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Autore: __roje    22/04/2016    6 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Salveeeee. Chiedo prima di tutto scusa per questo lungo periodo di assenza e sopratutto per la promessa non mantenuta di postare un capitolo a settimana ma è stato davvero impossibile per me mettere in ordine le idee e scrivere qualcosa di decente.
Molti sapevano il motivo: università ed esami. Tra marzo/aprile ho dovuto affrontare un esame davvero tosto e l'ho passato davvero a culo, e per fortuna! Ora che sono diciamo "libera" posso tornare alla storia e alla Haryu anche se riprendere tutto in mano non è affatto semplice. Per esempio questo capitolo era pronto da settimane ma non trovavo mai il tempo di rileggerlo e postarlo qui, quindi è rimasto inedito per tipo un mese.
Parlando di Shikkari shiro possiamo dire che finalmente stiamo osservando la vita di coppia del due ragazzi, vita che non è affatto semplice con un ragazzo come Hara che non sa come relazionarsi a Ryu, nonostante abbia ammesso di volerci provare comunque. Infatti in questo capitolo alternerà momenti dolci e momenti no ma spero sappiate leggere tra le righe e capire perchè lui si comporti così. Devo ammettere stesso io che Ryu molte volte è troppo avventato ma vabbè. Detto questo vi auguro una buona lettura <3


CAPITOLO XXXV

Alzarsi da quel letto fu difficile del previsto. Non c’era parte del corpo che non chiedesse aiuto; schiena, natiche e interno coscia erano letteralmente andati e non trovavo una posizione decente per soffrire meno. Prima o poi avrei sicuramente trovato una soluzione a quel maledetto post-sesso. Dentro di me continuavo a chiedermi come facessero gli altri ad essere freschi e profumati dopo averlo fatto. Ad esempio nei film sono sempre splenditi durante e dopo aver finito, ma diciamo che in fin dei conti i film non rispecchiano per nulla la realtà, neppure per certe cose.
Hara si era svegliato prima di me ed era andato a comprare dell’acqua visto che non c’era praticamente nulla in quella dannata casa. Allora a mia volta cercai di mettermi a sedere ma rinunciai appena una fitta mi pervase il corpo, così mi lasciai cadere sul letto completamente stremato.
Cercai con lo sguardo un orologio ma non lo trovai così allungai il braccio verso il pavimento in cerca dei pantaloni e una volta afferrati trovai il cellulare. Erano già le otto di sera, uao, avevamo fatto sesso per tre ore?
Mi sentivo completamente svuotato da ogni forza. Rispetto alle altre volte ci avevamo messo più impegno del solito eppure quando Hara si era alzato sembrava essere più in forma di me. Cos’era un robot?
“Sei ancora a letto?” notai solo la sua voce non rendendomi affatto conto che aveva varcato l’entrata della stanza ritrovandomelo di nuovo davanti. Era dannatamente statuario.
“Sono a pezzi sinceramente...”
Hara sospirò e iniziò a raccogliere la mia roba da terra. Cercai nuovamente di mettermi a sedere e senza alcun preavviso mi furono lanciati con estrema violenza i pantaloni. “Non fare la femminuccia Sega.”
E tanti saluti alla dolcezza di Hara. Lo guardai truce e indossai mutande e pantaloni riuscendomi finalmente a rimettere in piede. Dovetti però ammettere che andava meglio in posizione eretta. “Non hai preso più l’acqua?”
“Si ma è di sotto e non ho intenzione di portarti anche la colazione a letto.” Già, volevo davvero troppo. Raccolsi la camicia da terra e sgattaiolai in bagno per darmi una ripulita sotto il suo sguardo scrutatore. Stranamente l’imbarazzo era molto meno percettibile delle altre volte.
Quando mi guardai allo specchio notai di avere un aspetto terribile. I capelli completamente spettinati, il viso ancora rosso e diversi segni lungo il collo. Maledissi Hara, mi aveva ridotto come una pezza.
In quel momenti ebbi finalmente il tempo di metabolizzare il fatto che stavamo insieme. Da quel momento in poi fare certe cose sarebbe stata una cosa assolutamente normale, infondo una coppia così funzionava. Eppure mi sentivo ancora parecchio confuso, che differenza c’era dall’essere innamorati o conoscenti? Noi non parlavamo molto prima e non lo facevamo molto neppure ora. Una volta fuori da quel bagno cos’è che avrei dovuto dire? Hara non mi rendeva certo la vita semplice, era assolutamente complicato capire se avesse voglia di parlare o meno, e spesso sembrava scocciarsi di starmi a sentire così preferivo assecondare quel suo silenzio.
