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Autore: FreddyOllow    24/04/2016    0 recensioni
Dopo l'attacco del drago ai danni del villaggio di Helgen, i sopravvissuti sono fuggiti abbandonando la città.
Nei giorni successivi vari gruppi di banditi si sono contesi lo spettrale villaggio,
arrivando infine a un pacifico accordo.
Il villaggio sarebbe stato il luogo di ritrovo di tutti i gruppi di banditi sparsi in tutta Skyrim, finchè...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mercurius rimase in silenzio, non sapendo se rispondere o meno al principe Daedrico Malacath.
- Non tutti hanno una simile opportunità, mortale! - Tuonò il Daedra nella sua testa.
- Io non so... - Balbettò l'imperiale, faticando a trovare le parole giuste.
- E' semplice - Affermò Malacath - Il mio aiuto ti darà la benedizione necessaria per questa impresa, ma in cambio dovrai ricambiarlo -
Mercurius non capiva, ricambiare l'aiuto? Eppure pensava che lo stesse semplicemente aiutando.
- So a cosa pensi... - Aggiunse il Daedra, la sua voce era diventata improvvisamente più cupa - Io e gli altri Daedra, non aiutiamo i mortali per bontà d'animo. No! Noi vogliamo qualcosa in cambio. -
L'imperiale iniziò a essere più agitato di prima e le parole di Malacath non gli furono per niente di conforto.
- Ti offro la mia benedizione, e in più ti darò un "arma" in grado di seminare terrore fra i nemici - Sottolineò Malacath.
- L'arma in questione è un martello conosciuto con il nome di "Volendrung", credo che tu sappia di cosa parlo - La sua voce era molto compiaciuta.

Mercurius, sapeva fin troppo bene di cosa stesse parlando il principe Daedra della repulsione, il martello di Volendrung.
In passato aveva sentito tre orchi della tribù di Largashbur, a sud-ovest di Riften, parlare di questo magico martello.
Era in cammino per la Torre di Luceoscura, per discutere con un vecchio contatto riguardo a un certo affare losco che riguardava Maven rovo nero.
Lungo la strada si imbatte in una carovana che era stato saccheggiata da poco da alcuni banditi, almeno così pareva a prima vista.
Il carovaniere un Bretone sulla quarantina, gli disse che tre orchi avevano assalito la sua carrozza e che avevano preso tutte le scorte di idromele rovo nero.
Era molto agitato dal fatto che se Maven rovo nero avesse scoperto della spedizione persa, il primo a pagarne le conseguenze sarebbe stato lui.
Preferiva essere morto più tosto che andare da lei e raccontargli l'accaduto.
Mercurius rimase con il Bretone tutta la notte, ma alle prime luci dell'alba cinque uomini incappucciati e armati di spada uccisero il Bretone, lasciando  illeso Mercurius.
Solo in quel momento si accorse di quanto potere avesse per le mani Maven rovo nero, e che la notizia della spedizione gli era giunta all'orecchio in poche ore.
Così decise di fare marcia indietro e di non incontrare più il vecchio contatto, che era in affari con Maven rovo nero.
Dopo poche ore incontrò tre orchi vicino a una caverna, intenti a spartirsi il bottino, l'idromele rovo nero.
Blateravano tra loro e dicevano qualcosa su un martello chiamato Volendrung, che a quanto pare apparteneva al principe Daedra Malacath.
Il martello era in una fortezza protetta dai Rinnegati e il loro capo, un orco da un nome impronunciabile, la usava spesso in battaglia.
Continuarono a discutere su come impossessarsene,  fin quando uno di loro iniziò a bere l'idromele rovo nero, dicendo che questa bevanda l'avrebbe aiutato nello scontro.
Gli altri due ascoltando l'orco bevvero anche loro, perdendo i sensi dopo sette bottiglie.
Mercurius che era rimasto là a origliare, non credette alle loro parole e decise infine di allontanarsi, temendo che gli uomini di Maven rovo nero tornassero per uccidere gli orchi, scambiandolo infine per uno di loro.

