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Autore: Celty23    24/04/2016    6 recensioni
[Storia a OC iscrizioni chiuse]
Potrebbe sembrare un sogno, o forse lo è davvero... un mondo diverso dal nostro in cui due regni si affrontano in una lotta da talmente tanto tempo che sembrano ormai secoli. Ma lo scontro è arrivato a un punto di svolta, entrambi stanno cercando quattro nuovi guerrieri per poter iniziare la battaglia finale... e decidere chi governerà il regno.
Coppie:
- tra OC
- Gale
- Nalu
- Gruvia
- Gerza
- Miraxus
- Baccana
Altri che non so ^^'
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sogno o Realtà?



Si trovava in un posto strano, un piccolo gazebo bianco era davanti a lui e un rampicante, che non aveva mai visto, dai fiori azzurri e a grappolo cresceva rigoglioso attorno alla struttura.
Provò a girarsi per guardarsi attorno ma una fitta nebbia comparve dal nulla impedendogli la visuale, si mosse di qualche passo disorientato, quella nube però non lo lasciò, anzi iniziò ad attaccarsi addosso al suo corpo come se fosse viva.
«Ti stavamo aspettando...»
Una voce proveniva dal gazebo, era cristallina e i suoi piedi si mossero da soli verso di essa, anche se non vedeva dove stesse andando. Uno, due passi e si trovò circondato non più dalla nebbia ma dal rampicante, davanti a sé una ragazza di circa la sua età lo guardava. Gli occhi erano color cioccolato e i capelli turchesi le contornavano il volto, una fascia nera glieli teneva fermi ma qualche ciocca ribelle spuntava cadendole sulla fronte.
«Come ti chiami?»
Si sorprese di quella domanda e indietreggiò di un passo intimorito, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quegli occhi così caldi, e senza che se ne rendesse conto parlò.
«Richy Blake»

++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

La sveglia del cellulare iniziò a suonare interrompendo il sogno del ragazzo, mugugnò un dissenso e si coprì la testa con le coperte, un brivido gli corse lungo la schiena e gli fece stringere alla stoffa per scaldarsi. Sentì sua madre chiamarlo dalla cucina dicendogli che se non si fosse svegliato in fretta avrebbe fatto tardi a scuola, così contro voglia si alzò per prepararsi.
Prese i vestiti che avrebbe indossato quel giorno, un paio di jeans a vita bassa e una maglietta a maniche lunghe bianca con il disegno di un guantone da boxe rosso, e si diresse in bagno per darsi una sciacquata e per togliersi di dosso quella strana sensazione. Gli sembrava di essere ancora circondato dalla nebbia e nemmeno lavarsi il viso con l'acqua fredda lo aiutò, si guardò allo specchio e vide i capelli neri scompigliati e il ciuffo, che solitamente portava di lato, ora era rivolto verso l'alto in una piega innaturale. Gli occhi cremisi rispecchiavano la sua stanchezza, li chiuse per farli riposare ma gli comparve il volto della ragazza del suo sogno. Li riaprì e si passò una mano fra i capelli sbuffando, non era normale ricordare i sogni, ma forse era solo perché si era appena svegliato. Dopo che si fu preparato raggiunse sua madre al piano di sotto per fare colazione.
«Eccoti! Toast e succo di frutta vanno bene?»
«Perfetto! Avevo proprio fame...»
Mangiarono lentamente chiedendosi se avevano dormito bene e cosa avrebbero fatto durante il giorno, dopo poco il corvino si accorse che se non si fosse messo in cammino sarebbe arrivato davvero in ritardo, così salutò la donna e corse fuori di casa.
Era ormai marzo inoltrato ma la mattina faceva ancora freddo, una brezza leggera accompagnava Richy lungo la strada verso scuola, faceva il liceo scientifico e quello era il suo ultimo anno, nonostante non vedesse l'ora di finire e continuare con la sua vita non si trovava male.
«Richy-channnn!»
Il ragazzo si girò verso la voce che lo chiamava e una ragazza, che conosceva fin troppo bene, lo prese a braccetto saltellandogli accanto.
«Ciao Ame! Come mai così contenta?»
«Richy! Sembra che domani ci sarà un nuovo studente nella nostra classe! Spero tanto sia una ragazza carina!»
Guardò la sua compagna di classe, i capelli neri come i suoi erano raccolti in uno chignon, ma le ciocche davanti erano libere e arrivavano fino quasi all'ombelico. Gli occhi verdi scuri brillavano per la notizia che gli aveva appena dato, lei amava le donne, ci aveva già provato con tutte le loro compagne, solo quelle belle, ma le avevano dato sempre picche.
«Quindi si sa già che è una femmina?»
«No! Ma deve esserlo! Sono stanca di uomini... Senza offesa!»
 «Ma ti pare»
«Per ora so solo che viene dall'Italia! Ahh... Ti immagini? Una bella italiana... Potrei farle ripetizioni a casa mia... Poi una cosa tira l'altra...»
«Sei perversa lo sai?»
Gli fece la linguaccia e scoppiarono entrambi a ridere, attirando l'attenzione dei passanti su di loro. Continuarono a chiacchierare mentre si dirigevano a scuola e proprio quando attraversarono il portone sentirono suonare la campanella. Era lunedì e la settimana sarebbe stata lunga, ma un nuovo compagno, o compagna come sosteneva Ame, l'avrebbe rallegrata un po'.

