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Autore: queenjane    09/04/2016    1 recensioni
La storia di una donna coraggiosa e del suo viaggio nella vita, amori e lotte e personaggi.. Un'epoca suntuosa e perduta, dalla Francia degli ultimi re passando per le terre del Grande Nord, ecco Catherine e la sua storia.. Chiamata dragone,amore, lady Morgan e beloved
immortal..molte vite in una.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Brindo agli assenti, a una ragazza che non tornerà, se non nei miei ricordi, polvere di ossa e diamanti, mia madre, a mio fratello, alla sua pazienza ..
Per dire, prima della spada, aveva usato i bastoni di legno, non era saltato su Zephyre senza preparazione, non potevo pretendere di leggere e scrivere come lui, che aveva tre anni circa più di me. Ci rosicavo, ma era vero, capivo. “
Tiratore infallibile di fionde, costruttore di aquiloni, scuoiatore di lucertole impagabile, tiratore di sassi senza pari…
Un infinito elenco delle sue prodezze, rideva, era bravo in tante cose, ma a lodarlo io ero imbattibile (ed la Catherine di ora che parla e ricorda). Una pazienza infinita, né pianti o lamenti, non arretrare mai , combatti, come un drago od una tigre.
Infatti, vivendo poi molte vite in una, ho seguito i suoi consigli ….
-Sei meglio di quello che pensi, testarda ma leale-
Una mano premuta in mezzo alle scapole
- Io sono più grande di te, che però  sei veloce, hai una bella coordinazione- Constatava, lui, non faceva complimenti tanto per fare né mi addolciva la pillola.
-Tranne che sei un maschio mancato, Cat, lo dico sempre, e vuoi vincere a prescindere, eppure io sono e resto sempre più alto di te, crescendo non cambierà.. – omettendo di rilevare a cosa mi sarebbe servita la scherma, il mio primo ed impagabile maestro sarebbe stato lui, un nostro segreto da bambini, una cospirazione contro il mondo dei grandi.

Fa male, appena due lacrime non piante ci separano.
Il dolore, come un cancro..
 
 
Tintagel, il mio potente destriero, incrocio tra un purosangue inglese ed un cavallo arabo, era portentosa macchina da combattimento, agile, scattante, in origine era di Xavier, poi mio, che glielo avevo vinto a carte, nulla, sopra di lui ti sentivi un guerriero, un re arabo alla conquista….
Sopra di lui ho cavalcato il vento.
Già, con Luois avevamo in testa quello ed altro, lui avrebbe osservato che la trovata del dragone era una follia, tranne che mi sarebbe venuto dietro, hai voglia a  dire che ero un maschio mancato…
Mio fratello si infila nei ricordi, specie quando ero a Versailles, ove tutto è prevedibile, un congegno intorno al re ed alla sua persona, a ragione Saint Simon osservava che, chiunque, un orologio alla mano ed un almanacco, poteva dire con esattezza cosa accadeva alla reggia, tale è la precisione della giornata reale, dei suoi riti e dei diversivi divenuti poi immutabili. A esempio, Luois XV ha abolito le vasche da bagno, ben di rado si lava, coprendo le “perfum” con costose essenze, imitato dai cortigiani, con il risultato che … la puzza impera- e io sono una fanatica della pulizia.
 
Splendore e trascuratezza, le tappezzerie con gli orli sfrangiati, i mobili sbeccati e la meraviglia della galleria degli specchi che riflette cento violini, mille piume, diecimila fiori ed un milione di Catherine. Un mutamento irreversibile, pochi anni di viaggi ho appreso che Versailles non è il mondo.. a Parigi, il grande emporio delle meraviglie, l’epicentro di ogni buon gusto, del bello spirito e della galanteria, cito da Moliere, a mezza voce, ci sta bene, dopo esserci inerpicati su Mont Saint Genevieve, la città, pietra grigia, tetti, palazzi e fontane si stende dinanzi a noi, ai piedi l’ile della Citè, le vecchie mura, le stradine e la Senna, l’edificio del Luovre, les Tuilereis, la statua equestre del re, con la scritta poi rimossa “le virtù vanno a piedi, i vizi a cavallo”, tutti si aspettano che passi a miglior vita e lui si guarda bene dal farlo, rido tra me.. Ogni volta che ritorno, compio questo tito ..
 
