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Autore: Eowyn_SEE    11/04/2016    1 recensioni
Mi chiamo Amelia Stefani, e questa è la mia storia. Non vi voglio convincere a leggerla. Dopotutto, forse voi state cercando una storia romantica. Beh, vi anticipo subito che questa non lo è: io non sono una persona romantica, mai stata. E lui lo sapeva. Non per cinismo o qualche altra fesseria del genere, solo che non sono capace, mi scappa da ridere. Quindi no, niente romanticismo.
Questa è soltanto la storia di un'inaspettata amicizia. Inaspettata perché mi prese alla sprovvista. Non ebbi neanche il tempo di vederla arrivare che già mi era impossibile separarmene, se non molto dolorosamente. Non è una storia romantica, è una storia di vita, che a volte è felice, e poi non lo è più. E ci può essere passione, ma anche quella non dura per sempre. Ma la vita è l'unica cosa che conosco, e l'unica che posso raccontare.
"Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate." (Una citazione di Dante ci sta sempre)
Tom HiddlestonX Nuovo Personaggio
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Chapter Seven

 

Quando tornai a casa, venne ad aprirmi Asia, ancora in pigiama e con l'aria assonnata.

-Buongiorno!- la salutai, chiudendomi la porta alle spalle.

-Caffè?- mi chiese mentre la seguivo in salotto e lì mi fermavo, mentre lei continuò verso la cucina.

-No, grazie, ho già fatto colazione. Buongiorno!- salutai anche Martina e Rossana, sedute a tavola a fare colazione. Bofonchiarono qualcosa in risposta. Posai la borsa e mi sedetti sul divano. Asia tornò con la caffettiera e si sedette a tavola anche lei, versandosi il caffè nella tazza di latte che era già lì.

-Siete consapevoli del fatto che è l'una del pomeriggio, vero? E voi state facendo colazione!- feci loro notare.

Tre paia di occhi assonnati si girarono a guardarmi.

-Senti, giovine,- iniziò Rossana. Con i suoi 32 anni era la più 'vecchia' del gruppo, mentre io, 24 non ancora compiuti, ero la più giovane. Non che questo ci avesse mai impedito di essere culo e camicia, ma ogni tanto ci divertivamo a farcelo notare a vicenda, specialmente lei che tirava spesso in ballo la sua 'saggezza da anziana'. -lo so che tu ancora riesci a fare nottata e svegliarti fresca come un fiore, ma qui ci sono degli adulti che su settimana lavorano e hanno bisogno di un po' più di tempo di ripresa, sai? Quindi, taci!

Risi. -Oh, povera vecchietta!

-Dove te ne sei andata tu, così di prima mattina?- mi chiese improvvisamente Martina.

Aprii la bocca per rispondere, ma Ros mi batté sul tempo. -E' andata a fare colazione con Thomas!- disse, mettendo enfasi sul nome.

-Thomas? Intendi Tom, quello di ieri sera? Non se n'è andato a casa?

-Evidentemente no.

-Dove ha dormito?- intervenne Asia.

-Sul divano...-risposi mio malgrado.

Ros mi guardò di traverso, un mezzo sorriso sulle labbra. -Non ci hai dormito tu sul divano?

Tre paia di occhi mi fissarono di nuovo, improvvisamente svegli.

-Non è come credete!- alzai le mani.

Tina mi sorrise accondiscendente. -Sì, sì, dicono tutti così!!

-E brava Amelia!- approvò Asia.

-Dico sul serio! Non è successo niente! Sul divano, poi! Ma dai!!- insistetti. -Ci siamo solo addormentati. E visto che mi ero addormentata su di lui, per scusarmi gli ho offerto la colazione. Tutto qui!

-E ci avete messo fino ad adesso, dalle 10 che sei uscita?- Ros mi guardò dubbiosa.

-Prima di tutto, sono uscita che erano le 10.30.- iniziai.

-Oh, scusa!- ghignò lei.

-Secondo, siamo andati a farci una passeggiata al parco dopo colazione.- mi resi conto troppo tardi che probabilmente avevo solo peggiorato la mia situazione.

-Oh, una passeggiata al parco! Che romantico!- mi dissero, quasi in coro.

Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo, disperata.

-E ora dov'è finito?- mi chiese Tina quando finalmente finirono di tubare.

-Aveva da fare- risposi seccata. -Cosa che di certo non si può dire di qualcun altro qui presente, che invece si diverte a romanzare la mia vita come se fosse un romanzo d'appendice di pessimo gusto!- le fissai. Mi fissarono.