Ultime due ore scolastiche erano di educazione fisica, la materia che odiava di più in assoluto. Non perché non gli piacesse muoversi, anzi ogni giorno faceva gli allenamenti di boxe, che praticava ormai da anni, e lo facevano sudare parecchio, ma perché doveva vedere un uomo.
Il suo anno scolastico era diviso in due classi: la quinta scientifico A e la quinta scientifico B, le ore di ginnastica erano in comune anche se avevano due prof diversi. Lui, nella A, aveva un professore normale, i capelli castani con qualche ciocca argentea, unico indizio dei suoi cinquantacinque anni, il fisico era asciutto e sotto la maglietta si vedevano i muscoli che gli avevano fatto vincere il premio regionale di sollevamento pesi. Li faceva lavorare e spesso Ame si lamentava il giorno dopo dicendo che i muscoli le facevano male, ma in fin dei conti non era nulla per lui.
Mentre quello della B era giovane, circa ventiquattro anni, non sapeva molto di lui e non gli interessava, gli bastava vedere quei capelli di un verde acceso per odiarlo.
«Sai Richy non capisco perché tu lo odi tanto... E' solo un colore, non ci vedo nulla di male!... E anzi penso che gli stia bene...»
Avevano finito i cinque giri di corsa e ora si stavano riposando seduti sui gradoni, Ame aveva il fiatone e subito dopo aver parlato si mise a prendere profonde boccate d'aria, lui invece guardava con odio l'uomo dall'altra parte della palestra.
«Te lo spiego ogni lunedì... Quel colore mi ricorda troppo l'erba! Andiamo, se se li facesse crescere mi stupirei a non vedere un vecchietto che cerca di tagliarglieli con un tosaerba!»
«Povero professor Alexander...»
Le fece la linguaccia e lei gli pizzicò le guance per poi alzarsi e iniziare a scappare da lui, che però decise di non muoversi e farla correre inutilmente. Fece cadere la testa all'indietro appoggiandola sul gradone, un'improvvisa stanchezza si impossessò di lui e chiuse gli occhi per riposarsi, ma appena lo fece sentì nella sua testa la voce della ragazza del suo sogno.
Li riaprì di scatto e si trovò a pochi centimetri dalla sua faccia quella di Ame.
«Cosa stai facendo?...»
«Ti stavo chiamando ma non rispondevi! Ti eri addormentato?»
«Ma va! Sono solo un po' stanco, cosa c'è sei preoccupata per me?»
«Certo! Tu non lo sai ma sono innamorata da sempre di te!»
Scoppiarono a ridere e vennero richiamati dal prof, così per punizione dovettero fare degli esercizi extra, ma non si lamentarono e anzi continuarono a prendersi in giro.
Quando finirono Ame lo costrinse ad aspettarla mentre si cambiava e una volta che finalmente comparve dagli spogliatoi gli studenti erano già spariti, svuotando le aule e i corridoi.
«Ma quanto ci hai messo per metterti una maglietta e dei pantaloni?»
«Potranno anche piacermi le donne, ma lo sono anche io e ho bisogno dei miei tempi!»
«Bah...»
Si mise la cartella sulla spalla destra e si mosse per fare un passo in avanti, ma la corvina lo prese e lo trascinò nel corridoio dove stava l'ufficio dei professori di ginnastica con gli strumenti, palloni, cerchi e corde.
«Professor Alexander! E' ancora qui?»
Ame si mise ad urlare e prima che lui potesse zittirla o andarsene l'uomo sbucò fuori da una porta con due palloni sotto le braccia. Era poco più alto di lui e attorno al collo portava in fischietto, tipico della sua professione, sul braccio sinistro si intravedeva un tatuaggio, un dragone trafitto da una lama, nascosto dalla manica. Sul sopracciglio destro c'era invece un piercing e appena poco sopra i capelli verdi, tanto odiati.
«Sì?»
«Siamo due studenti della A e l'avevamo vista ancora qui a sistemare, così ci siamo domandati se aveva bisogno di una mano! Sa, a nessuno piace lavorare da solo!»
Li guardò scioccato ma poi sorrise ad entrambi, anche se il corvino vide che si stava sforzando e che era solo un gesto di cortesia.
«Non preoccupatevi ragazzi! Posso farcela da solo e poi mi spiacerebbe rubarvi tempo prezioso per svagarvi!»
«Ne è proprio sicuro?»
Ame gli fece gli occhi dolci per convincerlo ma lui non cedette e li salutò ringraziandoli del pensiero. Il ragazzo aspettò di essere completamente fuori dall'istituto per scatenarsi contro la ragazza.
«Ma che ti passa per il cervello?!»
«Eddai... Volevo solo stuzzicarti un po'... Ha anche rifiutato quindi hai solo dovuto condividere la sua aria per un po'!»
Continuarono a bisticciare finché Ame non si ricordò che il giorno dopo ci sarebbe stato il nuovo studente e corse a casa per preparasi salutandolo velocemente.

