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Autore: neverenough    15/04/2016    2 recensioni
A sconvolgere un’intera esistenza basta poco. Almeno quanto poco basta per stravolgere ogni credenza e ogni percezione della normalità.
Shizuo lo scopre a proprie spese, mentre l’odore della decadenza sembra perseguitarlo, in una lenta e agonizzante litania che ha il solo scopo di portarlo alla follia. Niente sarà più come prima.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 7


La mano di Shizuo sta ancora sfiorando il collo scarno, mentre realizza che non c’è davvero nessun gioco dietro questa visione. La consapevolezza che lo travolge, lo scombussola più di quanto ammetterebbe sotto torchio. Izaya è in condizioni pessime, e forse non si sveglierà più.
Shizuo non sa davvero come comportarsi. Non ha mai visto il proprio nemico senza difese e, per la prima volta, lo vede in tutta la sua fragilità. Quanto serve per romperlo in questo momento? Quanto è bastato per portarlo così vicino alla fine dei propri giorni?
– Questo deve essere un sogno – pensa ad alta voce Shizuo. Non può assolutamente essere vero. Magari Izaya sta bene, e in fin di vita ci è finito Shizuo. Magari è così: tutto quello che vede e sente è solo un sogno, un’illusione creata dal proprio subconscio che gli fa vivere una realtà alternativa, in cui le situazioni sono ribaltate e per questo Izaya è in coma. – Deve essere così – sussurra Shizuo.
Sta crollando. È sull’orlo e, un solo passo in avanti, lo farà cadere in quel baratro in cui è già caduto. Toccherà il suo fondo, incapace di risalire. E dal fondo di quel baratro, Shizuo avverte quell’odore nauseabondo. Lo stesso che credeva di aver dimenticato, ma che a quanto pare essere ancora stampato a caratteri cubitali nella sua mente. Che pessimo gioco, pensa mentre cerca di ritornare in sé. Ma perché gioco? Che senso ha utilizzare quella parola in questo riquadro?
Ah. Adesso ricorda. Anzi, come ha fatto a dimenticarlo? Per Izaya era sempre stato un gioco. Qualsiasi cosa, dalla manipolazione degli esseri umani, ai loro inseguimenti. Si divertiva moltissimo a dirlo e a farlo notare.
– Giochiamo, Shizu-chan? – era solito chiedere, mentre sfilava dalla tasca un coltellino. Shizuo non ha mai capito perché quella fosse l’unica arma che abbia mai utilizzato per autodifesa. Certo, la sua agilità era difficile da imitare, eppure è assurdo. Per la maggioranza, Izaya attirava odio dalle persone che lo circondavano. Molte di queste sono persone pericolose per tanti motivi. È curioso come la pulce avesse una tale fiducia in se stesso da non preoccuparsi nemmeno di girare con un minimo di protezione in più. Ma per lui è sempre stato tutto un gioco. Persino la sua stessa vita.
– Sì. La sua stessa vita fa parte del gioco – risuona la voce di Shinra nella sua testa. È un discorso fatto qualche settimana fa, o forse qualche anno fa. – Non è che non gli importa vivere. Ha i propri obiettivi e, nonostante faccia finta di essere al di sopra di ogni cosa riguarda gli umani, non è differente da essi. Non ho idea di quando sia diventato così, sprezzante al punto da pensare che tutto sia parte di un gioco dove poter manipolare tutti a proprio piacimento. Credo che Izaya... sia finito in un vortice pericoloso, da cui non sa come uscire e non vuole. Il suo mondo gira attorno a questo gioco. La luce attira le falene sempre e comunque, anche se questa finisce con l’ustionarle. Izaya non è diverso.
– Stai dicendo che è un masochista? Tch. Stupida pulce. – Aveva voltato la testa, per niente sorpreso da questa spiegazione.
– Se fosse solo masochismo, sarebbe oro!
Quest’ultima frase gli ronza in testa quando inizia ad accarezzare la pelle del braccio, affiancando il percorso di alcuni fili infilati nel corpo di Izaya da aghi. La pelle è pallida e morbida sotto il suo tocco e, anche se forse è solo un’impressione di Shizuo, pullula ancora di vita. Al solo pensiero, si sente male. Che sia la pulce o meno, che volesse ucciderlo o no, lui è ancora giovane. Ha una lunga vita davanti a sé, ed è assurdo che tutto ciò possa terminare da un momento all’altro.
Purtroppo, non è così lontano dalla realtà.
Continua il proprio percorso, iniziando a tracciare la parte interna del braccio, fino ad arrivare ai polsi. Proprio in quel punto sente delle strane scanalature che lo incuriosiscono. Si avvicina per dare un’occhiata e si meraviglia quando nota che quelle scanalature non sono altro che cicatrici di graffi profondi. Sono discordanti tra loro e allo stesso tempo troppo simili perché siano vecchi tagli accidentali. Facilmente, Shizuo capisce che risalgono a molto tempo fa’, probabilmente quando Izaya andava ancora alla scuola media o alle superiori. Sono sbiadite, ma hanno lasciato evidenti segni del proprio passaggio.
Quanto del suo passato Shizuo non conosce? O meglio, quante cose di Izaya non sa? Quel pensiero gli fa contorcere brutalmente lo stomaco. Perché si sente così nei suoi confronti? L’ha sempre odiato, dopotutto. Allora perché?

