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Autore: neverenough    22/04/2016    2 recensioni
A sconvolgere un’intera esistenza basta poco. Almeno quanto poco basta per stravolgere ogni credenza e ogni percezione della normalità.
Shizuo lo scopre a proprie spese, mentre l’odore della decadenza sembra perseguitarlo, in una lenta e agonizzante litania che ha il solo scopo di portarlo alla follia. Niente sarà più come prima.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 8


Mairu provava una sorta di odio/ammirazione nei confronti del fratellone. Iza-nii era sempre stato un tipo strano, con modi di fare diversi dal normale. Ma non gliene aveva mai fatto una colpa.
Da piccola aveva visto il modo in cui era trattato dalla sua stessa famiglia. Nonostante i loro genitori erano persone d’affari spesso in viaggio, che gestivano una grande azienda nata in Giappone e con radici anche in Russia, quando erano a casa non riservavano al maggiore dei figli un bel comportamento. Mairu non aveva mai capito il perché Iza-nii fosse trattato così male. I suoi primi ricordi risalivano a quando aveva cinque anni. Di nascosto aveva visto il padre dargli uno schiaffo dopo un litigio di cui non riusciva a ricordare una singola parola. Il suo fratellone, che all’epoca iniziava a entrare nella pubertà, non aveva reagito, utilizzando il silenzio come arma da taglio per indispettire. Ma Mairu era piccolina e, vendendo lo schiaffo, iniziò a piangere prima di correre da Izaya e abbracciarlo. Il padre era scioccato e aveva tentato di farla tornare a letto, ma lei non si era mossa, versando le lacrime che lui non stava mostrando, dando sfogo lei stessa al dolore del fratello. In quel momento, Izaya la rifiutò: – Non ho bisogno della tua protezione. Torna a letto. – Le poggiò le mani sulle spalle e gentilmente la allontanò da sé, sospingendola verso le scale. Mairu prese malissimo quella reazione, e gli diedi un calcio negli stinchi prima di fuggire al piano di sopra sbattendo la porta della propria camera. Solo dopo capì che in realtà Izaya l’aveva cacciata per non coinvolgerla. Dopotutto era lui la pecora nera della famiglia Orihara, e persino nonna Natsu lo affermava e glielo rinfacciava sin da quando era bambino, o almeno questo è quello che credeva.
Qualche anno dopo quella scena, le cose con Izaya erano degenerate. Passava il tempo fuori di casa o chiuso in camera davanti a un computer. Più il tempo passava, e più Izaya si allontanava da lei, dalla loro famiglia. Una sera c’era stato come un crack, di cui Mairu si è resa conto solo quando è diventata abbastanza grande da capire il comportamento delle altre persone. Mairu avrebbe iniziato a odiarlo se solo avesse saputo cosa voleva dire odiare una persona. Ma forse è andata meglio così.
Una domenica invernale, Izaya non era uscito dalla camera a pranzo e nemmeno a cena. Lo aveva visto solo di sfuggita, quando era andato in cucina per recuperare una merendina, e poi si era chiuso di nuovo in camera. Qualche giorno prima Izaya aveva avuto una lite con nonna Natsu. Mairu aveva spiato insieme a Kururi, e avevano recepito delle frasi che avevano risposto alla maggioranza delle loro domande (anche se lo avrebbero capito solo diversi anni dopo): – Sei solo il figlio di un bastardo che non ti ha nemmeno voluto riconoscere! Sei fortunato che mio figlio non ha voluto abbandonare te e tua madre in mezzo alla strada! Avrebbe dovuto abortire quel giorno in cui gliel’ho proposto. – Mairu e Kururi non capirono appieno quelle parole, ma era chiaro che la nonna ce l’avesse con i loro genitori.
Era piccola e ingenua, non abbastanza grande da capire cosa quegli insulti celassero. Aveva inteso male quelle parole e così era intervenuta, urlando contro sua nonna nel vano tentativo di salvare la dignità di Izaya e dei suoi genitori. Non ricorda nemmeno cosa, una bambina che si crede troppo grande, possa aver urlato per proteggere le persone che amava. Tuttavia, lo schiocco dello schiaffo che si era abbattuto sulla guancia si era impresso nella mente. Sua nonna non le aveva mai alzato un dito contro, non alle due gemelle. Quel momento, Mairu ricorda di averla guardata con terrore, prima che Izaya si mettesse in mezzo e iniziasse a dire qualcosa per calmare la vecchia.