Dopo la doccia abbandonai il bagno e tornai nella sua stanza per vestirmi e raccogliere quello che restava della mia divisa lasciata a terra per tutto quel tempo, però quando andai a raccoglierla notai che sul letto c'era una maglia a maniche lunghe di colore scuro che prima non c’era. La presi e ne sentii chiaramente l’odore di Hara. “Mettitela.” Sussultai in quel momento.
Perché amava sempre apparire alle spalle? “Eh? E’ per me?”
“Ho pensato avresti voluto toglierti la divisa. Penso che questa maglietta ti vada ma per i pantaloni dovrai tenerti i tuoi, portiamo taglie diverse.” Disse togliendomi dalle mani la camicia sporca e poggiandola sulla scrivania.
Lo guardai davvero colpito che mi stesse offrendo un cambio, quand’è che aveva visto la mia taglia? Cioè quando ne aveva avuto il tempo? Pensai dunque che l’avesse fatto mentre dormivo. Abbassai lo sguardo chiaramente imbarazzato. “G-grazie..”
“Mh? Per una maglia?” Si, per una semplice maglia Hara. La strinsi a me e senza esitare la indossai, purtroppo però era tipo una taglia più grande di me. Le maniche mi andavano lunghe così fui costretto ad arrotolarle lungo i gomiti. Hara a quel punto, mi fece cenno di seguirlo di sotto e così feci.
Finalmente una volta in cucina potei bere dell’acqua.
“Vieni ti accompagno a casa.”
Si stava di nuovo proponendo di accompagnarmi. “Non ce n’è bisogno davvero, non è così lontano.” Ciò che volevo in verità era restare ancora un pò insieme a lui ma forse era stanco e l’ultima cosa che volevo era disturbarlo o essergli di impiccio. Infondo potevo sentirmi soddisfatto. Quel giorno Hara era stato davvero perfetto.
“Perché dici sempre così? Non capisco.” Domandò inarcando un sopracciglio.
“Sono un ragazzo non ho bisogno della scorta.” Ridacchiai. Parve finalmente capire e annuì semplicemente, sembrava dimenticarsene alcune volte. Dovevo preoccuparmi di ciò? Eppure avevamo fatto sesso per ore, sapeva bene che non doveva trattarmi come le sue ex.
“Allora ti accompagno alla porta.” A tale invito annuii e lo seguii verso l’ingresso dell’abitazione. Ero un pò restio a lasciarlo lì da solo, avevo sempre il timore che tutto potesse tornare come prima.
Mi aprì la porta e la varcai. Mi voltai per guardarlo e gli sorrisi, sapevo benissimo che non ci sarebbe stato alcun bacio o abbraccio, ne ero consapevole ma sentirgli dire un ciao mi andava più che bene. “Ci vediamo domani allora.” Pronunciai.
Lui annuì, “Si a domani.” Rispose semplicemente con poca voce e fu in quel momento che si udì la suoneria di un cellulare, ma non era il mio. Piuttosto era quello di Hara, e quest’ultimo lo tirò fuori dai pantaloni e quando guardò il display sfoderò un aria sorpresa. Mi fece preoccupare.
Rispose alla chiamata: “Maya?” Era quella ragazza? Erano le otto passate cosa poteva mai volere da lui. Hara allora mi lanciò delle strane occhiate e le mie preoccupazioni aumentarono. Entrò in casa e lo seguii a ruota lasciando completamente perdere il fatto di dovermene andare. “Aspetta non capisco nulla, ripeti piano.” Disse alla cornetta con voce alterata. “Ho capito. Resta lì non muoverti sto arrivando.” Disse infine e le mie paure ebbero forma.
Gli andai incontro “Che succede?”
“Nulla tu va a casa.”
Lo stava rifacendo, volevo di nuovo tagliarmi fuori dalle sue cose. Andò dritto verso un guardaroba posto a muro nell’ingresso e afferrò una giacca nera che indossò. “Non me ne vado voglio sapere che succede!” Sbottai.