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

Il gazebo era davanti a Richy e sembrava aspettarlo, si guardò attorno e vide che la struttura bianca era alla fine di una piccola stradina, che proseguiva per un breve tratto e poi si concludeva con un porta di legno scuro. Un castello enorme si estendeva davanti a lui sia in larghezza e altezza, impedendogli di capire cosa ci fosse oltre, così decise di andare a sedersi sotto il gazebo per schiarirsi le idee. La nebbia non c'era e riuscì a vedere un bosco in lontananza e l'inizio di un laghetto, un leggero vento gli scompigliò i capelli e i vestiti e solo allora si accorse di non stare più indossando il suo pigiama, ma un completo in stoffa, che gli ricordò quelli medievali che vedeva sul libro di storia.
Il sole stava sorgendo e nonostante i vestiti fossero leggeri stava bene, l'aria era calda e si godette quel momento chiudendo gli occhi.
«Sei tornato! Ti stavo aspettando Richy»
Il diretto interessato si girò verso la voce e la ragazza del giorno prima era lì davanti a lui sulla soglia della porta. La guardò attentamente e si accorse che indossava una specie di divisa militare bianca e blu, le si avvicinò lentamente ma non uscì dal gazebo.
«Chi sei?... E perché mi stavi aspettando?»
«E' una storia lunga... Ma puoi fidarti, non voglio farti del male! Io sono Levy!»
La turchina fece qualche passo verso di lui e tese la mano aspettando che lui gliela prendesse, Richy esitò un attimo ma non riuscì a essere scortese e diminuì la distanza per stringergliela.
Quando si toccarono gli sorrise e lui arrossì leggermente, non si aspettava tanta gentilezza, in fondo era un sogno, eppure era così reale. All'improvviso sentì una presenza minacciosa e istintivamente fece un passo indietro mettendosi nella posizione da combattimento da boxe, braccia piegate poco sotto al volto.
«Ghihi bravo il ragazzo... Mi ha notato quasi subito... Potrebbe esserci utile!»
Un uomo sbucò dalla porta, aveva i capelli lunghi e neri e gli occhi color cremisi come i suoi, ma erano più crudeli e gli parve che la pupilla fosse verticale, e non rotonda, come quella di un predatore. Il volto era ricoperto di piercing, ne aveva tre per sopracciglio, due sul naso, due sul mento e altri tre sulle due orecchie. L'uomo si avvicinò a Levy e si appoggiò col braccio sulla sua testa, era molto più alto di lei e la sovrastava completamente, solo all'ora Richy si accorse che i due indossavano la stessa divisa e si rilassò leggermente, rimanendo però vigile.
«Gajeel! Ti avevo detto di stare dentro! Così lo spaventi!... E non usarmi come poggia testa!»
La ragazza gonfiò le guance e alzò leggermente la testa per guardarlo male, lui non si scompose e anzi le rispose scompigliandole i capelli e ghignando.
«Certo Gamberetto ghihi... Comunque ne è arrivato un altro, ho mandato Juvia a prenderlo.»
«D'accordo, meglio muoversi così la regina dovrà spiegare tutto solo una volta... Richy! So che è strano e che per ora non hai ricevuto ancora nessuna spiegazione... Ma se vuoi fidarti di me potresti seguirmi? Presto avrai le risposte che cerchi!»