Cosa le aveva detto? Che cosa aveva urlato Mairu in protezione di suo fratello e dei suoi genitori? Non riesce davvero a ricordare, e probabilmente avrebbe preferito cancellare quell’episodio per sempre. Se non l’ha fatto, è a causa di Izaya che, per la prima volta da quando riesce a ricordare, si era preoccupato per lei: l’aveva presa per mano, recuperando anche Kururi che era rimasta nascosta dietro l’angolo a guardare, e le aveva portate in camera loro. Poi era tornato con una pezza di acqua fredda e gliel’aveva poggiata delicatamente sulla guancia, mentre gli accarezzava la testa nel tentativo di far calmare le sue lacrime. – Quante volte ti ho detto che non devi intrometterti? – la rimproverò dolcemente. – Non vale la pena che tu o Kururi finiate nel mio stesso schifo. Voi volete bene a mamma e a papà, vero? – Le due bambine annuirono. – E alla nonna? – Questa volta, l’unica ad annuire fu Kururi, mentre Mairu mise il broncio voltando il capo. Iza-nii allora poggiò un dito sulla sua fronte, e la spinse lievemente indietro. – Non essere stupida. Come si fa a non volere bene alla propria nonna? Non ti porta sempre dolci fatti in casa quando viene a trovarti o quando vai da lei?
Mairu strinse le labbra, in una buffa smorfia di sdegno. – Ma la nonna non si comporta bene con te – disse.
– Non puoi odiare tutte le persone che mi trattano male, la lista sarebbe infinita – rise Iza-nii, poi tornando a un sorriso dolce. – Sono felice che almeno tu mi voglia bene e che hai tentato di proteggermi. Tuttavia non devi farlo più, intesi? – La Mairu di allora lo guardò negli occhi, e vi trovò la sicurezza che solo un fratello maggiore poteva donarle. Fu allora che iniziò a provare ammirazione nei suoi confronti. Sembrava un supereroe degli anime o dei manga: niente poteva scalfirlo. Ma soprattutto, aveva dimostrato che gli interessava delle sue sorelline. – Lo stesso vale anche per te, capito Kururi? Non vale la pena che v’inseriate nei litigi in cui sono coinvolto, okay? – continuò con le raccomandazioni, e le due bambine annuirono. – Bene. Mairu, vai a scusarti con la nonna. Non voleva farti del male e, se vai a chiederle scusa, riceverai un grande abbraccio. Vai – disse infine, spingendola verso la porta della camera per incoraggiarla. – Kururi, vai anche tu. Aiuta e prenditi cura di Mairu. – Kururi annuì ma, prima che le due gemelle uscissero dalla loro stessa camera, in contemporanea si lanciarono addosso al loro fratellone, abbracciandolo. Iza-nii rispose al loro abbraccio, sussurrando – Vi voglio bene – prima di lasciarle andare.
La nonna fece esattamente quello che aveva detto Iza-nii, andando poi in cucina con le gemelline per fare insieme una torta. Tutte le lacrime di Mairu furono spazzate via, e in poco tempo tornò a essere l’allegra birbantella che è ancora tutt’oggi.
Suo fratello era diventato il suo supereroe e niente sembrava scalfirlo. Ma era solo un’impressione. Lo capì in quella sera invernale, diversi giorni dopo il litigio.
Era preoccupata perché Iza-nii si era chiuso in se stesso per un qualche motivo. Così si era appostata davanti alla porta della sua camera, nascosta dietro un angolo. Aveva aspettato che aprisse la porta per uscire e potersi infilare al suo interno. Aveva già provato ad aprire la porta ma Iza-nii aveva l’abitudine di chiudere a chiave. Tuttavia non era stupida! Prima o poi sarebbe dovuto uscire. Aspettò per un tempo infinito, annoiandosi a morte senza demordere. Infine, i suoi sforzi furono ripagati quando lui uscì per andare al bagno. Fu allora che ne approfittò: in silenzio s’intrufolò, nascondendosi sotto il letto per non farsi vedere. La stanza era buia, e lo divenne ancora di più quando il fratellone tornò in camera e chiuse la porta. Almeno c’era il computer accesso e il monitor emetteva una forte luce e, poiché non era sola in camera, Mairu si sentiva al sicuro nonostante il terrore che ogni bambina ha per il buio.
