Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: marthiachan    04/04/2009    11 recensioni
City Hunter deve proteggere una giovane ragazza durante le sue vacanze estive. Questo comporterà una copertura “particolare” per Ryo e Kaori. Entrambi provati dalla situazione in cui si trovano, avranno degli scontri verbali sempre più accesi e intensi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Eccoci all'ultimo capitolo.
Ringrazio tutti infinitamente per i vostri commenti. Non mi aspettavo tanto successo per questa FF!
Spero che la fine vi soddisfi perchè per me è stato complicato trovare una conclusione che si accordasse bene con tutto il resto e starà a voi giudicare se ci sono riuscita.
Risolvere l'incarico non è un problema per Ryo, più difficile è chiarirsi con Kaori.
Buona lettura!

3 - Chiarirsi..

Kaori si risvegliò con un forte dolore alla testa. Era legata e imbavagliata e si trovava in un angolo buio e umido di un edificio a lei sconosciuto.
Quando Ryo si era allontanato in soccorso di Hiroko, qualcuno l'aveva aggredita alle spalle. Si era difesa come aveva potuto, ma i suoi aggressori erano in tre, nonostante si dimenasse non era riuscita a liberarsi. Alla fine un dolore acuto alla testa l'aveva fatta svenire.
Quanto tempo era passato? Ryo sapeva che era stata rapita? La stava già cercando? E Hiroko? Aveva fatto in tempo a salvarla? Sperò che quella ragazza stesse bene. Lei se la sarebbe cavata in qualche maniera, ma Hiroko era così giovane e innocente. Non meritava che le capitasse qualcosa di male, ma aveva fiducia in Ryo, sapeva che lui non lo avrebbe permesso. E sapeva anche che sarebbe venuto a salvarla.
La testa continuava a pulsarle dolorosamente e aveva freddo. I suoi vestiti estivi erano troppo leggeri per l'umidità che si respirava in quella stanza buia. Il suo corpo cominciò a tremare violentemente senza che potesse controllarlo. Cercava di chiedere aiuto, ma il bavaglio lasciava uscire solo versi incomprensibili.
Si raggomitolò il più possibile cercando di combattere il freddo, ma non serviva. Finalmente la porta si aprì ed entrò qualcuno nella stanza. Vedere uno dei suoi rapitori la inondò di rabbia tanto che improvvisamente il freddo svanì.
L'uomo la strattonò per un braccio e la tirò su in piedi. Kaori gemette di dolore, quell'uomo non sapeva cosa fosse la delicatezza. La trascinò con sé e salirono una lunga scalinata a chiocciola. Ma dove si trovavano? Sembrava essere una torre o qualcosa di simile.
Finalmente arrivati in cima, entrarono in una stanza in cui erano presenti delle vecchie apparecchiature e una grande vetrata da cui si vedeva il mare. Ora capiva, si trovavano in un faro.
Seduto al centro della stanza, con un abbigliamento elegante che stonava con l'ambiente circostante, c'era un uomo sulla trentina che fumava un sigaro con estrema tranquillità.
“Lei deve essere la donna di City Hunter.. Makimura, giusto?”
“E lei deve essere quell'animale che vuole uccidere la povera Hiroko.. Jukodo, giusto?” replicò lei  non appena le fu tolto il bavaglio tralasciando di specificare il suo rapporto con Ryo.
“Animale? Io non oserei dire certe cose nella tua situazione. Mi basta un cenno della mano per farti torturare nel peggiore dei modi. I miei uomini si annoiano e me ne sarebbero grati.”
“I tuoi uomini sanno anche che se mi toccano firmano la loro condanna a morte?” li sfidò lei mostrando più coraggio di quello che aveva in realtà.
“City Hunter è solo un uomo.. Non è invincibile.” continuò l'uomo con disprezzo.
“In molti l'hanno pensato in questi anni, ma poi si sono pentiti di averlo fatto.”
L'uomo si alzò e la raggiunse. La guardava negli occhi per cercare di capire se fingeva. Kaori continuò a guardarlo con coraggio.
“Sei molto bella e coraggiosa, mi piacerebbe averti per me. Dopo aver ucciso City Hunter ti farò diventare la mia donna.”
“Dopo che lui ti avrà ucciso, calpesterò il tuo cadavere con gioia.” sibilò lei con odio.