-Oh, ti riferisci a noi?- fece Asia con fare innocente.

-Noo, parlavo del frigorifero!

E scoppiammo tutte a ridere.

 

Il sabato trascorse tranquillo. Rimanemmo quasi tutto il giorno in giardino a chiacchierare, ridere e cantare, Francisco con la chitarra a farci da accompagnamento e Gabriel a fumare come un turco. Gaia lavorava e Nicola era andato a trovare un amico.

Verso le 17 Rossana volle andare a fare un po' di spesa. Ci offrimmo di accompagnarla, ma lei disse che no, non aveva bisogno di aiuto, doveva prendere solo un paio di cose, nulla di pesante. E se ne andò.

Quando tornò sembrava un'indiavolata. Poggiò la borsa della spesa sul bancone della cucina, dopodiché si sporse in giardino, dove eravamo ancora tutti, e mi urlò: -Tu, dentro, subito, ora! Parliamo!- e ritornò in casa.

Mi girai verso glia altri, squadrando Asia e Tina in particolare, sconcertata. Non era da Ros comportarsi così. O meglio, sì, lo era, ma era raro. Ci scambiammo un'occhiata, poi mi alzai e andai dentro.

Rossana stava mettendo a posto le sue compere in cucina. Quando mi sentì entrare mi disse: -Ho visto il tuo ragazzo!

Mi caddero le braccia. -Non è il mio ragazzo!- la corressi, alzando gli occhi al cielo.

-Poco importa! Mi puoi spiegare che cosa ci faceva la sua faccia attaccata a un bus vicino alla scritta 'Thor: The Dark World'?

La fissai per un momento. Poi non mi trattenni più, e scoppiai a ridere.

-C'è poco da ridere, mi è venuto un colpo!- mi rimproverò.

Io non riuscivo a smettere. Avevo le lacrime agli occhi, ormai, dalle risate. Tutta quella scena, per quello!

Asia e Martina, sentendo le risate, entrarono a vedere, seguite da Cisco e Gabriel. -Che succede?- chiese Tina a nome di tutti.

Ora, Ros è una persona intelligente e lavora tutti i giorni con cose di cui non può dire niente a nessuno. Perciò si rendeva conto che probabilmente Tom non voleva rendere di dominio pubblico tutti i suoi spostamenti. E per quanto Asia e Martina fossero persone di cui ci si poteva fidare, non si poteva dire lo stesso di Cisco e Gabriel, buoni come il pane ma con la bocca larga. Perciò, invece di urlare 'Sapete che il tizio che è venuto ieri alla festa è un attore di Hollywood?!?!?', disse semplicemente: -Niente, mi sono appena accorta che Amy mi ha rubato i biscotti, e io non li ho comprati!

Quella frase mi fece ridere ancora più forte. Ma fui grata a Ros per non aver detto nulla. Nonostante le nostre differenze, riuscivamo sempre a capirci al volo, senza bisogno di parole.

 

Domenica passò come sabato. Tranquillo, assolato. Senza imprevisti, però. Restai a casa, pigra, godendomi i miei amici finché potevo. Poi arrivò lunedì. Giorno lavorativo. Mi alzai tardi e, ancora in pigiama, presi telefono e tablet e scesi a fare colazione. Non c'era nessuno in giro, il che non mi sorprese più di tanto: nonostante ci vivessero 16 persone in quella casa, non era per niente raro essere soli, specialmente su settimana. Mentre aspettavo che l'acqua del tè bollisse, accesi tutta la mia tecnologia. Stavo pensando a cosa avrei potuto fare quel giorno (Camden? Ma sì, mi faccio un giro al mercatino e magari faccio anche un salto al famoso cimitero, non ci sono mai stata!) sentii arrivare un messaggio. Finii di versare il tè, poi appoggiai il bollitore e mi diressi, tazza in mano, verso il telefono. Un nuovo messaggio su Whatsapp da sconosciuto. E chi sarà mai? Aprii il messaggio.

'Indovina un po' cos'ho trovato? -T ' e sotto c'era la foto della copertina di un dvd: 'Il libro della giungla', la versione italiana. Thomas. Sorrisi istintivamente e cliccai su 'Aggiungi', salvando il suo numero. Mi accomodai su uno sgabello, appoggiando la tazza sul piano. Che potevo rispondere?