Rimase in silenzio, osservando i movimenti di Izaya. In verità, tutto quello che stava facendo era scrivere qualcosa a computer. Dopo un po’, un cellulare vibrò e Izaya rispose (Mairu non aveva nemmeno idea che suo fratello ne possedesse uno), e disse poche parole, prima di arrabbiarsi a telefono. Lo vide lanciare l’oggetto sul letto, in un atto di rabbia, poi cercare qualcosa nel cassetto e tirarne fuori un pacchetto dal dubbio contenuto. Lo vide estrarre un bastoncino (o meglio una sigaretta) e la piccola si avvicinò al bordo del letto, per vedere meglio. Prima di accenderla, Izaya ruppe lo stecchino e ributtò il pacchetto nel cassetto. Si alzò dalla sedia e iniziò a camminare per la camera nervosamente, prima di tornare al cassetto e prendere qualcos’altro da esso. Mairu riusciva a vedere solo i piedi del fratello, che si muovevano velocemente da una parte all’altra. Ci mise un po’ prima di fermarsi e sedersi sul materasso. Poco dopo, Mairu sentì un verso di dolore e la cosa la sconvolse per un qualche assurdo motivo. Uscì dal lato opposto in cui si trovava Iza-nii, ma i diversi rumori fecero voltare il ragazzo, allarmato dalla presenza di qualcun altro nella camera. E quando vide Mairu, il coltello che aveva in mano gli scivolò, mentre del sangue iniziava a colare lungo la mano sinistra.

La campanella della fine delle lezioni è suonata da qualche minuto, ma Mairu è ancora immersa nei propri pensieri. Iza-nii si è dileguato da diverso tempo, e sta ponderando l’idea di avvisare i genitori e la polizia, denunciando la sua scomparsa. Magari, vedendo l’annuncio su qualche sito internet o sui database della polizia, si sarebbe fatto vivo per confermare che sta bene. Gli darà anche dato un bel pugno per tutte le preoccupazioni che le sta procurando dopo essere scomparso senza dire niente.
Raggiunge Kururi nei corridoi e la abbraccia allegramente, felice di rivederla dopo una noiosa giornata di scuola. Dopo il primo episodio in classe, non ha stretto un vero e proprio legame con nessuno dei suoi compagni. Per loro, se possono evitare di parlarle è molto meglio. Ma Mairu non ci soffre affatto. Con Kururi le cose non sono molto diverse. Anzi, in verità è lei stessa che evita i suoi compagni di classe. L’una basta per l’altra, quindi va bene così.
– Kuro-nee? – la chiama, vedendo che ha accennato appena un sorriso quando l’ha abbracciata, ma poi ha continuato a camminare guardando per terra, pensierosa. – Sei ancora preoccupata per Iza-nii? Lo sai com’è fatto! Prima o poi ce lo troveremo davanti come se niente fosse accaduto e lui non fosse mai scomparso!
Kururi annuisce, poco convinta, e anche l’entusiasmo di Mairu svanisce. – Mamma... papà... – sussurra Kururi.
– Sì, forse è ora che diciamo che Iza-nii non si vede in giro da troppo tempo. – In silenzio, le due ragazze escono dalla scuola, dirigendosi nel cortile dove ci sono poche persone. Sta anche piovendo da ore, quindi la maggioranza dei ragazzi è corsa a casa, e adesso tocca anche a loro tornare a casa, un appartamento che Izaya ha comprato loro così che non debbano occuparsi di una casa così grande come la villa in cui sono cresciuti. Quella adesso è la casa in cui stanno i loro genitori quando vengono dalla Russia per periodi più o meno prolungati.
Mairu si riscuote dai propri pensieri quando Kururi apre l’ombrello, e insieme escono dal cortile della scuola. Camminano velocemente e ci mettono un po’ per notare una figura slanciata, con un ombrello blu a coprirla dalla pioggia. La tenuta da barista è facilmente riconoscibile e, quando Shizuo alza lo sguardo sulle due ragazze, entrambe capiscono che c’è qualcosa che non va.

