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Autore: The Fantasy Hunter    29/04/2016    0 recensioni
Sono passati ormai alcuni anni dalla sconfitta di Nidhoggr e Sofia e i suoi amici conducono, finalmente, una vita normale libera dai continui scontri e preoccupazioni che erano soliti nella loro “precedente” vita, Sofia ormai ha una storia con Fabio e lo stesso vale per Lidja ed Ewan mentre sta Karl e Chloe sta nascendo qualcosa (anche se questi ancora non ne sono del tutto consapevoli e tentano, malamente di nasconderlo), e tutti sono convinti che i tempi dei draconiani siano finiti. Ma i ragazzi non potevano sapere che fino ad allora, dall’inizio della loro avventura, fino allo scontro finale qualcuno li ha osservati, li ha manovrati come burattini, e li ha fatto credere che tutto fosse finito, solo per aspettare il momento migliore in cui tagliare loro i fili. Qualcuno che fino ad allora aveva sempre agito nell’ombra, qualcuno che possiede un enorme potere che ha finalmente deciso di usare. Costui sarà il più potente e malvagio nemico che Sofia e gli altro draconiani avranno mai affrontato e per fronteggiarlo incontreranno nuovi amici che verranno in loro aiuto, ma scopriranno anche nuovi e crudeli avversari disposti a tutto per fermarli
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Sofia, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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CAPITOLO 1: Sogni e Incontri

