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Autore: ilcielopiangequalchevolta    14/04/2016    2 recensioni
A volte, per ricominciare da capo e ammettere i propri sbagli, è necessario scappare per poi tornare indietro.
Sabrina Vacciello è una ragazza timida, abituata a contare esclusivamente sulle proprie forze e con un grande segreto sulle spalle. Ha una sublime conoscenza delle lingue e tanta voglia di viaggiare; comunque partire e abbandonare tutto è difficile, così si ritrova bloccata in Italia fino ai vent'anni. Un giorno una domanda la sprona ad allontanarsi dal suo paese per riscoprire sé stessa.
Proprio Sabrina si scontra con James Harrison, un ricco imprenditore dall'animo saccente. Quando l'amore si interpone prepotentemente sulla sua strada, egli deve solo farsi trasportare dalla magia di questo sentimento.
James vuole avvicinarsi a Sabrina, l’unica donna che riesce a fargli battere il cuore, però lei non è ancora pronta a lasciarsi il passato alle spalle e a gettarsi in quel turbine di emozioni quale è l’amore. O forse si?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 6) WE NEED TO TALK

JAMES’POV
Sabrina era diventata il mio chiodo fisso. Per colpa sua avevo passato un’ulteriore notte insonne. Durante le ore buie, avevo capito che lei non era assolutamente il tipo di ragazza con cui ero solito stare o, per lo meno, non dava quest’impressione quando la si conosceva; non per il suo abbigliamento, assai provocante in certe occasioni, piuttosto perché non mi era ancora saltata addosso come il resto delle altre ragazze avrebbe fatto. Giustamente bisognava sottolineare che le donne con cui trascorrevo il mio tempo non erano propriamente l’immagine delle perfette figlie, cresciute in un monastero che tenevano le gambe chiuse fino al matrimonio. Giunsi alla conclusione di dover conquistare quella cameriera con metodi assai gentili e galanti. Mi rivolsi alla persona più indicata sulla faccia della terra: mio fratello, Kevin. Con la fortunata di turno, io ero antipatico, indisponente ed odioso ai limiti del possibile per far in modo che lei non scappasse a causa del mio carattere e, allo stesso tempo, che non etichettasse la nostra avventura come una relazione seria. Adoravo le serate focose senza impegni. Lui, invece, era educato e garbato; un giusto miscuglio di spensieratezza e buone maniere. Metteva alla luce del sole il suo lato migliore, quella parte che mia madre stimava e idolatrava, quello spicchio di personalità che lei stessa aveva creato e affinato scrupolosamente, che aveva trasmesso anche a me. Sapevo di essere in grado di amare e onorare la mia fidanzata, eppure credevo che una facciata tanto profonda e intima non fosse degna di una compagna con scarni principi. Avrei venerato la donna che avrebbe meritato le mie attenzioni.

Kevin accettò di accompagnarmi quello stesso pomeriggio al locale per osservare la misteriosa ragazza che, dopo avermi visto varie volte, ancora non era caduta ai miei piedi. Quando gli raccontai le mie strambe peripezie degli ultimi giorni, percepii curiosità nel suo tono di voce e notai anche qualche sfumatura di ironia.  

SABRINA’S POV
Non riuscivo a trovare una posizione sufficientemente comoda per dormire oppure, se la trovavo, dopo cinque minuti mi lamentavo nella stessa situazione di prima. Tiravo le coperte fino a sotto il naso e, il minuto successivo, le scostavo in preda ad attacchi di calore. Tentai di contare a mente le pecorelle, però neanche questo metodo sofisticato mi aiutò. Immaginavo caprette ricoperte da batuffoli di lana che saltavano un recinto e, dato che il sonno era assai lontano dai miei orizzonti, diedi libero sfogo alla fantasia, creando nella mia mente la figura di un pastore con tanto di cagnolino. Ad un tratto, quest’ultimo assunse le sembianze di James! Quel maledetto imprenditore era sempre in mezzo ai miei pensieri! Dio, provavo pena per me stessa: non dovevo illudermi per così poco!

Mi diressi a lavoro senza guardarmi allo specchio, evitando di gettare la mia autostima al di sotto del pavimento. La mattina passò molto lentamente. La stanchezza mi stava uccidendo e  le occhiatacce che mi riservavano i clienti non mi entusiasmavano. Indispettita, andai in bagno e, scontrandomi con il mio riflesso, compresi di non vantare un bel aspetto, anzi tutto il contrario: avevo due occhiaie orribili che neanche il mix di fondotinta e correttore riuscì a coprire e che da sole stimolavano ribrezzo,  inoltre i miei capelli erano penosi, non volevano assumere un verso decente, erano arruffati e crespi.