'Dove lo hai trovato?' gli scrissi. Non era per niente facile trovare dvd in lingua non inglese da quelle parti.

Ritornai a concentrarmi sulla mia colazione, ma il telefono mi interruppe quasi subito. Questa volta, però, una chiamata. Come suoneria avevo impostato 'I am the Doctor', dalla colonna sonora di Doctor Who. Ve l'ho già detto: nerd!

-Pronto?- risposi.

-Oh, ben svegliata! Stai facendo colazione o stai già pranzando?- sentii dall'altra parte. Guardai l'ora: le 10.30.

-Colazione, perchè, problemi?- borbottai.

Lo sentii ridere. -Comunque, il dvd l'ho trovato ieri in un Charity Shop. Stavo facendo un giro con mia madre e mi è caduto l'occhio. Provvidenziale, non trovi?

-Trovo!- concordai.

-Hai qualcosa da fare oggi pomeriggio?- mi chiese.

-Pensavo di fare un giro a Camden, ma non è niente che non possa fare domani!

-Bene, lo possiamo vedere insieme allora!- esclamò entusiasta.

-Vuoi davvero vederlo con me?!- gli chiesi stupita.

-Non posso farne a meno: tutte le volte che trovo qualcuno che non l'ha ancora visto devo sedermi e guardarlo con loro, è più forte di me!

Risi piano. -D'accordo, ma dovrai portare un computer: non esiste un lettore dvd in questa casa!

-Oh!- sembrò interdetto.-Sì, d'accordo! Quando posso passare?

-A questo punto quando vuoi, resto a casa.

-No, no, non devi, solo per me. Io tanto ho da fare, che ne dici se passo verso le 17? Così tu riesci a farti un giro, e io vado dove devo andare, poi passo a casa a prendere il computer e arrivo.

Non male come piano. -Sì, ok, perfetto. A dopo allora!

-A dopo!- e riagganciò.

Se voleva sorprendermi, ci era riuscito. Non mi aspettavo davvero che mi richiamasse!

'L'ormone, ragazza, l'ormone!' cercai di controllarmi. Anche se la mia testa mi diceva 'E' solo un ragazzo gentile che vuole vedere un film', gli ormoni continuavano a cercare di farmi notare che quel ragazzo gentile, e anche piuttosto figo (e su questo insistevano parecchio), era Tom 'freaking' Hiddleston.

'Tacete, ormoni! Non siete d'aiuto, anzi, siete anche abbastanza inappropriati!' pensai tra me e me.

Finii colazione poi tornai di sopra a cambiarmi. Mi ero fatta la doccia la sera prima, perciò ci misi poco a prepararmi: mini gonna-pantalone, camicetta, un velo di trucco e i miei fidatissimi sandali. E ovviamente sciarpa e cardigan (vi ricordate quando vi ho parlato della bronchite?). Quel giorno Rossana mi aveva voluto lasciare le sue chiavi, sapendo che comunque mi avrebbe trovata a casa, di ritorno da lavoro, mentre io avrei rischiato di rimanere chiusa fuori. Afferrai quindi anche il mazzo, chiusi la porta della camera e uscii.

Passai tutto quel che rimaneva del mattino e il primo pomeriggio a girare tra le bancarelle di Camden Town, tra cui ne trovai una che serviva cibo francese, e decisi di provare. Verso le quattro mi dissi che era ora di tornare a casa, se non volevo arrivare in ritardo. Non c'era una tratta diretta con la metro, perciò avrei dovuto prendere un bus fino a Swiss Cottage e da lì ero a due fermate di metropolitana, perciò c'era sempre la variabile 'traffico'.

Avevo fatto bene i conti: erano le 5 meno 5 ed ero a un minuto da casa. Che precisione! Stavo iniziando a frugare nella borsa in cerca delle chiavi, quando mi suonò il telefono. Lo ripescai e risposi, sapendo già chi era.

Non aspettò neanche che dicessi 'Pronto'. -Sono qui davanti a casa tua!- sentii dire.

Attraversai di corsa la strada e mi infilai in Sheldon Avenue. -Anch'io!- dissi fermandomi davanti al cancelletto.

Si girò verso di me, il telefono ancora all'orecchio, e sorrise. Aveva una borsa per laptop appoggiata alla spalla.

-Puntuale come un inglese!- commentai riagganciando il telefono e superando il cancelletto. Mi imitò, infilando il suo nella tasca della giacca di pelle che indossava.