L'uomo fece una risata gelida che la disgustò.
Un altro uomo la costrinse a sedersi su una vecchia e polverosa sedia e la legò a essa. La testa continuava a pulsarle di dolore e rabbia. La botta che le avevano dato era stata particolarmente violenta. Voleva essere forte, ma in realtà desiderava che Ryo sfondasse quella porta e la salvasse.
Passò un tempo che a lei sembrava lunghissimo. Jukodo parlava sottovoce con i suoi uomini e lei non riusciva a sentire cosa dicessero. Erano tre uomini più il loro capo, ma non era da escludere che ci fosse anche qualcun'altro. A un certo punto un suono gracchiante proveniente da una ricetrasmittente interruppe le loro discussioni.
“Capo! I miei compagni son spariti! Credo che..” gridava la voce metallica prima di interrompersi all'improvviso.
Jukodo si voltò verso Kaori con un ghigno malefico e poi la raggiunse e prendendola per un braccio  la tirò a sè
“Il tuo uomo è venuto a salvarti.. Ora vediamo se è invincibile come dicono.” le sibilò all'orecchio mentre le teneva un affilato coltello puntato alla gola.
“La pagherai cara mostro!” replicò lei terrorizzata da quella lama così vicina alla sua pelle.
“Stai zitta o potrei decidere di marchiare la tua splendida pelle.. Chissà se lui ti vorrebbe ancora così sfregiata..” la minacciò indicandole con un gesto che le avrebbe sfregiato barbaramente il viso.
Kaori sentì degli spari provenire dal piano inferiore che rimbambavano nelle scale. Ryo stava arrivando.. Era terrorizzata che quegli uomini gli facessero del male. Preferiva sacrificarsi lei piuttosto che vedere morire lui.
Gli uomini di Jukodo uscirono dalla stanza per raggiungere i compagni e così lei rimase sola con il loro capo che la stringeva eccessivamente sempre tenendole l'arma puntata al collo.
“Sai bambola, quasi quasi non ti uccido..” le sibilò all'orecchio. “Sei proprio il mio tipo. Mi piacerebbe possedere il tuo splendido corpicino. Sei molto eccitante.” continuò lui infilandole una mano sotto la camicetta e posandogliela sul seno.
“E tu sei solo un viscido verme.. Sono certa che le uniche donne che hai mai avuto o le hai pagate o le hai costrette con la forza.” replicò lei decisa a non farsi spaventare da quell'uomo, soprattutto ora che Ryo era arrivato.
“Lo vedremo..” la minacciò lui con tono lascivo.
Un brivido di disgusto la attraversò. Quell'uomo le faceva immensamente schifo. Degli altri spari la distraerono da lui. Ryo era sempre più vicino. Pregò che andasse tutto bene..
Quando finalmente la porta si spalancò, Kaori lo vide con in mano la sua Python fumante. Il suo sguardo trasmetteva una furia cieca che lei conosceva bene.
“Lasciala.” esordì puntanto la pistola verso Jukodo.
“Sai, non sei furbo. Se mi spari, lei muore. So che sei veloce, ma non puoi fare i miracoli.”
“Mi stai facendo arrabbiare. Non ti piacerebbe vedermi veramente arrabbiato. Lasciala. Non voglio ripetertelo.”
“Stai bleffando.. È evidente.” replicò l'altro con una leggera incrinatura nella voce. Cominciava a perdere la sua sicurezza. “Se vuoi la tua donna, devi darmi la figlia di Akimoto, lo sai.”
“Hiroko è al sicuro con suo padre e la polizia di Tokyo sta arrivando per arrestarti. Puoi lasciarla e passare il resto della tua vita in carcere, o morire qui ora. Cosa preferisci?”
“Se io muoio, lei verrà con me!” urlò l'uomo alzando il braccio con il coltello verso Kaori.
Tutto accadde estremamente in fretta. Una pallottola colpì la manò di Jukodo. Kaori si liberò e gli diede una ginocchiata in mezzo alle gambe. L'uomo perse l'equilibrio e cadde a terra.
“Te l'avevo detto.. Sei solo un viscido verme con un ego smisurato.” gli rinfacciò lei con odio e poi lo sputò in viso. “E questo è per aver osato toccarmi!”