Verso le tre del pomeriggio arrivò James, seguito da un uomo mai visto prima. Spalancai la bocca per la sorpresa, poiché non credevo sarebbe ritornato dopo il modo in cui lo avevo trattato. Bello, dannato e sfacciato, un classico! Probabilmente la sfortuna mi perseguitava, perché Ryan era uscito ed Alexis momentaneamente sparita. Dovetti prendere io stessa la loro ordinazione, dopo avergli lasciato cinque minuti d’obbligo per decidere quali pietanze gustare.
-Salve, cosa desiderate?- domandai con voce flebile e con un finto sorriso che sembrò, presumibilmente, più una smorfia. Cercavo di sembrare sicura e calma, quando dentro di me pregavo tutti i santi dell’universo affinché mi aiutassero a scappare da quella situazione. Volevo voltare le spalle a quei due e tornare a casa mia, per buttarmi sul letto e piangere. James mi fissò per quelle che mi parvero ore, nelle quali le mie gote si infiammarono ed i battiti del mio cuore rimbombarono sempre  più forti e chiassosi nelle mie orecchie, distanziandomi dal mondo circostante. Alla fine, prese parola il suo amico.
-Per me un latte macchiato, grazie!- rispose  con tono allegro, abbandonando sul tavolo il menù che aveva osservato scrupolosamente e stiracchiandosi sulla sedia incurante della mia presenza.
-Okay.- esclamai ,  annotando il tutto sul block notes e ridacchiando lievemente per la sfacciataggine naturale di quello strano tipo. Cosa diamine avrei dovuto dire a James?! Mi sarei dovuta rivolgere a lui dandogli del lei o del tu? Sospirai mentalmente, decidendo di essere professionale: - E per lei?- chiesi, guardandolo di sottecchi e fingendo di scrivere ancora qualcosa sul taccuino.
-Sabrina, ti ho già detto che puoi darmi del tu e ora aggiungo che puoi farlo anche in presenza di mio fratello… –chiarì, sospirando. -Comunque vorrei un caffè. – concluse, riacquistando il suo ghigno provocatorio.
-Va bene, arrivano subito.- confermai, girando i tacchi e fuggendo alla ricerca della mia coinquilina.
 

-Lexy, mi spieghi cosa ci fai qui?- la implorai per l’ennesima volta, mentre eravamo sedute in quello scomodo gabinetto.
-Scusa, ma non mi sento molto bene…- sospirò con un’espressione più finta dei miei capelli. Le sue pupille fiaccamente abbandonarono le mie e si posarono sul marmo lucido del suolo.
-Alexis, per favore. Fuori ci sono una marea di clienti che aspettano ciò che hanno ordinato e, sicuramente, ne saranno arrivati degli altri. Non farmi perdere tempo e sputa il rospo...- dichiarai, afferrandola per le spalle e costringendola a voltarsi. Provai a essere il più sbrigativa possibile e la incitai con un’alzata di sopracciglia.
-Tu sei mia amica, giusto?- piagnucolò, torturando le sue povere manine strette l’un l’altra a pugno e con un broncio dipinto in viso degno dei bimbi dell’asilo. Dal canto mio, annuii immediatamente e mi accigliai ancor di più.– …quindi ci diciamo tutto, no?!- continuò, recuperando un pizzico di sicurezza e mordendosi il labbro inferiore. Volevo un mondo di bene a Lexy, perché non aveva peli sulla lingua e non girava mai intorno al nocciolo della questione. Appunto per questo, era troppo evasiva e agitata.
-Sei incinta?- le parole si storpiarono e incollarono sui miei palmi che mi tappavano la bocca, quasi fossi spaventata per l’assurdità che stavo svelando.
-Cosa? No, che dici? –destò i miei sospetti, regalandomi un pugno sulla spalla. -E’ solo che…quello lì fuori è… ti ricordi Kevin? Il ragazzo bellissimo: alto, moro, occhi celesti? Quello stronzo che ho incontrato alla pizzeria, ma che poi non mi ha più cercata?-
-Si…-
-L’ho visto entrare in compagnia del tuo spasimante!- rivelò, girandosi e contemplandosi allo specchio con cipiglio critico. Boccheggiai per alcuni secondi, però poi esultai e mi infilai prepotentemente tra Lexy e il lavandino.
-Oh mio Dio, avevo ragione: James e Kevin sono fratelli. Ho preso la loro ordinazione e l’ho scoperto! Perché ti sei chiusa qui dentro, allora?- mi bloccai repentinamente, ricordandomi del tanfo che  proveniva dal WC.
-Hmm… ho vergogna! Insomma, lui mi ha ignorata una volta, quindi potrebbe rifarlo ancora.- rispose, arrossendo. Mi supplicò con lo sguardo di aiutarla e la abbracciai di slancio.
-Tesoro, tu ora vai lì fuori e gli fai vedere quanto sei splendida, non fissarti sulle azioni senza senso degli stronzi. Non ne vale la pena!- spiegai, sfregando una mano sulla sua schiena.
Lei si staccò, mi guardò, e mi diede ragione.
 