Shizuo apre gli occhi, sentendo delle voci risuonare intorno a lui. O per meglio dire è una sola voce che sente, e facilmente riconosce che appartiene a Shinra. – Penso sia ora che lo sappiano – dice, forse al telefono o forse parlando con Celty. – Lo so, ma è un loro diritto e... – si blocca di nuovo, e per qualche secondo non parla.
Shizuo alza la testa, rendendosi conto di essersi addormentato nella stanza in cui è Izaya, poggiando la testa sul letto e sfiorando la sua mano. Il pensiero di aver dormito così lo imbarazza, ma non ricorda nemmeno il momento in cui ha chiuso gli occhi. Guardando fuori dalla finestra, nota che il sole è ormai tramontato e nella stanza l’illuminazione è al minimo, quindi dovrebbero essere passate molte ore. Probabilmente troppe, pensando che il Dottore è già in piedi dopo aver annunciato che avrebbe dormito per almeno sei ore.
Shizuo si alza, mentre Shinra continua a parlare alla Dullahan. Ha una coperta sulle spalle e la poggia sulla sedia su cui si è addormentato, prima di uscire in soggiorno senza guardare il moro. I due fidanzati sono seduti sul divano, e stanno discutendo animatamente.
Il primo ad accorgersi del biondo è Shinra. – Oh, ben svegliato! Dormito bene? – Shizuo non risponde, limitandosi a prendere posto sulla poltrona singola. – Sei arrivato giusto in tempo.
Il biondo si passa una mano sugli occhi, cercando di risvegliarsi un minimo. – Di cosa stavate discutendo?
– Izaya è in quelle condizioni da un sacco e... penso che sia ora di mettere al corrente la sua famiglia. O almeno Mairu e Kururi – spiega Shinra.
Shizuo lo guarda per un secondo, poi sposta lo sguardo a terra, realizzando un qualcosa che avrebbe preferito non sapere. – Hai intenzione di farlo perché probabilmente Izaya non si risveglierà più?
Il Dottore stringe le labbra in una linea continua, guardando con occhi tristi il biondo, che tuttavia evita il suo sguardo. – Dobbiamo prepararci al peggio. I genitori di Izaya... non so molto su di loro, ma per lui sono stati assenti per quasi tutta la durata della sua vita. E anche per le gemelle. Per loro, Izaya rappresenta più di quanto non lasciano capire. Credo sia un loro diritto sapere che il loro fratello maggiore è prossimo alla morte.
“Ma secondo me è ancora presto! Sono pur sempre piccole, potrebbero prendere malissimo questa cosa!” scrive velocemente Celty, mostrando il tutto a Shizuo.
– Shinra... secondo te, Izaya riuscirà a uscire dal coma? – chiede infine.
L’interpellato abbassa la testa, e un sorriso rassegnato gli compare sul volto. – Come ho già detto, fare previsioni è difficile. Nello stato in cui è ora, potrebbe farlo. Potrebbe svegliarsi tra un minuto, o tra un anno. Non sono in grado di dirlo. Ma questo è il migliore dei casi. La percentuale di risveglio è lontana dallo zero, ma non arriva nemmeno a un mezzo. Siamo sul trentacinque percento circa... ma questo calcolo l’ha fatto mio padre quando lo hai portato qui. Credo che la percentuale si sia abbassata e... – Shinra si blocca, sospirando. – Come suo amico, spero vivamente che si rimetta in piedi. Ma come Dottore, sono più propenso a dire che non si sveglierà più. Non vale la pena avere false speranze.
Shizuo si alza dalla sedia, dirigendosi verso la porta d’ingresso. – Izaya ha la testa dura. Non butterà la sua vita così.
Il silenzio invade la stanza e, quando il biondo esce dall’appartamento, rimangono da soli i due fidanzatini. – Lo spero – sussurra Shinra mentre Celty gli afferra e stringe una mano in conforto.