Ryo la raggiunse e prese l'uomo per un braccio tirandolo su e lo sbattè contro un muro.
“Ho una gran voglia di farti la pelle, ma sento le sirene della polizia in arrivo. Spero di non incontrarti ancora o giuro che pagherai con gli interessi!” sibilò Ryo furioso.
Dei passi concitati nelle scale gli indicarono che la polizia era arrivata. Saeko entrò nella stanza con sicurezza.
“Shun Jukodo, è in arresto per tentato omicidio e rapimento.” dichiarò mentre due uomini lo ammenettavano e prendevano in custodia.
Kaori lo guardò mentre lo portavano via. Dove era la sua spavalderia ora? E perchè aveva organizzato tutto ciò? Voleva chiedere spiegazioni a Ryo e Saeko, ma improvvisamente gli si annebbiò la vista.
“Kaori! Kaori!” la voce di Ryo la chiamava con tono preoccupato.
Riuscì a riaprire gli occhi e si rese conto di essere a terra, era svenuta.
“Ryo..” sussurrò prima che la vista le si annebbiasse nuovamente.

Ryo camminava nervosamente nella stanza d'ospedale. Il medico gli aveva detto che non era nulla di grave, solo un leggero trauma cranico e che ora dovevano solo lasciarla riposare, ma non era facile vederla in quel letto ora dopo ora. Oramai erano quasi due giorni che la vegliava e nonostante le rassicurazioni del medico, lui era sempre più preoccupato.
Spesso le si sedeva accanto e prendeva la sua mano fra le sue sperando che lei lo sentisse e si svagliassse, ma non succedeva. Lei continuava a dormire in maniera apparentemente pacifica. Ryo cominciava a credere che non si sarebbe più svegliata.
“Kaori..” iniziò a chiamarla con tono ansioso. “Ti prego svegliati..”
Voleva dirle molte cose, ma quelle furono le uniche parole che riuscì a formulare. Voleva dirle che l'amava e che quando l'aveva vista svenire aveva creduto di morire. Voleva dirle che non l'avrebbe mai lasciata, perchè lei era la sua anima.
“Accidenti, Kaori svegliati! Mi sono stufato di aspettarti!” esclamò lasciando che fosse il suo stupido orgoglio a parlare. Era difficile ammettere il suo bisogno di lei anche a se stesso.
Prese nuovamente la sua piccola mano fra le sue e se la poggiò sulla fronte.
“Ti prego non lasciarmi solo.. Lo sai che, senza di te, io sono solo uno stupido maniaco!”
Alzò lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano sempre chiusi. Frustrato, lasciò la sua mano e si alzò per riprendere a passeggiare nervosamente per la stanza.
Aveva fatto appena qualche passo quando sentì un mormorio provenire dal letto. Si voltò a guardarla e vide che i suoi occhi erano leggermente socchiusi.
“Kaori!” esclamò felice sedendosi accanto a lei. “Come ti senti?”
“Ryo.. Cosa ci faccio in ospedale?”
“Hai avuto un leggero trauma cranico.. Hai dormito per quasi due giorni, ma il medico ha detto che è normale e che sei fuori pericolo.”
“Hiroko? Sta bene?”
“Sì..” rispose lui con un sorriso. La sua dolce Kaori pensava sempre prima agli altri.
“E Jukodo? Perchè voleva ucciderla?”
Ryo le raccontò quello che il signor Akimoto gli aveva svelato. Shun Jukodo era in realtà suo figlio illeggittimo. Lui non sapeva di avere altri figli oltre ad Hiroko sino a poco tempo prima, ma Jukodo pensava che lui l'avesse abbandonato e aveva meditato vendetta per tutta la vita. Era riuscito a entrare a lavorare nelle Industrie Akimoto e, con metodi più o meno onesti, era riuscito a diventare vicepresidente. Quando la sua posizione era consolidata, aveva iniziato a ricattare il signor Akimoto. Doveva nominarlo suo unico erede o avrebbe ucciso Hiroko. Akimoto si era rifiutato non credendo a una simile minaccia, ma temendo per la vita di Hiroko li aveva assunti. Non gli aveva detto nulla perchè credeva che la semplice presenza di City Hunter avrebbe spaventato qualsiasi aggressore, ma si era sbagliato.
