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Autore: Earth    08/04/2016    6 recensioni
Questa storia narrerà dei fatti di un futuro lontano, lontanissimo.
Di un tempo in cui di Soli ve ne saranno a milioni e le stelle si conteranno sulla punta delle dita.
Racconterà di quello che viene dopo le avventure, dopo che i cuori saranno stati rattoppati e anche gli orologi avranno finito i rintocchi.
Se vorrete potrete leggere di quell'ultima, fuggevole, volta in cui Dalia Black e Malachite Braian Comei s'incontreranno, persi tra le schegge dell'universo.
(Non è il sequel di niente, è da leggere autonomamente.)
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRATTATO DI PACE



Sopra la sua testa lo scudo antiradiazioni continuava a crepitare a intervalli irregolari, ma Dalia non ci faceva troppo caso. Con la scusa di andare a sistemare la linea di rotta del pilota automatico, che si era completamente resettata durante l'atterraggio di fortuna, era riuscita a sgattaiolare sul ponte esterno.
La loro nave aveva subito grossi danni: lunghe ferite bruciavano sullo scafo e buona parte della poppa era andata perduta. Prima del disastro totale, però, erano riusciti a controllare la caduta – fortunatamente i sistemi di emergenza erano entrati in funzione – e, a parte qualche frattura, l'equipaggio stava bene, ma del maestoso galeone che fendeva il velluto impenetrabile della volta dell'universo, ormai, non era rimasto che un guscio scheggiato.
Dalia si era avvicinata alla balaustra un po' ammaccata e osservava, curiosa, i battelli stranieri che solcavano, lenti e inesorabili, con le loro lunghe zampe metalliche le acque scure e le rocce aguzze e azzurre di quel luogo, avvicinandosi sempre di più – avevano risposto stranamente, e piuttosto alacremente, al messaggio di soccorso che il Capitano si era ritrovato costretto a dover inviare dopo che uno dei motori si era spento sbuffando e tossendo.
Dei passi svelti arrivarono dalle scale, ma poi si fermarono per qualche secondo e fecero per allontanasi.
« Aspetta » li chiamò Dalia « vieni qui. »
Malachi, sul terzo gradino della scalinata che conduceva dal ponte esterno alla sala macchine, si fermò.
« Non dovresti essere disotto a coordinare i lavori di riparazione dei motori a carbonio? » disse avvicinandosi all'aliena.
« Il Capitano è furioso con te, cosa hai combinato? » chiese lei mentre anche Malachi si appoggiava alla ringhiera della terrazza « conviene che gli stai alla larga altrimenti potresti finire bruciato in una supernova. »
Malachi la osservò sistemarsi i ricci indaco dietro le orecchie e riporre la chiave inglese e il cacciavite dentro la cassetta per le riparazioni di emergenza.
« Che ne dici di firmare un trattato di pace? » le chiese.
Dalia si voltò verso di lui, lentamente: « Io non sono mai scesa in guerra contro di te » e cercò di convincere entrambi con quell'affermazione, ma lui la guardò diffidente.
« Ok » ammise « forse solo un pochino, ma è stato... »
« Pace? »
Quella conversazione non aveva molto senso. Dalia ne era certa, come potevano quattro lettere mescolate a casaccio mettere a posto tutto il tempo che era passato? E che bisogno c'era poi?
« Va bene » rispose però sorridendogli.
« Allora, che cosa mi sono perso? » Malachi si sistemò il berretto.
« Sono stata in giro » e lei decise di srotolargli addosso quello che si era perso, o almeno un pezzetto: « il sushi non mi piace più, ho scoperto di essere del segno dei gemelli e un gigante dalle parti di Orione mi ha letto il futuro in una tazza di tè una volta; quel tè era veramente terribile, nauseante! A quanto pare ai giganti non piace lo zucchero. » Malachi rimase pensieroso per un attimo: « sai nella vita a volte- » ma la risata gorgogliante di Dalia lo interruppe.
