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Autore: uadjet    17/04/2016    3 recensioni
Dal settimo capitolo:
"Riaprii gli occhi solo per trovarmi di fronte a mia sorella, senza averla nemmeno sfiorata. E lei pareva essere tornata in sé.
“Stai bene?” le chiesi preoccupato.
Lei annuì con la testa, spiegandomi che ora dovevamo chiedere allo spirito di andare dove era venuto. Ci sedemmo nuovamente, pronti per concludere quell’esperienza, e facemmo la nostra ultima domanda.
“Kokkuri-san, Kokkuri-san, puoi tornare da dove sei venuta?”
La moneta non si muoveva. Era un buon segno? Reiko non sembrava convinta.
“Dovrebbe rispondere sì, e poi spostare la moneta sul torij” replicò confusa, quando la moneta si mosse.
La risposta non era quella che aspettavamo.
NO."
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza rossa


Ti è mai capitato di arrivare a casa e sentirvi sfiniti? Non ti sei mai sentito come se le ore di quella giornata fossero passate lentamente, troppo lentamente? E non hai nemmeno fatto nulla di importante, giusto lasciare il tuo curriculum qua e là (perchè bisogna muoversi, contattare le aziende, non hai di certo preso una laurea per nulla, alla fine, hai un titolo di studio di tutto rispetto, e meriti un lavoro dignitoso), e andare a raccattare qualche soldo facendo il cameriere al bar dietro l'angolo, quello con cui ti sei mantenuto gli studi durante l'università, facendo anche i turni più impensabili, e che avresti sperato di mollare subito dopo la tua proclamazione.

Purtroppo le cose non vanno sempre come speri.

Ed eccoti qui, all'entrata del tuo misero appartamento, vuoto degli altri inquilini (perchè sebbene siano le tre di notte è comunque Sabato sera, anche se sarebbe Domenica ad essere rigorosi, e loro si godono la vita, a differenza tua), con le mani in tasca e un bisogno disperato di birra e di qualcosa da fare. Qualcosa che mantenga spento il tuo cervello, qualcosa che ti faccia venire sonno.

E il tuo pensiero va al computer.

Quel computer vecchio modello in camera tua che non tocchi dalla sera prima; ma sì, potresti controllare le mail, i social network, chattare un po', perderti su Youtube.
Tanto non hai nient'altro di interessante da fare.

Deciso, lo accendi e mentre aspetti che compaia il desktop vai in cucina, afferi dal frigo una lattina di birra e te la porti in camera, mentre la apri. Il rumore delle bollicine è come ecstasi per te.

Ti colleghi ad Internet e decidi di connetterti prima di tutto a Facebook; hai proprio voglia di vedere se la tua ex-fidanzata hai postato qualche nuova foto sul suo profilo. Trovi subito quello che cerchi: la vedi avvinghiata al suo nuovo boyfriend e questo ti fa salire subito il sangue alla testa. Decidi improvvisamente che per il momento è meglio lasciare perdere Facebook mentre mandi giù un lungo sorso di birra.

Provi con Twitter quando all'improvviso esce un pop-up: li odi quegli affari, si perde il doppio del tempo a ritrovare la pagina cercata, e per cosa? Per essere dirottati su siti di trailer, o su pagine in cui ti spiegano come fare soldi facili. Al solo pensiero sorridi: di certo i ragazzi sotto al tuo appartamento, i pusher che si appostavano al ciglio della strada aspettando poveri malcapitati in crisi d'astinenza, dovevano guadagnare un sacco di soldi.

Il sorriso se ne va subito com'era arrivato: ti senti solamente disgustoso ora.

Ma quel pop-up è diverso: lo schermo del computer si oscuro improvvisamente, e dal nulla comparve una porta rossa.

Era forse un hacker? Un virus del computer? Provi a digitare qualunque pulsante, Esc, Invio, qualunque, anche il pulsante di accensione. Niente.

Il tuo computer è in pappa.

Molto lentamente, sulla porta cominciano a comparire una dopo l'altra delle lettere nere.

"Ti piace la stanza rossa?"

Che domanda è?

Ti inquieti pensando che magari in questo momento qualcuno ti sta rubando dati personali, o chissà che altro. Ti viene in mente solo una cosa.

Immediatamente le tue mani vanno al cellulare vicino a te, lo prendi. Non è difficile trovare il numero del tuo migliore amico. Sicuramente anche lui è a casa come te, ma il suo computer è al sicuro.

Il messaggio è semplice, diretto.

"Ehi, ciao: problema con il computer, pop-up con porta rossa. Che fare?"

Aspetti un po', incerto se cliccare sulla porta, e dopo dieci minuti che il tuo telefono rimane silenzioso decidi di farlo.

Alla porta rossa si sostituisce una serie di nomi che non conosci. L'ultimo è il tuo. Allora era vero, un hacker ti ha preso i dati.

 Ti preoccupi subito.

 All'improvviso però, come una forza superiore ti muovesse, decidi che hai altro a cui pensare al momento.

Non ti accorgi nemmeno del ding del tuo cellulare.



"Non so, amico, provo a guardare. Ci sentiamo dopo"



Ho fatto proprio bisboccia stasera.

Un ragazzo entra nel minuscolo appartamento silenzioso. Con sua sorpresa le luci sono accese. Forse i suoi coinquilini sono appena tornati. Non il laureato, lui ha detto che doveva lavorare. Gli sfuggono i nomi. Gli sfuggono molte cose in quel momento.

Barcolla. Barcolla vistosamente.

Entra in cucina. Rimane congelato. Corpo. Corda. Appeso. Bianco.

Indietreggia, e voltandosi, scosso da un conato di vomito, nota qualcosa di strano.

Una luce proveniente da una camera.

Un passo. Un altro. Lentamente arriva alla camera del suo ex-coinquilino.

Rosso. Tutto rosso.

Sangue.

Di una persona di cui al momento non ricorda il nome.

Il soffitto diventa il pavimento. Tutto diventa oscurità.



"Ehi, trovato. Ho provato a fare qualunque cosa, niente. Provo a cliccarci sopra, poi ti dico"

Una lista di nomi.

Perchè c'è quello del suo migliore amico prima del suo?




Ciao a tutti! Sì, anche questa è tratta da una leggenda metropolitana giapponese (che originalità, eh XD), mi ha fatto venire i brividi. Ho cercato di farla un po' mia, non so se ci sono riuscita. Come sempre grazie a HoshiOujo e TheAuthor99 per le recensioni e chiunque legga o metta nelle categorie la storia XD
A presto
Uadjet
  
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