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Autore: Ire_2002    29/04/2016    2 recensioni
Jenny è una ragazza normale, la sua vita e la sua famiglia sono del tutto ordinarie.
Ma tutto cambierà il giorno in cui si accorgerà che nella foresta vicina a casa sua c'è qualcuno.
O meglio qualcosa.
Costretta a essere la serva di un mostro.
Condannata alla prigionia.
E intanto nessuno sa dove si trovi.
Ma nella sua gigantesca prigione incontrerà qualcuno pronto ad aiutarla.
Qualcuno che come lei vuole solo una cosa.
La libertà.
Una ragazza che deve cercare di fuggire.
Una Proxy.
Una Proxy che non vuole essere tale.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hoody, Masky, Nuovo personaggio, Offenderman, Ticci Toby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm not a Proxy'
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- Allora? Vuoi spiegarti?
Deve essere più o meno la terza volta che lo chiedo. Ann mi ha portato insieme ad Hoody in una sorta di infermeria. La testa della ragazza è appoggiata su un tavolino, mentre iln suo corpo fruga in un armadietto.
È una visione vagamente inquietante.
Dal collo della donna non esce più sangue, effettivamente ne ha perso ben poco, e la cosa è piuttosto strana. Ma tanto nulla di quello che mi sta succedendo ultimamente ha una spiegazione logica, non mi dovrei sorprendere più di tanto.
- Non sono fatti tuoi. E visto che mi hai decapitata tu, cerca almeno renderti utile. C'è un ago lì, prendimelo- risponde lei, indicando con un braccio uno sportello.
Mi alzo, iniziando a cercare l'ago. È tutto polveroso in questa stanza, e mi scappa uno starnuto.
Hoody ci osserva, a braccia incrociate, restando zitto. La situazione non mi piace per niente. I due Proxy che si sono mostrati più minacciosi sono nella stessa stanza con me, ed uno è privo di testa.
Finalmente trovo l'ago, e lo porgo ad Ann.
- Ora posso andarmene?- chiedo.
Ann prende in mano il suo cranio e me lo porge- No. Mi devi dare ancora una mano. Forza, afferrami la testa, devo ricucirla.
La testa decapitata mi fissa, ed io distolto lo sguardo. Mi fa schifo, credo di non aver mai visto nulla di più ripugnante.
- Non può farlo Hoody?
L'incappucciato, appoggiato allo stipite della porta con una spalla, scrolla la testa - Vedi, da Proxy quale sei ti troverai in continuazione a fare cose disgustose. Dovrai pur farci l'abitudine, no?
Sospiro e, riluttante, prendo la testa tra le mani, rifiutandomi di guardarla. La pelle di Ann è strana, fredda e molle. Sembra di toccare qualcosa di morto.
L'infermiera mi ordina di poggiare la testa sul suo collo e così faccio, disgustata.
Tengo gli occhi chiusi, mentre la rossa si ricucisce la testa sul collo.
- Ho finito- annuncia poi- Puoi anche aprire gli occhi, novellina.
Separo rapidamente le mie mani dalla sua testa, aprendo gli occhi.
- Hoody, puoi portarla in camera sua? Scommetto che la piccoletta non sa la strada- dice Ann.
- Piccoletta?- chiedo, incrociando le braccia.
Ann non risponde, e si limita ad uscire dalla stanza, senza nemmeno guardarmi in faccia.
Poso il mio sguardo su Hoody. Mi sta fissando, immobile, a braccia incrociate.
- Allora... puoi accompagnarmi?- chiedo, giocherellando nervosamente con le maniche della felpa.
Questa situazione non mi piace. Hoody mi fa uno strano effetto. L'ho visto accanirsi contro Masky, e faceva davvero paura. Il fatto che porti sempre con sé una pistola non aiuta.
- Come vuoi. Non ho di meglio da fare al momento.
Si volta, iniziando a camminare, ed io lo seguo. Siamo entrambi zitti, immersi ognuno nei propri pensieri.
Mi vengono in mente le parole di Ann. Cosa intendeva riguardo al fatto che se io fossi fuggita sarebbero stati puniti tutti?
- Posso farti una domanda?- chiedo timidamente.
Lui non risponde. Resto zitta qualche secondo, poi continuo.
- Ann ha accennato al fatto che voi sareste puniti se io fuggissi...
Lui si volta di scatto- L'idea di fuggire non ti deve passare nemmeno per la testa. Non vorrai mica che a qualcuno venga fatto del male?
- Perché non potete mai spiegarvi?
- Taci, ed entra in camera tua- risponde, facendomi entrare nel corridoio dove si trovano le stanza dei Proxy.