JAMES’POV
-Kev? Che te ne pare?- gli chiesi, strappandogli dalle dita il suo telefono e buttandolo con stizza sulla superficie piana del tavolo. Gravai il mio peso su di esso attraverso i gomiti e intrecciai le braccia tra di loro.
-E’ carina.- confermò noncurante, allungando una mano per afferrare il suo cellulare, però lo agguantai prima io e lo misi in tasca. Mio fratello protestò gesticolando, ma sollevai un sopracciglio per rimproverarlo. -Ok, forse è un po’ più di carina, bella…- emise incerto, tanto che la sua risultò una classica domanda. Aggrottai di nuovo la fronte. -E va bene, è veramente uno schianto!- confessò infine, sbuffando arreso.
-L’ho vista prima io!- strepitai, colpendolo lievemente sulla clavicola e facendolo arretrare.  – Kev, come faccio a portarmela a letto?!- sospirai desolato e realmente confuso. Mi parve di sentir provenire da lui un misto tra un lamento e un gemito di rassegnazione.
-Non è una sgualdrina, non abbocca alle tue solite battutine, quindi devi parlarle in modo educato, gentile e cortese. Ossia come si tratterebbe una vera donna e non le tue solite puttanelle da quattro soldi.- mi ammonì, stravaccandosi sullo schienale e scuotendo la testa inerte.
-Cioè dovrei corteggiarla regalandole dei fiori, cioccolatini o cose del genere?- brontolai afflitto e disgustato al solo pensiero. Ero d’accordo con lui sul mio modo rude di trattare le ragazze, ciò nonostante esagerare con tali smancerie mi sembrava un’eresia.
-Certo che no, idiota! Solo evita di usare doppi sensi e non essere affrettato, anzi chiedile un appuntamento e non pensare subito al sesso.-
-Posso continuare a fare sesso con Nicole, vero?- sghignazzai tra me e me e pensando alle curve formose della mia segretaria. Gongolai felice, donandogli un occhiolino.
-No James, se ci provi con una ragazza non puoi fare sesso con un'altra!- mi sgridò, infastidito e nauseato da me. Col tempo avevo imparato a non soffermarmi sulle sue ramanzine e i suoi sguardi torvi e derisori non mi scalfivano minimamente.
-Cosa?! No, non ci riesco. Facciamo così: per questo momento di conoscenza e smancerie varie continuerò a fare sesso con Nicole, poi vedremo!- sbottai, agitandomi. 
 
 
-Alexis?- boccheggiò Kevin rivolto alla cameriera che ci portò le nostre ordinazioni. L’avevo vista di sfuggita un paio di volte, però non conoscevo nulla sul suo conto.
-Kevin!- sputò con disprezzo la ragazza, svuotando il vassoio e poggiando i due caffè sulla superficie piana.
-Abbiamo bisogno di  parlare.- concluse mio fratello.
Decisi di  consumare la mia bevanda al bancone per lasciare un po’ di intimità a quei due e poter conversare liberamente con Sabrina.
 