-Anche tu! Non sapevo se eri già tornata, perciò non ho suonato.- mi disse, a mo' di scusa.

-Hai fatto bene, chissà chi sarebbe venuto ad aprirti!- ebbi un piccolo brivido al pensiero dell'accoglienza che avrebbe potuto riservargli 'il fattone nella vecchia camera di Francisco', o una delle 'cavalle', per dirne un paio.

Ripresi la caccia alle chiavi mentre lui mi chiedeva: -Avuto una bella giornata?

-Ma sì, normale, mi sono fatta un giro a Camden, come ti ho detto 'sta mattina. Nulla di speciale. Tu?- Eccole, finalmente le bastardelle! Infilai la chiave nella serratura.

-Sì, giornata abbastanza produttiva. Ho incontrato la troupe dello spettacolo teatrale per cui mi sto preparando. Fortunatamente io e la regista la pensiamo in modo simile riguardo al mio personaggio, perciò non ci sono state troppe discussioni.- concluse mentre ci avviavamo verso il salotto.

Spettacolo teatrale? Aveva detto spettacolo teatrale?! Nel mio cervello da studentessa del DAMS si accese una sirena. NI-NO-NI-NO-NI-NO SPETTACOLO TEATRALE!! Esteriormente, però, rimasi più composta.

-Oh, e che spettacolo è, se posso chiedere?- chiesi, prudente mentre appoggiavo la borsa su una sedia vicino al divano.

-Coriolanus, di Shakespeare.- mi rispose, tranquillo.

Mi girai a fissarlo, la mascella sul pavimento. SHAKESPEARE!! Dopo un attimo di immobilità (da parte mia), Tom, trattenendo le risate davanti alla mia faccia scioccata, mi portò un dito al mento per chiudermi la bocca e commentò sarcastico: -Vedo che la cosa ti lascia totalmente indifferente!

-Sì, infatti!- risposi debolmente. Poi aggiunsi: -Qualcosa mi dice che tu sarai Coriolano.

-Quel qualcosa ti dice giusto.- ancora cercava di trattenere le risate.

-Complimenti!

-Grazie!

-Prego!

A quel punto non si trattenne più e scoppiò a ridere. -Certo che sei proprio una tipa strana!- commentò.

Essendomi un po' ripresa dallo shock, risposi: -Lo prendo come un complimento!

-E fai bene! Allora, film?

-Film!- confermai.

Ci sistemammo sul divano, appoggiammo il laptop su una sedia e facemmo partire il dvd.

-Sarà un'esperienza interessante.- commentò. -L'ho visto talmente tante volte che ormai lo so a memoria, ma non l'ho mai visto in un'altra lingua!

-Beh, c'è una prima volta per tutto!- dissi, avvicinando un'altra sedia al divano per appoggiarci le gambe e stravaccarmi per bene. Lui mi imitò e ci concentrammo sul film, seduti comodamente.

Non era male, in effetti. Risi spesso delle battute dell'orso Baloo e quando iniziò la canzone 'Ti bastan poche briciole' non riuscii a fare a meno di farmi trasportare dalla musica. Tom, da parte sua, iniziò a cantare con Baloo, sovrapponendo la versione inglese originale a quella doppiata in italiano. Risi doppiamente, muovendo la testa e le spalle a ritmo di musica.

Era quasi finito quando Gabriel tornò da lavoro.

-Olà!- esclamò entrando in salotto e posando lo zaino.

-Hello, ginger boy!- lo salutai.

-Ciao Gabriel!- disse Tom.

-Oh, ciao Tom!- esclamò lui, sorpreso di trovarlo lì. Alla luce fioca del tramonto non doveva averlo visto, o almeno non aveva capito chi fosse. -Che fai ancora da queste parti?

-Dovevo far vedere 'Il libro della giungla' a questa miscredente che non l'aveva mai visto!- rispose sorridente, indicandomi.

-Davvero?- Gabe mi guardò incredulo. Poi si mise a canticchiare la canzone di Baloo in portoghese.

-Che ci devo fare?- risposi, stringendomi nelle spalle.