Quando torna a casa, Shizuo occupa la mente con qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Televisione, cucina, giornale, telefono. Qualsiasi cosa pur di non pensare alla pulce e al suo stato. I suoi tentativi vanno anche a buon fine, ma poi arriva la notte e niente più lo può tenere lontano dai propri pensieri.
Shizuo capisce perfettamente cosa intendeva Shinra con le sue parole. Aggrapparsi alla speranza porta una delusione maggiore. L’unica possibilità in questo momento è essere realisti: Izaya non ce la farà, è questo il dato di fatto. Allora che senso ha tenerlo in vita con delle macchine? Non c’è ragione per costringerlo a continuare a respirare quando ormai non c’è più niente da fare. Allo stesso tempo... non possono privarlo di vivere ancora un po’, così che possa lottare e risorgere dalle macerie. È un suo diritto, non possono negarglielo. Forse, a causa di ciò, le speranze sono ancora vive. Quella dannata pulce è sfuggita così tante volte alla morte che sembra quasi la normalità ballarci insieme.
Shizuo si volta da una parte all’altra nel letto. Tenerlo in vita attraverso quelle macchine significa che si ha ancora la speranza che riapra gli occhi e, sebbene Shinra ammette il contrario, lui spera ancora che Izaya torni in sé. Ciò va in contrasto con il suo essere Dottore. Una volta gli aveva detto una cosa che riguardava la relazione tra lui e ognuno dei suoi pazienti, in cui anche Shizuo e Izaya rientrano in quella categoria: – Essere dottori non è facile. Molto spesso vedi vite umane scivolarti dalle mani e per quanto ti sporgi, non puoi raggiungerle e afferrarle. Non sempre perlomeno. Pensandoci, i dottori possono essere considerati alla stregua dei poliziotti: per salvare la vita a centinaia, se non migliaia di persone, devono estirpare il male. Ma comunque non riescono mai a proteggere tutti, perché prima che chiunque si concretizzi come il male, questo deve fare qualcosa di sbagliato. Beh, i dottori tentano di estirpare i mali fisici e psichici delle persone. Spesso non ci riescono prima che essi vi si presentano. Molte volte, sono rinvenuti quando ormai è troppo tardi. Altre volte sono le situazioni che portano gli individui vicini alla morte. Possiamo fare tutto il possibile, ma comunque siamo limitati. Le vite che muoiono sono più di quelle che si riesce a salvare. Per questo motivo cerco di non essere troppo coinvolto con i miei pazienti. Sarebbe facile scendere negli abissi del tormento, sai?
Pensandoci adesso, Shizuo capisce cosa Shinra intendeva. Da questo è anche facile fare il due più due e dedurre il motivo per il quale il suo cuore è sempre appartenuto (come lui dice) a una Dullahan. Anche se i motivi del suo amore sono sicuramente molto più ampi e il suo sentimento più forte di così, il Dottore è molto più furbo di quanto lasci intendere. Tuttavia, Shizuo pensa che quel patto che Shinra ha fatto con se stesso sia stato infranto a causa di Izaya. È un passo dalla fossa, e Shinra può fare ben poco per riportarlo indietro. Shizuo è convinto che quelle occhiaie sotto i suoi occhi e tutta la stanchezza che sembra averlo assalito, turbando anche il suo spirito perennemente sereno, siano dovute al suo volere di salvare Izaya dalla morte. Più di una volta, ha notato come l’amico nascondeva delle carte quando andava a fargli visita, ed è convinto che stia facendo delle ricerche per tirarlo fuori dal coma. Shinra non ha perso la speranza.
Shizuo si muove ancora nel letto, trovando qualsiasi posizione troppo poco confortevole. Shinra si sta aggrappando alla speranza, ma lui? Non lo sa. Vedere Izaya in quello stato l’ha scombussolato a tal punto da togliergli anche la lucidità delle proprie emozioni, e non capisce se ha un qualche tipo di speranza. Vuole che si risvegli dal coma, ma questo può davvero essere definito come speranza? Non lo sa, e ne dubita.
Si rigira ancora una volta. Probabilmente, il suo volere che la pulce si riprenda è dovuto al semplice fatto egoistico che non vuole sentirsi il responsabile della sua morte. Dopotutto, dalle accuse di Kuromo è chiaro che la colpa è tutta sua. Ma cosa gli ha fatto? Davvero non riesce a ricordare.
Si preme il cuscino sul viso, affogando il proprio respiro e un verso di frustrazione. Si sente in colpa, e non sa nemmeno che cosa riguarda quel senso di colpa. Anche se lo sapesse, potrebbe mai redimersi in qualche modo?
Esausto, Shizuo prende il telefono, inviando un messaggio a Celty:
“Sei sveglia?”
La risposta perviene dopo meno di un minuto: “Sì. Qualcosa non va?”
“Direi tutto. Non riesco a prendere sonno.”
“La causa è Izaya?”