Il ragazzo li guardò confuso, non sapeva cosa stesse succedendo e non vedeva l'ora di svegliarsi, non si diede un pizzicotto solo perché la riteneva una cosa stupida, ma era molto tentato. Si passò una mano fra i capelli e sospirò.
«Va bene... Non credo di avere molta scelta»
Cercò di sorridere alla ragazza per tranquillizzarla e quando gli diedero le spalle per dirigersi verso l'interno della porta, lui li seguì tornando serio e senza fiatare.
Camminarono per un tempo infinito, i corridoi erano tutti uguali e anche le porte che incrociavano erano chiuse e con lo stesso disegno, uno spoglio albero nero.
Si fermarono davanti a un portone bianco con le rifiniture e il pomello in argento, l'uomo chiamato Gajeel lo aprì spalancandolo e dopo pochi passi si inginocchiò chinando la testa. Lui e Levy rimasero fuori ad aspettare non sapeva bene cosa, o quale segnale.
«Mia regina! Vi abbiamo portato il primo guerriero»
«Alzati pure Gajeel... Vi prego entrate!»
La turchina lo guardò e gli fece l'occhiolino, intuì che cercava di tranquillizzarlo e le fece un sorriso come risposta, poi entrarono e capì perché doveva tranquillizzarsi. Erano in una stanza enorme, piena di statue e armature ai lati, in fondo c'erano due poltrone e su una c'era una donna dai lunghi capelli bianchi, come il suo vestito, e in testa aveva una corona. Era nella sala del trono.
Accanto alla regina c'era un uomo in piedi, con gambe dritte e braccia dietro la schiena, i capelli erano dello stesso colore di quelli di Levy e sull'occhio destro aveva un tatuaggio tribale rosso scuro. Anche lui indossava la divisa ma capì subito che lui era al comando.
«Piacere di conoscerti, io sono Mirajane, la regina di questo castello... So che può sembrarti strano tutto questo, ma una leggenda ci aveva predetto il tuo arrivo. Il tuo e quello di altri...»
Dei passi interruppero l'albina e un'altra donna comparve da dietro di lui superandolo, seguita da un uomo che si fermò accanto a lui, con un tatuaggio sul braccio sinistro di un drago trafitto da una spada, e dai capelli verdi.
«Juvia è così dispiaciuta! Ha fatto il più in fretta possibile, ma Juvia si era persa e il castello è così grande e uguale e Juvia era finita nelle cucine e quando era quasi arrivata si era accorta di aver perso l'uomo e...»
La regina la interruppe sorridendo, dicendole di non preoccuparsi, ma Richy non stava più ascoltando, continuava a fissare l'uomo che aveva sulla destra, non poteva crederci, se era un sogno come faceva a essere lì?
Si accorse di essere osservato e si girò per guardarlo a sua volta, Alexander non rimase così scioccato ma aggrottò le sopracciglia e gli si avvicinò.
«Io ti ho già visto... Ci conosciamo per caso?»
«Non può essere... Cosa? Cosa ci fa lei qui?!»
Silenzio, nessuno fiatava e tutti avevano gli occhi puntati su di loro, il corvino fece un passo indietro incapace di dire altro, quando fu l'altro a parlare.
«Ora ricordo! Eri a scuola, il ragazzo che si era proposto di aiutarmi!... Ma io credevo che questo fosse un sogno!»
«Che diavolo sta succedendo qui? Perché Alexander è nel mio sogno? E questo è realmente un sogno?!»
Silenzio, vide Levy fare un passo avanti e aprire la bocca per parlare, ma nessun suono uscì, nessuna parola, la nebbia lo avvolse e tutto quanto sparì.