Lui scosse la testa, ma poi smise di fare caso a noi e iniziò a frugare nel suo zaino, tirando fuori il suo kit per 'sigarette un po' meno legali'. Sapendo che si sarebbe messo a rollare sul tavolo alzai le gambe dalla sedia e la spostai verso di lui, sedendomi poi a gambe incrociate sul divano. Mi ringraziò, si sedette e iniziò a trafficare con le cartine, mentre io tornavo a concentrarmi sul film. Dopo un attimo mi accorsi che Tom stava fissando Gabriel rollarsi la canna, sorpreso. Silenziosamente, gli rifilai una gomitata tra le costole per attirare la sua attenzione e gli lanciai un'occhiata. Ritornammo a concentrarci sul film, ormai praticamente finito. I titoli di coda partirono quasi in contemporanea con Gabriel che si alzava dalla sedia, metteva ordine sul tavolo e usciva in giardino a fumare, seguito a distanza di 30 secondi da Francisco che, accortosi che il suo compagno di stanza era tornato a casa, era finalmente uscito dalla camera per fargli compagnia, degnandoci a malapena di un saluto. A quel punto, Tom mi guardò stranito.

-La mamma non ti ha insegnato che fissare è maleducazione?- lo rimproverai, divertita dalla sua espressione.

-Ma lo fa proprio così, davanti a tutti, anche davanti agli sconosciuti?- mi chiese a voce bassa, indicando se stesso al termine 'sconosciuti'.

Risi. -Anche davanti al padrone di casa, se è per questo!

-Sul serio? E lui?

-Non gli dice nulla. Sa che, in fondo, è innocuo. Altrimenti lo avrebbe cacciato di casa parecchi anni fa.

Osservai il 'mio ginger boy' attraverso la finestra: si era accomodato su una sedia di plastica posando i piedi sulla panchina del tavolo da pic-nic e fumava tranquillo, chiacchierando con Cisco.

-C'è da preoccuparsi solo quando esce con un certo suo amico.- continuai -Un tipo davvero poco raccomandabile. L'ho conosciuto perché ogni tanto lo invita a casa. Uscendo con lui, più di una volta è tornato a casa con tagli e ferite di vario genere. Una volta si è buttato in una rissa con un buttafuori per difenderlo. Un'altra – e a quel punto mi venne da ridere -beh, nessuno sa bene cosa sia successo. Nicola una sera torna a casa da lavoro ed era vicino alla porta, in cucina, che fumava. Sarà stata l'una, le due di notte.- Non riuscivo a non ridere, raccontando. -A un certo punto torna a casa Gabriel, va in cucina e dice con Nicola- provai a imitare la sua voce strascicata -'Oh, amico, ho male dappertutto, ho male dappertutto!'. A quel punto Nicola gli chiede: 'Che cosa ti è successo?'. Lui si tira su la maglia: aveva escoriazioni su tutto un fianco. 'Sono caduto sui binari della metro!' gli spiega. 'Come sui binari? Come hai fatto?' gli chiede allora Nicola. 'Sono caduto!' gli dice solo lui. E poi se ne va a dormire.- Risi ancora, incapace di trattenermi al pensiero di come continuava quella storia. -La mattina dopo, Nicola si era svegliato ed era DI NUOVO in cucina, che faceva colazione. Gabriel si alza, va in cucina e dice- risi ancora -'Oh, amico, ho male dappertutto!' Alza la maglia e gli mostra il fianco. 'Guarda! Chissà come me lo sono fatto!' Al che Nicola gli dice: 'Sei caduto sui binari della metro ieri sera!'. Gabe lo guarda, tutto sorpreso. 'Ah, perchè, c'eri anche tu?'. 'No, coglione' gli dice Nicola 'me l'hai detto tu ieri sera quando sei tornato a casa!'- Risi e Tom rise con me. -Non si ricordava niente!

Ridemmo ancora per un po', poi cercai di ritornare seria. -Ora ci ridiamo su, ma in effetti ha rischiato davvero! Poi non so se quel che aveva detto corrispondeva alla realtà, ma in ogni caso...

Rimanemmo un attimo in silenzio, sghignazzando ancora di tanto in tanto.

Poi Tom saltò su, cambiando discorso. -Allora, ti è piaciuto il film?

Sorrisi. Sembrava un bambino impaziente. -Non è male!

-Non è male?!

-Ok, ok, è divertente e le musiche sono DAVVERO belle.

-Mmm, così va meglio...

Guardai l'ora mentre lui si girava a spegnere il computer: le 18.30. Le ragazze sarebbero sicuramente tornate entro breve. Mi allungai verso il tavolo per prendere il telefono. Aprii la chat del nostro gruppo e scrissi: 'Pasta?' e bloccai la tastiera.