“Quindi, Jukodo voleva uccidere la sua sorellastra?”
“Sì..”
“Lo sapevo che era un verme..”
Ryo sorrise, ma poi si ricordò di quello che Kaori aveva urlato contro quell'uomo. “E questo è per aver osato toccarmi!”
“Kaori, ti ha fatto del male?”
“Mi ha minacciata, insultata e mi ha infilato una mano sotto la camicetta. Per fortuna per lui non mi ha fatto altro, altrimenti ti assicuro che non sarebbe arrivato in prigione vivo.”
Questo era sicuro. Se le avesse fatto qualcos'altro lo avrebbe ucciso lui stesso in maniera molto dolorosa.
“Kaori.. Io..” cominciò cercando di trovare il coraggio di dirle quello che realmente provava, ma ancora una volta si bloccò. “Vado ad avvisare il medico che ti sei svegliata.” concluse invece alzandosi e uscendo dalla stanza.
Si ritrovò solo nel corridoio e si diede dello stupido. Era il momento giusto, nessuno li avrebbe disturbati e lei non aveva certo la forza per prenderlo a martellate.. Perchè non era andato avanti? Perchè quelle parole sembravano non voler uscire dalla sua bocca?
Scosse la testa dandosi ancora una volta dell'idiota e andò ad avvisare il medico di guardia. Nell'ora successiva, Kaori fu sottoposta a controlli di routine e alla fine venne dichiarata definitivamente fuori pericolo. L'avrebbero tenuta sotto osservazione altri due giorni per motivi di sicurezza.
Quando il medico andò via, rimasero nuovamente soli. Ryo continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Ryo, smettila.. Mi fai venire il mal di mare!” lo rimproverò lei. “Siediti qui, ti prego.”
Titubante, lui obbedì. Sarebbe riuscito a parlarle?
“Sai Ryo, lo so che sei rimasto qui tutto il tempo.” lo informò lei con sguardo basso mentre arrossiva leggermente. “Sentivo la tua presenza.”
“Io.. Non potevo certo lasciarti sola.”
“Grazie per essermi stato accanto.”
Ryo non rispose. Non sapeva come esprimere ciò che lo stava invadendo in quel momento.
“Se sei stanco, vai a casa.” lo invitò lei con un sorriso materno.
“Non sono stanco. E non me ne vado senza di te.” esclamò lui con decisione mentre la fissava negli occhi.
Lei sembrava sorpresa e anche felice di quella risposta. Ricambiò il suo sguardo per un lunghissimo minuto. Forse poteva essere quello il momento per farsi avanti. Fece un profondo sospiro per trovare il coraggio.
“Senti Kaori..” iniziò nuovamente, ma fu interrotto dall'ingresso nella stanza di tutti i loro amici.
Miki, Umi, Saeko, Reika, Mick e Kazue invasero la piccola stanza d'ospedale circondando Kaori e facendo mille domande su come si sentiva.
In pochi minuti, Ryo si sentì un intruso. Addio momento di intimità, pensò. Si alzò e uscì dalla stanza senza dire nulla, nessuno ci fece caso. O almeno così credeva lui.

Kaori lo aveva visto lasciare la stanza con aria triste. Era la seconda volta quel giorno che sembrava volesse dirle qualcosa d'importante, ma poi per un motivo un altro non era andato avanti.
“Tutto bene Kaori?” domandò Miki preoccupata notando il suo sguardo.
“Sì.. Solo che Ryo.. È strano.”
“E ti stupisci?” ironizzò Umi ridendo.
“Intendo più del solito, ma forse è solo una mia impressione.”
Gli amici cercarono di distrarla raccontandole tutt'altro, ma lei continuava a fissare la porta con ansia. Perchè Ryo se n'era andato?
Per un'ora i suoi amici restarono con lei, ma quando si resero conto che non potevano tirarle su il morale, Mick e Umi andarono a cercare Ryo per riportarlo volente o nolente da Kaori.
“Ragazzi, non è necessario. Tornerà... Prima o poi.” cercò di fermarli lei, ma non l'ascoltarono.
“Se quello scemo non lo capisce da solo, ci pensiamo noi a ricordargli le buone maniere!” esclamò Mick mentre usciva dalla stanza.
