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Autore: bluemermaid1999    29/04/2016    3 recensioni
L'Istituto è quello di sempre: statuario e magnifico, con il suo via vai di Cacciatori da tutto il mondo. Ma cosa succederebbe se i ruoli fossero invertiti? Se Clary e Simon fossero i cacciatori e i Lightwood e Jace i mondani? Scopriamolo...
Buona lettura
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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< Come fai a essere viva? >, chiese Robert, con sguardo confuso.

< Beh diciamo che l’incendio non mi ha colpita per un soffio. Mi ha adottato l’Istituto di New York per un po’, poi me ne sono andata. Dovete ringraziare un certo stregone di Brooklyn se respiro ancora >, rispose Clary, lanciando un’occhiata d’intesa a Magnus. 

Maryse con un gesto repentino lanciò la spada verso Clary. Ma Simon l’afferrò ad un soffio dalla faccia della ragazza.

< Non si fanno queste cose signora, e io sono parecchio suscettibile se non l’avesse ancora capito >, disse il ragazzo ruggendole contro e fiondandosi su di lei. Robert cercò di fermarlo ma Magnus lo blocco al muro con la sua magia. Simon bloccò Maryse per terra, mentre quest’ultima cercava invano di reagire alla sua forza. Clary si avvicinò lentamente a Robert. 

< Tipico degli Shadowhunters, sempre a sottovalutare i nascosti >, disse Magnus ridendo.

< Ora ti farò qualche domanda. Ti consiglio vivamente di rispondere, perché il mio amico non beve sangue umano da molto tempo >, disse la Rossa con voce maligna. Robert, lanciò un’occhiata alla moglie a terra con quell’ibrido addosso, poi rivolse lo sguardo verso la ragazza. 

< Bene lo prendo per un sì >, disse Clary. < Allora vediamo, da dove comincio… Dov’è Valentine ora? >.

< Non so di cosa tu stia parlando Valentine è morto >, disse Robert.

< Risposta sbagliata. Simon… >.

Il giovane fece spuntare i canini e si avvicinò pericolosamente al collo della donna, che cercava di contrastarlo con scarsi risultati.

< Okay, va bene te lo dirò!!!!! >, urlò Robert con voce disperata.

< Simon fermati >, ordinò Clary a Simon, che reagì abbastanza nervosamente.

< Amico io ti consiglierei di non mentire più. Il suo sangue sembra così caldo e denso che quasi non resisto >.

< Laciami andare stupido mezzosangue!!! >, urlò Maryse. Simon, di tutta risposta avvicinò lentamente i canini al suo collo, per poi forarlo leggermente. Qualche goccia di sangue ne fuoriuscì lentamente.

< Vedi Robert, tua moglie non è mai stata molto capace di mantenere il controllo. Ma siete sempre stati dalla parte vincente. Ora mi pare che non sia esattamente così, quindi, da bravo, dicci quello che vogliamo sapere >, disse Magnus, facendo brillare i suoi occhi gialli e stringendo la presa della sua magia sul corpo del Lightwood.

< Noi non sappiamo dove sia, questa è la verità. E’ sempre lui a contattarci quando ne ha bisogno >, disse Robert con fatica. 

< Va bene, prossima domanda. I vostri tre figli. Pensavo li avreste addestrati per diventare cacciatori, invece non è così. Come mai? >.

< Loro non sanno niente e vogliamo rimanga così >. 

< Ops troppo tardi allora >, disse Clary ridendo di gusto.

< Che intendi dire? >, chiese Robert con occhi spalancati.

< Beh si da il caso che non sia la prima volta che incontriamo i vostri figli. Non dovreste permettergli di andare al Pandemonium, è pericoloso per dei ragazzi. Diciamo che ci hanno visto in  azione. Magnus gli ha cancellato dalla mente tutto pensando che fossero solo umani con la vista, ma a quanto pare non era così…>.

< Maledetti >, sussurrò Robert a denti stretti, stringendo i pugni fino a far diventare bianche le nocche.

< Ma Robert, non sai la parte migliore della storia >, disse Magnus sorridendo. < A quanto pare i miei fratellini andranno a scuola con i vostri figli e pare che abbiano un certo interesse per noi, non so se mi spiego >, continuò poi.

< Ora meglio che andiamo, penso che dopo questa chiacchierata non siamo più i benvenuti. Simon, Magnus lasciateli andare >, disse Clary agli altri due, che ubbidirono. 

