La
scelta migliore
Era
troppo
chiedere una giornata di riposo, specie oggi?
A quanto pare sì. James ha decido che deve migliorare in
pozioni, anche se
penso che sia impossibile, e quindi i miei piani sono sfumati.
E ora lui cosa fa?
Non si presenta in orario!
Lo strozzerò. Con molto piacere.
Nel frattempo è anche arrivato Lumacorno, il luccichio che
aveva negli occhi
mentre gli spiegavo cosa stessi facendo, mi ha inquietato
molto…
Naturalmente, nel preciso istante in
cui finisco di rimettere a posto gli ingredienti, Potter entra come un
uragano
nell’aula.
“Ci sono, ci sono, ci sono! Scusa, ho fatto tardi, ma
c’era Sirius che non
aveva capito cosa doveva fare, Remus non si ricordava che era oggi e
Peter era
disperso, dovevo ritrovarlo o non
avrebbero mai fatto in tempo... È complicato, non fare
domande.”
Solitamente inizierei a farle, e molte anche, ma sono
stanca… e prima finirà una qualsiasi
pozione, prima potrò
tornare alla mia giornata di riposo.
Tanto
a lui non importa.
Impettita mi volto nuovamente verso l’armadio degli
ingredienti, ma a metà
strada sono bloccata dalle braccia di James, che mi avvolgono, e sento
la sua
testa che si appoggia sulla mia spalla.
E, maledetto Merlino, la mia rabbia
svanisce. Sa di avere questo effetto calmante su di me e che non posso
fare
niente per bloccarlo.
Ne approfitta, lo so io e lo sa lui, ma mi fa star bene…
perciò mi lascio
cullare ancora un po’. Dopotutto, la pozione può
aspettare.
“No.
No.
No. Non c’è niente
di difficile in
questa pozione James, devi solo concentrarti!” sbuffo
irritata, di nuovo. È
una semplice amortentia, ma
non ci riesce, è assolutamente negato
in pozioni.
Se prima lo pensavo e basta, dopo quattro
ore, ne ho la certezza.
“NON E’ FACILE! ODIO LE POZIONI! E LORO ODIANO ME!
COME POSSO FARE UNA POZIONE
DEL SESTO ANNO QUANDO FACCIO
ESPLODERE QUELLE DEL PRIMO?! E POI
-
” E ricomincia.
Ormai, penso di poter rifare io questo monologo, almeno cambiasse le
parole, ma
a quanto pare è chiedere troppo.
Sapevo di non essere fidanzata con Shakespeare, ma speravo che almeno
dei
sinonimi li conoscesse.
Ho capito al secondo monologo che non avrei potuto interromperlo con le
parole,
perciò, visto che ho dimenticato il libro di storia della
magia nel dormitorio,
temo che dovrò interromperlo con il piano B… non
sono in grado di reggerlo
ancora una volta.
Mi avvicino a lui, schivando le sue mani che gesticolano, e lo bacio.
Lo sento
immediatamente
rilassarsi e, più lentamente, lasciarsi andare. Mi cinge la
vita con i fianchi
mentre io lo stringo a me. Rimaniamo così per un tempo
indefinito, l’uno tra le
braccia dell’altro, e mi sento a casa.
Che finisca pure il mondo, io sono felice.
“Amore...”
Non mi piace che si sia separato, infatti, cerco di zittirlo nuovamente
con un
bacio, ma questa volta mi schiva. Rassegnata, mi allontano, facendo la
mia
faccia più triste.
Sghignazza! Una parte di me vuole
ucciderlo, l’altra desidera vederlo sempre così, felice, allegro
e spensierato…
“Vieni con me.”
Non faccio nemmeno in tempo a parlare che mi sta già
trascinando a tutta
velocità lungo i corridoi di Hogwarts. In poco tempo,
comincia a correre,
costringendomi a fare lo stesso.
Probabilmente dovrei chiedermi, dove mi stia portando, ma riesco solo a
pensare
a quella povera pozione, ancora sul fuoco, che ci attenderà
invano… e che esploderà.
Spero solo che almeno abbia
un buon motivo per farmi avere una
punizione con i fiocchi!
Arrivati a quella che penso sia la
torre
di astronomia, finalmente, si ferma. Avrebbe potuto tranquillamente
buttarsi
giù dalla torre e morire anche lui, poiché temo
che non sopravvivrò a questa
corsa. Ho una fitta atroce al fianco e penso che, se i miei polpacci
potessero
gridare, lo starebbero insultando. Io non
abbastanza fiato da farlo. Ho anche la vista annebbiata,
l’unica cosa che
vedo in questo momento, oltre ai capelli pazzi del mio ragazzo, sono
delle
macchie di colore… rosso?
Perché c’è del
rosso nella torre di
astronomia?
