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Autore: Mary_Julia_Solo    29/04/2016    3 recensioni
La storia comincia con un finale alternativo della Minaccia Fantasma, in cui Qui-Gon non muore e Obi-Wan scompare misteriosamente. Un anno dopo un Sith di nome Darth Hevn inizia a perseguitare Qui-Gon e il suo Padawan Anakin Skywalker. Tutto quello che vuole é vendetta. Ma perché? Chi si nasconde dietro la cappa di oscurità che sembra sempre accompagnare il Sith?
-Salve a tutti, eccomi qui!^^
Questa è la prima fanfiction che pubblico, quindi siate clementi, pf!-
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Darth Maul, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala, Qui-Gon Jinn
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Non-con, Violenza
Capitoli:
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Salve a tutti! ^^ Come al solito ci ho messo un eternità ad aggiornare, scusate. Come avevo scritto alla fine dell’ultimo capitolo, in questo si passa alle cose sdolcinate. Voglio avvertirvi che io sono leggermente esagerata, quindi mi scuso in anticipo. Forse sono un po’ paranoica, lo ammetto…
 
RagazzaOmbra: Grazie mille per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia!^^
 
Game_Master: Mmmh… Ecco, questo capitolo non penso che lo troverai molto interessante, non so perché… Però tra due capitoli ci sarà il primo combattimento e devo dire che mi è uscito abbastanza bene, calcolando che non sono proprio un genio a scrivere i combattimenti… Spero che non mi abbandonerai!
 
AnaDarkLady97: Grazie per i complimenti! Sono contenta che non adori Anakin alla pazzia come tutti, almeno non ti peserà il fatto che anche in questo capitolo c’è davvero poco. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, e che le mie esagerazioni non ti facciano fuggire a gambe levate!^^
 
 
04_Morirei per te
 
You weren’t just a star to me.
You were my whole damn sky.
 
 
Atterrò su Ruusan, ma stavolta direttamente davanti al portone del Tempio Sith. Venne subito raggiunta dalle ombre, che sotto quel sole cocente erano visibilissime. Una prese la sua spada laser, mentre altre due, la bloccarono e la scortarono lungo il corridoio. La portarono nella sala del trono, dove appunto seduto sul trono stava uno zabrak dalla pelle rossa. Accanto a lui, appoggiato al trono, stava Obi-Wan… No, Darth Hevn. Lo zabrak, Darth Maul, alzò lo sguardo e quando vide Siri sogghignò.
-Che bel regalo ci hanno portato le ombre… -commentò, per poi dirigersi verso di lei seguito da Obi-Wan. -Qual è il tuo nome? -domandò Maul, passandole una mano sotto il mento.
-Non credo ti interessi, Sith. -sbottò la Jedi, disgustata.
-Ma che bel caratterino… -
-Penso che il suo nome non sia di grande interesse, Maestro. -disse Obi-Wan, rispondendo alla domanda dello zabrak.
-Lo chiami anche “Maestro”? Obi-Wan, tu sei meglio di così! -esclamò la ragazza, cercando inutilmente di liberarsi dalla stretta delle ombre.
-Non hai il diritto di chiamarmi così. -ringhiò il ragazzo in risposta.
-Oh. Sento il tuo interesse nei confronti di questa focosa Jedi, mio apprendista. -disse Maul, parecchio divertito.
-Penso che le prigioni andranno benissimo per lei. -ribatté Obi-Wan, sogghignando.
-Lo penso anch’io. Occupatene tu. -concluse lo zabrak. L’ex-Jedi prese Siri e le mormorò all’orecchio:
-Se pensi di poter fuggire ancora ti sbagli…
-Non ho intenzione di fuggire, se ti fa piacere saperlo, Hevn. -sbottò lei, astiosa.
-Cammina. -ordinò Obi-Wan. Scesero due piani di scale, seguiti a poca distanza dalle ombre. Arrivarono in un corridoio pieno di celle. Il Sith spinse malamente la ragazza in una di esse e chiuse a chiave. Si fermò a osservarla da oltre le sbarre, dicendo:
-Non riuscirai tanto facilmente a fuggire. Su queste sbarre ci sono rune anti-Forza. -Obi-Wan si allontanò ridendo. Siri andò alle sbarre, ma quando vi appoggiò sopra le mani, fu costretta a ritirarle. Il ferro era caldo come fuoco. Obi-Wan rise ancora di più. -Buon soggiorno, “mia adorata”. -
 
