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Autore: alessandroago_94    28/04/2016    4 recensioni
Questa è una raccolta di poesie molto semplici. Ognuna narra di sentimenti, di luoghi e di situazioni diverse tra loro, insomma, ci sarà un po’ di tutto. Ringrazio già tutti coloro che vorranno entrare e dare un’occhiata a questi miei piccoli scritti.
Genere: Generale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Epopea del destino

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Non odiatemi, mie care lettrici, se ultimamente posiziono le mie note qui, e magari vi infastidisco prima della lettura. Lo faccio perché non posso fare a meno di illustrarvi per un attimo l’opera che vi state approssimando a leggere, in modo che non vi troviate all’improvviso di fronte ad un testo lungo e astruso.

Avevo già detto che avrei pubblicato altri ‘’esperimenti’’, chiamiamoli così. Visto il gradimento ottenuto dalla scorsa pubblicazione, ho scelto di sottoporre al vostro giudizio questo lungo componimento. Si tratta di una poesia complessa, introspettiva, profonda. Spero che possa piacervi, poiché è parecchio differente dalla precedente, soprattutto nella tematica trattata.

Buona lettura! Non vedo l’ora di leggere il vostro parere. Questa volta ammetto che sono meno sicuro della scorsa, poiché il testo è più complesso, ma spero che possa donarvi una gradevole lettura.

Grazie di cuore per tutto J a giovedì prossimo J

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EPOPEA DEL DESTINO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora che i tuoi progetti infantili

si sono sciolti nella dolce acqua

del bicchiere del destino,

non piangere addosso a me.

 

Non chiedermi l’aiuto

che non potrò darti,

non credere che io

possa restituirti ciò che hai perduto.

 

Giochi col fuoco e col ghiaccio,

insensibile, eppure

quando fuoco e gelo ti divorano

cerchi un abbraccio.

 

E io, il tuo più umile zerbino,

sfiorato solo nel momento

del più impellente bisogno,

non posso ricreare il tuo perduto sogno.

 

Arde la rabbia

nelle profondità del tuo cuore!

Come un cane dormiente che ora abbaia,

sei passata dalla pura serenità al cupo furore.

 

Lascia che le nubi nere come la pece

diventino misera sabbia,

che esse si riversino sull’animo tuo,

inabissandolo e nascondendolo.

 

Lascia che il sole esploda,

lascia anche che la luna a mezza falce

muoia, immersa in questo cielo spento

che pare quasi che nel tramonto imploda.

 

E io, tuo inutile oggetto,

posso essere solo un pretesto

per far più male al tuo animo straziato,

che mai moneta ha coniato.

 

Ciò che hai mentalmente creato

ti ha solo ingannato,

sul ciglio del precipizio

ti ha deriso e ti ha per sempre lasciato.

 

Non parlare ora, che pure

le speranze ti hanno abbandonato.

Non ridere amaramente,

saresti solo una persona che mente.

 

E io, tuo umile servo,

non posso far altro che cullare

il tuo triste e amaro furore,

anche se in cuor mio fervo.

 

Fervo e ribollo,

ma in fondo sono come te,

brucio e gelo

sotto una patina di velato dolore.

 

Posso solo strisciare

e ridere della tua vita,

perché se avresti saputo usar le dita

avresti potuto pur sempre contare.

 

Contare i giorni prima

della grande caduta,

come le foglie di una primula

che dopo dieci giorni di sole appassisce.

 

E io, tuo umile occhio

un tempo ridente,

cosa potrei fare

per far rinsavire la tua mente?

 

Posso farti rimembrare

un verde prato, verde come un tempo

dove la gioia non era delusione e furore,

dove il sorriso non si era tramutato in rabbia.

 

Se esiste un destino,

come un’epopea di svolge,

come il sole esso sorge

sopra di noi, per dominarci.

 

Eppure, sopra di te

vedo solo il mai perduto rancore,

nato da una notte d’amore

in cui la tua purezza perdetti, per renderla livore.

   
 
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