Lui esce rapidamente dalla stanza, mentre io resto dentro. Vado rapidamente nella mia camera, notando che sul legno della porta è stato inciso il mio nome. Non voglio stare fuori, questo è l'unico posto in cui mi sento leggermente al sicuro.
Mi siedo sul letto, pensando. Devo cercare di capire. Davvero i Proxy sarebbero puniti se io me ne andassi? Non posso fidarmi di quello che mi dicono.
E di Tim? Posso fidarmi di lui?
Del resto, non sono mai stata brava a fidarmi degli altri.
È sempre stato così, anche quando vivevo in città. Io ero sono sempre stata quella con il cappuccio sul viso, con i libri stretti al petto e le cuffiette nelle orecchie. Quella che nessuno notava, e che se ne stava in un angolo, a parlare con poche amiche.
Ero quella che gli altri definivano come una un po' strana, un po' diversa. Non ero odiata, assolutamente, ero solo poco socievole, poco propensa ad aprirmi agli altri, per paura che mi ferissero.
Sospiro.
Non so cosa darei per avere la mia vecchia vita. Forse non era quella piena di avventure che avevo sempre desiderato, e non era nemmeno quella della solita ragazza super popolare, ma era una vita vera. Avevo una casa, una famiglia, degli amici...
Prendo un respiro profondo. Non ci devo pensare, non devo mettermi a piangere...
Mi alzo di scatto, aprendo la vecchia finestra dal vetro rotto e riparato malamente con lo scotch. Sento il bisogno di respirare l'aria fresca, di concentrarmi su qualcosa, qualsiasi cosa. Sul paesaggio, sulla giornata nuvolosa. Mi basta non pensare.
Non so da quant'è che sono qui, quando sento una mano sulla mia spalla e una voce che sussurra al mio orecchio.
- Allora? Com'è andata con Ann e Hoody?
Mi volto di scatto, riconoscendo la voce di Toby. Stavolta, almeno, sono riuscita a non prendere un infarto.
- Toby? Non ti avevo sentito...
- I Proxy sono silenziosi- risponde lui, con un'alzata di spalle.
- Comunque, come sai di cosa è successo con Ann?
Al ragazzo viene un tic alla spalla, sembra nervoso. Si guarda un po' attorno, girando la testa a destra e a sinistra, come a cercare un consiglio.
- Io... io ho visto tutto. Sono venuto qui per... per... scusa se non sono intervenuto!- dice, come se fosse un bambino che si scusa con la madre - È grazie a me se sei qua, forse dovevo essere io ad occuparmi di te, e poi noi dovremmo essere una famiglia, e Slender dice che in una famiglia ci si aiuta, si cerca di non far litigare gli altri e...
Decido di fermarlo, è sempre più agitato- Calmati Toby! Va tutto bene! Io sto bene, e Ann ha di nuovo la testa.
Toby sembra tranquillizzarsi un poco- Ok... ma non far sapere a Slender che ho visto tutto senza fare niente. Vi avevo visto dal corridoio quando hai tagliato la testa ad Ann è sono andato via. Non volevo aiutarla. Mi sta antipatica.
Si siede sul letto, con aria turbata.
- Tranquillo Toby, non dirò nulla- gli rispondo. Perché sono gentile con lui? È colpa sua se io mi trovo in questa situazione! Solo colpa sua.
Sospiro.< br /> - Toby... tu lo sai come fa Ann a sopravvivere alla decapitazione? È normale tra i Proxy?- gli chiedo. Nel caso, anche per me sarebbe possibile?
- No! Solo lei può farlo. Ha avuto un passato piuttosto particolare...
A quel punto inizia a raccontare.
- Abbiamo visto Ann per la prima volta quasi un anno fa, pochi mesi dopo che ero arrivato io. Hoody aveva tentato di ucciderla, ma gli spari non avevano effetto su di lei. Slender ci aveva ordinato di ucciderla, ma era impossibile. Alla fine decidemmo di tenerla con noi. Slender l'aveva vista uccidere, e la voleva come Proxy. Nemmeno noi sappiamo molto di lei. Solo che un uomo aveva trovato un modo per tenerla in vita per sempre, smembrandola e riducendo insieme il suo corpo.
Restiamo qualche secondo in silenzio. Non credevo davvero che qualcosa del genere potesse essere possibile. Ma mi viene quasi da sorridere al pensiero che tutto, anche le cose più assurde, ormai non mi sorprenda più di tanto.
- Insomma- risposi- È una sorta di Frankenstein.
Toby ride, ma non come un pazzo. La sua è la risata allegra di un ragazzo qualunque.
Sembra che in fondo anche i Proxy, per qualche secondo, possano sembrare umani normali.
  
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