Hara mi fissò con un sguardo indecifrabile. “Maya non trova più la sua ragazza e non sa cosa fare.” Avevo completamente dimenticato che quella ragazza era innamorata di una sua amica. Mi sorprese constatare che avevo completamente rimosso quel particolare e finalmente potei tornare a respirare. “Devo andare da lei e aiutarla Sega, quindi torna a casa tu.”
Aprì la porta e l’afferrai per un braccio per fermarlo. “Io voglio aiutarti non mandarmi via.” Si voltò a guardarmi e gli sorrisi, volevo davvero entrare nel suo mondo se me l’avesse permesso almeno un pò.
Hara parve pensarci per qualche secondo ma poi si decise dicendomi di seguirlo. Mi stupì molto che avesse acconsentito, era la prima volta che riuscivo ad ottenere un sì riguardo qualcosa che gli riguardava.
____________________________________

“Non capisco. Come ha fatto a perderla di vista?” domandai mentre percorrevamo velocemente tutto il centro per raggiungere il posto in cui avremmo trovato Maya.
“Ha detto solamente che dei tipi si sono avvicinati a loro offrendo dei drink, ma c’era confusione al telefono quindi non ho capito molto.”
Il mio timore era che quella ragazza fosse finita nei guai. “Credi che le abbiano fatto qualcosa?” Hara mi fissò con aria preoccupata e senza rispondere, potevo però chiaramente capire cosa stesse pensando.
Corremmo per tutto il tempo e quando arrivammo dinanzi al locale avevamo entrambi il fiatone.
Mi sorprese molto constatare che quelle due ragazze avessero scelto un posto del genere, era ovvio che avessero beccato dei tipacci, cosa si aspettavano!?
Come al solito fuori al locale c’era il classico buttafuori che subito ci adocchiò con un espressione molto severa manco avessimo intenzione di uccidere qualcuno, diamine! Mi spaventò un pò.
Hara mi cinse la spalla e mi avvicinò a lui. Quel gesto mi colse alla sprovvista. “Ascolta resta qui fuori. Io entro un attimo a cercarle e torno qui da te, ok?”
“Come? Aspetta io voglio entrare con te, in due faremo prima.”
Hara si staccò da me bruscamente e mi fissò severo. “Non ho intenzione da fare da balia anche a te quindi stattene buono qui fuori per un pò.” Usò un tono cupo e autoritario.
Non potei fare a meno che ubidire e rimasi li mentre lui varcava l’ingresso di quel locale. Ed ecco che cominciò a salire in me l’ansia del non sapere. Insomma.. che cazzo ero andato a fare se non potevi accompagnarlo? “Ehi moccioso entri o no?” Tuonò il buttafuori con un espressione simile a una minaccia.
Lo gurdai spaventato e mi allontanai un pò. I minuti lentamente cominciarono a scorrere, e il tempo passava. L’attesa cominciò a farsi davvero pesante, non ero mai stato tanto in pena. Era ciò che si provava quando la persona amata poteva mettersi nei guai? Che angoscia, pensai.
Passò altro tempo e presi la decisione di chiamarlo ma quando provai a comporre il numero la segreteria mi avvertì che era irrangiungibile. Dannazione Hara. Fu a quel punto che la porta del locale si aprì e sbucò la minuta figura di Maya. Completamente stravolta e parecchio sudata, infatti aveva tutti i capelli incollati al viso e il trucco leggermente sbavato. Quando mi vide parve illuminarsi. “Ehi, dov’è Yuuto?” mi domandò.
“Ma come pensavo fossi con lui.”
Lei si spostò i capelli dal viso. “No, in verità sono uscita per chiamarlo visto che dentro non c’è campo. Accidenti ora devo cercare anche lui oltre che Yumi.” Si morse il labbro inferiore.
“Dove hai visto l’ultima volta la tua amica?”
Lei mi fissò e roteò gli occhi pensandovi. “Sono un pò brilla in questo momento e lo ero ancora di più prima. Ricordo solo che sono andata al bagno per rinfrescarmi e quando sono tornata non c’era più quei signori che ci hanno offerto da bere e neppure Yumi.”
Era proprio la notizia che avevo paura di sentire. “Maya devi restare qui e non devi muoverti. Io vado dentro a cercare Yumi e Hara ok?” L’afferrai per le spalle e scandii con precisione ogni parola nella speranza che capisse ma parlare era inutile, era completamente ubriaca e lo si capiva guardandola in faccia.
