Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Neverland98    10/04/2016    3 recensioni
Una versione riscritta de L'attacco dei Giganti, in cui tutti i personaggi principali sono del sesso opposto. Ai coraggiosi che avranno il coraggio di leggere questa storia, buona lettura! ;)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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A TE, FRA 2000 ANNI


-Ah!-
Non appena apro gli occhi, non posso fare a meno di ricacciare un grido.
Ho le guance umide. Sto piangendo.
Un'altra volta.
Non va bene. Per niente.
Ho gli occhi pieni di lacrime, la vista annebbiata.
Mi asciugo il viso bruscamente, con la manica della giacca.
Non ricordo cosa ho sognato. Mi capita spesso, del resto. Abbastanza spesso da essere preoccupante.
Mika mi sta osservando. E' inginocchiato accanto a me, sulla fresca erba verde. Sembra preoccupato. Non è una novità.
A quanto pare riesco sempre a dargli qualche buon motivo per preoccuparsi, come fossi una specie di cagnolino ribelle. Davvero non lo capisco, certe volte.
D'accordo, lui è migliore di me. E' più forte. Più deciso. Sembra sapere sempre cosa fare.
Lo riconosco.
Quando sono con lui, e vale a dire la maggior parte del tempo, devo ammettere che non riesco a liberarmi di una fastidiosa forma di gelosia. Vorrei tanto essere come lui.
Anche se Mika non sembra vedere la differenza tra di noi come qualcosa di negativo, riesce sempre a renderla palese.
E' sempre lì, pronto a dirmi cosa è giusto e cosa non lo è. Cosa posso e cosa non posso fare. Accidenti, abbiamo la stessa età. Siamo entrambi dei bambini.
​Sa essere persino fastidioso. Capisco che è per il mio bene, ma vorrei che la smettesse di trattarmi come una sorellina di cui prendersi cura. Vorrei semplicemente che avesse più fiducia in me.
Il sole splende su di noi. E' una giornata splendida. In giorni come questi, è facile dimenticarsi di vivere in una gabbia.
Una gabbia sicura, ma pur sempre una gabbia.
- Mika...-
I suoi capelli corvini sono scompigliati morbidamente dalla dolce brezza primaverile.
-Dovremmo tornare a casa.- dice.
Il paesaggio intorno a me finalmente acquisice colore e realtà. E subito riconosco le mura. Alte. Imponenti. Invalicabili.
Le sbarre della gabbia.
- Cosa... cosa ci facciamo qui?-
Mika scuote la testa. Recupera da terra i rami secchi che abbiamo raccolto nel bosco. Li solleva e se li issa in spalla come se nulla fosse. Regge il carico ingente con eleganza, come se non pesasse affatto. Come se fosse del tutto normale per un bambino di nove anni essere tanto forte. All'inizio attribuivo questa sua caratteristica al fatto che fosse maschio. Mi ero convinta che fosse naturale per me essere più debole.
Col passare dei giorni, ne sono sempre meno sicura.
I suoi profondi occhi scuri si incatenano ai miei. Aggrotta le sopracciglia non appena si rende conto.-Stai piangendo.-
Non è una domanda.
Non rispondo. Non mi va di parlarne. Soprattutto non con lui.
Sembra che proprio non riesca a capire. Non capisce il mio desiderio bruciante di lasciare le Mura, di vedere il mondo. Per lui sono solo sogni, illusioni. Per me è una vera e propria esigenza. Non posso semplicemente ignorare l'evidenza, come fanno tutti. Non posso dirmi soddisfatta di un'esistenza in gabbia. Questo mondo è mio. Mi appartiene dal giorno in cui sono nata.
E' per questo che intendo unirmi al Corpo di Ricerca. E ancora una volta, quando ne ho parlato con Mika, è sembrato estremamente deluso. E anche arrabbiato. Secondo lui sono una stupida. Secondo lui sto sputando in faccia alla fortuna che ho di essere nata in una famiglia che mi ama, in un posto sicuro. Ha detto che se mi unissi al Corpo di Ricerca, finirei soltanto divorato dai Giganti, quei mostri che vivono al di là delle Mura. La ragione della mia prigionia.
No, proprio non capisce.
Marina, invece.
E' stata lei la prima ad accendere in me la scintilla, la voglia di conoscere e di esplorare. E' la mia migliore amica da che ho memoria. E' la ragazzina più intelligente che conosca. C'è qualcosa nei suoi occhi, una luce speciale. Io e Mika siamo i suoi unici amici, e lei è la nostra unica amica.
Spesso ci capita di salvarla dalle altre ragazzine. Marina è diversa da loro. Non le interessano i ragazzini o le bambole. Preferisce i libri che i suoi genitori, membri del Corpo di Ricerca, le hanno lasciato dopo la loro more. Marina è un'esclusa. Come me.
Ricordo il giorno in cui corse da me, brandendo un libro polveroso che lei trattava come la più preziosa delle gemme preziose. All'inizio non capivo perchè si comportasse così. E' stato solo dopo averla ascoltata parlare delle distese di sabbia e d'acqua salata al di là delle mura che ho realizzato. Non sono nata per morire qui. E nemmeno lei. Dobbiamo andarcene, a prescindere dalla mia famiglia e da Mika.
Lo guardo di sottecchi.
La sua mente sembra distante anni luce. Mi chiedo cosa stia pensando.
Sulla strada di casa oltrapassiamo la folla di allegri uccellini in gabbia. Ci imbattiamo anche in quegli idioti che venerano le Mura come divinità. Secondo loro, dovremmo essere riconoscenti. Secondo loro siamo fortunati.
Certo, come no.
D'accordo, magari è vero. Le Mura ci proteggono, e noi siamo effettivamente fortunati per i cento anni di pace che ci siamo tanto faticosamente guadagnati.
E allora perchè mi sembra di soffocare? Perchè questo spazio, queste strade, mi sembrano troppo piccole? Perchè mi sento come un topo in trappola?
 
 
 
Angolo Autrice:
Salve a tutti! Innanzitutto grazie a chi è arrivato fin qui * abbraccia fortissimo *
L'idea è alquanto singolare, ne sono consapevole. Eppure è da un po' che mi passava per la mente. Una Eren, un Mikasa, una Armin eccetera...
Che dite? Vale la pena continuare? Fatemelo sapere numerosi, non voglio continuare a scrivere schifezzuole XD
Bacioni!
   
 
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