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Autore: bluemermaid1999    21/04/2016    2 recensioni
L'Istituto è quello di sempre: statuario e magnifico, con il suo via vai di Cacciatori da tutto il mondo. Ma cosa succederebbe se i ruoli fossero invertiti? Se Clary e Simon fossero i cacciatori e i Lightwood e Jace i mondani? Scopriamolo...
Buona lettura
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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A quanto pare è vero che dovremo sopportare questo mondano tutti i giorni, pensò Simon con davvero poco entusiasmo. 

< Non credo, siamo nuovi da queste parti >, rispose Clary con voce arrogante, probabilmente cercando di allontanarlo. Non pensavano di incontrarlo il primo giorno. Era fuori programma.

< Scusate ma ora dobbiamo proprio andare, è stato bello conoscervi ragazzi, soprattutto tu occhi azzurri >, disse Magnus lanciando una delle sue occhiate da predatore al ragazzo dietro a Jace.   Il suo nome era Alec se non ricordava male. Quest’ultimo distolse lo sguardo, un rossore si faceva strada sul suo viso. 

< Tanto dobbiamo uscire anche noi, vi accompagnamo . La scuola è grande vi potreste perdere >, disse Isabelle guardando verso Simon. Anche se i due ragazzi gli davano sui nervi, doveva ammettere che la ragazza era magnetica. Lunga chioma nera legata in una coda alta, jeans e camicetta aderente. Sarebbe stata una a cui avrebbe dato un morso volentieri. 

< Perché no? Almeno fate un po di conoscenza fratellini >, disse lo stregone. Clary non sembrava molto entusiasta e neanche Simon lo era in realtà, ma gli altri tre non sembravano d’accordo. Isabelle prese sotto braccio Simon e si incamminò verso il corridoio alla loro sinistra, mentre il mezzosangue la seguiva inerme. Camminava a passo spedito per starle dietro, quando si accorse che avevano seminato gli altri, arrivando per primi nell’atrio principale della scuola. 

< Torniamo indietro, li abbiamo seminati >, disse Simon guardando preoccupato il corridoio da cui erano sbucati fuori. 

< Non ti preoccupare, veniamo in questa scuola da quando avevamo 13 anni, non penso che Jace ed Alec si perderanno >, rispose Isabelle sorridendo. La paura di Simon non era tanto quella. Per quanto sapeva che se avesse provato a fare qualcosa Clary lo avrebbe trasformato in una poltiglia a suon di calci, non si fidava per niente di quel Jace. 

Come se Izzy gli avesse letto nella mente disse < Ho notato che il mio amico non ti convince più di tanto, ma non è solito saltare addosso alle ragazze a scuola >.

< Non sei brava a mentire >, disse Simon guardandola negli occhi. 

< Scusami? >, disse lei sconcertata. Aveva già inquadrato anche lei. Probabilmente era l’unica figlia femmina, abituata a ricevere tutto quello che voleva senza neanche chiederlo. Dietro tutta quella sicurezza di sé che tanto ostentava, si nascondeva una fragilità palpabile dovuta forse all’essere messa all’ombra del fratello.

< Quello che ho detto. Devi essere più convincente quando dici che il tuo amico non salterebbe addosso a nessuna ragazza qua a scuola. Se me lo permetti, non penso che l’edificio sia un freno inibitore tanto efficace >, disse Simon. Isabelle non sapeva come ribattere. Dopo un attimo di silenzio però disse < Beh forse è vero ora che ci penso, ma devo dire che neanche tuo fratello sembra molto docile >, disse lei con sguardo malizioso.

< Diciamo che non è molto bravo a nascondere i suoi sentimenti, e a noi va bene così >, disse Simon sorridendo. Era contento che Magnus non avesse mai provato a saltargli addosso. A quanto pare i vampiri non erano più di tanto il suo tipo, preferiva sangue e corpo caldo. Ovviamente però, il sommo stregone di Brooklyn non disdegnava niente. Ma un mondano?, che razza di gusti. Avrebbe potuto avere molto meglio. In più era meglio non stringere troppi legami sentimentali con quei tre. Avevano quasi sicuramente sangue di Angelo in circolo, ma non sapevano se era una cosa positiva o negativa. Lo avrebbero scoperto in fretta se solo avesse potuto mordere la brunetta che aveva davanti, ma a quanto pare per Clary questo era fuori discussione. Sapeva essere proprio noiosa quando voleva. Ora sapeva controllarsi, bere solo un po’ per essere felice lui e vivi i mondani. E invece gli capitava di rado di mordere direttamente da una vena, andava spesso dai vampiri all’Hotel du Mort per chiedere delle sacche. O dei Bloodymary corretti quando andava al Pandemonium. 