Quali ragazze andrebbero in un locale da sole? La portai accanto al buttafuori. “La prego di darle un occhiata io devo entrare per cercare un amica.” L’uomo mi fissò con sufficienza e annuì. Lanciai un ultima occhiata a Maya che aveva l’aria completamente smarrita e preoccupata, stringeva contro il petto il cellulare ma in particolare un ciondolo che vi era attaccato come se fosse un gioiello prezioso. Era in pena per Yumi ed era assolutamente chiaro.
Mi feci dunque coraggio. Avevo promesso di non mettere più piede in un posto del genere eppure ero di nuovo li contro la mia volontà, ma stavolta era tutto diverso. Io ero diverso, ero più grande, sapevo bene che avrei trovato Yumi probabilmente in balia di persone poco raccomandabili e che avrei dovuto affrontarle nel caso in cui non avessi trovato prima Hara.
Entrai e fui avvolto dal buio più assoluto. Mi muovevo completamente alla cieca, anche se in lontananza sentivo un sottofondo che sembrava la classica musica da disco. Perfetto stava per iniziare il manicomio, pensai. Mi addentrai ancora e cominciai a notare nella penombra di quello spazio diverse figure avvinghiate l’una all’altra e non capii bene cosa stessero facendo ma decisi di ignorarle e di proseguire.
Quando arrivai alla pista centrale notai che c’era una marea di gente. Le luci erano come al solito accecanti e disorientavano, così come la cappa di fumo che aleggiava nell’aria.
Cercai Hara prima con un occhiata, ma fui comunque costretto ad addentrarmi in quella massa di persone che si dimenavano a ritmo di musica. Cavolo, non solo c’era pessima musica ma anche una puzza incredibile. Come potevano delle ragazze aver scelto un postaccio del genere?
Non badai molto al tipo di clientela, ero troppo impegnato nel cercare Hara. Poi però mi fermai di colpo, mi paralizzai praticamente e mi feci la domanda più ovvia: che aspetto aveva Yumi?! Avevo completamente dimenticato di chiederlo e forse nemmeno Hara lo sapevo, quindi non solo ero nel peggior posto possibile ma non sapevo neppure chi cercare.
Continuavo a camminare chiedendo permesso ma l’alto volume della musica impediva alle persone di sentire la mia voce e più di una volta fui spintonato, per non parlare delle due o tre gomitate che ricevetti. L’unica cosa che volevo in quel momento era scorgere Hara da qualche parte. Mi premeva assolutamente portarlo fuori di li e insieme avremmo poi cercato Yumi.
Pensai a quanto fosse stupida quella Maya. Se ami una persona non la trascini in un posto del genere eppure lei l’aveva fatto, che persona sconsiderata era.
“Permesso!” Continuai a dire facendomi largo tra vari indivui arrivando al bordo opposto di quell’ovale chiamato pista. Ai lati notai che vi erano disposti tutta una serie di divanetti e tavolini.
Gettai un altra occhiata in cerca di Hara ma ciò che vi vidi mi lasciò senza parole. Piuttosto che il solito ubriaco che vomita vi vidi una coppia di ragazzi che si baciavano in maniera abbastanza spinta su un divanetto. Sgranai gli occhi per tale scena e pensai a quanto fossero sconsiderati a fare una cosa del genere in pubblico, e decisi dunque di proseguire per la mia strada quando però andai a sbattere contro qualcun altro. “Mi scusi.” E quando alzai lo sguardo a vedere chi fossi notai una ragazza che pomiciava con un altra.
Cominciai allora a mettere un pò più a fuoco ciò che mi era intorno. Guardai verso la pista, il bar e sui divanetti e c’erano si coppie ma no eterosessuali. Piuttosto c’erano ragazze che si tenevano per mano e ballavano in maniera molto sensuale tra loro, e ragazzi che sorseggiavano drink accanto altri. Altri ancora ci davano dentro.
La lampadina cominciò ad accedersi nella mia testa e capii perchè Maya l’avesse portata lì. Mi venne da sorridere, si aveva scelto un posto orribile ma l’aveva fatto solo per essere se stessa con lei. A quel punto tutto il mio ribrezzo per quel luogo si trasformò in un sorriso innocente perchè potevo ben capire cosa significasse non poter abbracciare la persona amata in giro, o magari non poterle tenere la mano solo per paura di essere giudicati.
