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Autore: bluemermaid1999    12/04/2016    1 recensioni
L'Istituto è quello di sempre: statuario e magnifico, con il suo via vai di Cacciatori da tutto il mondo. Ma cosa succederebbe se i ruoli fossero invertiti? Se Clary e Simon fossero i cacciatori e i Lightwood e Jace i mondani? Scopriamolo...
Buona lettura
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Casa Bane, 11 am

Clary si svegliò con un forte mal di testa. Si mise lentamente a sedere. Non era a casa sua, anche se ormai quella in realtà lo era molto più di quanto non lo fosse quel dannato Istituto. Lì era vista come la povera orfana, o talvolta come la traditrice sotto copertura inviata dal padre. In pratica o l’ammiravano o avevano paura di lei. Sinceramente preferiva la seconda. Odiava le persone che le facevano moine. Soprattutto il Conclave. Nonostante tutto quello che dicevano gli altri, lei non si sentiva così tanto importante, ma piuttosto un simbolo di propaganda che l’Istituto di New York utilizzava per richiamare nuovi Shadowhunters. Per il resto era sempre stata libera di fare quello che voleva, purché uccidesse demoni. Questo era quello che si aspettavano da lei. E questa libertà non le dispiaceva per niente. Si toccò il collo, dove la sera prima c’era una ferita che, per quanto fosse restia ad ammetterlo, era abbastanza grave. La zona era coperta da una benda. Togliendosi la maglietta del pigiama si controllò meglio la benda che i suoi amici le avevano messo. Sicuramente la ferita era scomparsa, quindi non c’era più bisogno della medicazione. Si mise in piedi davanti allo specchio e si tolse la benda lentamente. Quando ebbe finito ebbe la conferma che era tutto a posto. In quel momento la porta alle sue spalle si aprì. 

< Ragazzi vi voglio bene, siete come fratelli per me, ma quante volte vi devo dire che dovete bussare? >, disse la ragazza senza neanche controllare chi fosse. 

< Scusa Clary >, disse Simon girandosi con un gesto automatico. 

< Volevo solo essere sicuro che ti fossi svegliata >, aggiunse mentre Clary si rimetteva la maglietta. 

< Ora puoi girarti >, disse lei al suo parabatai.

< Magnus ha preparato la colazione, scendi almeno mangi qualcosa. Ti aspetto sotto >. Detto questo Simon chiuse la porta. Clary si fece una treccia e scese al piano di sotto seguendo l’odorino di cibo che proveniva dalla cucina. Quando entrò, Magnus le fece un grande sorriso.

< Buongiorno Bella Addormentata >, esordì. 

< Giorno Magnus >, rispose lei. < Grazie per avermi curata ieri, non me la sarei cavata così facilmente senza il tuo aiuto >.

< Tutto per colpa del biondo patinato e dei suoi amichetti >, disse Simon con voce chiaramente infastidita. Clary sapeva quanto Simon fosse protettivo con lei. Non voleva le succedesse niente. Dopo l’aiuto che lei gli aveva dato in quell’orrendo periodo, lui era diventato se possibile ancora più fraterno. 

 

3 anni prima

< Simon! Chi ti ha fatto questo? >, disse Clary allarmata. Simon era tornato a casa loro completamente distrutto.

< Un’imboscata…Valentine… >, farfugliò il ragazzo senza respiro. Era conciato davvero male. E quelli sul suo collo erano senz’altro segni di morsi. 

Clary mandò un messaggio di fuoco a Magnus. Era l’unico che poteva fare qualcosa prima che fosse troppo tardi. Dopo pochi minuti lo stregone apparve accanto a lei. 

< Che gli è successo? >, disse preoccupato guardando il ragazzo che sudava freddo tra le braccia di Clary. 

< E’  tornato da una missione, l’ho trovato davanti alla porta disteso per terra con gli spasmi. Farfugliava qualcosa a proposito di un’imboscata e di un certo Valentine >.

Gli occhi da gatto dello stregone persero colore per un attimo quando quel nome le uscì dalla bocca. Ma la ragazza capì solo tempo dopo la motivazione.

< Si sta trasformando, si deve essere imbattuto in un gruppo di vampiri particolarmente assetati, ha il veleno in circolo >, disse con voce seria.

< Cosa ti devo procurare? >, disse Clary con voce strozzata. 