Simon fu distolto dai propri pensieri dalla vista dei quattro ragazzi nel corridoio. Erano un quartetto piuttosto divertente: Clary si era stampata in faccia un’espressione annoiata, mentre Jace sembrava piuttosto concentrato su di lei, non le staccava gli occhi di dosso; dietro a loro Magnus continuava a lanciare frecciatine e sguardi famelici ad Alec, che aveva ormai le guance in fiamme e tentava di distogliere lo sguardo.

< Bene ora che siamo tutti arrivati direi che noi dobbiamo davvero andare, se no mamma e papà ci uccideranno >, disse Alec cercando di trovare appoggio in sua sorella per scappare dallo stregone. 

< Perché Maryse deve sempre impazzire quando dà una festa?! >, disse Jace sbuffando con gli occhi al cielo. 

< A proposito che ne dite di venire? La festa è stasera a casa nostra, verso le 10 pm >, propose Izzy ai tre ragazzi.

< Certo, amiamo le feste!! >, rispose Magnus. Simon e Clary si guardarono. Probabilmente anche la ragazza avrebbe passato in qualsiasi altro modo la serata che non stare in compagnia di quei mondani, ma era una possibilità imperdibile per scoprire chi era la loro famiglia, se avesse per lo meno qualcosa a che fare con il Circolo e Valentine.

< Allora vi aspettiamo. Casa nostra è in via Kennedy 26 >, disse Jace.

Si salutarono con un cenno della mano appena fuori dalla scuola. Magnus e i due cacciatori si incamminarono verso un luogo appartato. Decisero di fare una cosa un po diversa dal solito. I portali a volte erano noiosi, e la magia tornava utile per il divertimento. Entrando in una via disabitata, mentre Clary e Simon erano di guardia, Magnus fece comparire due moto sfavillanti. Delle Kawasaki Ninja 250. 

< Hai gusto per le moto devo dire >, commentò Clary avvicinandosi a una di queste accarezzandola. 

< Sapevo che vi sarebbero piaciute, Simon io vengo con te. Per quanto sia abile con le arti oscure, non so guidare un due ruote >, disse Magnus.

< E va bene, allora andiamo >, disse Simon roteando gli occhi e salendo sulla moto, seguendo dallo stregone.

Clary si mise il casco nero e si abbassò la visiera. < A chi arriva prima a casa ragazzi >, disse ingranando la marcia e scomparendo dal vicolo.

< Forza che la perdiamo così >, disse Magnus.

< Magnus, ti conosco, questa è una moto a energia demoniaca giusto?>. Lo stregone annuì, capendo dove il mezzosangue voleva arrivare. 

< Allora di che cosa ti preoccupi? Sai benissimo che noi vampiri abbiamo degli assi nella manica. Tieniti forte >, disse Simon abbassandosi la visiera e lanciandosi all’inseguimento della Rossa.

 

 

 

Casa Lightwood, 10:30 p.m.

Lei, Simon e Magnus erano appena arrivati davanti a casa Lightwood. Si erano preparati circa un’ora prima a casa dello stregone. Miracolosamente erano riusciti a fare in modo che Magnus si vestisse in maniera abbastanza normale, con grandi proteste da parte sua. Alla fine infatti aveva indossato un paio di pantaloni di jeans con borchie dorate, una maglia nera con scritta e scarpe nere. Clary aveva optato per un paio di pantaloncini con sotto delle calze nere strappate, una maglietta nera con scollo di pizzo sulla schiena e tacchi alti, mentre Simon indossava jeans blu scuri, una maglia con scollo davanti e scarpe da ginnastica bianche. 

Clary suonò il campanello. Dopo pochi secondi sentì un rumore di tacchi avvicinarsi. Aprì Isabelle. 

< Siete venuti! >, disse lei sorridente. Probabilmente Simon non era stato molto socievole. Non che lei avesse retto Jace molto meglio, comunque. 

< Non ci saremmo persi questa festa per niente al mondo >, rispose la rossa, nascondendo un ghigno. Se tutto era come credevano, conoscere i loro genitori e fare un giro per la casa sarebbe stata la cosa migliore della giornata. 