Dai diari di Xavier, dell’inverno 1761-1762”.. imbarcandoci in questa navigazione, una metafora come un’altra, un punto da considerare, oltre i rischi per l’incolumità fisica, era che non avremmo avuto figli per un lungo periodo, figuriamoci, un agente segreto in dolce attesa, optando per le erbe e precauzioni peccaminose, un modo sicuro per lei per risolvere la questione …Insieme, non usare il potenziale di Catherine era uno spreco, era brava, leale, con una freddezza, spogliata da ogni sentimentalismo da definirsi maschile, sapeva di rischiare, anche la pelle, ma si prestava, era un cavaliere, senza macchia, senza paura..”
 
 
( Ti ho amato Xavier, tranne che ci siamo massacrati e feriti a vicenda, senza vinti o vincitori, altre braccia, piaceri effimeri, eravamo sempre vivi e null’altro rimaneva, rabbia e orgoglio, l’appagarsi di selvaggi desideri, senza tenerezza).
 
Felipe, the out sider.. Anche lui era come un cavaliere, senza macchia o paura..le sue origini comuni ma non il destino che ebbe.
Una limpida primavera, un intatto splendore di madreperla, il ragazzo, Xavier, nato nel 1738, era cresciuto in fretta nel giro di pochi mesi, la tipica indolenza di un giovane uomo, impaziente, avido di vita e avventure, vano avvisarlo sulla necessità di avere attenzione e controllo, più facile sarebbe stato domare il vento che spegnere la sete di vita nelle sue iridi d’ambra e miele.
Di rado, Xavier e suo padre Juan rammentavano Donna Sol, amazzone, splendida guerriera morta in seguito ad una banalità sconcertante, nel lungo elenco di lutti che aveva assediato le loro vite, di tutti i piccoli Fuentes che Juan e Sol avevano generato solo Xavier era sopravvissuto.
Erano saldi, freddi, immutabili, come i Pirenei, erano i Fuentes, nulla li fermava, nulla li bloccava, era la vita.
- Padre, devo dirti una cosa e sarai scontento.- Gli fece cenno di parlare.
- Juana sostiene di aspettare un figlio da me- Semplice e sintetico.
- Tu cosa mi dici?
- Era vergine,la prima volta ha perso sangue- Arrossendo.
- Aveva un sacchetto da qualche parte e lo ha rotto senza che te ne accorgessi? Oppure si è tagliata? Magari ha finto-
Lo diceva per forma, non voleva che suo figlio passasse da ingenuo, e comunque vi erano sempre due pesi e due misure, lo sapeva, in fondo era orgoglioso della precocità del ragazzo, aveva quattordici anni e poco più, come Juana, figlia di fittavoli, pure, anche lui, come Xavier, aveva cominciato presto.
- Era vergine, sono sicuro, lo so.
- sfuggendo a una via di fuga implicita,di negare le proprie responsabilità, altro sarebbe stato il discorso se la ragazza avesse avuto nobili natali.
- Bene, ora come intendi procedere? È un pasticcio e lo sai, non dire che sei giovane, come in effetti sei, il controllo era meglio prima, per evitare queste situazioni. E non fare quella faccia, non dirmi che ti ha sedotto, non potevi resistere o ti ha obbligato?
- Devo prendermi le mie responsabilità-  Forse, tra i due, la ragazza aveva ritenuto di non potersi esimere dalla attenzioni del figlio del marchese oppure pensava di ottenere qualche vantaggio, mentre Xavier aveva seguito il suo piacere.- Se lo riterrete necessario la sposerò- Ringraziando il cielo che vi erano altre opzioni.
- Ora .. Se decidi che il bambino sia allevato ad Ahumada, sperando che non se ne aggiungano altri,  dovrai indirizzarlo, dandogli un futuro, sempre che passi l’infanzia. O dare una dote alla madre, affinchè chi  la sposi passi sopra l’incidente, un eufemismo, andando in un’altra località, oppure mandala da qualche parte..- Così usava fare, ad esempio, Ferdinando d’Aragona, il re cattolicissimo
- Dovrebbe nascere nel mese di dicembre-
- Xavier, devi pensarci da ORA, è differente dal valutare se stasera mangerai carne o pesce o ti asterrai dal vino …
Il ragazzo aveva formulato un’ipotesi, si era detto d’accordo, a quel punto aveva ritenuto congruo spiegare in dettaglio gli accorgimenti per evitare una indiscriminata moltiplicazione
( la castità era il mezzo più sicuro, tranne che un ragazzo di quell’età non l’avrebbe praticata).