< Non serve nulla, ma devi compiere una scelta >. Lei si bloccò, un brivido freddo le percorse la schiena. Sapeva bene dove voleva arrivare. Non c’erano cure, neanche magiche, per fermare il percorso del veleno di vampiro nelle vene di Simon. In qualche ora gli sarebbe arrivato al cuore. 

<  No, Magnus. Non posso, non puoi chiedermelo >. Clary era in lacrime mentre prendeva la testa del ragazzo tra le mani. La temperatura corporea si stava abbassando. 

< Devi scegliere Clary. O lo fai vivere come immortale o lo uccidi >. Magnus abbracciò la ragazza. Clary non poteva crederci, non voleva crederci. Doveva scegliere se uccidere il suo migliore amico e andarlo a piangere su una bara, o ucciderlo ugualmente ma vederlo trasformato in un vampiro. 

< Clary, non c’è tempo, devo sapere che cosa fare, così lo farai solo soffrire di più >, le disse Magnus, con sguardo fraterno. Sicuramente lui sapeva come ci sentiva a perdere qualcuno essendo un immortale. 

< Non posso rinunciare a lui Magnus. Siete la mia unica famiglia. Non voglio perdere il mio migliore amico. Trasformalo Magnus. >, disse Clary tra i singhiozzi. 

< Se questa è la tua decisione >. Delle fiamme blu avvolsero il ragazzo. 

< Seguimi Clary >, disse lo stregone. Dal nulla apparve un portale. Clary prese la mano dello stregone ed insieme lo attraversarono. Ricomparvero in un grande spazio aperto. Clary lo riconobbe. Era una zona segreta del parco. Lei e Simon l’avevano scoperta una volta da piccoli. Solo se si era veramente piccoli si riusciva a passare attraverso i cespugli. O se si possedeva dei poteri anormali come loro. 

< Perché siamo qui? >, chiese la ragazza.

< Beh >, disse lo stregone sospirando, < La parola non-morto implica che uno muoia. E a ogni morto serve una sepoltura>.

A Clary mancò il respiro. 

< Non ti preoccupare. Ci penso io, tu vai dietro l’albero. A momenti arriverà una mia conoscenza. E’ un vecchio amico che mi deve un favore. Ci darà una mano >. 

La ragazza fece come le era stato ordinato, mentre lo stregone aveva adagiato a terra il corpo del ragazzo, ormai in stato d’incoscienza. 

Dietro l’alberò notò due occhi azzurri. Clary si avvicinò con cautela. Non era umano, doveva essere per forza un Figlio della Notte, i suoi sensi da cacciatrice lo percepivano.

La ragazza gli fece ceno di avvicinarsi e lui in un batter d’occhio gli fu accanto. 

< Mi chiamo Vladimir. Magnus mi ha chiamato qui >.

< Grazie per essere venuto con così poco preavviso >, disse la Rossa cordialmente. Il ragazzo era alto, albino, con la mascella squadrata. A giudicare dall’accento era probabilmente russo, ma stava in America da qualche anno perché lo mascherava abbastanza bene.

Insieme al nascosto riandò vicino a Magnus, che aveva creato una fossa e vi ci stava sotterrando il corpo di Simon. Clary si sentì bagnare le guance dalle lacrime. La sua vita era sempre stata dura, ma mai aveva pensato di dover arrivare a sotterrare il suo migliore amico.

Magnus parlava in russo con il vampiro. Lui gli diede due sacche di sangue, come quelle dell’ospedale, e un biglietto da visita. 

< Mi dispiace molto per te ragazzina. Devo a Magnus un favore da molto molto tempo. Se mai ci sarà alcun problema con il ragazzo chiamami e io arriverò il prima possibile >, disse il non-morto a Clary porgendole un biglietto su cui erano scritte parole in cirillico e un numero di telefono.

< Grazie, ora che gli succederà? >.

< Lo seppellirete. Dopo un paio di ore lui si risveglierà e scaverà fino alla superficie. Quando questo succederà dovrai fare attenzione. Per quanto lui possa essere un ragazzo forte, il primo giorno non si potrà controllare e il suo bersaglio sarà la gola. Ma guarirà. Dovrai solo stargli vicino >, rispose il vampiro.

                                                                          .    .    .

