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Autore: TheBaddus    01/05/2016    0 recensioni
[Webtoon]
"Cosa faresti, se potessi ricominciare tutto da capo, modificare te stesso, qualsiasi cosa di te stesso, come se tutto questo fosse solo un gioco?"
Tutto inizia con una domanda allettante come questa, in fondo chi non vorrebbe almeno sapere il modo che verrebbe usato e cosa si dovrebbe fare?
Un ragazzo delle superiori tormentato fisicamente e psicologicamente a cui si presenta questa insolita opportunità. Che cosa farà? O forse sarebbe meglio chiedere:"Che cosa faresti tu?"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo essermi svegliato mi preparai velocemente ed uscii in anticipo correndo verso la fermata dell'autobus dove scendeva Federica, mentre chiamavo John per sapere come avremmo dovuto gestire la situazione, siccome lui sarebbe stato di sicuro dalla nostra parte, purtroppo però aveva il cellulare spento quindi capii che avrei dovuto cavarmela da solo.
La aspettai lì e quando scese fu sorpresa di vedermi:

"Ciao Samuel, come mai qui oggi? Aspetti qualcuno?" Disse con un' espressione maliziosa.

"Ero qui per vedere John, visto che non mi risponde al telefono e dovevo dirgli una cosa importante, ma sembra che oggi non venga a scuola." Risposi.

"A quanto pare. Però non mi ha avvisato, sono preoccupata. Andiamo a trovarlo dopo scuola?" Chiese.

"Boh va bene, nessun problema. Adesso andiamo che altrimenti facciamo in ritardo; non preoccuparti ti scorto io." Dissi con un espressione fiera.

"Sei davvero simpatico Samuel." Rise.

Sulla strada per scuola vidi un sacco di studenti guardarci malissimo e con aria di sfida; feci di tutto per evitare che lei se ne accorgesse, anche se fu davvero difficile. In classe mi misi in banco con lei e notai che tutti i compagni ci stavano fissando: risposi con uno sguardo omicida verso ognuno di loro per intimidirli e almeno per quel momento sembrarono lasciarci in pace. All'intervallo dissi a Federica:

"Devo andare un attimo in bagno, torno subito tu stai attenta."

"Ma attenta a cosa? Samuel oggi sei davvero strano, c'è qualche problema?"

"No nessun problema, solo ho una strana sensazione, stai attenta."

"Va bene va bene, vai pure adesso."

Quando tornai dal bagno lei non era in classe; imprecai mentalmente e uscii dalla classe per vedere se era lì fuori con qualche amica, ma niente; anzi c'era davvero poca gente in corridoio e molti dei pochi rimasti sembravano andare tutti verso lo stesso posto. Chiesi ad un mio compagno di classe:

"Marco, hai visto Federica?"

Distolse lo sguardo: "No, mi dispiace."

Con una mano presi il suo mento e voltai il suo viso verso di me: "Ho detto, hai visto Federica? E stavolta guardami negli occhi."

Si liberò dalla presa e iniziò a correre; purtroppo per lui ero molto più veloce e in un attimo lo raggiunsi, bloccandolo. Gli misi le mani sulle spalle e lo bloccai al muro: "Ho detto, hai visto Federica?"

"Hanno detto che mi avrebbero pestato se avessi parlato."

"Quindi preferisci che lo faccia io qui e adesso? DOV È?!"

"Sul tetto sul tetto sul tetto. Non picchiarmi ti prego."

Corsi sul tetto e aprii la porta, trovandomi davanti la scena che purtroppo mi aspettavo: tutti i ragazzi disposti a semicerchio e Federica a terra in mezzo a loro; con uno scatto mi feci strada in mezzo alla massa e mi misi davanti per proteggerla:

"Andate via, non le farete del male."

Dalla folla giunse una voce unanime: "Vuoi sul serio proteggerla da solo?"

"Voi non la toccherete nemmeno con un dito, finché avrò in corpo la forza per muovermi."

"Vuoi farci credere che non ti interessa avere più dadi? Non farci ridere, in fondo sei come noi."

