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Autore: Earth    22/04/2016    6 recensioni
Questa storia narrerà dei fatti di un futuro lontano, lontanissimo.
Di un tempo in cui di Soli ve ne saranno a milioni e le stelle si conteranno sulla punta delle dita.
Racconterà di quello che viene dopo le avventure, dopo che i cuori saranno stati rattoppati e anche gli orologi avranno finito i rintocchi.
Se vorrete potrete leggere di quell'ultima, fuggevole, volta in cui Dalia Black e Malachite Braian Comei s'incontreranno, persi tra le schegge dell'universo.
(Non è il sequel di niente, è da leggere autonomamente.)
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA PROMESSA



4 anni, 6 mesi, 7 giorni e 11 ore - Greenwich prima:


La luce che filtrava dall'oblò, insieme ad un sottile odore di bruciato proveniente dal piano di sotto, costrinse Dalia ad aprire gli occhi e ad abbandonare, anche quella mattina, l'ovattato mondo dei sogni per prendere parte alla fredda ed ispida realtà.
La giovane si rigirò assonata tra le coperte lanciando uno sguardo appannato alla stanza dalle pareti scarabocchiate. Poi, però, si tirò su a sedere sbadigliando e massaggiandosi la massa disordinata di ricci, nel tentativo di spostarli dal suo campo visivo.
Un rumore di pentole che finivano sul pavimento, seguito da un lamento, arrivò dalle scale e l'aliena decise, ridacchiando, di alzarsi: raccolse la vestaglia dal fondo del baule, se la infilò e, senza preoccuparsi di dove fossero finite le ciabatte, si diresse verso la cucina.
I gradini di legno scricchiolarono sotto i suoi passi, creando una curiosa sinfonia.
Dalia si sedette al tavolo ancora sbadigliando « Sei mattiniero ultimamente » disse rivolgendo un sorriso al ragazzo che stava litigando con i fornelli « mi devo per caso preoccupare, Malachi? »
Lui si voltò portandosi appresso una padella fumante « Vuoi una frittella? » chiese facendo cadere della pastella ancora semicruda in due piatti scheggiati « Pensare a stomaco pieno mi riesce meglio. »
Dalia estrasse dal cassetto due forchette da dolce « la prossima volta però la ordiniamo la colazione, ok? » ridacchiò dopo aver assaggiato un boccone di quella poltiglia zuccherina « meglio che ci limitiamo al pensare. »
E risero entrambi dopo che Malachi convenne con lei che nella sua carriera da cuoco si sarebbe limitato a fare da assaggiatore – o da lavapiatti.
« Credo di essere riuscito a trovare qualcosa di interessante questa volta » disse poi mentre si puliva le dita dall'impasto dolciastro.
Dalia lo guardò perplessa: « mi prendi in giro? »
« Niente affatto! » e così dicendo Malachi fece scivolare sul tavolo un mucchio di fogli disordinati « ho rintracciato le rotte delle navi mercantili sulle quali abbiamo trovato le quattro tracce di antimateria » spiegò « e, incrociandole con le apparizioni delle ultime aurore, tenendo conto delle attività delle nane brune scomparse negli ultimi tre secoli... ho fatto un rapido calcolo – ok, non è stato per niente rapido – ma credo di non aver trovato nessuna traccia della nave del vecchio Barbanera. »
Dalia alzò un sopracciglio: « Sbaglio oppure avevi affermato di aver “trovato qualcosa di veramente interessante”? »
« Infatti » continuò lui sorridendole « mentre cercavo la rotta della nave di Barbanera, sono incappato in qualcosa che potrebbe fruttarci un bel po' di quattrini. »
Erano ormai giorni che Malachi passava la notte in bianco, perso tra le pagine ingiallite di vecchi volumi, correndo appresso a indizi inesistenti, nel disperato tentativo di imbattersi, quasi per sbaglio, nella mappa giusta in cui la isc segnasse per davvero il tesoro perduto – e non solo un inutile mucchio di sabbia.
Dalia lo guardò ridere a fior di labbra fiero di se come un bambino che impara ad andare in bicicletta senza mani.
« Allora? » lo esortò lei, prendendo in mano uno dei fogli colorato dalla calligrafia di Malachi.
« Se ti dicessi che so dove si trovano “le Lacrime del Sole”? »
Per un attimo non gli rispose; si morse il labbro mentre vecchie storie le tornavano alla memoria: racconti di guerre sanguinose e di paci durature, di manufatti antichi in cui la scienza si confondeva con l'incanto, di quando ancora gli esseri che popolavano il cosmo non ne comprendevano le infinite – pericolose e affascinanti – possibilità.
« Ne ho sentito parlare, è un oggetto che rende immortali giusto? » disse poi cercando di mettere ordine tra quel groviglio di pensieri che si era ritrovata.
Malachi sembrò compiaciuto del suo stupore: « Pare che l'Imperatrice sia sulle sue tracce » aggiunse.
E a questa affermazione l'aliena dai capelli indaco si ritrovò ancora più sorpresa: « E a cosa le serve? È già la donna più potente di tutta la galassia! »
Malachi spostò lo sguardo verso la finestra dal vetro giallo alle spalle di Dalia.
« A quanto pare brama gloria eterna. »