++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

Si svegliò di soprassalto, era sudato e aveva il batticuore, si guardò attorno come per essere sicuro che fosse veramente in camera sua, nel suo letto. Tutto era come quando era andato a dormire, i vestiti del giorno prima abbandonati sulla sedia, la cartella sfatta accanto alla scrivania e i suoi guantoni appesi appena sopra la sua testa.
Si mise seduto e si appoggiò una mano sul petto, il cuore non accennava a rallentare e decise di prendere un bicchiere d'acqua per rilassarsi. Guardò l'orologio e vide che era l'una di notte, qualcosa non tornava, quella sera era andato a dormire presto ma nonostante la stanchezza non era riuscito ad addormentarsi prima dell'una meno dieci, come era possibile che fossero passati solo dieci minuti? Gli sembrava che fosse passata almeno mezz'ora, se non addirittura un'ora.

In qualche maniera era riuscito a riaddormentarsi e poi ad alzarsi la mattina quando la sveglia era suonata, si ricordava ancora tutto e l'ansia non se ne era andata. Sua madre dormiva ancora quando fece colazione così le lasciò un biglietto augurandole buona giornata, era contento di non averla incrociata, avrebbe capito che qualcosa lo turbava e gli avrebbe fatto il terzo grado.
Durante il tragitto per la scuola non incontrò Ame e solo allora si ricordò del nuovo compagno di classe, allungò il passo per non arrivare in ritardo e per un momento si dimenticò del sogno.
«Eccoti finalmente! Stavi per perderti la presentazione della mia futura ragazza!»
«Ciao anche a te Ame! Sto bene grazie per avermelo chiesto!»
Si sedette al suo posto accanto alla ragazza, che non lo degnò di uno sguardo, appoggiò la cartella per terra e decise di mettersi a chiacchierare con gli altri suoi compagni, meno interessati di Ame al nuovo compagno o compagna.
«Forza ragazzi tutti a posto!»
Il professore entrò poco dopo e tutti si zittirono, Richy rise mentalmente, se fosse stato un giorno come un altro nessuno l'avrebbe ascoltato, ma la voce era girata in fretta e ognuno faceva le proprie speculazioni sul nuovo arrivato o arrivata.
«Vieni, entra pure... Lui ragazzi è il vostro nuovo compagno di classe. Forza presentati.»
Ame sbuffò delusa e stavolta il corvino non riuscì a trattenersi e gli scappò una mezza risata, la ragazza lo guardò male ma poi si concentrarono entrambi sul ragazzo che avevano davanti.
«Salve a tutti... Io sono Tetsuya Kuroda. Ho diciotto anni e mi sono appena trasferito dall'Italia.»
Era alto circa come lui, sul metro e settanta, i capelli corti erano neri e scompigliati, gli occhi cremisi si guardavano attorno senza osservare nessuno in particolare. Richy sentì le ragazze, non Ame, commentare il suo fisico muscoloso ma non troppo, segno che facesse qualche tipo di sport. Appena sopra il collo della maglietta, sul lato destro della pelle vide una cicatrice, probabilmente era vecchia di anni dato che non era arrossata.
«Domani avrai un banco tutto tuo, per ora siediti accanto ad Ame e Richy. Sono quei due.»
Il professore li indicò e Tetsuya annuì, si mosse con sicurezza verso i ragazzi portandosi dietro una sedia, Ame gli fece segno di mettersi tra loro due e una volta che il professore incominciò a spiegare lei iniziò a presentarsi e a interrogarlo.
«Piacere, io sono Ame! E questo qui è Richy»
«Piacere.»
«Il piacere è mio!»
«Allora Tetsuya...»