Kaori era rimasta sola con le ragazze che la guardavano incuriosite. Sembravano aspettare qualche spiegazione.
“Perchè mi guardate così?”
“Allora, cosa è successo? Quando siamo entrati eravate così vicini e lui ti guardava in un modo.. Racconta!” iniziò la barista che era più curiosa delle altre.
“Non è successo nulla..”
“E allora come spieghi che Hiroko credeva che foste sposati?” insistette la poliziotta.
“Era la nostra copertura. Dovevamo fingere di essere una coppia di sposini.”
“Hiroko mi ha detto che eravate molto credibili.. Ha vaneggiato su un Ryo seminudo che ti abbracciava. All'inizio non le ho creduto, ma dopo aver visto come vi guardavate, ora le credo..”
“Beh.. Anche quello era una parte della copertura. Ryo.. Beh.. Credeva che una coppia di sposini dovesse comportarsi così..”
“E a te non è dispiaciuto per niente, vero Kaori?” chiese maliziosa la sua migliore amica.
“Miki.. Io.. Ma perchè parliamo di questo?”
A interrompere la chiaccherata fra donne fu Umi che rientrò tenendo per il colletto Ryo e Mick.
“Questo scemo correva dietro alle infermiere e quest'altro invece di fermarlo si è unito a lui.. Che razza di elementi!” esclamò schifato gettandoli a terra.
“Mick!” esclamo Kazue furiosa fulminandolo con lo sguardo.
“Non è come credi..” cercò di scusarsi lui, ma la sua donna lasciò la stanza senza voltarsi e lui fu costretto a seguirla per implorare perdono.
Ryo era rimasto solo a subire gli sguardi di rimprovero di tutti.
“Ma che avete da guardare?”
“Sei sempre il solito porco!”
“Maiale!”
“Maniaco pervertito..”
Avevano esclamato le ragazze rimaste. Solo Kaori non aveva detto nulla, ma lo guardava con estrema tristezza. Per un attimo aveva pensato che a lui importasse di lei, ma si era decisamente sbagliata. Si voltò dall'altra parte per non continuare a guardare quel viso che gli procurava piacere e dolore contemporaneamente.
“Kaori.. Devi essere stanca. Noi andiamo.” si congedò Miki che evidentemente aveva capito la situazione.
Un minuto dopo, così come erano arrivati, tutti i loro amici sparirono e Ryo e Kaori rimasero nuovamente soli.
“Kaori.. Io..”
“Sono stanca Ryo. Lasciami in pace per favore.”
“Ok..” acconsentì lui sedendosi nuovamente accanto a lei.
“Vai a casa Ryo, non è necessario che resti.”
“Voglio restare.”
“Certo, per correre dietro alle infermiere..”
“No, voglio restare per te.”
“Non mi è sembrato..”
Lui non rispose, costringendola a guardarlo in viso per capire cosa gli passasse per la testa. Lui la fissava in un modo che le fece dimenticare perchè era arrabbiata.
“Kaori.. Lo so che sono un idiota, ma se resto qui è solo per te, te lo giuro.”
Non sapeva cosa rispondere, voleva credergli immensamente. Alzò una mano verso di lui e gliela passò fra i capelli con fare protettivo. Lui chiuse gli occhi come se quel contatto lo mandasse in estasi. Kaori ne fu sorpresa e fermò la mano. Ryo riaprì gli occhi e la prese fra le sue e poi vi depositò un casto bacio che su di lei ebbe l'effetto di una tempesta di fuoco. Si sentì avvampare e abbassò lo sguardo imbarazzata.
Fu il delicato tocco di Ryo a costringerla ad alzare lo sguardo e a incontrare i suoi caldi occhi.
Prima che potesse rendersi conto di quello che succedeva, le loro labbra si incontrarono, dapprima con esitazione, poi con sempre maggiore passione.
Lui si staccò ansante da lei e le prese il viso fra le mani continuando a guardarla negli occhi.
Stava per dire qualcosa, ma Kaori lo fermò posandogli un dito sulle labbra. Non servivano parole. Non c'era più nulla da dire. In quegl'anni avevano parlato persino troppo.
Ryo baciò ancora la sua mano e Kaori sentì il suo cuore battere talmente veloce da voler quasi esploderle in petto.