Felipe era nato la seconda settimana  del dicembre 1752, vigoroso, con una marcata somiglianza con Xavier.
-Si chiamerà Felipe Moguer. Ne avrò cura, gli saranno dato delle terre e sarà istruito-
Lo osservava, stanca, indolenzita, riempiva la stanza intera con la sua presenza.
- Felipe era il nome di mio nonno- Aveva fatto una pausa
.- Prima che io e te.. indicò il bambino
Sì, prima a lei piaceva un altro ragazzo, Huesca, e lei piaceva a lui, tranne che nessuno adesso l’avrebbe presa, i genitori non l’avevano buttata fuori di casa per l’ordine congiunto dei Fuentes, il bambino per quanto bastardo, era sempre del loro sangue..
- Lo vorresti ancora, Huesca?
- Non ha importanza, non più- E si era vietata di sperare.
Huesca Machado venne nominato capo delle guardie del castello, viveva in una casa poco distante dalla rocca e, nel 1754, sposò Juana, i Fuentes le avevano dato una dote sostanziosa. A prescindere dall’inciampo iniziale della nascita di Felipe, ebbero una buona vita, cibo, soldi, un solido avvenire ed altri figli.
Felipe cresceva, ogni tanto giungevano doni dei marchesi, insieme alle loro visite, poi era arrivata la francese con gli occhi azzurri, la moglie di Xavier, che non era stata, almeno nei fatti, né gelosa né cattiva- su quello che pensasse nessuno aveva idea, tranne che era giusto in quel modo.
Felipe aveva imparato a leggere, scrivere, tutti i giorni andava a Ahumada per essere istruito, presenti o meno i giovani marchesi, imparava le basi della scherma.
Un bambino quieto, solitario, per gli altri bambini era un DIVERSO e, ove non vi fossero adulti in giro, glielo facevano notare con le parole e con i fatti.
 
***************
Quando vidi la scena, mi salì addosso una collera fredda, senza urla, che da gelare il sangue.

Tre contro uno e picchiavano Felipe.. Scappati appena mi hanno visto, vigliacchi.
Si rialzò in piedi, non badando alla mia mano tesa, orgoglioso come Xavier..
-Che farete?
-Lo riferirò a mio marito ..
 Che provvide a far frustare i colpevoli, Felipe accanto e a stento non li aveva cacciati dal feudo, loro ed i loro genitori, NUANCA, mai più, chi avrebbe osato toccare Felipe sarebbe incorso nella sua ira ed in quella di Don Juan, lo stesso sarebbe successo se gli avessero sparlato dietro, i Fuentes sapevano tutto e tutto facevano riscontare, nulla dimenticavano, nulla  doveva accadere nella casa dei Machado. L’effetto finale era stato quando aveva chiamato Felipe hijo, figlio, i tre rei si erano presi una ulteriore razione di frustate dai genitori.- tuttavia, Xavier non era tranquillo. Era figlio suo, Catherine era nel giusto quando sosteneva che non poteva continuare all’infinito in quel modo, o lo lasciava fare da subito o doveva prendere altri provvedimenti. Troppo comodo tenerlo dai Machado, dare una vaga istruzione. Felipe sapeva che era suo padre, tranne che nessuno ne parlava e lui stava zitto. Gli disse che gli dispiaceva, ma il ragazzino replicò che non importava, non voleva disturbare, tranne che quella volta erano in tre, in luogo dei soliti due, non voleva disturbarlo, ribadì,ma il giovane marchese spedì tutti fuori i due che lo angariavano e gli propose di venire a vivere stabilmente al casello, in primavera sarebbe andato via ma Don Juan ne avrebbe avuto piacere.
E anche mia madre, osservò Felipe.