SABRINA’S POV
Avevo rimuginato tutto il giorno su un eventuale incontro con James ed avevo deciso di mostrare indifferenza nei suoi riguardi e non degnarlo di alcun tipo di attenzioni; eppure, quando me lo ritrovai davanti, i miei piani andarono a farsi benedire. 
-Ciao, dolcezza!- mi salutò cauto e tranquillo. La rabbia montò per l’ennesima volta dentro di me: la sua spavalderia mi annebbiava la mente e mandava su tutte le furie. Pensare che io avessi speso tempo ed energie  riflettendo sul nostro piccolo diverbio e che lui si presentasse come fosse successo niente, mi innervosiva.
-Ciao.- dissi distaccata, sistemando un bicchiere nel lavabo e non impedendo alle mie gote di andare in fiamme per il nomignolo appena utilizzato da lui.
-Mio fratello e la tua amica si conoscono?- domandò, accomodandosi su di uno sgabello.
-Si, si sono incontrati per caso un giorno ad una pizzeria.- ammisi, sorridendo e osservandola da lontano discutere con Kevin. Lexy stava ascoltando l’altro con un cipiglio strafottente ed annuiva ironica, mentre lui si dimenava e si sbracciava irrequieto.
-Come si chiama la tua amica?- mi interrogò, di nuovo, coinvolgente. Se non altro, per quel poco che mi era stato concesso di conoscerlo, avevo capito che era molto curioso, a tratti invadente e bizzarro, comunque si interessava con naturalezza, così facilmente, che era impossibile pensare  lo facesse perché pettegolo.
-Alexis, Alexis Richmond.- sghignazzai, poggiandomi con un fianco al bancone.
-Okay…senti, forse noi due abbiamo iniziato con il piede sbagliato. No,  abbiamo iniziato con il piede giusto, ma poi qualcosa è cambiato. Perché sei fuggita l’altra volta?- il suo tono accusatorio mi fece sussultare e rischiai di perdere equilibrio. Fortunatamente, riuscii a liberare il piede destro e non caddi.
-Te l’ho detto: dovevo lavorare!- gemetti, inarcando di poco verso l’alto gli angoli della mia bocca. Con un’alzata di spalle ed uno gesto noncurante sperai di risultare abbastanza credibile.
-Va bene, comunque non è stato molto carino sai?- sollecitò ancora, per nulla convinto dalla mia replica. Essendo insopportabilmente a disagio, come spesso capitava, permisi alla prima frase di senso compiuto che librava nel mio cervello di fluire libera dalle mie labbra.
-Scusa, non volevo…- mormorai, avvertendo il sangue bollente scorrere ai miei zigomi e arrossarmi il viso. James scoppiò a ridere come un matto.
- Dolcezza, non devi scusarti. Non volevo farti sentire in colpa.- confessò, quietandosi un poco nel momento in cui la pelle calda dei suoi polpastrelli sfiorò la mia spalla in una carezza incerta. Probabilmente avevo un’espressione dubbiosa, poiché ritirò immediatamente l’arto e tossì imbarazzato. Mi maledissi mentalmente e lo pregai silenziosamente affinché mi toccasse ancora. Non successe e lui tentò di riacquistare la sua solita aria maliziosa. - In qualche modo dovrai farti perdonare!-
- Oh, in che modo? Se verrai allo spettacolo di sta sera ti dedicherò una canzone.-
- Beh, devo confessarti che quest’idea non mi dispiace affatto, ma io pensavo ad un appuntamento!- esclamò, avvicinandosi pericolosamente a me.
- Ehm...io…non penso che sia una buona idea...- tartagliai titubante e impacciata, indietreggiando fino a toccare con la zona inferiore della schiena il legno freddo.
-Cosa vorresti dire, dolcezza? Sono talmente brutto che non mi concedi neanche un’uscita?- rise apertamente della mia timidezza e si mise in piedi.
 - No, no, certo che no, però…-  balbettai, tremando come una foglia e deglutendo rumorosamente. 
-Allora non puoi che accettare la mia offerta, dolcezza. Facciamo domani sera? – mi interruppe risoluto, guardandomi ormai vincente.
-Si, va bene.- acconsentii mio malgrado, nascondendo il volto con i capelli che mi caddero ai lati della faccia.
-Per quanto riguarda la tua idea, tranquilla: sta sera ci sarò così potrai dedicarmi una canzone.- ammiccò libidinoso, elargendomi un buffetto sul naso e andandosene.
 
Alexis mi saltò in collo con un Koala, emettendo dei gridolini fanciulleschi. Mi spiegò allegra che Kevin aveva segnato male il suo numero di telefono e che non aveva potuto rintracciarla in nessuna maniera. Le aveva promesso che sarebbe tornato quella sera stessa per lo spettacolo e che era persino ritornato nel luogo del loro incontro sperando di imbattersi in lei. 

NOTE DELL'AUTRICE
Scusate mille volte per il ritardo! Allora cosa ne pensate del nuovo capitolo? Il nuovo personaggio, cioè Kevin, è interpretato da Chase Crawford. Inoltre ero tremendamente indecisa su quando introdurre il personaggio di Nicole, ma alla fine ho optato per questo capitolo. Anche se lei e Brina non si sono mai incontrate, James la già descrive in minima parte. Comunque Nicole è interpretata da Candice Swanepoel. Alla Prossima spero, Ciao SS. 
 
   
 
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