Rimasero così, con la mano di lei fra quelle di lui a ricevere dolci piccoli baci, e alla fine si addormentarono.
Quando Kaori si svegliò la mattina dopo, Ryo dormiva ancora con la testa appoggiata sul suo letto e continuava a stringere la sua mano. Non l'aveva lasciata per tutta la notte.
Rimase a osservarlo a lungo sino a che non lo vide svegliarsi con aria confusa.
“Buongiorno..” lo salutò lei con un sorriso.
“Buongiorno Kaori-chan..” ricambiò lui avvicinandosi a lei e baciandole le labbra.
“Da quanto era che non dormivi?” chiese lei notando la sua faccia assonnata.
“Ehm.. Non lo so..Da quando eravamo alla villa sulla spiaggia credo.”
“Allora ti ordino di tornare a casa, fare una doccia e riposarti. Io posso stare sola, non ti preoccupare.”
“Ma..”
“Non voglio sentire obiezioni. Se continui così a rimetterci sarà al tua salute. Vai a casa.”
“Ok, ma tornerò appena posso.”
“No, tornerai dopo che avrai fatto una buona dormita nel tuo letto.”
“Ok.. Se non obbedisco mi aspettano delle martellate, vero?”
“Ci puoi contare!”
Lui sorrise e le baciò nuovamente le labbra prima di uscire dalla stanza. Kaori lo guardò andare via e si sentì estremamente felice.

Due giorni dopo, Ryo portò Kaori via dall'ospedale. Salirono in macchina in silenzio e partirono. Kaori era silenziosa e guardava fuori dal finestrino, ma ogni tanto Ryo sentiva il suo sguardo curioso su di sé.
Attraversarono Shinjuku e si diressero fuori Tokyo.
“Ma dove andiamo?” domandò lei perplessa.
“Il signor Akimoto ha pagato l'affitto della villetta ancora per un altra settimana e ha detto che puoi passare lì la convalescenza.”
“Ma.. La mie cose..”
“Veramente è ancora tutto lì. Non avevo ancora portato via nulla.”
“Una settimana.. E dovremo ancora fingere di essere sposati, immagino.”
“Sì.. Altrimenti la padrona di casa ci caccia e poi potrebbe prendersela con il signor Akimoto.”
“Ok..”
“Il viaggio è lungo. Se vuoi riposati pure.”
“No, ho dormito anche troppo in ospedale.”
Il silenzio li avvolse. C'erano così tante cose che lui voleva dirle, ma non riusciva proprio a formulare le frasi.  Si disse che le avrebbe parlato una volta che fossero arrivati alla villa, con calma e intimità.
Dopo circa un'ora e mezzo di viaggio finalmente arrivarono alla villa, ma l'intimità in cui sperava Ryo era ancora lontana. Hiroko e i suoi amici li aspettavano di fronte alla casa con uno striscione in cui c'era scritto “Grazie Kaori!”
Sorrise pensando a come quei ragazzi adoravano la sua splendida socia. E pensare che la conoscevano appena. Non si arrabbiò per non aver avuto nessun ringraziamento, non gli importava.
I ragazzi avevano organizzato una festa nella villa più grande, con musica, festoni, cibo e bevande. Ryo aveva fame e fu felice di potersi rimpinzare, ma prima di lanciarsi sul buffet voleva parlare a Kaori. La vide ridere e scherzare con le ragazze che la circondavano e una fitta al cuore lo colpì al pensiero che avrebbe potuto perderla per sempre e non vedere più quello splendido sorriso. Deciso finalmente a fare la cosa giusta, raggiunse le ragazza.
“Ehm.. Scusate signorine. Kaori, posso parlarti?”
“Certo, ma proprio ora? È urgente?”
“Sì, molto urgente.”
“Ok..” acconsentì lei con sguardo preoccupato.
Ryo la prese per mano e la guidò sul patio che in quel momento era deserto.
“Che succede Ryo? Cosa c'è di tanto urgente?”
Lui si schiarì la voce nervosamente.
“Ecco.. Devi sapere che io.. Lo so, che sono una persona difficile da sopportare, so che sono maleducato, goffo, cafone e che corro troppo dietro alle donne. Lo so che non sono l'uomo migliore del mondo, so che tu a volte non mi sopporti, anzi forse mi odi..”
“Ryo, ma cosa dici?”