La corvina si zittì e si mise a far passare lo sguardo da un ragazzo all'altro, da Richy a Tetsuya, il primo sbuffò rendendosi conto che stava per sparare una delle sue solite cazzate, mentre l'altro alzò un sopracciglio non capendo che stesse succedendo.
«Sapete... Potreste essere fratelli!»
«Ame...»
«Zitto Richy e ascoltami! Avete entrambi i capelli neri, gli occhi rossi! Pensa se fosse davvero così! E io potrei fare la sorellina acquisita, dato che ho solo i capelli neri ma non gli occhi rossi!»
«Faremmo i tre moschettieri!»
Gli occhi della ragazza luccicarono e riprese a parlare sottovoce di qualcosa che i due preferirono non sapere, Richy si avvicinò a Tetsuya per non farsi sentire dalla ragazza.
«E' un po' matta, ma non è cattiva e a volte è anche simpatica!»
Guardarono entrambi la corvina che sentendosi osservata li guardò a sua volta facendoli ridere, ma il bussare alla porta li interruppe attirando l'attenzione di tutta la classe.
«Avanti!»
Una testa verde comparve da dietro la porta, il professor Alexander entrò e una serie di bisbigli si sollevò, ma non Richy, che quando lo vide si pietrificò. Lui sapeva perché era lì, per il sogno e tutto quello che era successo.
«Scusi se interrompo la sua lezione... Stavo cercando Blake, Richy Blake...»
«Certo, prendilo pure.»
«Grazie e scusi ancora.»
Il corvino si alzò e cercò di ignorare lo sguardo indagatore dell'amica, uscì dalla porta e la sentì chiudersi dietro di sé, l'uomo gli fece cenno di seguirlo e lui lo fece. Camminarono in silenzio e solo quando arrivarono nell'ufficio di Alexander si fermarono, entrarono e chiusero a chiave.
«Sentì... So che sembrerà strano ma voglio capire... Ti ricordi anche tu di quel sogno? Vero?»
«Sì... Ricordo tutto quanto, il castello, le persone, la regina!»
Si passò una mano fra i capelli e il professore sbuffò, il silenzio calò nella stanza e la tensione era palpabile, non sapevano cosa stesse succedendo, quello che avevano vissuto non era un semplice sogno e entrambi avevano la sensazione che sarebbe successo ancora.
«Che cazzo sta succedendo?!»
Richy sbuffò e si sedette sulla poltrona a pensare, gli stava chiedendo qualcosa a cui non poteva e non sapeva rispondere. Cosa stava succedendo? L'avrebbero scoperto solo tornando in quel sogno, in quel luogo sconosciuto.

Angolo Autrici
Eccomi finalmente col primo capitolo!
Spero vi piaccia e vi supplico criticate pure, è la prima volta che scrivo di personaggi che non so come reagiranno quindi mi hanno creato un paio di problemi iniziali >.< ma spero vadano bene comunque! In caso avvisate senza problemi che proverò a renderli al menglio!
Allora per ora ho presentato tre personaggi! Due si sa già in che fazione sono (Team Mira!) mentre l'altro no eheh u.u sono partita dai personaggi maschili perché sono i primi che mi sono arrivati e perché mi mancano ancora due schede femminili.
Guzza ha corretto la grammatica quindi se vedete errori è colpa sua u.u
Spero che le descrizioni vi siano piaciute o che almeno siano state soddisfacenti, vi avviso che odio la scuola u.u quindi se è uscita male è per quello.
Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo il proma possibile, voi fatemi sapere ^^
Unica nota e poi vi lascio andare! Come ho detto mancano due schede e dato che chi si era prenotato non mi ha più fatto sapere nulla adesso sono di nuovo disponibili i due posti femminili, quindi se avete amici che potrebbero essere interessati fate pubblcità :3 (i primi che me la inviano saranno quelli ad avere il posto, avvisatemi però ^^)
Alla prossima!


 
   
 
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