Shizuo esita un po’, prima di scrivere una risposta affermativa.
“Cosa ti turba in particolare?”
“Kuromo l’ha quasi ammazzato a causa mia. E non riesco a ricordare nemmeno il possibile motivo del suo odio.”
“Il motivo... è davvero così importante saperlo?

Il biondo sospira, non sapendo cosa rispondere. Pensa che sia importante, così che possa trovare il perché nascosto dietro tutte quelle ostilità rivolte al suo peggior nemico. Allo stesso tempo, se lo sapesse, non finirebbe con il sentirsi peggio di adesso?
Il suo telefono vibra, fermando i suoi pensieri. “Kuromo voleva distruggere internamente. Ricorda che l’obiettivo eri tu, e ciò che ha fatto a Izaya è il modo utilizzato per raggiungere lo scopo.”
“E allora cosa dovrei fare? Sono la causa del suo coma io... vorrei rimediare...”
“Ma sai che non puoi portarlo tu fuori dal coma.”
“Shinra sta già provvedendo, non è vero?”
“Ci sta provando...”
Ciò risponde ai dubbi di Shizuo.
“Ed io cosa posso fare? Non posso più ignorare tutto quello che è successo...”
La risposta che gli perviene poco dopo, lo lascia senza fiato. “Proteggere ciò che è più caro a Izaya.”


Angolino nonsense


Autrice: Tadaaaaan spero vi piaccia∼
Izaya: Noioso, come al solito. Piuttosto... Shizu-chan, cos’hai intenzione di fare adesso?
Shizuo: AH!? Ti ho già detto che quello non è il mio nome!
Izaya: Daaaaaai non prendertela Shizu-chan∼. È solo un segno del mio affetto.
Shizuo: Non mi piace.
Izaya: Okay okay, non arrabbiarti. Basta che mi dici cos’hai intenzione di fare∼
Shizuo: Affogarti.
Izaya: Non mi riferisco a me! Ma a quello che ti ha detto Celty!
Shizuo: Ah quello? Aspetta venerdì prossimo e lo saprai.
Izaya: Scorretto! Io sono la star in questa cavolo di ff, un minimo di riguardo!
Autrice: Su questo avrei da ridire...
Izaya: Non venirmi contro anche tu! Formate un’orribile coalizione!
Autrice: Ow dai… non prendertela non ero seria...
Shizuo: Vado al Russia sushi. Per favore recensite e ignorate questa pulce.
Izaya: Voglio un po’ di otoro!
Shizuo: Non ti ho invitato.
Izaya: Che antipatico...
   
 
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