Sofia si svegliò di soprassalto in piena notte, ansimando e con la fronte coperta di sudore, si guardò intorno e vide era solo la sua stanza, vide i libri che occupavano gli scaffali del suo armadio di legno e i deboli raggi della luna che entravano dalla finestra e illuminavano fievolmente il marmo bianco della stanza. Cercò di calmarsi e aprì la finestra della sua stanza per prendere una boccata d’aria, rimase incantata qualche minuto a contemplare la luna piena che si rifletteva sulla superficie del lago vicino alla sua casa e questo la aiuto a dimenticarsi per un po’ di quel sogno che aveva fatto. Erano già diverse settimane che rifaceva lo stesso sogno, di tanto in tanto,  se fosse stato un incubo ricorrente come quelli che le venivano quando era ancora all’orfanotrofio non gli avrebbe dato troppo peso, ma quello era un sogno che le ricordava qualcosa che avrebbe voluto dimenticare da tempo, e a cui non aveva più pensato da tanto tempo, da quando la sua avventura da Draconiana era finita, dallo scontro finale con Nidhoggr. Chiuse gli occhi e rivide la scena del suo sogno, o meglio, del suo incubo :
Rivedeva Thuban abbracciato a Nidhoggr che si contorceva disperato nel tentativo di liberarsi e lei con la sua armatura scintillante e la spada in mano, sentiva di nuovo Thuban che le chiedeva di farlo, di mettere fine a quello inutile guerra e alle sue sofferenze, sue e di suo fratello, e poi aveva rivissuto il momento in cui con un solo fendente della spada lo aveva accontentato, rivedeva Thuban e Nidhoggr che sparivano lentamente sotto i suoi occhi e poi solo buoi. Rivivere quella scena le portava ogni volta un’enorme sofferenza, le mancava da morire il suo drago, il parlare con lui e scoprire che non erano così diversi come aveva creduto all’inizio di quell’avventura che l’aveva resa quella che era, che le aveva fatto capire che era forte e coraggiosa più di quanto avesse mai creduto. Sospirò e fece per rimettersi a letto quando le venne in mente una cosa, nel sogno di quella notte c’era qualcosa di diverso, mentre stava dando il colpo finale le era parso di notare una figura dietro a due possenti corpi del drago e della viverna, le pareva un ragazzo che teneva le mani alzate verso i due combattenti dalle quali partiva una luce verdastra, ma non sapeva dire di preciso a quale scopo né tanto meno che aspetto avesse il ragazzo. Si rimise a letto e chiuse gli occhi pensando che fosse solo la sua immaginazione a farle un brutto scherzo, in fondo erano passati già alcuni anni da allora e i suoi ricordi potevano essersi fatti più fiochi, ma sentiva comunque qualcosa che non andava, anche se non sapeva definire bene cosa.
La mattina seguente Sofia si alzò più tardi del solito, evidentemente l’agitazione del sogno le aveva impedito di riaddormentarsi subito, quando aprì gli occhi era già tardi e doveva andare a scuola. Si  alzò in fretta dal letto, si diede una rapida lavata di faccia in bagno e si vestì: si mise un paio di pantaloni lunghi color blu, una maglietta bianca su cui indossò un maglioncino verde chiaro e un paio di Adidas blu. Scese di fretta le scale e nel soggiorno di casa trovò il professore e Fabio, che avevano già iniziato a fare colazione, mentre Karl doveva essere già uscito, dato che la sua scuola era la più lontana da raggiungere. “Buongiorno dormigliona”- la salutò Fabio, già pronto per andare a scuola, portava una maglietta rosso scuro a maniche lunghe, un paio di jeans sbiaditi e un paio di scarpe bianche -“Era ora che ti alzassi, e io che speravo di non andare a scuola a causa della tua bella dormita ”- Sofia arrossi sia per l’imbarazzo che per la rabbia, benché lieve, che le provocarono quelle parole ma si calmò subito prima di parlare-“Perché non mi avete svegliata prima?”-“Ci avevo pensato, ma quando sono entrato in camera tua dormivi profondamente ed eri tutta sudata così ho pensato che fosse meglio lasciarti riposare”- le rispose il professore. In quel momento Sofia si ricordò del sogno che aveva fatto quella notte, e pensò che doveva essere per questo che era così sudata e si sentiva un po’ stordita, quell'incubo le aveva impedito di dormire bene. “ok, adesso fai colazione e anche alla svelta che tra poco dobbiamo andare, è già abbastanza tardi”- la incitò Fabio, riscuotendola dai suoi pensieri. Sofia fece colazione in tutta fretta, prese lo zaino coi libri di scuola, salutò il professore e poi lei e Fabio furono pronti per la scuola, Fabio l’avrebbe accompagnata con il suo motorino, lo faceva spesso ormai, in fondo andavano nella stessa scuola, lui le porse un casco e Sofia si sedette dietro di lui, stringendogli il petto –“piano Sofia, così mi soffochi”-scherzò lui, e lei allentò subito la persa – “dai stavo scherzando, puoi stringere finché vuoi, e poi mi piace sentirti vicina”- Sofia arrossì fino alla punta dei capelli, e dopo quella breve chiacchierata il motorino partì.
La mattinata sembrava iniziata bene, le lezioni furono meno noiose del previsto e Sofia era riuscita a capire quasi tutto, però la cosa che le era interessata di più era stata l’arrivo di un nuovo studente nella sua classe, era un ragazzo dai lunghi capelli neri con gli occhi grigi e con la pelle un po’ abbronzata, indossava un T-shirt a maniche corte color blu scuro, un paio di bermuda a quadri grigi e bianchi e un paio di scarpe grigie con delle strisce blu. Siccome la compagna di banco di Sofia era assente e quello era l’unico posto libero, il nuovo arrivato si sedette vicino a lei. Non sembrava in vena di fare amicizia, infatti a malapena l’aveva guardata in faccia da quando era arrivato,  Sofia decise quanto meno di presentarsi, almeno per rompere il ghiaccio –“Ciao, io sono Sofia, Sofia Schlafen”- il ragazzo all’inizio non sembrava neanche averla sentita poi si volto e la guardò dritta negli occhi –“Io sono Alessandro”-disse secco e distogliendo lo sguardo. “Non sei uno di molte parole vero?”-disse Sofia un po’ seccata dal suo modo di fare – “Infatti, quindi risparmiami i tuoi tentativi di chiacchiera, non sono qui per fare amicizia, tantomeno con te”- rispose senza neanche girarsi. Sofia rimase allibita e furiosa per la sua risposta e avrebbe tanto voluto rispondere per le rime ma notò che la professoressa li stava guardando un po’ seccata quindi decise di rimanere zitta e di ignorare il suo indesiderato compagno - ‘ che razza di maleducato’-pensò tra se e se – ‘ma chi si crede di essere? Non mi conosce neanche come fa a dirmi una cosa del genere? Non gli rivolgerò più la parola’. Nonostante i suoi pensieri c’era qualcosa di strano in quel ragazzo, non solo nel suo comportamento poco amichevole, ma anche nel suo sguardo e il suo viso, questi ricordavano qualcosa a Sofia anche se non capiva che cosa ma qualunque cosa fosse non le piaceva, neanche un po’.
Alla fine delle lezioni Sofia trovò Fabio che la spettava davanti al cancello della scuola, li corse incontro si misero entrambi il casco e partirono per tornare a casa. Sofia era ancora terribilmente arrabbiata con il nuovo arrivato, se ripensava alle sue parole le ribolliva il sangue, presa da un moto di rabbia strinse ancora di più le mani intorno a Fabio –“AHI”-gemette-“Oh mio Dio, scusa, scusami tanto”-disse lei allentando subito la presa –“Tranquilla, ci vuole molto di più per farmi male”-scherzò lui, ma Sofia teneva lo sguardo fisso per terra –“Qualcosa non va?”- le domandò -“No, no, va tutto bene”- mentì lei, che pensava a come avrebbe reagito Fabio se avesse saputo dell’accaduto, e di certo non sarebbe rimasto imparziale – “Sofia, ormai dovresti sapere che non riesci mai a mentirmi, perciò mi potresti dire la verità per favore?” – le disse; sapendo che ormai non c’era nulla da fare racconto a Fabio quello che era successo quella mattina. “Io quello lo uccido”- esclamò Fabio dopo che Sofia le aveva finito di raccontare, sentire che qualcuno aveva osato pronunciare quelle parole alla sua ragazza lo aveva fatto infuriare –“Ecco, è per questo che volevo evitare di dirtelo”- rispose Sofia, nel tentativo di calmarlo -“E come avrei dovuto reagire? Facendogli i complimenti per aver trattato così la mia ragazza? ”- ribatté lui alzando la voce – “Non volevo dire questo, ma non voglio che tu ti metta nei guai per colpa mia, e poi non vale di certo la pena di dare troppo peso di dare peso alle sue parole né tanto meno di cercare vendetta, meglio cercare di stagli alla larga e ignorarlo”- continuò Sofia, ma sebbene si fosse in parte calmato Fabio stringeva sempre più forte le mani sul manubrio del motorino – “Giurami che non lo cercherai e soprattutto che cercherai di fargli del male”- disse Sofia in tono sicuro perché sapeva che Fabio era solito a portare rancore in certi casi, casi come questo - “Ma..” –“Giuramelo!!”- ripeté Sofia prima che lui potesse obiettare, Fabio sospirò profondamente e allento la presa -“Va bene, te lo giuro”-disse alla fine. Sofia si sentì tranquillizzata e decise che avrebbe dimenticato quel ragazzo e le sue parola, ma per quanto ci provasse non riusciva a togliersi dalla mente il suo volto e soprattutto il suo sguardo, aveva qualcosa di famigliare ed era certa che le ricordassero qualcuno, qualcuno con cui non aveva senz’altro avuto buoni rapporti. Scostò quel pensiero dalla testa e strinse le braccia intorno a Fabio mentre la loro casa si avvicinava.

 

   
 
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