“Ti prego, fammi finire.” la interruppe lui. “So che non ho nessun diritto di chiedertelo e so che probabilmente mi arriverà una mega martellata solo per averlo pensato, ma..” fece una pausa prima di dire quello che gli stava maggiormente a cuore. “Kaori, io ti amo. Io non posso offrirti nulla, tranne me stesso, ma passeresti con me il resto della tua vita?”
“Ryo..” sussurrò lei con un filo di voce. Sembrava voler dire qualcos'altro, ma rimase a fissarlo per un minuto che a lui sembrò eterno.
“Kaori.. Ti prego dì qualcosa..” la implorò lui in ansia.
Lei non rispose, ma gli gettò le braccia al collo. Sentire il calore del suo corpo stretto a lui gli diede una piacevole sensazione positiva. Speranzoso, le prese il viso fra le mani e la baciò. Lei ricambiò con esitazione e la sentì tremare per la forte emozione.
“Ryo.. Dici davvero? Non mi stai prendendo in giro?” domandò infine lei con voce rotta dal pianto che la stava per invadere.
“È tutto vero.”
Un piccola lacrima brillò tra le delicate ciglia della ragazza. Lui la asciugò con un affettuoso gesto della mano, mentre lei socchiudeva gli occhi e sorrideva felice per quel contatto. Ryo si avvicinò a lei e la baciò ancora con sempre maggior passione. La desiderava da tanto tempo e poter finalmente fondere le loro labbra insieme era come un esplosione di gioia che lo invadeva.
“Kaori.. Andiamocene, voglio stare un po' da solo con te.” le sussurrò all'orecchio con tono allusivo.
Lei arrossì visibilmente e abbassò lo sguardo.
“Anche io Ryo, ma non possiamo andarcene ora. Hanno organizzato una festa per noi!”
“Allora restiamo solo mezz'ora e poi ce la svignamo, ok?”
“Ryo, ti sembra un comportamento educato??” domandò lei alterata.
“Mezz'ora non basta? Un ora?” replicò lui con sguardo preoccupato. “Ti prego, non dirmi che dobbiamo restare di più!”
“Resteremo quanto è necessario. E non voglio sentire neanche mezza lamentela! Sono stati molto carini a farci questa accoglienza.”
“Ok.. Va bene..” acconsentì lui con il muso lungo. “Però poi, quando ce ne andiamo, mokkori!” esultò lui non appena si riprese.
Non lo vide nemmeno arrivare, ma quando si ritrovò con la faccia conficcata mezzo metro sotto terra, capì che Kaori aveva tirato fuori uno dei suoi mega martelli da 10000t. A fatica riuscì a tirarsi fuori dal pavimento e se la ritrovò di fronte minacciosa.
“Sei sempre il solito maniaco! Vedi di darti una regolata o avrai dei rapporti intimi solo con questo martello!”
“Va bene.. Ti giuro che farò il bravo!” si scusò lui mentre si agitava in profondi e ripetuti inchini. “Perdonami Kaori-chan!”
“Ci penserò su.. Ora torniamo dentro, i ragazzi ci aspettano.”

Kaori stava finendo di bere un cocktail alla frutta mentre Hiroko e le sue amiche le facevano mille domande.
“Quindi tu sei una sweeper? Come hai cominciato?”
“Serve un addestramento particolare?”
“Quanto ti alleni con la pistola?”
“Hai mai ucciso qualcuno?”
“Quindi tu e Ryo non siete sposati?”
“Ma state insieme giusto?”
Non sapendo più come districarsi da quelle domande così precise e dirette, decise di tagliare la corda.
“Scusate ragazze, ma sono molto stanca per il viaggio.. Credo che andrò a riposare.”
Si sentì in colpa nel vedere lo sguardo deluso nei loro volti, ma era meglio chiudere lì con quelle domande invasive. In particolare le domande su lei e Ryo la mettevano a disagio visto che non sapeva nemmeno lei cosa dire.
Solo un'ora prima, lui le aveva fatto una dichiarazione in piena regola nel patio. Era rimasta così sorpresa che non aveva saputo che dire. Temeva che da un momento all'altro lui scoppiasse a ridere e le dicesse “Scherzetto! Ci sei cascata!”, ma non era successo. Lui aveva continuato a guardarla seriamente e poi l'aveva baciata con dolcezza, le aveva persino proposto un mokkori! Confusa lo aveva preso a martellate, non perchè si era offesa, ma perchè aveva bisogno di tempo per riprendersi.