Lo sapevo che stavo morendo…
Mentre la mia vista torna normale comincio ad accorgermi di alcuni
dettagli,
come un tavolo e delle sedie. Forse ci sono anche dei cuscini, ma
potrebbero
essere dovuti a una mia allucinazione. L’unica cosa di cui
sono certa, è lo
sguardo indagatore di James posato su… su
tutto.
“chdesdnarafasdo?”
…
Forse non mi ha capito.
Non ho ancora abbastanza fiato per poter articolare un discorso...
però ho
catturato la sua attenzione. È già un
miglioramento.
“Forse avrei dovuto farti chiudere gli
occhi…”
Forse avrei dovuto dare ascolto ad Alice e uscire con Diggory.
L’unica cosa che mi ferma dall’andarmene
immediatamente è ciò che vedo, la mia
vista è finalmente torna normale, che mi fa rimanere
assolutamente senza fiato.
Non è la torre di astronomia, è decisamente
meglio.
Sembra una terrazza di quelle delle favole, con una vista a dir poco
magnifica.
Si affaccia sul lago nero, che riflette la luna, quasi piena, sulle sue
acque,
mosse leggermente dal vento, che non arriva fino a qui, anzi, in questa
terrazza,
si sta benissimo. A lato, dove
avevo
visto le macchie rosse, ci sono tanti cuscini e, davanti a quelli, una
piccola
tavola con una candela e una rosa al centro.
“Oggi sono sei mesi che stiamo assieme… volevo
festeggiare con te. Come ti
sarebbe piaciuto.”
Sembra un mio sogno che ho avuto qualche settimana fa. Il sogno che ho
scritto
sul mio diario… effettivamente ci somiglia fin
troppo.
Gliela farò pagare…
… domani.
Non rovinerò questa giornata.
“Scusa se ti ho fatto lavorare… ma dovevo fare in
modo che tu non vedessi gli
altri, che seguivano le mie istruzioni. E… volevo passare un
po’ di tempo solo con te.
Ultimamente passi tutto il
tempo a studiare, ti serve una pausa. Ora siediti e lasciati servire. A
noi
penserà Peppery.”
“Peppery? E chi sarebbe?”
Finita la frase sento il classico pop
delle materializzazioni.
“Peppery sono io signorina Lily. Peppery è
l’elfo della famiglia Potter.
Peppery la servirà con onore, se la signorina glielo
permetterà.”
Mi lascio portare al tavolo dal piccolo elfo, ancora scioccata.
James ha davvero organizzato tutto questo, solo per me?
Non pensavo volesse festeggiare… io non ho preparato
nulla…
Ma ovviamente quando fa qualcosa di stupido, come leggere il mio
diario, deve
anche fare qualcosa di dolcissimo, e gli esempi sono tanti.
Sa che mi conquistano le cose dolci e lo usa a suo vantaggio.
Perché deve conoscermi così bene?
Passiamo delle ore magnifiche assieme, mangiando, chiacchierando e
facendoci
scherzi a vicenda. Accettare il mio amore per lui è stata la
cosa più bella di
tutta la mia vita.
E ora, la perfetta conclusione di una giornata meravigliosa: passare il
tempo a
coccolarci sui cuscini.
Sono diventata anch’io un cuscino, o meglio, lo è
diventato il mio petto. Riesco a
sentire i rimproveri di
mia madre: una signorina non deve avere certi rapporti con un ragazzo!
Dovrei spiegarle chi è James… con lui non si
seguono le regole o il bon-ton.
Lui crea e distrugge a suo piacimento gli stereotipi necessari per
essere
felice… e a me sta bene così. Se lui è
felice, lo sono anch’io.
E ho capito cosa posso donargli, per dimostrargli quanto lo amo.
Lo faccio sollevare leggermente, anche se era quasi addormentato, e
comincio a
baciarlo con passione. So di essere rossa in volto*, ma fortunatamente,
lui mi
capisce, come sempre.
E mi concedo a lui, perché lo amo,
perché
mi fido.
E realizzo una cosa, che non so come ho potuto ignorare per
tutto questo
tempo, non importa cosa scelgo… se
lui è
accanto a me, ogni scelta che
farò,
sarà la migliore della
mia vita.
*un po’ come me mentre lo sto scrivendo… usate la fantasia perché io non descriverò niente!
Note dell’autrice:
Buon dì!
Ecco, sono leggermente in imbarazzo per l’ultima scena. Avete
capito vero?
Bravi. Sono pucciosiiiiii (so che non esiste come parola, ma lo sono).
Loro
sono la mia otp e, sebbene mi sia venuto il diabete, mi piace tanto
questa
storia. Anche se c’è troppo fluff per i miei
gusti… meno male che vedrò ben
presto got, mi serve del sangue per ripristinare il livello di zuccheri
nel mio
corpo. Spero mi farete sapere cosa ne pensate!
Kiss