Non so cosa fosse, la mia mente l'aveva chiamata circa
pornografia intellettuale
e probabilmente avevo sviluppato una certa dipendenza
e non sapevo
o non ricordavo
ecco
come ci fossi entrata.
C'erano fogli di carta bianchi sparsi per terra e vuoti,
li avevo guardati e avevo pensato che fossero simili alla mia vita.
Pensavo avremmo potuto scriverli insieme.
Insieme a chi, poi, rimane un mistero
nel senso
insieme io e te non credo proprio
eri così sulle tue e
non mi vedevi
quando parlavi e quando parlavo.
Secondo me eri su un altro piano
un altro mondo
un altro livello
Non più o meno alto,
ma più o meno
qui.
Leggevo e leggevo e leggevo e
speravo
che in sogno sarei stata così grande come l'ammontare di tutte le pagine di parole
lette fino ad allora.
Ero così stanca che mi si chiudevano gli occhi
a leggere qualcosa
non so
sulla fisica,
ma comunque pensavo tantissimo,
a come è stupido che una persona si bruci
la reputazione, dico,
si bruci a causa di una frase detta con leggerezza.
Che poi la leggerezza è così
leggera
soggettiva e impalpabile
e lo dico proprio io che tendo
inesorabilmente a ripetermi
perché voglio farmi capire
e sentire
e io dico, ci sono.
In questo esatto momento io ci sono
circa una quantità senza unità di misura,
ma su una scala
e varia così rapidamente
così frequentemente
che il tuo sguardo da dieci minuti a questa parte
non spero più di sentirlo puntato
sulla mia spina dorsale
non m'interessa.
Poi mi avevi parlato
e sorriso
e non so cos'altro
forse altre duemila piccolezze
che avevo fatto finta esistessero
che avevo fatto finta di notare
e non notare
e avevo capito la primavera.
Ché io ero così piccola
e la voglia di vivere così grande
e incontrastabile
quindi avevo solo sorriso
e risposto
e compreso
che la stagione
sarebbe stata più lunga
di così.