Shizuo aveva passato diverse notti insonni, pensando a quanto gli aveva detto Celty. Proteggere ciò che è più caro a Izaya, ma cosa? Cos’è che sta a cuore a quella pulce? Nessuno lo sa per certo. Se avesse avuto la possibilità di chiederlo al diretto interessato, questi avrebbe risposto con “i miei adorati essere umani!”. Ma nonostante la sua natura, non si può dire che Izaya li abbia mai protetti. Li spingeva al limite per vedere i loro comportamenti, e ha scatenato persino delle sottospecie di guerre per poter vedere le reazioni delle sue pedine. Certo, Izaya è come un demonio e Shizuo sarebbe stato più propenso a pensare che non fosse legato a niente e a nessuno.
Quando ne ha parlato con Shinra, il nome che è saltato fuori è stato quello delle sue sorelle. – Forse potrebbe non darlo a vedere, ma Izaya tiene a quei due piccoli demoni. Condividono lo stesso sangue, e quando erano più piccole si prendeva cura di loro. Assolveva al suo compito di fratello maggiore più di quanto ha fatto negli ultimi anni. Ma dopotutto anche le gemelle sono cresciute e le attenzioni di un fratello protettivo sarebbe diventate fastidiose adesso. E Izaya stesso è sempre stato uno spirito libero: odia le costrizioni e tutto ciò che la massa segue. Quindi è ovvio che arrivato a un certo punto avrebbe lasciato che prendessero le proprie strade, sebbene le abbia lasciate andare più presto di quanto dei genitori acconsentirebbero. Semplicemente si fidava di loro, e sapeva che tentare di controllarle sarebbe stato come tagliare le ali di una farfalla che sta per uscire dal guscio. Lui voleva bene a Mairu e Kururi. In un certo senso ha continuato a prendersi cura di loro nelle retrovie.
In un certo senso, le parole di Shinra sembravano tornare. Secondo alcune voci che circolavano tempo addietro, Izaya aveva ingaggiato delle persone per proteggere le due gemelle da malintenzionati. Tuttavia, conoscendolo, c’è il bisogno di vedere chi erano questi malintenzionati e il motivo per cui avevano preso di mira proprio Mairu e Kururi. E soprattutto, come quell’informatore da strapazzo era a conoscenza di quelle intenzioni. La risposta più sensata è che l’obiettivo non erano le ragazze, ma il loro fratello maggiore. Sapendo l’ambito in cui Izaya si divertiva ad operare, non è difficile immaginare il motivo per cui le sue sorelle fossero in pericolo. Stupida di una pulce, mettere in pericolo la sua stessa famiglia per giocare a fare l’informatore. Davvero degno di un’idiota.
In ogni caso, forse è stata proprio questa idea a fargli prendere una decisione. Le parole di Celty non potevano essere più vere di così, e Shizuo ha preso una sorta di decisione in proprio. Solo diversi giorni prima, Shinra aveva detto che le due gemelle dovevano sapere delle condizioni di Izaya e la Dullahan ha esposto i propri dubbi. Sono solo ragazze e sono abituate a vivere da sole, in che da’ a loro una certa forza e autonomia. Ma sono ancora giovani, e le loro reazioni davanti alla verità sono un interrogativo. Soprattutto mettendo in conto che i loro genitori attualmente non sono in Giappone, e quindi non sono nemmeno in grado di dare un buon supporto a loro due.
Shizuo pensa che Celty abbia ragione, e allo stesso tempo pensa che se qualcosa di brutto dovesse accadere a Izaya... in altre parole se il suo cuore dovesse smettere di battere, le prime persone che dovrebbero venirlo a sapere sono le due ragazze che ha visto crescere e per le quali prova affetto. Shizuo ha pensato all’eventualità in cui lui fosse al posto delle gemelle e suo fratello Kasuka, per un qualche motivo che spera non accadrà mai, finisce in coma. Shizuo vorrebbe saperlo nell’esatto istante in cui avviene e, se qualcuno gli togliesse questo diritto, lo farebbe a pezzi.