-Come sarebbe a dire che Siri è scomparsa?! -esclamò Adi Gallia, stupita e arrabbiata allo stesso tempo.
-Mi dispiace Adi, ma lo sappiamo per certo. -rispose mesto Mace Windu.
-Dov’è andata? Dobbiamo trovarla! -continuò Adi, preoccupata.
-Capisco la tua preoccupazione, ma non possiamo fare nulla. Non sappiamo dove sia andata… -disse sospirando Windu.
-Maestro Yoda! Voi sapete qualcosa, vero? -la tholothiana non riusciva a restare calma. Yoda la osservò con i suoi occhi dorati.
-Calma restare devi, Adi. La tua apprendista in pericolo non è. Nella Forza lo sento. Solo atteso non ha. -Adi sospirò e chiuse gli occhi, cercando di dare ascolto alle parole di Yoda. In quel momento, nella Sala del Consiglio entrò Anakin, saltellando fino al centro ed esclamando:
-Maestro Yoda, Maestro Windu! -
-Cosa c’è Skywalker? -chiese Windu, un poco irritato dal comportamento del bambino. Anakin aveva ancora il fiato corto per la corsa, ma rispose in fretta:
-Qui-Gon! Qui-Gon si è svegliato! -
 
Era lì da un tempo che le sembrava interminabile. L’unica luce che aveva era quella proveniente da una sporca luce in fondo al corridoio. L’unico cibo che aveva erano il pane e l’acqua che ogni tanto le ombre le portavano. Quella cella era fredda. E sapeva di morte. E di dolore. Si sedette contro il muro, come faceva sempre, e chiuse gli occhi. Prima sentì le grida. Sembravano rantoli senza senso, ma ascoltando meglio poteva sentire le parole. “No, ti prego, no! No! Basta, ti prego!” -Siri spalancò gli occhi e si alzò di scatto, guardandosi intorno. Le urla sembravano provenire da ovunque, ma allo stesso tempo da nessuna parte. Poi, vide. Era lì, ma sembrava lontana anni luce. Dall‘altra parte del corridoio, in un'altra cella, c’era Darth Maul, una frusta laser in mano, che colpiva senza pietà la schiena di un uomo… Quell’uomo indossava abiti Jedi… “Deciderò io quando sarà abbastanza! “-ringhiò Maul, dando colpi più forti. Siri avrebbe voluto dire qualcosa, ma, per qualche strano motivo, la voce le si bloccava in gola. Solo quando l’uomo non riuscì più a gridare per il dolore, lo zabrak lo sollevò prendendolo per gli abiti fatti a brandelli e trascinandoselo dietro. Lo buttò malamente nella cella dove stava Siri, che rimase immobile, sbatté la porta e se ne andò dicendo:
-Cederai prima o poi. Lo so. -l’uomo cercò di alzarsi, facendo leva con le mani, ma le braccia non lo sostennero e lui ricadde a terra. Siri avrebbe voluto aiutarlo, ma non riusciva a muoversi. E non di sua volontà. Era come bloccata da una forza invisibile. Il Jedi si trascinò fino a uno degli angoli e lì si sedette. Allora Siri lo vide in faccia. Sussultò, sentendosi male, mentre Obi-Wan iniziava a piangere, prendendosi il viso tra le mani. “Perché? Perché sono ancora qui? Perché nessuno viene a salvarmi? -una voce parlò. Sembrava che la cella riflettesse i pensieri di Obi-Wan, quasi che glieli rubasse. Siri lo guardò. I capelli erano più lunghi del taglio da Padawan, sporchi e disordinati, ma non lunghi quanto quelli di Darth Hevn. I suoi occhi erano ancora grigi e sofferenti, tremendamente sofferenti. Troppo sofferenti. Molto più di quanto si potesse sopportare. E poi… I suoi abiti erano ridotti a stracci, brandelli bruciacchiati, a causa delle frustate. Chissà quante cicatrici aveva… Una voce,cattiva aspra, ma forse la stessa di prima, la parte che apparteneva al Lato Oscuro, disse: “Non viene nessuno, perché nessuno ti ama. Lo sai meglio di me.” -era così che l’avevano fatto passare al Lato Oscuro? Con convinzioni false? Obi-Wan si coprì le orecchie con le mani, mormorando: “Maestro, dove sei?” -la voce ripeté: “Nessuno ti ama.” -il ragazzo si rannicchiò su se stesso, debole e sofferente. Non voleva sentire, non voleva…
-No, non è vero Obi-Wan… -disse Siri, ma lui non poteva sentirla. Non era lì. Non era mai stato lì. O almeno, non pochi secondi prima. Non con lei. Quell’Obi-Wan era perduto. -Io sono qui per te… Io ti amo… -scivolò a terra, libera di muoversi, iniziando a piangere, restando a fissare un angolo vuoto…
 