Maryse si alzò di scatto non appena Simon le si tolse di dosso, cercando colpirlo in qualche modo, ma il ragazzo fu più veloce e si tolse, appoggiandosi con nonchalance alla parete dall’altra parte della stanza. 

Robert si mise davanti alla moglie e con sguardo rabbioso disse < Andatevene da casa nostra, ORA >.

< Ooh che paura, va bene, ce ne andiamo >, disse Simon aprendo la porta per uscire, seguito dallo stregone. Clary fu l’ultima. Ma prima si girò verso i Lightwood, ancora visibilmente scossi.

< Mi sa che avremo occasione di incontrarci molto presto, Adieu >.

I tre si recarono in cortile, dove trovarono Alec. Magnus si avvicinò a lui e con voce suadente gli sussurrò all’orecchio che se ne dovevano andare per un imprevisto. Alec fece solo un cenno con il capo mentre il suo viso era diventato rosso pomodoro. Era ora di andare. Uscirono dall’abitazione. Il freddo della notte li investì con un’ondata di vento gelido. Clary ringraziò l’Angelo di non dover tornare a casa a piedi. Fortunatamente erano arrivati in macchina. Magnus si posizionò al volante, mentre Clary e Simon si sedettero dietro. 

< Menomale che a quest’ora non c’è traffico >, disse Simon. Questo incontro lo aveva visibilmente turbato, non era pronto per incontrare gli artefici del suo cambiamento, ma comunque non lo sarebbe mai potuto essere. Era una cosa troppo grande. Si era dovuto riabituare a vivere in un altro modo, ad essere odiato da quelli che prima considerava amici, compagni. Ma la cosa più grande era stato accettare che avrebbe visto tutti morire. Il giorno in cui avevano parlato di questo aspetto, Simon aveva realizzato una cosa terribile. “ Vale l’occhio per occhio se ci pensi ”, le aveva detto “ Tu mi hai visto morire ed io vedrò morire te ”. A ripensarci Clary sentiva ancora i brividi. L’unica fortuna era che avrebbe passato comunque la sua vita immortale con Magnus, quando lei sarebbe morta. 

Arrivarono a casa abbastanza velocemente, anche perché i semafori rossi che avevano incontrato lungo il tragitto era diventati magicamente verdi.

Clary salì nella sua stanza e incominciò a riempire la vasca di acqua calda. Dopo quella giornata aveva solo voglia di rilassarsi tra la schiuma. Qualcuno bussò alla porta. 

< Avanti >, urlò lei.

< Clary sono io >, disse Simon facendo capolino con la testa nella stanza. < Avevo voglia di parlare un po’ hai un minuto >.

< Certo tanto mi devo scaldare il bagno e la vasca si deve riempire quindi dimmi pure >, disse lei sdraiandosi sul letto e facendogli segno con la mano di sdraiarsi accanto a lei. 

< Giornata intensa eh >, disse lui accovacciandosi contro di lei e mettendole la testa sulla spalla. 

< Si direi proprio che intensa è la parola giusta >, disse lei iniziando a giocherellare con i suoi capelli. Le era sempre piaciuto il rapporto che avevano. Lui era stato il primo che aveva avuto il coraggio di rivolgerle la parola senza prenderla in giro o deriderla. Le uniche visite che aveva avuto da quando l’avevano trovata erano quelle degli inviati dal Conclave. Clary era piccola ma li ricordava come persone fredde, che le facevano continuamente domande sul padre e la madre. Ma non credevano mai che Clary non ricordasse nulla. Beh in realtà nulla non proprio. Solo che aveva avuto bisogno dell’aiuto di Magnus per ricordare. 

< Di cosa ti lamenti tu, hai pure fatto colpo, dovresti essere contenta >, disse lui ridendo e beccandosi in tutta risposta un’ondata di solletico. < Ti prego, chiedo pietà >, supplicò lui tra le risate.

< Va bene, per questa volta sarò magnanima. Tu comunque hai poco da sfottere, anche tu e Magnus avete trovato le vostre prede >.

< Ti prego non me ne parlare, non augurerei neanche al mio peggior nemico dei suoceri come i Lightwood >, disse con voce seria.

< Come ti senti? >, chiese Clary. Lui sbuffò facendo finta che fosse una cosa da niente, ma la rossa lo conosceva troppo bene per cascarci.

