Storie originali > Poesia
Segui la storia  |       
Autore: alessandroago_94    21/04/2016    6 recensioni
Questa è una raccolta di poesie molto semplici. Ognuna narra di sentimenti, di luoghi e di situazioni diverse tra loro, insomma, ci sarà un po’ di tutto. Ringrazio già tutti coloro che vorranno entrare e dare un’occhiata a questi miei piccoli scritti.
Genere: Generale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ballata delle stagioni

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Carissime lettrici, non vedevo l’ora che giungesse questo giovedì, lo giuro.

Come avrete notato, ho deciso di porre qui le mie note, perché questa volta la situazione lo richiede assolutamente.

Quello che ho pubblicato qui sotto non è una delle solite semplici poesie, ma un componimento più complesso, non saprei come definirlo.

Il tutto è nato da una strofa(che funge da ritornello) che mi frullava nella mente da giorni. In un attimo di solitudine, venerdì scorso, seguendo la mia ispirazione ho scritto questo testo. E ve lo offro qui.

Il componimento è piuttosto lungo, ed ho deciso comunque di aggiungerlo a questa raccolta. Sempre in questa raccolta pubblicherò tutti i vari ‘’esperimenti’’ che scriverò.

Spero con tutto il mio cuore che ciò che state per leggere possa essere di vostro gradimento. Spero anche di leggere i vostri pareri, sempre graditi e mia unica consolazione da poeta.

Grazie di cuore per tutto, e buona lettura J

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BALLATA DELLE STAGIONI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il frutto dolce del giardino

vien colto a mezzodì dalla servitù,

esso ha sapore di sole

e di purezza.

 

La signora del giardino

non si alza mai dal suo

letto a baldacchino,

ma come un usignolo canta.

 

Certi giorni strimpella la sua arpa,

dolce musa di desideri

fulgidi, sensuali, a tratti iracondi,

in grado di spezzare ogni pennichella.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

Dolce come i frutti del giardino,

la nobile signora canta

una melodia intonata,

tutti pendono dalle sue labbra nel palazzo.

 

La melodia è quella

della primavera, della vita

che rinasce dopo un lungo

e miserissimo inverno grigio e nebbioso.

 

Fiori e primi frutti,

odori stimolatori di sensi perduti

e riacquisiti con la buona stagione,

sensi che ardono nei capillari umani.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

A seguire codesto canto,

ecco il suono mistico dell’arpa

tanto poco intonata, ma apprezzabile

come il cielo terso d’estate.

 

Azzurri sono i suoni

che fuoriescono dalle sue labbra,

la signora intona il canto dell’estate

e delle terre infuocate.

 

Sabbia ardente, mare blu scuro,

bambini che ridono, angurie succose,

tutto vien cantato

dalla signora vanitosa.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

Ma il canto d’estate

finisce in fretta, strapazzato dai venti

delle cento perturbazioni d’autunno,

violente e rinfrescanti.

 

Muoiono le cellule delle foglie,

il canarino fa la muda,

il cielo si fa scuro,

i torrentelli diventano grandi fiumi.

 

Eppure, avidi funghi

nascono ovunque, e la signora

canterà di loro, della loro temerarietà,

e tutto il palazzo in ascolto resterà.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

Il canto d’autunno le muore in gola,

il freddo gelido e l’orso siberiano

senza sosta, senza tregua avanzano,

e la signora dal suo letto si adatterà.

 

Alberi spogli, animali in letargo,

la natura in quiescenza se ne sta

nella propria tana,

l’inverno è di nuovo qui.

 

I canti della nobile signora

son colmi di speranze

riposte sotto una calda coperta,

poiché la primavera prima o poi tornerà.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

 tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

La signora canta e sogna

nella sua gelida stanza,

sogna il tiepido sole della primavera,

ma canta le gesta dell’intrepida neve.

 

La nostra nobile e talentuosa cantante

ancora non lo sa,

ma la vicina primavera

non vedrà.

 

Il tempo preme dentro di lei,

le stagioni e il loro ritmo hanno sfiancato

il suo corpo ormai anziano,

con le loro continue danze ordinate.

 

Così, in un freddo giorno di fine gennaio

questo mondo a sua insaputa lascerà,

e la sua voce non risuonerà più

nel palazzo e nel dormiente giardino.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

Inumata, le sue ceneri

si ricongiungeranno con la madre Terra,

e allora la nobile signora

potrà cantare fusa con essa.

 

Il vento sarà il suo strimpellio,

la pioggia battente il suo baritono,

un fiore che sboccia sarà suo spettatore

e una gaia risata esprimerà il suo perduto calore.

 

Il suo palazzo in rovina finirà,

le imposte e le finestre si romperanno,

i servi se ne andranno e l’abbandoneranno

ma una voce fantasma resterà.

 

Una presenza nascosta e riservata

che vivrà nel cuore di chi

l’ha saputa apprezzare ed amare,

e l’immortalità sarà ad un passo.

 

Canta, mia dolce signora,

strimpella per me,

tutto ora è vita

ma cenere presto tornerà.

 

 

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: alessandroago_94