 

 Da allora erano stati ancora più legati ed erano diventati Parabatai. Ma c’era anche la parte brutta delle storia. Quella in cui Simon aveva passato giornate chiuso in gabbia, con il desiderio di saltarle al collo, quando la ragazza aveva pianto abbracciandolo e promettendogli che non lo avrebbe lasciato, quando aveva lottato contro il Conclave e l’Istituto stesso perché non volevano un mezzo sangue e si erano trasferiti in un appartamento loro due da soli. Come se non bastasse Clary si era fatta spiegare la sera stessa, mentre aspettava che Simon “ritornasse alla vita”, perché Magnus avesse reagito così quando aveva nominano Valentine. Clary si rese conto che essere troppo curiosi nel loro mondo poteva essere un problema. 

< E’ strano che avessero tutti e tre la vista. Che siano Shadowhunters? >, disse Clary riprendendosi dai ricordi. 

< Impossibile, l’Istituto l’avrebbe saputo. Per quanto siano ottusi, ci sono fin troppo pochi Shadowhunters in arruolamento e neanche il fatto che tu possa uccidere il triplo dei demoni rispetto ad un normale Shadowhunters cambia questo fatto >, disse Simon sarcastico.

< Dobbiamo seguirli, scoprire dove abitano e vedere chi sono i loro genitori. Se sono anche loro cacciatori vedranno le rune e riconosceranno Magnus >. 

< Ho fatto delle ricerche sul bruno e i suoi amici. Il bruno si chiama Alec, la ragazza è la sua gemella Isabelle e il biondo è Jace. Vanno ad una scuola superiore, frequentano l’ultimo anno. So che la cosa non vi piacerà neanche un po’, ma dovrete infiltrarvi lì dentro >. 

< Frena Magnus, neanche vivo entrerei li dentro. Mi sono bastati i nostri insegnanti in adolescenza. La risposta è no! >, disse Simon tenendo il broncio.

< Simon so che questa cosa ti scoccia tanto quanto a me ma dobbiamo farlo. Dobbiamo capire chi sono. Per quello che sappiamo i loro genitori potrebbero essere amici di Valentine >. Clary sputò quel nome, il suo stomaco si rivoltava ogni volta che lo pronunciava. Da quando Magnus le aveva rivelato chi era e, soprattutto chi era lei in realtà, la sua vita si era capovolta. Non l’aveva mai incontrato, ma non sapeva come avrebbe reagito in caso. 

< Va bene, ma solo perché me lo chiedi tu Peste >, disse lui accarezzandogli la testa. 

< Piantala, solo perché sei più alto non vuol dire che mi puoi trattare da bambina, Sanguefreddo >, rispose lei.

< Mi dispiace disturbarvi bambini, ma dovete venire con me. Andiamo a iscriverci a scuola così domani potete iniziare >. 

Detto questo con uno schiocco di dita i ragazzi si trovarono addosso dei vestiti da ragazzi normali. Clare indossava un pantalone nero, una maglietta nera con una scritta con spuntoni e un paio di All Stars nere rialzate. Simon aveva una camicia bianca leggermente aperta, un paio di jeans e delle converse nere. Magnus aprì un portale che li portò in un vicolo vicino alla scuola. Avevano pianificato tutto. Magnus avrebbe parlato con il preside presentando Clary e Simon come sui fratelli adottivi, dicendo che si erano trasferiti da poco. Avrebbe anche specificato che per motivi familiari forse sarebbero dovuti talvolta uscire prima dalle lezioni o non venire a scuola per un lungo periodo di tempo, ma il fatto che fossero entrambi maggiorenni avrebbe alleviato questi piccoli inconvenienti. Entrarono e si fecero indicare da un bidello la presidenza. Questo diede loro indicazioni e tornò a leggere distrattamente il giornale. Mentre Magnus aveva il colloquio con il preside Simon e Clary andarono alla caffetteria della scuola. Clary prese un caffè macchiato e Simon una soda. Si appoggiarono al muro con la schiena sorseggiando le loro ordinazioni. 

Il loro amico stregone ci mise meno del previsto a tornare da loro. 

< Allora siamo ammessi? >, disse Simon. 

< Certo con chi credi di avere a che fare. Ho i miei assi nella manica >, rispose sorridendo Magnus, facendo brillare per un secondo i suoi occhi da gatto.

< Perfetto, allora andiamo fratelloni >, disse Clary agli altri due.

Si girò ma andò a scontrarsi con qualcuno. 

< Hey guarda dove vai! >, disse la ragazza scocciata.

< Scusa non ti avevo vista >, disse una voce maschile. Clary lo guardò in faccia e perse un battito.

Era Jace. 

< Per caso non ci siamo già visti da qualche parte noi due? >, disse lui mentre un ricordo si faceva strada nella sua mente.

   
 
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