Camminai ancora un pò e ad un certo punto – e non so nemmeno perchè – qualcosa mi disse di gettare un occhio a terra verso due divanetti completamente vuoti e fu tra questi che vi trovai una ragazzina che stava davvero male, immersa nel suo stesso vomito.
“Yumi!” La ragazza sussultò nel sentire quel nome e cercò di sollevare il capo per guardarmi. “Tranquilla sono amico di Maya, adesso ti porto fuori di qui.”
La ragazza non riuscì a dire nulla. Perchè era a terra? Cosa le era successo? Dall’odore che sentivo potevo presupporre che fosse anche più ubriaca di Maya, ma allora perchè non parlava?
L’afferrai per un braccio cercando di sollevarla ma era più pesante del previsto per me così passai il suo braccio intorno al mio collo e decisi di trascinarla fuori di li il prima possibile.
Nessuno l’avrebbe mai notata in tutto quel buio, ma possibile che nessuno si fosse minimamente avvicinato a quei divanetti tanto da poterla scorgere? Che pessima gente se avevano deciso di ignorarla. “I..i-io de-vo ce..rcare M-maya...” borbottò a stento mentre si poggiava a me.
“Maya sta bene è con noi.” Era davvero bello vedere quanto l’una fosse in pena per l’altra. Nonostante Yumi fosse nuova a quel mondo e al sentimento verso Maya, sembrava proprio tenerci. Un pò le invidiavo.
Passammo davanti al piccolo bar di quel locale e Yumi lasciò andare la mia spalla, si chinò a terra e cominciò a vomitare sotto gli occhi alcune persone che si allontanarono di corsa. “Ehi barista dammi un pò d’acqua!” Gli urlai spaventandolo a morte.
“Non vendo acqua ma solo alcool.”
E quando mai! Sospirai, così mi chinai verso Yumi aspettando che si sentisse meglio e fu in quel momento che mi fu offerta all’improvviso una bottiglietta d’acqua. In cuor mio quel gesto mi ricordò Hara, e mi venne da sorridere ma quando alzai gli occhi vidi che non era affatto lui ma un ragazzo. “Tieni falla bere.” Disse.
Ci pensai due volte prima di afferrare una cosa del genere da un completo sconosciuto ma non potei fare nient' altro. Portai la bottiglia alla bocca di Yumi e la feci bere, quest’ultima parve sentirsi meglio. Guardai ancora una volta quel ragazzo. “Grazie mille.”
Quest’ultimo sorrise e si chinò verso di noi. “E’ davvero carina ma perché l’hai fatta ridurre così. Ha bisogno di andare a casa e prendere un aspirina.” Le sfiorò i capelli spostandoglieli dal viso.
Che fosse un maniaco anche lui? Decisi dunque di allontanare Yumi. Cercai di farla rimettere in piedi ma fu inutile, rimase inginocchiata sul pavimento con il viso rivolto a terra con nuovi conati.
“Credi che voglia farle del male?” Continuò a dire quel tipo dai folti capelli scuri e gli occhi color nocciola. Mi sorrise con fare affabile, gli sembrava il momento?
“Coraggio Yumi dobbiamo andare.” Riuscii a rimetterla in piedi, portai il suo braccio di nuovo intorno al mio collo e cominciai a camminare. Il ragazzo però ci seguì.
“Lascia che ti aiuti sembra pesante la tua amica.”
Accidenti beccavo sempre e solo io la gente strana? “No grazie ce la faccio.” E proprio mentre lo dissi cominciai a barcollare perché Yumi si era completamente lasciata andare su di me svenendo. “Ehi ehi svegliati non posso portarti fuori in questo modo!” Cercai di darle dei colpi sul viso ma fu inutile.
“Tranquillo è solo addormentata.” Osservò lui. Tentai ancora di trasportarla ma non ci riuscivo. Anche se non sembrava, Yumi era parecchio robusta come ragazza e mi stupì molto constatare che ero così deboluccio. “Hara..” dissi a bassa voce in cerca di una soluzione.
