iniziavano a preparare il gioco riempiendo i bicchieri d'acqua e cercando la pallina da ping pong, Tom mi si avvicinò. -Cos'è successo l'ultima volta?

-Mi sono ubriacata. Tanto. E visto che sono già abbastanza ubriaca, ho paura di cosa potrei fare oggi...

Rise. Poi chiese: -A che ora avete iniziato a bere, oggi?

-Ehm....- esitai.-Asia?

-Eh??- si sporse dalla cucina.

-Il signore qui vuole sapere a che ora abbiamo iniziato a bere, oggi. Devo contare anche l'anguria?

-DEVI!

Mi rivolsi di nuovo a lui. -Alle 5, allora!

Mi guardò alzando un sopracciglio. -Che cosa diavolo avete messo dentro quell'anguria?

-Meglio non sapere!!

 

N.A.: scusate il ritardo di questo capitolo. Sto tentando di postare i capitoli più frequentemente possibile, ma ero molto indecisa su questo (e lo sono ancora) e in più non sono stata bene.

Devo dire che non mi convince proprio per niente, ma spero di poter riparare con il prossimo, che per questo motivo posto simultaneamente.

Recensite!

Un bacio.

E_SEE

  
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