Quando, partimmo per la Russia, Felipe venne a salutarmi e mi concesse di abbracciarlo.
Strinse Xavier, poi si mise sotto un albero, il braccio teso, un ultimo saluto.
Ci girammo un paio di volte, era sempre lì, poi, dopo un centinaio di metri mi rigirai, era ancora lì. Eseguii il movimento, Tintagel, il mio cavallo, rampò sulle zampe posteriori e agitai la mano, quindi rompemmo al galoppo.
Torneremo Felipe ..

Felipe Moguer, Moguer che fu il primo appellativo dei signori di Ahumada, poi due fratelli, sotto Carlo Magno, combatterono con valore e lui assegnò al primo il titolo di marchese, il secondo ne ebbe un altro, ebbe poi delle terre, ma scelse di chiamarsi Fuentes, per differenziare. Verso il Mille, il ramo di Ahumada aveva una ragazza Moguer, la sola erede, che sposò un Fuentes, ricongiungendo i due rami, da allora ci sono stati solo i Fuentes..
… ma quando sarai grande torneranno i Moguer, Felipe, sei un Fuentes a metà..
 
 
(dalle memorie di REGNIER, padre di Catherine). ...Questa guerra, quando finirà, le perdite francesi sono altissime, gravose e costanti, ho combattuto in Polonia, nelle Fiandre, allora come oggi, l’odore del sangue, i lamenti ed il fango sono uguali. Austria, Francia e Spagna sono alleate con la Russia, la zarina di quel lontano paese sta male, il suo successore è etilista, omosessuale, libertino, difetti forse non irreversibili, tranne che adora la Prussia e .. Se lasciano l’alleanza, potrebbe essere un disastro, Federico II brama espandere i suoi possedimenti, sia in terra austriaca che francese ed un potenziale imperatore schierato a suo fianco sarebbe l'occasione da sfruttare per questa espansione. Scruto il vino, nemmeno ci leggessi il futuro, ho letto i rapporti, cattivi raccolti, debiti, deficit e quanto latro rendono prevedibile, e previsto un futuro disastro se la guerra prosegue, per noi, come possibili rivolte, come ai tempi della Fronda.Nelle Americhe, poi, gli inglesi stanno macinando vittorie su vittorie, in terra e mare. Guardo le mani, alla sinistra la vera che Gabrielle mi infilò nel nostro maggio radioso- nulla, la fede della mia seconda moglie l’ho portata appena tre giorni, ho rimesso quella di lei, mi sentivo un adultero verso GABRIELLE, ma la passione per lei è stata più forte di me, da sempre, che Dio mi perdoni, mi serviva un erede, lei era morta e.. Fosse stato possibile un baratto, avrei voluto essere io  al suo posto
 
Novembre 1762

Mi inoltro con discrezione in una galleria di soffitti, abbaini e polverosi corridoi. In questa parte della reggia, il re si è costruito una sorta di tebaide privata per i suoi svaghi, la chimica, la medicina, l’anatomia femminile (perifrasi, eh, se non va a Parc-aux –Cerfs, riceve qui delle prostitute).
È invecchiato ancora, annoto, e mi fissa come un raro fenomeno, l’agente segreto.
Porgo i saluti della zarina, si fa narrare tre volte i particolari della presa del potere, l’incoronazione, la nuova e leggera corona, se la zarina mi apprezza- certo che sì, ho un patrimonio personale, mio  e basta, ove confluiscono, mese dopo mese molti soldi.
Un segreto, l’incognito è parte di giochi, mi dice anche la zarina raccomanda di serbare il segreto, eccoci, ci manca solo che si senta sfidato, anche se sotto sotto ha osservato che è una virago, ma non voglio scoprire se il salvacondotto, firmato da Caterina II, basterebbe contro di lui.  Un senso di gelo tra le scapole, inclino la testa, nascondo i pensieri,
 