< Che vuoi che ti dica Clary, ho incontrato gli artefici della mia trasformazione. Di tutti quei mesi di disperazione, dolore e brama incontrollabile di sangue. Quando ce l’avevo a portata di canino non hai idea dello sforzo che ho dovuto fare per non morderla e succhiarle dal corpo ogni singola goccia di sangue, e farlo soprattutto davanti al marito inerme. Se questo mi rende un mostro, allora  sì sono un mostro >.

< Non sei un mostro, anzi questa è l’emozione più umana che io conosca. E poi sai che anche io in parte sono un mostro come te no? >.

< Lo so angioletto. Ora ti lascio al tuo bagno. Rilassati che domani si va a scuola >,disse lui uscendo dalla stanza.

< No me lo ricordare. Buonanotte denti lunghi >, disse lei andando in bagno.

Chiuse la valvola dell’acqua e si spogliò. Si immerse nell’acqua calda e lasciò che ogni centimetro del suo corpo si abbandonasse a quella stupenda sensazione di calore.

Dopo un’ora buona uscì, si mise il pigiama e si mise a dormire. 

 

< Clary, amore rispondi a papà. Clary aprì gli occhi >. Quella non era la casa di Magnus. Era in una stanza buia e fredda, sdraiata su un giaciglio in un angolo buio. Sembrava una stanza di quelle case abbandonate da anni, inagibili ,dove trovavano riparo i senzatetto e i peggiori demoni. 

Clary vide una figura avvicinarsi a lei. Era Valentine. Sapeva che era lui. Lo aveva visto così tante volte in fotografia durante gli interrogatori del Conclave. E purtroppo lo aveva visto anche nei suoi ricordi. 

< Clary è l’ora della puntura. Da brava sta ferma >. Le prese il braccio con forza. Cercò di reagire, ma era debole. Il bastardo doveva averle dato una fiala di tranquillante. Clary se li ricordava bene quei momenti. 

< Non ti avvicinare! Stai lontano!! >, urlò lei, ma era troppo tardi. Lui le iniettò un liquido nero. Il contatto fu lancinante. Il dolore era insopportabile. Incominciò a dimenarsi in preda agli spasmi. Lui rideva, lei urlava. 

 

Si svegliò urlando. Che razza di incubo. Ma purtroppo Clary lo sapeva bene. Quello non era solo un sogno. Quello era un ricordo di infanzia. Il motivo che l’aveva resa diversa da qualsiasi altro Shadowhunter esistente, ma di cui solo lei, Magnus e Simon sapevano. A parte Valentine ovviamente. Magnus e Simon si precipitarono nella stanza. Simon la tenete stretta a se.

< Magnus, sta peggiorando, non è più controllabile, lo sento che scorre dentro di me >. 

< Lo so Clary, il tuo organismo a volte non riesce a sopportare la lotta interna che c’e tra i tuoi tipi di sangue. Stai ferma ora, proverò a contrastare la sua potenza, farà male >. Magnus incominciò a muovere le mani ripetendo una formula in latino. Fortunatamente la casa era insonorizzata, perché le urla di Clary furono devastanti. La magia fece quasi subito effetto. Ma non era il dolore in sé che le faceva male. La visione di suo padre che la torturava ancora e ancora era una ferita profonda ed indelebile. Non era mai stata con nessun altro al di fuori di lui prima di essere portata all’Istituto. Sapeva di avere una madre per sentito dire e anche due fratelli. A quanto pareva sua madre un bel giorno era scappata portando via con se i due bambini ed abbandonandola nelle mani di quel mostro. Non era mai stata sua madre. Non l’avrebbe mai perdonata per averle fatto questo. Per aver abbandonato sua figlia. Sangue del suo sangue, nelle mani di suo padre. MAI.

< Ragazzi potete dormire con me questa notte. Non mi va di stare da sola >.

< Come dirti di no Rossa >, rispose Simon. Lui e Magnus si misero uno da una parte e l’altro dall’altra del letto. Clary andò un attimo in bagno a rinfrescarsi il viso. Dopo di che si guardò allo specchio. Era proprio divisa in due. Una parte angelica e una parte demoniaca. A tutti sarebbe sempre sembrava un’angioletto. Ma senza trucchi e lenti a contatto, mostrava bene le due fazioni.

 

Un occhio verde da angelo, uno nero come la pece da diavolo.

   
 
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