Ora non sapeva se il martello fosse ancora in quella fortezza protetta dai Rinnegati, oppure semplicemente non era vero.
- Cosa decidi di fare, mortale? - Chiese Malacath, con voce profonda.
- Io... vorrei, ma... - Balbettò Mercurius, cercando di riflettere in quei pochi secondi - Va bene... accetto la tua benedizione. -
- Hai fatto la scelta giusta! - Disse il principe Daedrico piuttosto soddisfatto - Prendi questo dono per compiere la tua vendetta! -

Davanti all'imperiale si materializzò una nube blu scura, che girava a tondo. Dopo pochi attimi comparve un grosso martello, il Volendrung.
Mercurius, spalancò gli occhi sorpreso nel vedere una tale arma così forte e imponente, quasi intimidatoria a prima vista.
Lentamente si avvicinò verso il martello che flutua in aria, circondato da una densa nube scura.
- Ti avverto, mortale! - Tuonò Malacath, prima che l'imperiale afferrasse il martello - Prendendo il Volendrung, firmerai il tuo giuramento e un giorno dovrai ricambiare questo favore! -

Mercurius, sussultò a quelle parole e il suo cuore sembrò quasi schizzare fuori dal petto.
Era a pochi millimetri dal martello e c'era qualcosa nel Volendrung che lo richiamava, come se fosse un bisogno fondamentale.
La sua vendetta riemerse più forte di prima, scacciando tutti i pensieri secondari e mettendo in primo piano Folkor, il traditore che l'aveva esiliato e quasi ucciso.
- C'è qualcosa di enormemente forte in te! - Aggiunse il principe Daedrico compiaciuto - il tuo richiamo è inteso, riesco a percepirlo. -

L'imperiale aveva gli occhi fissi sul martello e ignorava completamente le parole del principe Daedrico, in un altra occasione non l'avrebbe mai fatto, ma era come incantato da quell'arma.
Afferrò il Volendrung e sentì qualcosa scorrere in tutto il suo corpo, era una sensazione piacevole e appagante, come se si sentisse felice per la prima volta.
Contemplò il martello lisciandolo delicatamente e infine strinse con vigore l'impugnatura.
Era come se si fosse innamorato per la prima volta e non voleva più separarsene.

- Il tuo giuramento è fatto! - Affermò Malacath, con voce profonda - Ora potrò aiutarti nella tua vendetta, ma spetta a te compierla! -
L'imperiale continuò a fissare il Volendrung, annuendo.
- Cerca la negromante di nome Alvira, chiedi del Altmer alla taverna dei quattro scudi, a Ponte del Drago! -
Dopodichè Malcath svanì lasciando uno strano ronzio nella testa di Mercurius, che scosse freneticamente la testa irritato, cercando con le dita di tapparsi le orecchie per far passare il suono.

Ora doveva trovare l'Altmer che il principe Daedrico della repulsione gli aveva ordinato.
Non sapendo se la negromante dovesse aiutarlo nella sua vendetta, oppure dovesse semplicemente ricambiare il favore fin da subito.
Ma di una cosa ero certo, doveva obbedire senza storie al volere di Malacath.

Con Volendrung impugnato tra le mani, l'imperiale si diresse verso il villaggio più vicino, prima che le luci del sole abbandonassero il cielo limpido di Skyrim.
Vagare di notte per quei sentieri poteva rivelarsi letale, sopratutto se si era da soli, così procedette verso il rifugio di Cliffside.
Quella zona era difficile da percorrere per via delle colline rocciose e dei grandi massi che obbligavano i viaggiatori a girargli intorno.
Mercurius, era a conoscenza di un sentiero che usava spesso quando trafficava il vino alto con i banditi dei paraggi.
Ma questa volta sapeva bene che non sarebbe stato semplice passare da lì, sopratutto ora che sarebbe stato da solo e non assieme ai suoi uomini uccisi brutalmente al Fortino della Torre Diroccata.
Per i banditi che controllavano quel sentiero, l'imperiale sarebbe apparso come un semplice viaggiatore e non come un loro pari.
Li conosceva quasi tutti, ma loro non fregava nulla di chi fosse, contavano solo i Septim e lui non c'è li aveva.