Non sapeva da quanto tempo fosse lì. Si sentiva morire. Da quanto tempo non mangiava davvero? Da quanto tempo non vedeva la luce del sole? Un giorno come tanti, sentì dei passi. Qualcuno la prese tra le braccia. Non poté fare nulla. Non ne aveva la forza. Faceva fatica a rimanere sveglia, persino a respirare. La adagiarono su qualcosa di morire. Ci mise qualche attimo a capire che era un letto. Rimase immobile, cercando di capire cosa stesse succedendo e non potendo fare altro. Quando sentì l’odore del cibo non poté che avventarcisi sopra, mangiando come un lupo affamato. Dopo di che, riuscì finalmente ad aprire gli occhi. La luce proveniente dalla finestra le sembrò accecante. Si guardò intorno e vide una persona che conosceva molto bene. Era concentrata su qualcosa oltre la finestra. Cercò di alzarsi, ma ricadde subito indietro.
-Non farei sforzi inutili. Non riuscirai mai ad andartene. -disse Obi-Wan, voltandosi a guardarla.
-Io… non… voglio andarmene… -rispose e la sua voce risultò molto flebile.
-No? -il Sith sollevò un sopracciglio.
-Certo… che no. Avrei potuto andarmene prima… ma… voglio salvarti da… quello che… sei diventato… -Obi-Wan rise.
-Salvarmi da quello che sono diventato? Non sono mai stato più me stesso di ora. Non c’è nessuno da salvare. -
-Ascoltami… -
-Dovrei? Vuoi tentare di trovare delle scuse per quello che hai fatto? O vuoi giustificare Qui-Gon? -la zittì lui.
-No… -Siri tentò di raccogliere tutte le forze che aveva in corpo per parlare con un tono decente. Non poteva permettersi di stare male. Non davanti a lui. Non con tutto quello che aveva passato. Grazie alla Forza, forse, la sua voce tornò normale. -Mi devi ascoltare. Io non posso giustificarmi, lo so. Ho sbagliato. Anche Qui-Gon forse ha sbagliato, ma tutti fanno degli errori. -si fermò. Voleva vedere come avrebbe reagito Obi-Wan a quelle poche parole. Il Sith la fissava con i suoi occhi di brace, senza battere ciglio. Allora continuò:
-Non avrei mai dovuto farti del male, lo giuro. Nessuno avrebbe voluto. Tu eri forte. Tutti ti vedevano così. Ma forse eri più debole di quello che volevi far vedere. -
-Io non sono affatto debole, Siri. -lei lo ignorò.
-Puoi incolpare tutti per il tuo passaggio al Lato Oscuro, ma sappi che so che è solo colpa mia…
-Ora dovrei dire qualcosa di carino, del tipo che non è colpa tua e che ho fatto la mia scelta? Mentirei. Mentirei perché è colpa tua. Tu eri tutto per me. Era la mia anima, il mio cuore, le mi labbra, i miei occhi, la mia mente. Ma. Tu. Non. Mi. Hai. Mai. Amato. -lo disse in quel modo per accentuare ogni singola parola di quella frase. -Hai idea di come possa essermi sentito? Tu mi hai ucciso. Mi hai spezzato il cuore, rubato l’anima, lasciato sanguinante. Io non dimenticherò mai quello che mi hai fatto. Mai. -Siri rimase in silenzio per qualche attimo. Quelle parole… L’avevano sconvolta. Lui… Soffriva solo a causa sua. Ovviamente non era del tutto vero, ma l’amore offusca tutto. Anche il Lato Oscuro.
-Obi-Wan… -mormorò.
-Quello non è più il mio nome. - rispose brusco lui, smettendo di guardarla.
-Non mi importa quale tu pensi che sia il tuo nome. Io sono qui per te. Ho sofferto la fame per te. Morirei per te. Davvero. Lo dico, lo farei. Voglio solo che tu mi perdoni… -
-Perdono? Non conosco questa parola. -disse Obi-Wan pacato, rimanendo impassibile, sempre senza guardarla. Fece per andarsene, ma Siri quasi gridò, tutto d’un fiato:
-Per quanto non meriti perdono, devi perdonato per averti mentito. Per averti detto che non ti amo. Per averti ucciso. Ma quello che non sai è che quel giorno sono morta anch’io. Ho smesso di vivere. Mi mancavi come non mai. Mi mancavi come l’aria. Mi manchi come l’aria e voglio solo trovare un modo per riparare il tuo cuore. Ma non trovo nulla di meglio se non l’amarti con tutta me stessa. Davvero. Io ti amo, Obi-Wan. -lui era rimasto fermo quasi sulla soglia, ad ascoltarla. Si voltò a guardarla, e a Siri sembrò di vedere qualcosa nei suoi occhi, come un tremito… Ma fu solo questione di un attimo, perché poi il Sith disse, gli occhi più infuocati che mai:
-Come posso crederti? Se ti mancavo come l’aria perché non sei venuta a cercarmi prima che attaccassi il tuo adorato Ordine? -si era avvicinato a lei di qualche passo. -Perché non mi hai cercato mentre soffrivo? I Sith mi hanno fatto soffrire in un modo talmente crudele, che questi tatuaggi -si indicò i segni sulla fronte e sotto gli occhi, il viso vicino a quello di lei. -me li sono fatti da solo. -si voltò di scatto verso la porta, e di nuovo tentò di andarsene, ma Siri ancora lo fermò. Quel tremito le aveva dato una speranza.
-Io… Io credevo che fossi morto! Tutti lo credevano! -
-Ma nessuno se n’è accertato. -
-Come avremmo potuto? -
-Lasciami perdere. Non mi riporterai indietro. -non la guardava. E Siri questa cosa la notò: non la guardava quasi mai. Ma lei aveva sentito qualcosa, come un’indecisione, nella sua voce.
-Ma almeno ci voglio provare. -il Sith si voltò verso di lei, a metà tra l’irato e il disperato.
-Non puoi! Non puoi, mettitelo in testa! -tentò una terza volta di andarsene, ma Siri non poteva rinunciare. Non ora che era così vicina ad ottenere qualcosa. Perché lui si stava comportando in modo strano. Non tanto. Ma in qualche modo sì. Per lei poteva essere un bene. Allora lo fermò, per la terza volta. E anche l’ultima.
-Obi-Wan. Baciami. Perché a stare così vicino a te senza baciarti non ce la faccio. E poi nulla cancella l’amore. Né le bugie, né la gelosia, né la morte. L’amore c’è sempre. Per quanto vogliamo liberarci di lui, ci rimane attaccato alla pelle, ricopre silenzioso i nostri cuori, ci entra nell’anima. E non se ne va più. Quindi ti prego, baciami. Non sai quanto mi manchino i tuoi baci. Quanto mi manchi tu. -Obi-Wan rimase fermo a fissarla. Negli occhi aveva qualcosa di indecifrabile. Siri si sentì sotto esame, ma non importava. Non importava. Importava solo che lui le credesse. Lui si avvicinò a lei, gli occhi di brace e indecifrabili, ma diversi. Non poteva dire come, o perché, ma erano diversi. Non meno Sith, non più umani, ma diversi. Anche la voce era impercettibilmente diversa.
-Siri… -mormorò il ragazzo. Quando lui pronunciava il suo nome così si sentiva morire, le venivano i brividi lungo la schiena. -Sapessi tu quanto sei mancata a me… -prima anche solo che potessero capirlo, si stavano baciando. Non era un bacio passionale, era molto più disperato. Si staccarono un secondo e Obi-Wan disse, a voce bassissima:
-Sei… Sei così magra… E a causa mia… -
-Non ci pensare, non ci pensare… -ripresero a baciarsi. I vestiti di Siri, ormai troppo larghi per lei, caddero a terra come petali… Scivolarono abbracciati tra le lenzuola senza smettere di baciarsi… Nulla importava più, in quel momento… Solo i loro corpi intrecciati, i loro respiri che si confondevano… Le loro anime unite… Il mondo sembrava svanire… C’erano solo loro… Non esisteva più Lato Oscuro, Lato Chiaro, forse nemmeno la Forza… Solo loro, le stelle, l’amore… Le stelle. Loro sapevano sempre tutto. I segreti più oscuri delle persone, le passioni segrete, i baci nella notte. Ma non dicevano mai nulla. Naturalmente questo era un bene.
 
 
Spazio Autrice:
Grazie a tutti coloro che hanno recensito! Un numero a due cifre non me lo aspettavo, grazie!:) Come avete visto sono DAVVERO ESAGERATA. Ma state tranquilli, comunque, non è mica tutto così facile! Nessuno ha intenzione di tornare al Lato Chiaro così presto. Aehm, temo però che il motivo per cui Obi-Wan è passato al Lato Oscuro non sia così chiaro…
Spero che continuerete a leggere!
A presto!
   
 
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