« Non sarai per caso diventato un filosofo? » disse lei.
Malachi aggrottò la fronte « no » protestò « sono sempre e solo uno scienziato, ma mi è tornato alla memoria che una volta Willy ha detto- »
« Ah ecco Willy » lo interruppe nuovamente lei « che tu riuscissi a filosofeggiare era effettivamente troppo. »
« Nella vita molti vedono solo quello che sembriamo, ma solo in pochi sentono quello che siamo. »
Per qualche secondo Dalia pensò che quella frase, che Malachi aveva appena rubato a Willy, doveva essere stata in precedenza sgraffignata da quest'ultimo a qualche pubblicità di make up, magari era lo slogan di uno degli ultimi modelli di rossetto svanitore... e rifletté che sarebbe stato divertente rispondere a tono citando il motto dello spray restringente per bagagli.
Ma poi, quando si voltò verso di lui, lo vide guardare oltre il parapetto, con lo sguardo vermiglio perso tra le lande blu polvere di quel pianeta alieno e decise che, per quella volta, gli avrebbe dato retta.
« E tu cosa fai: vedi o senti? » gli chiese lasciando correre anche lei gli occhi nel cielo plumbeo davanti loro.
Le nuvole: quel posto era pieno di nuvole. A casa non ve ne era traccia, il cielo era sempre di quel grigio soffocante...
Lì, invece, le nubi raccoglievano i colori dell'oro e dell'arancio che la vecchia stella lasciava sul filo dell'orizzonte, e si mescolavano al rosso e a quell'insolita tonalità rosa cipria che era il cielo, e poi correvano via.
Le nuvole calpestavano quel firmamento in un modo che Dalia non aveva mai visto e che, doveva ammetterlo, l'ammaliava.
« Io ho sempre pensato che tu saresti dovuta essere qui. »
« Qui? In un pianeta sperduto tra Castore e Polluce? » e Dalia lo fissò senza sapere bene se sotto quella pelle ambrata si nascondesse un folle o un clown.
« Ma no » disse lui « qui » e allargò le braccia verso la valle affogata nella nebbia che si estendeva al di sotto delle loro scarpe « qui, tra le stelle. Tra questi cieli lontani, a camminare tra mondi mai visti, tra strabilianti ovvietà e inutili verità. »
Una delle navi ammiraglie costeggiava veloce il fiume a ovest, scarabocchiandone le acque con la scia dei suoi motori blu.
Dalia sentì il vento scompigliarle i capelli.
« Non ti aspetterai certo un bacio adesso vero? » e con la coda dell'occhio vide Malachi che si voltava a guardarla ad occhi sbarrati.
« Dì pure a Willy che le sue lezioni dovranno andare avanti ancora a lungo » Dalia rise.
« Scusa?! »
« Un mago filosofo non sarebbe male » perché Dalia doveva ammetterlo, lui per lei non era stato altro che un mago, sin da quella prima volta in cui si erano incontrati in quella strada nascosta dalla neve. « Chissà, se questa fosse un'altra vita saresti stato un mago filosofo e io la tua zingara e saremmo andati insieme a caccia di fantasmi tra gli anelli di Saturno. »
« Non vorrai per caso andartene? » nella voce di Malachi vi era una certa nota d'inquietudine.
« Ma no, ti pare? » la ragazza si voltò e si appoggio al corrimano dando le spalle alla valle « come sei drastico, stavo solo riflettendo. Credi che solo Willy possa fare il poeta? »
« Dalia non penso che... »
« Stai tranquillo, per quanto mi riguarda resterò nelle controfila dei Navigati almeno fino alla pensione ̶ o fino al ritrovamento di un tesoro che mi faccia diventare milionaria. »
« Mi fa piacere sentirtelo dire perché credo proprio che la notizia bella stia arrivando. » sogghignò Malachi.
« Notizia? Che vuoi dire? »
Poi qualcosa di piccolo e veloce si staccò da uno dei battelli stranieri che erano lì per soccorrerli, zigzagò nell'aria torbida e in pochi istanti raggiunse lo scudo antiradiazioni, a un paio di metri dalla loro testa.