Durante il tragitto nel cielo si formarono alcune nuvole grigie gonfie di pioggia, sperava che una volta imboccato quel sentiero la pioggia lo avrebbe aiutato.
Ma non poteva affidarsi al tempo per coprire le sue traccie e passare inosservato, doveva trovare un modo per superarli.
L'unico metodo sicuro era quello di passare sotto la palizzata di legno dell'accampamento.
Giunse vicino a un grosso albero pieno di foglie marroni, ci si arrampicò sopra e scrutò da lontano i banditi che sorvegliavano la zona sopra a delle torri di osservazione.
Cominciò a contare quanti uomini fossero e infine ne contò dodici, più il loro capo, un Redguard poco raccomandabile.

Vicino alle palizzate non c'era nessuno e quindi poteva tranquillamente strisciare silenziosamente da lì.
Scese dall'albero e strisciò fino a un grande masso, sbirciando poco dopo da esso.
Così fece varie volte per non farsi vedere, finchè raggiunse la palizzata.
Da lì sentì alcuni banditi discutere riguardo a un Sangue di drago e dei Barbagrigia che l'avevano chiamato Hrothgar Alto.
Improvvisamente udì la voce del Redguard, il capo dei banditi - Sangue di drago? Draghi? Barbagrigia? Ma che idiozie sono queste? La gente di Skyrim è impazzita! -
- Un mio amico mi ha detto che i draghi esistono, ne ha visto uno volare vicino a Riverwood - Disse una voce maschile, con tono acuto.
- Sciocchezze! - Gridò il Redguard infuriato - I Draghi non esistono! Come non esiste nessun Sangue di drago! E ora tornate al lavoro o non vi pago un bel niente! -
Mercurius, udì i passi dei banditi muoversi caoticamente in tutte le direzione e capì che doveva muoversi subito.

Sgattaiolò lungo la palizzata, tenendo la schiena contro di essa e stando attento a non far rumore.
Mancava poco e avrebbe lasciato quel sentiero ritrovandosi quasi a ridosso del rifugio di Cliffside, ma ebbe la sfortuna di inciampare su un piccolo sasso che rotolò giù da una crepaccio profondo pochi passi, ma bastò questo per allertare il bandito che era di guardia sulla torre di osservazione.
- Mi è apparso di sentire qualcosa? - Disse una voce sospettosa, mentre prendeva una freccia dalla faretra.
L'imperiale si mise accovacciato con la schiena appiccicata alla palizzata, guardando nella direzione del bandito.
- Chi c'è? Esci fuori! - Disse il bandito con voce tremante, cercando nel frattempo di sembrare sicuro di sè.
Ad un tratto un enorme tuonò echeggiò nel cielo nuvoloso di Skyrim, facendo sobbalzare il bandito e facendogli cadere la freccia dalle mani.
- Maledizione! - Imprecò questo, ridendo fra sè - Va bene, va bene, mi hai spaventato questa volta Sithis -
Mercurius non capiva, che c'entrava Sithis con il tuono? Ma non si soffermò molto.

Improvvisamente alcune gocce caddero giù dal cielo battendosi contro il suo viso, e in pochi secondi la pioggia venne giù con insistenza, per l'imperiale era una manna dal cielo.
- Adesso dovrò fare la guardia inzuppato di acqua, che fortuna... - Borbottò il bandito fra sè. Rinfoderò l'arco attorno alla spalla, prese la freccia dal pavimento e infine, si sedette sulla sedia.
Per Mercurius fu un sollievo sapere che il bandito si era totalmente dimenticato del rumore che aveva fatto pochi secondi fa.
Coperto dalla pioggia strisciò lungo la palizzata dell'accampamento e infine, si allontanò furtivamente tra le enormi rocce, tra i tuoni che echeggiavano minacciosi nel cielo si Skyrim.

 
   
 
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