A distanza lo aveva tenuto d'occhio. Si era dato da fare con il buffet e ogni tanto aveva parlato con i pochi ragazzi presenti. La stava aspettando pazientemente e non si era più lamentato. Dopo aver salutato le ragazze lo raggiunse.
“Andiamo? Sono stanca.” gli propose con un sorriso.
“Certo.” acconsenti lui ricambiando il suo sguardo con dolcezza.
Raggiunsero la piccola villa in silenzio e vi entrarono senza rivolgersi lo sguardo. Kaori sapeva che stava per succedere qualcosa. Ne era emozionata e spaventata allo stesso tempo. Rimase delusa però, quando lui non fece nulla. Senza dire nulla si diresse al piano di sopra per andare in camera da letto, ma lui continuava a tacere. Allora non era vero che la desiderava?
Arrivata sulle scale si voltò e lo vide immobile che la fissava. Quello sguardo sembrava volerle dire tante cose, ma perchè lui dava voce ai loro desideri? Prese il coraggio a quattro mani e decise di prendere lei l'iniziativa.
“Ryo.. Dormi con me stanotte.” riuscì a dire sperando che la sua voce non tremasse troppo.
A quelle parole lui si avvicinò a lei e si fermò quando si trovava a solo mezzo metro di distanza.
“Se io salgo con te, non sarà solo per dormire.”
“Lo so.”
“Sei sicura?”
“Sì. Voglio passare la notte con te.”
Dopo qualche secondo, lui le prese il viso fra le mani infilando le dita fra i suoi capelli. Kaori chiuse gli occhi in attesa che lui la baciasse, ma dopo qualche secondo di vana attesa li riaprì. Lui continuava a fissarla.
“Ryo.. Tu non vuoi?”
“Sì che voglio, immensamente..” sussurrò lui accarezzandole il viso. “Mi chiedo solo se non te ne pentirai domani..”
“Non lo farò. E tu?”
“Non credo che potrei pentirmene, ma tu potresti renderti conto che non sono l'uomo che credi.”
Era la prima volta che sentiva Ryo ammettere le sue paure. Lei gli cinse le braccia al collo e tirandosi su con le punte dei piedi lo baciò sulle labbra.
“Io so chi sei.” gli mormorò lei sulle labbra. “E so che non mi deluderai.”
Ryo le mise le mani sui fianchi e la prese in braccio, mentre la sua bocca cercava ancora quella di Kaori, ma questa volta con passione e urgenza. Lei si avvinghiò a lui ricambiando i suoi baci.
Lui salì lentamente le scale sino ad arrivare alla camera e la adagiò delicatamente sul letto, mentre le sue mani impazienti cominciavano a sfiorare la sua pella nuda sotto i vestiti.
Anche Kaori sentiva il bisogno impellente di accarezzare la sua calda pelle, quindi lo aiutò a levarsi la maglietta mentre lui le sfilava la camicetta. In pochi minuti si ritrovarono entrambi nudi. Ryo la strinse fra le sue braccia e le accarezzò e baciò ogni centimentro della sua pelle delicata. Il fuoco le scorreva nelle vene. Non poteva più aspettare.
“Ryo.. Ti prego..” lo implorò guardandolo negli occhi.
Anche lui sembrava al limite e la baciò mentre esaudiva la sua preghiera entrando in lei.
“Dimmi che resterai sempre con me..” le disse lui durante l'amplesso.
“Non potrei vivere lontano da te..” rispose lei con un filo di voce. “Ti amo troppo..” continuò poco prima che il piacere l'invadesse.
Ryo la raggiunse in vetta qualche secondo dopo e poi si accasciò tenendola sempre stretta fra le sue braccia.
“Dimmi che mi amerai per sempre..”chiese lei mentre affondava il viso nel suo petto.
“Non smetterò mai di amarti..” le sussurrò lui baciandole il viso e i capelli.
Kaori si lasciò cullare del calore del suo abbraccio e dalla gioia nell'averlo udito promettere il suo eterno amore e si sentì finalmente a casa.

FINE
   
 
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