“Che ne dici se la portiamo su un divanetto? Almeno lì starà più comoda. Eh? Che dici?” Perché questo tipo continuava a parlarmi, eppure facevo di tutto per ignorarlo e lui insisteva ancora e ancora.
Presi allora il cellulare per vedere se ci fosse campo, ma nulla. Dovevo solo sperare che Hara o Maya passassero di li per aiutarmi. All’improvviso però quel tipo mi afferrò un polso riportandomi alla realtà. Lo fissai stupito. “Non sei etero vero?”
“Come prego?”
“Si insomma questa non è la tua ragazza vero? Dimmi che non è così perché sei davvero bello.” Cominciò a fissarmi con una strana espressione vogliosa. Mi fece accapponare la pelle.
Mi svincolai dalla sua presa e mi allontanai di corsa trascinando per quanto potevo Yumi con me. Guardai l’ingresso, che non era così lontano e pensai di potercela fare ma fummo raggiunti da quel tipo. “Sicuramente non sei etero o non saresti mai venuto a una serata del genere.”
“Cazzo vattene!”
Yumi sentendomi gridare tornò in sé e si rimise in piedi da sola spalancando letteralmente gli occhi. Si guardò prima intorno intontita e poi un pò più lucida sgranò gli occhi nel vedermi. “Aaah chi sei!” Gridò allontanandosi.
“Aspetta sono amico di Maya.”
Lei mi fissò in maniera schiva. “Conosco tutti gli amici di Maya e non ti ho mai visto. Ah giusto Maya.. accidenti dov’è quella stupida.” Si guardò ancora intorno e corse via.
“Aspetta!” Cercai di andarle dietro ma mi si parò davanti quel tipo.
Accidenti non poteva andare peggio quella serata. “Finalmente si è tolta dalle palle quella.” Sorrise compiaciuto.
“In verità vorrei che tu togliessi tu dalle palle se non ti spiace!”
“Volgare mmh mi piace. Piacere io sono Boto.” Boto? Seriamente? Lo guardai stranito che una persona potesse avere un nome del genere e lui parve accorgersene e cominciò a ridere. “Tranquillo non è il mio vero nome ma solo quello che uso quando vengo qui per spassarmela un pò.” Nel dirlo ondeggiò con i fianchi.
Mio dio non potevo seriamente avere una persona del genere davanti ai miei occhi. “Allora andrò subito al dunque. Sono in cerca di un attivo e tu mi fai molto sesso quindi adesso scoperemo.”
“Eh? Ma scordatelo!”
Per quanto cercai di allontanarmi quello strano personaggio mi stava alle calcagna peggio di una sanguisuga. Che diamine voleva da me? Attivo? Che cazzo significava, cos’era un gergo di quello strano posto? Finalmente trovai di nuovo Yumi che come me cercava qualcuno. Le afferrai una spalla e lei balzò dallo spavento. “Stai calma non sono un maniaco ma sono qui per conto di Hara e Maya, ti stanno cercando.”
Lei mi fissò in maniera severa e notò lo strano personaggio effeminato che avevo alle costole. “Hai detto Hara? Intendi Yuuto quindi.” A quanto pare quel nome apriva le porte del paradiso.
“Si Yuuto, sono suo amico e siamo qui per cercarti. Maya sta bene è fuori che ci aspetta.”
Lei parve credermi un pochino e cominciò a rilassare il muscoli facciali. Sperai con tutto il cuore che non arrivassero altri contrattempi ma senza accorgercene eravamo al centro della pista e quel tipo di nome Boto di stava dimenando come una iena. “Su bel fusto balla con me!”
“E' amico tuo anche il tipo strano?” domandò sorpresa Yumi.
“Certo che no.. andiamo.”
______________________________

Attraversammo di nuovo tutta la pista costretti a scansare gomitate e spintoni. Yumi si teneva a me per ripararsi, mentre Boto continuava a perseguitarci salutando gente a caso con un sorriso a trentadue denti. Finalmente vidi l’uscita e mi parve il Nirvana! “Ehi ma volete andarvene?” chiese Boto bloccandoci l’uscita.
“Ma come te lo devo dire che devi sparire?”
Yumi si nascose dietro di me spaventata per quello strano personaggio. “Più continui a trattarmi male e più mi eccito, sei davvero stupendo.” Cominciai a sentirmi rassegnato e decisi che ignorarlo sarebbe stato la cosa migliore.