L'Imperatrice era stata una donna d'affari, figlia di un ricco mercante dalle tasche bucate. Ma quando quest'ultimo era scomparso in circostanze dubbiose, lei aveva ereditato tutto l'inaspettato patrimonio.
All'inizio, quando ancora il Gran Consiglio era in piedi, si era presentata come una giovane vogliosa di prendersi carico della salvaguardia, della giustizia, del suo sistema stellare. Ma cosa mangia cosa, e aveva comprato navi da guerra e reclutato seguaci e la sua giustizia si era tramutata in una legge, spietata ed imparziale.
« Il suo esercito sta diventando sempre più grande » e Dalia ripensò a come i borghi, le città e poi i pianeti, fino a tutto il braccio sud-ovest della galassia era caduto ai piedi delle zuccherose bugie di prosperità e felicità. Raggirati da quelle menzogne che l'Imperatrice aveva saputo tessere, come la tela di un ragno e, come tutti gli aracnidi sanno, una volta che il ronzio della mosca, o le effimere ali della farfalla, hanno sfiorato quella ragnatela, su cui la rugiada ha appoggiato i suoi cristalli, rimangono bloccati. Così il ronzio della mosca era caduto nel silenzio e le ali della farfalla avevano smesso di battere, mentre la ragnatela di quel ragno era diventata sempre più grande e appiccicosa.
« Si vede che paga bene » Malachi ridacchiò « Se le trovassimo prima noi “le Lacrime del Sole”... pagherebbe bene anche noi. »
Ma Dalia arricciò il naso e sbuffò – un po' infastidita e un po' spaventata da quell'idea – ricordando come l'Imperatrice aveva spodestato governi e comprato regni. Di come aveva sorriso, con quel suo vezzo velenoso. Perché, piano piano, la gente aveva iniziato a stare alle sue regole, ai suoi prezzi, alle sue libertà.
E lei sapeva dov'eri, quello che facevi, se facevi tardi a lavoro, se correvi troppo veloce... e poi tutto a un tratto ti ritrovavi perso tra l'essere e il non essere, tra il tradimento e l'esilio, tra la fuga o l'etere nero e eterno.
Poi da quando aveva messo in piedi il suo personale esercito in molti si erano arruolati, nella promessa di gloria e libertà.
« Una volta che firmi non ne esci più » e forse Dalia non si accorse di essersi lasciata sfuggire quel sussurro.
Perché troppo spesso la gente si perdevano tra le fila dell'Imperatrice; lei li voleva forti e sempre più impavidi e loro cambiavano, mutavano voce e pensiero, iniziavi da un occhio bionico per vedere nella notte, e finivi con un cuore meccanico e un anima di ferro.

E a quel punto Dalia doveva aver avuto lo sguardo perso e distante perché Malachi la stava guardando con la fronte corrucciata e gli occhi preoccupati di chi sa a cosa stai pensando. « Promettimi che ti salverai » le disse stringendo la mano su quella di lei « Che non ti farai ingannare, che non cadrai tra le grinfie dell'Imperatrice. »
Dalia si staccò da quel contatto e rise per un attimo, di una rista nervosa che risuonò nell'aria, atona e falsa.
Lui la osservò litigare distrattamente con un riccio di capelli.
« Va bene » rispose poi appoggiando i gomiti sul tavolo e sporgendosi in avanti fino a quasi cancellare del tutto la distanza tra loro « prometto che mi salverò » gli sussurrò guardandolo dritto negli occhi vermigli « ma tu giura che se mai trovassi queste maledette “Lacrime” ne condividerai con me il bottino. »
Lui si scostò leggermente, quel tanto che bastava a squadrarla per un istante: « Solo se tu farai altrettanto. »
Dalia sorrise: « Affare fatto. »
E le loro mani si strinsero – al di sopra della colazione, delle posate da lavare e delle scartoffie – per sancire quel patto firmato tra le ombre chiare di quel mattino qualunque.



# Angolino autrice ^.^: Salve a tutti! per primissima cosa: sì, questo capitolo è un flashback. Spero che si sia capito tutto >.< non sono mai stata molto brava con le spiegazioni, ma a questo punto della storia credevo ci fosse bisogno di qualche chiarimento ( spero di non aver confuso ancora di più le idee T.T ) e così ho cercato di riportare nero su bianco tutto quello che il mio cervellino ha tirato fuori su questi due u.u E niente, come al solito accetto ogni tipo di critica&consiglio :-) mi fa sempre molto piacere poter scambiare opinioni con voi lettori ^o^ grazie a chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fino qui! E un grazie particolare a Aleksis che ha recensito il precedente capitolo e a abyssflare che segue questa storiella :-*
A presto!

   
 
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