Tutto ciò l’ha portato alla decisione di dirlo lui stesso a Mairu e Kururi delle condizioni in cui versa il loro fratellone, raccontando loro anche tutto ciò che ha subito per mano di un tizio uscito di testa. Forse è il minimo che può fare, e cercherà anche di dare loro supporto, mettendo in pratica ciò che Celty gli ha consigliato.
Era determinato ad arrivare fino in fondo... almeno prima di trovarsi davanti alle due.
L’aria sembra congelarsi nei suoi polmoni e l’eco della pioggia scompare, mentre guarda negli occhi quelle due ragazze. Mairu e Kururi sono entrambe scioccate nel vedere Shizuo fermo davanti al cancelletto della loro scuola. È alquanto improbabile che stia aspettando una studentessa di un liceo (in quel caso potrebbe rientrare nella categoria di pedofilo) oppure incontrarsi con qualcuno lì davanti. Solitamente il luogo dove si prendono appuntamenti e nel centro città o nel parco, di certo non davanti a una scuola, in un giorno piovoso e quando gli studenti stanno uscendo.
Shizuo è altrettanto scioccato nel trovarsi di fronte le due ragazze che lo guardano con un misto di curiosità e ansia, probabilmente intuendo qualcosa. Le loro iridi, inoltre, lo mandano in panico. Quasi mai ha avuto l’occasione di osservare Izaya negli occhi a distanza ravvicinata, ma adesso, in quelle due, sembra vedere il suo peggior nemico mentre gli sfugge davanti, andando in un luogo lontano in cui lui non potrà raggiungerlo. La vista di quel colore lo sconvolge a tal punto da riportargli al naso l’odore di quel tanfo insopportabile. L’odore della pulce e quello del suo sangue, misto all’odore della degradazione della stanza in cui era tenuto prigioniero.
Lo stomaco gli si contorce dal disgusto, e vorrebbe ritirarsi in un angolo per vomitare ancora una volta, nel vano tentativo di cacciare quel fetore che continua a riportarlo a quel giorno...
– Shizuo-san? – lo porta alla realtà Mairu, e solo allora Shizuo si rende conto di aver abbassato la testa e di aver stretto il tessuto della camicia a livello del proprio stomaco con una mano. – Che ci fai qui?
Chiude gli occhi. Deve riprendersi, ed essere abbastanza forte da affrontare la verità con Mairu e Kururi. Deve riuscire a reggere anche per quelle due. Perché lo sa: tra poco, il loro molto sarà totalmente stravolto.


Angolino autrice


Sera!
Sono quasi le dieci di sera e solo adesso pubblico l’ottavo capitolo... abbiate pazienza: ho avuto una settimana piena e stressante per via dell’università, e nella maggioranza dei giorni uscivo di mattina e mi ritiravo a casa di sera ^^” Ho avuto ben poco tempo tra corsi, imminenti esami di matematica (un problema per chiunque) e, in aggiunta, il Comicon di Napoli a cui andrò domani e domenica in cosplay ^^” Sì, primo cosplay in assoluto, fatto di gruppo con i miei amici. Non sarà nulla di particolare, e sappiate che se siete in giro per il Comicon di Napoli e vedete un Ryuzaki... Potrei essere io!
Scherzi a parte, questa settimana è volata e sono sfinita. Ho provato a scrivere anche un po’ per portarmi avanti con i capitoli, poiché credo di essere vicina alla conclusione, ma dopo ore di lezioni e studio non ce la posso fare.
Spero possiate anche perdonarmi per questo capitolo: è uno dei più importanti e ha decisamente bisogno di un altro paio di revisioni, ma non voglio che la data di pubblicazioni slitti a martedì. Se trovate errori segnalatemi, provvederò a correggere!
E, ripeto, siate pazienti con me, ma il nono capitolo non lo pubblicherò venerdì prossimo: allungherò la data e lo pubblicherò tra dieci giorni, tra il due e il tre maggio. Cercherò di recuperare i giorni persi per continuare a pubblicare regolarmente. Credo che in totale non saranno più di venti capitoli, in ogni caso.
Ringrazio chi recensisce e chi legge nell’oscurità senza esprimere il proprio parere :)
Ho parlato decisamente troppo, quindi mi dileguo.
Un bacione, Yogurt ♥

   
 
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