Isabelle fece segno al gruppo di entrare. La casa era una villetta a due piani. I pavimenti erano in legno e le pareti quasi tutte bianche, con eccezione della cucina gialla canarino. Il salotto era ampio, con un paio di divanetti e un divano enorme nero. La tv era ultrasottile.  Su uno scaffale al muro c’erano delle foto della famiglia al completo. Uscirono in giardino seguendo Izzy. Fuori c’erano tantissimi ragazzi e ragazze che ballavano a suon di musica. Alcuni di loro erano già ubriachi fradici, e delle coppiette si stavano baciando appassionatamente attaccate al muro. Su un tavolo c’erano degli alcolici e alcune lattine di Fanta e Coca-Cola, che naturalmente nessuno aveva minimamente calcolato. 

Simon e Magnus lanciarono una veloce occhiata d’intesa  alla ragazza prima di nascondersi tra la folla di ragazzi che ballavano. 

Clary chiese a Isabelle dove fosse il bagno. 

< Puoi usare quello del piano di sopra, vicino alle camere da letto >.

< Grazie >, disse Clary dileguandosi. Aveva visto Jace che si baciava con una ragazza bionda e Alec si era messo in disparte, arrossendo non appena aveva visto Magnus. 

Perfetto nessuno mi disturberà, pensò Clary sorridendo tra sé e sé. 

Salì velocemente le scale. Se c’erano anche le camere da letto doveva per forza fare un giro. Iniziò dalla prima a destra. Era la stanza di Isabelle. Al centro c’era un baldacchino nero e rosso, le pareti erano rosso scuro. Una serie di armadi neri erano posti nella parete di destra. Niente segni, niente rune, nessuna magia di alcun genere. 

La seconda stanza era di Alec. Clare lo capì grazie al badge della scuola. Anche lì niente di interessante, neanche una traccia di potere angelico di stilo e spade. Eppure il suo senso di Shadowhunter le diceva che c’era qualcosa. Ne era sicura. Non era solo questione di Vista. 

L’ultima, a ragion di logica, doveva essere la camera di Jace. La camera aveva le pareti blu, con delle scritte fatte con una bomboletta spry. Clare vide un quaderno aperto sul comodino. Lo prese in mano. Aveva pensieri scritti, pezzi di canzoni. Ma una cosa la fece bloccare. In una pagina descriveva un sogno. Era la sera al Pandemonium, quando Magnus gli aveva bloccato i ricordi. Doveva per forza essere uno Shadowhunter se lo ricordava. 

Clary sentì dei passi salire le scale. Subito si tracciò la runa dell’invisibilità sul collo e uscì dalla stanza. 

Scese le scale senza farsi vedere da Jace e la ragazza che era con lui, anche se ebbe l’impressione che il ragazzo l’avesse guardata dritto negli occhi, e tornò da Simon e Magnus in giardino. I tre si misero in disparte per parlare di quello che aveva scoperto. 

< Interessante, allora sono davvero angioletti anche loro >, disse Simon sarcastico, con voce non troppo entusiasta.

< Ora c’è qualcuno a cui dobbiamo fare visita >, disse Magnus, facendo segno agli altri due di seguirlo. Entrarono in casa e si diressero verso una porta chiusa. Da dentro provenivano le voci di due adulti. Sicuramente i Lightwood. Magnus aprì la porta, entrando. Simon e Clary fecero lo stesso. 

< Ragazzi probabilmente avete sbagliato strada, la festa è fuori in giardino >, disse la donna cordialmente. Sia lei che il marito erano di spalle. Quando si girarono rabbrividirono. Presero immediatamente due spade angeliche da qualche cassetto della scrivania e si misero in posizione di difesa.

< Voi chi siete? >, disse Maryse aggressiva.

< Ah Maryse, possibile che tu sia sempre così scorbutica. Abbiamo ricevuto un normale invito >, disse Magnus facendosi avanti.

< Magnus, dovevo immaginarlo >.

< Si mi siete mancati anche voi. Ma che maleducato che sono. Permettetemi di presentarvi i miei due giovani amici. Lui è Simon. Dovreste avere sentito parlare di lui, visto che il vostro caro amico Valentine lo ha fatto attaccare dai vampiri. Ma malauguratamente per voi è sopravvissuto ed è diventato un mezzosangue. Simon, da bravo, saluta >, disse Magnus con voce fredda e pacata. Simon incominciò a tremare e ruggì contro i due adulti, sfoderando minacciosamente i canini.

< E lei è Clarissa, la più grande Shadowhunter della storia, famosa mondialmente per la sua bravura con le armi, ma soprattutto per un aspetto. Il suo cognome. Un cognome che avete servito per anni e anni >. 

I due Lightwood si guardarono sconcertati.

< No. Non è possibile >, dissero all’unisono.

< Invece è tutto vero >, disse Clary con un ghigno stampato sul volto, mentre si avvicinava ai due. 

< Sono la figlia di Valentine, Clarissa Morgerstern >.

   
 
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