Una volta fuori da quel posto respirai a pieni polmoni l’aria pulita dell’esterno e mi sentii rinato. Purtroppo però quel momento di beatitudine durò molto poco perchè sentii un chiaro urlo femminile pronunciare: “Yuuto no!” E subito dopo un bel cinque assestato mi colpì in pieno viso.
Mi si girò completamente il viso e il bruciore del colpo arrivò dopo pochi secondi. Mi trovai davanti un Hara buio dalla rabbia che gli esplodeva sul viso. “TI AVEVO DETTO DI RESTARE QUI!” Tuonò furioso.
Mi toccai la guancia e non riuscii a dire nulla. Ero sul serio sorpreso che mi avesse colpito così facilmente. Yumi nel frattempo andò verso Maya e la abbraccio contenta di vedere che stava bene. “Grazie Ryu!” Mi disse Maya felice mentre teneva stretta a sè l’amica.
Avevo fatto qualcosa di buono eppure Hara era arrabbiato con me. Perchè? “Come diamine hai fatto a trovarla se l’ho cercata per tipo un ora.” Aggiunse con tono bieco.
“Era sdraiata a terra, l’ho notata di sfuggita...”
Dal nulla a quel punto spucò Boto, “Ehilà amici come va?”
Ci mancava solo lui in quel momento. Hara inarcò un sopracciglio confuso di vedere quell’individuo e gli concesse una bella occhiataccia come voleva la tradizione. “E tu chi cazzo sei?”
Boto sgranò gli occhi nel vedere Hara e iniziò a sorridere compiaciuto. “Uao davvero spettacolare..” e portò il suo sguardo lungo tutta la figura di Hara senza alcun pudore. Quella persona era senza ritegno. “Ecco perchè dovevi aspettare fuori idiota! Becchi sempre certa gente quando sei da solo!”
“Non è come pensi lui è innocuo.. almeno credo.”
Boto ascoltò la discussione divertito. “Sono innocuo solo perché non sono ancora nudo miei cari.” Hara lo guardò disgustato e tornò da Maya e Yumi ignorandomi completamente. Ok era arrabbiato, era finita la magia. Sospirai davvero esausto che finisse sempre in quel modo la pace che riuscivamo a costruire. “Quindi quello è il tuo ragazzo eh.” Commentò a quel punto Boto osservando Hara da lontano.
“Ma tu non devi tornartene dentro?”
“No preferisco che siano gli altri a venire dentro di me.” E sorrise. Era disgustoso come tutto ciò che dicesse fosse a doppiosenso. Ora che lo guardavo più attentamente sembrava molto più grande di me, forse persino più vecchio di Takeru. Aveva una carnagione bronzea, molto rara per un giapponese e sembrava addirittura per metà straniero. Non mi ci ero concentrato molto sul suo aspetto ma notai che era abbastanza grosso di statura, forse alla pari di Hara e aveva dei folti capelli ricci mori e gli occhi completamente neri come la pece. Mi chiedevo perché mi fossi fermato ad osservare così tanti dettagli. Quella persona doveva sparire.
Hara tornò da me. “Muoviti ce ne stiamo andando.” Che tono glaciale aveva usato per dirlo, ma non me lo feci ripetere due volte, ero esausto e volevo solo andare a casa così iniziai a seguirlo.
All’improvviso però fui afferrato per un braccio e sia io che Hara ci fermammo di colpo. “Ehi non vorrai lasciarmi senza darmi il tuo numero di cellulare.” Disse Boto facendo occhiolino.
Sul serio aveva detto una cosa del genere?! Hara lo fissò torvo e mi tirò via di li avvicinandosi minaccioso verso Boto, “Vattene da qui checca.” Puntualizzò l’ultima parola con aria minacciosa, e io nel frattempo me ne stavo buono alle spalle di Hara. Pregavo che se ne andasse senza fare storie.
“Amico non c’è bisogno di fare così, sono un tipo aperto io, possiamo anche scoparci a tre.” Alzò le mani in segno pacifico e pronunciò certe parole senza alcuna vergogna.
Hara digrignò i denti e capii che era il momento di tirarlo via di lì così mi piazzai davanti a lui e cercai di spingerlo via ripetendogli di lasciar stare e parve ascoltarmi. Prendemmo la via del ritorno lasciando li Boto.
  
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