Appoggiandomi con un gomito al bracciolo del divano rimasi un momento a guardare Thomas che aspettava che il PC si spegnesse per chiuderlo e riporlo nella borsa, riflettendo. Come l'avrebbe presa se gli avessi chiesto di rimanere per cena? Io volevo solo essere gentile, ma lui come avrebbe interpretato quel gesto? Decisi che l'unico modo per scoprirlo era chiedere.

-Ti fermi per cena? Le ragazze dovrebbero arrivare a momenti, puoi mangiare con noi!- cercai di sembrare il più casuale possibile. Vedendolo esitare, aggiunsi: -Se non hai altri progetti, è chiaro!

-No, no, sono libero!- rifletté un momento, poi sorrise. -Certo, accetto volentieri!

-Perfetto! Vediamo cosa mi dicono le ragazze e poi pensiamo al menù!

In tutta risposta mi suonò il telefono ('EXTERMINATE!'). Lo vidi sogghignare e sorrisi anche io, controllando lo schermo. Ros mi avvisava che nel suo armadio in cucina c'erano penne per un reggimento, mentre Martina mi diceva che lei e Asia avevano della panna da consumare. 'Qualcuno ha delle olive?' scrissi. E poi chiesi a Tom: -Ti piace la pasta con sugo di panna e olive?

-Non lo so- mi rispose -ma separati mi piacciono tutti e tre e sono pronto a sperimentare!

-Così mi piaci, temerario!- gli diedi una pacca sul braccio, alzandomi.

Il telefono squillò ancora: Asia mi diceva di guardare nel loro armadio, le olive dovevano esserci.

-Perfetto!- esclamai dirigendomi in cucina.

Iniziai riempiendo la pentola più grande che c'era d'acqua, che misi sul fuoco a bollire. Poi andai fuori da Gabriel e Francisco.

-Faccio della pasta, volete unirvi a noi?- chiesi.

Mi rispose Francisco: -Oh, no, grazie, abbiamo appena ordinato delle pizze!

-Oook, peggio per voi!- scherzai. Tornai in cucina. Thomas si era tolto la giacca di pelle e si stava tirando su le maniche delle camicia. -Posso fare qualcosa?

-Mmm- ragionai. -Forse, tra un attimo.

Andai a prendere le olive nell'armadietto di Asia e Martina, le scolai e, preso un tagliere e un coltello, le tritai. Poi le infilai un un pentolino e misi anche quello sul fuoco.

-Ok, compito importantissimo: guarda che non brucino. Le facciamo saltare un attimo e poi ci mettiamo la panna. E a quel punto bisognerà stare a mescolare finchè non è cotto perchè la panna si attacca alle pentole che è una meraviglia. Tutto chiaro?- gli chiesi.

Mi fece il saluto militare -Signorsì, signora!

-Idiota!- borbottai sorridente.

Quando Rossana, Asia e Martina furono tornate a casa buttammo la pasta e spegnemmo il fornello sotto il pentolino del sugo, ormai cotto, permettendo al 'povero Thomas' di staccarsi dal fornello.

-Oh, ciao, anche tu da queste parti?- lo accolse Ros quando lo vide.

-Ma sì, mi unisco a voi, se mi volete!- rispose lui.

-Certo che sì, sei il benvenuto!- gli disse lei.

Dieci minuti dopo scolammo la pasta e ci accomodammo a tavola, spostandola leggermente dal muro per poterci girare attorno.

-Buon appetito!- augurò Asia prendendo la prima forchettata.

-Spero di non avvelenare nessuno...- aggiunsi io, sempre molto fiduciosa delle mia capacità culinarie. Io non cucino, dico sempre, io sopravvivo!

Risero tutti.

Tom provò a rassicurarmi: -Se dovesse capitare, testimonierò in tuo favore prendendomi parte della colpa!

-Ohh!!- Gli feci. -Sono commossa!

Non morì nessuno, fortunatamente.

 

N.A.: Eccomi qui, a quest'ora tarda, a postare per voi! Ringrazio ancora tutti voi che mi seguite, anche silenziosamente: è davvero bello sentirsi ascoltati!

Vorrei sottolineare che la storia di Gabriel, così come Amy la racconta, non è per niente inventata, sfortunatamente: così mi fu raccontata dai miei ex coinquilini e ho pensato fosse divertente da condividere con voi. Oltre al fatto che, talvolta, la realtà è più folle dell'invenzione.

Alla prossima!

Xx

E_SEE

  
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