« Aspetta “notizia bella”? Questo significa che devi dirmi qualcosa di brutto?! » sussurrò l'aliena mentre entrambi indietreggiavano di qualche passo.
La sagoma tremolante di una bambina, umanoide, dagli occhi grandi e le scarpette con i lacci fluttuava davanti a loro: « Il mio nome è Ermes e sono qui per portarvi un messaggio da parte di Maia l'Impeatrice delle sette Pleiadi stelle sorelle » disse.
Il messaggio doveva essere risuonato all'interno della nave forte e chiaro, poiché il vocio che fino a qual momento aveva riempito i corridoi era sparito all'istante.
« L'Imperatrice si rivolge al Capitano di questa astronave con parole di pace e speranza di collaborazione e si scusa immensamente per aver provocato danni irreparabili al vostro mezzo » stridette la voce di Ermes « vi verranno forniti soccorsi adeguati. L'imperatrice chiede però che sia consegnato al suo corpo di guardia lo scienziato Malachite Braian Comei, ricercato per aver commesso reati di alto tradimento e furto ai danni della medesima. »
« Cosa?! » Dalia credette di aver capito male « alto tradimento » di rivolse ridacchiando a Malachi lì accanto a lei « e questa tu la chiami “notizia bella”? »
Ma lui prima ancora di risponderle l'afferrò per un polso e la trascinò via veloce verso l'interno della nave.
« Non crederai di svignartela così! Che razza di uomo sei? Scappi via! » ma lei non poté fare altro che seguirlo verso l'anticamera dalle pareti specchiate che divideva l'interno della nave da tutto quello che c'era fuori.
« Dove stiamo andando? » chiese non appena si fermarono davanti al portone d'ingresso.
« Per me è giunta la fine: l'Imperatrice non è una persona che conosce la parola pietà. »
E mentre lui digitava il codice di apertura le loro tute spaziali, accompagnate da un ronzio annoiato, apparvero all'ingresso.
« Non ho alcuna intenzione di farmi trascinare in questa storia, sei tu il cyborg traditore, mica io. »
Malachi si fermò sorpreso mentre indossava la propria divisa bianca. Le sorrise, di quel sorriso furbo e maledetto che Dalia avrebbe voluto riempire di schiaffi « Mi dispiace, ma credo che tu ci sia già in mezzo » fu la risposta secca e decisa dell'alieno.
Lei poggio le mani sui fianchi e lo fissò per qualche istante « perchè ? » chiese.
« Muoviti, mettiti quella tuta spaziale o le radiazioni ti friggeranno. »
Delle grida confuse arrivarono dall'astronave – a quanto pare l'equipaggio non aveva alcuna intenzione di disubbidire agli ordini dell'Imperatrice.
Così Dalia cedette e, dopo un susseguirsi rapido di borbottii e ticchettii, il portellone dell'astronave in panne si aprì: i due alieni si ritrovarono fuori, su di un terreno altrui e sconosciuto.





# Chiacchiere inutili ^.^: Salve a tutti!
Per prima cosa ci terrei tanto a ringraziare MaxT e milla4 che hanno recensito i precedenti capitoli e anche Raphael_15 e RedCrimson che hanno inserito questa storia tra le preferite e ricordate :-* Mi date un grande supporto! Poi mi scuso per gli aggiornamenti lenti -.-, ma sono in fase esami e non riesco a dedicarmi quanto vorrei efp T.T So che questo capitolo è tutte chiacchiere, tutto fumo e niente arrosto insomma hahah!, ma spero che si capisca e che non vi abbia troppo confuso ^.^
La frase in corsivo "Nella vita molti vedono solo quello che sembriamo, ma solo in pochi sentono quello che siamo." è una citazione di Niccolò Machiavelli.
Grazie ancora a tutti quelli che leggono :-*

   
 
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