Il 10 febbraio 1763, nella Galleria degli Specchi, è stato firmato il trattato di pace, il re di Francia appare il grande sconfitto. Gli inglesi hanno ottenuto strepitosi risultati, il Quebec, la Florida, isole nei Caraibi, il Senegal.  La Prussia ha mantenuto i suoi territori, non ha ridato la Slesia all’Austria, la Spagna, pur perdendo la Florida, ha avuto Cuba, un cambio onorevole, l’unico che nulla avuto e tanto ha perso è il re Borbone, l’alleanza non ha apportato benefici o guadagni, solo guai. Il re prussiano appare il re dei re guerrieri del vecchio continente, ma in verità, è finita perché la zarina si è ritirata, avendo appena preso il trono e il potere, non voleva disperdersi in mille rivoli, senza troppe perifrasi, i dispacci che abbiamo recato al ritorno dicevano  quello.
Mio figlio Xavier Francisco è nato nel mese di aprile 1763, suo fratello Nicolas nel giugno 1764.
 
 
(Punto di vista di  ALEXANDER MALCOMESS, agente segreto) Nel dicembre 1763, ero sempre in Russia, per me un posto valeva l’altro, stavo tranquillo, solo ogni tanto mi chiedevo che inventasse Fuentes e la sua signora, la gita in calesse, collettiva era diventata voce, leggenda, mistero, si parlava di immortali, un corpo scelto, di elite, che vigila sull’impero e la sovrana. 
Bella donna, Catherine, strana ed esasperante, mi piaceva, mi piace, ma sarebbe stato un delirio, un casino, campo in cui eccelgo, come ben sanno i miei fratelli, prima della rovina e del tempo dei segreti, essere agente  mi ha salvato dall’impazzire, dal senso di colpa, una fuga dignitosa, come prima combattere in Quebec, anche dal mio matrimonio, raffazzonato alla peggio, i Malcomess non dovevano estinguersi, così sia, convengo a leghe di distanza, non ho più una casa e va bene.
.. Mi piaceva, una regina militare, come Elisabeth Tudor, mai più la sottovaluterò, in fondo è un’ottima giocatrice d’azzardo come la sovrana.

Irriverente, cinica, esasperante, pensava che fossi meglio di quanto sono, mah, una follia evitata, lei non è donna da una botta e via, uno sfogo di lombi.
“… il leone è un simbolo araldico del vostro paese, vi paragonate al re della foresta?”
“Certo”,in quelle notti invernali del 61-62, dovevamo pur passare il tempo.
“.. Voi siete francese, ma scommetto che sapete altre lingue”

“Spagnolo, che mia nonna materna lo era e me lo ha insegnato, latino, per passione. Inglese per il bardo. “
“Ah e poi?”
”Rudimenti di tedesco e russo per contingenti motivi, lord Alexander”Pausa.
“Con mio fratello, da bambini decidemmo di visitare il mondo, lui avrebbe pensato alla parte tattica, difensiva, io a cosa vedere, che mangiare, dove andare” “Ottimo stratega. Ora dov’è?”Si fosse unito anche lui, sarebbe stato bello. Sorrise, obliqua. “E' morto quando aveva dieci anni”
“Scusate..”
“ No, perché, alla fine mi fa piacere parlarne ogni tanto”

Una donna di fuoco e acciaio, divertita dalla ballata sugli immortali, uno speciale tocco alla sua ascesa. Nulla la ferma, ineludibile, ora il potere, sua meta e fine, la pace e la prosperità del regno, che vuole espandere. Vivo Pietro, avrebbe consegnato la Russia alla Prussia e, pur se alleata con il mio Paese, sarebbe stato un disastro, invece così i piatti della bilancia sono in equilibrio. Lei resterà sul trono fino alla morte, il nuovo incarico per  gli immortali sarà stanare i pretendenti e fare da raccordo tra le varie corti del continente. Così sia, io sono leale a  me stesso, agli amici di questa avventura, il resto segue.
E Catherine aveva indovinato, leo, in latino, in inglese lion, è un segno di ironica modestia, se portate la barba, visto che siete biondo di capelli, aveva osservato, sembrate davvero quello fiera, per inciso un simbolo della mia casata da ragazza….

Poi fu il 1768, l’anno delle mie trenta primavere,  la grazia ritornava, trovai una rotta.
 
   
 
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