Alle mie spalle Federica disse, a voce bassissima, quasi sussurrando: "Cosa intende con 'sei come noi'?"

Mi affrettai a rispondere, con tono preoccupato: "Non lo so, ma ora non importa. Stai dietro di me e non ti muovere, ci penso io a loro."

"Ma sono troppi e..."

"Tu stai lì e non muoverti, ho detto che non ti faranno del male!"

Un ragazzo uscì dalla folla e mi attaccò urlando; lo respinsi e assunsi una posizione difensiva, pronto al combattimento.
Dopo l'intervallo nessuno tornò in classe, eravamo ancora tutti sul tetto e non so perché ma nessuno venne a cercarci.
Comunque, quando ormai ero quasi allo stremo delle forze, qualcuno attraversò la folla e gridò:

"Non osate toccarla, altrimenti vi ammazzo tutti!"

Io: "John, ma si può sapere dove diavolo eri finito?"

"Mi era morto il cellulare e avevo una visita, sono venuto appena ho potuto. Allora, come è qua la situazione?"

"Sono riuscito a proteggerla, ma mi sento parecchio stanco. Quanto tempo abbiamo ancora?"

"Circa un'ora e un quarto. Ce la fai?"

"Tranquillo. Tu tieni quelli sulla sinistra che alla destra ci penso io."

E così continuammo a combattere contro gli altri studenti per un tempo che mi parve interminabile, mi sentivo esausto, ma non potevo né fermarmi né usare i dadi per recuperare le forze, con Federica che guardava.
Venni colpito in faccia e caddi a terra. A quel punto lei si alzò e gridò:

"La volete smettere?!? State andando avanti da quasi tutto il giorno e non avete concluso niente, inoltre non vi rendete conto quale atto disumano che state compiendo? Per uno stupido gioco o quello che è volete fare del male ad una ragazza e portate allo stremo delle forze due vostri amici e compagni. Siete solo dei pazzi!"

In quel momento la campanella suonò e sentii vibrare il telefono. Diedi una rapida occhiata mentre ero ancora a terra e vidi la scritta: COMPLIMENTI, SEI STATO ELEVATO AL RANGO 'A'.
In quel momento mi apparve in mano uno strano dado giallo, come quello che era indicato nelle ricompense della missione; non ebbi però il tempo di pensare a nulla, perché mentre John era ancora impegnato in combattimento un ragazzo corse verso Federica con le mani tese avanti per spingerla. Mi alzai in fretta e scattai il più veloce possibile verso i due, sperando con tutte le mie forze di poter arrivare in tempo; nell'alzarmi il dado cadde e iniziò a rotolare. Stranamente ogni volta che toccò terra il suo suono si propagò per tutto il tetto e sembrò scandire il tempo stesso. Federica venne spinta e scivolò sul parapetto del tetto, iniziando a cadere di sotto con faccia disperata, la stessa faccia che avevo io e pure quella di John che si era voltato in quel momento. Avevo perso ormai ogni speranza quando tutto attorno a me si bloccò: Federica, John e anche tutti gli altri, non si muoveva un filo di vento e anche gli uccelli si erano bloccati. Mi voltai indietro a guardare il dado e vidi che si era fermato sopra quella che era l'immagine di una clessidra.

-Complimenti nuovo rango A, vedo che hai ottenuto l'abilità del ferma-tempo.-

-Cosa?-

-Devi sapere che giunge un momento in cui chiunque partecipa al gioco può essere elevato al rango A ricevendo un dado abilità, proprio come quel dado giallo che è lì per terra. Sei stato fortunato ad ottenere il ferma-tempo, è molto utile.-

-Ma quindi vuol dire che sono più forte degli altri?-

-Ora sì, però sappi che usare le abilità ha un costo, costa i punti che potresti spendere per migliorarti. Precisamente ferma-tempo usa un punto ogni dieci secondi; questi in cui stiamo parlando te li "regalo" io, ma appena finiamo inizierai ad usare i tuoi. Comunque, il ferma-tempo blocca tutto il mondo tranne te e chi è a contatto con te quando la usi, si disattiverà quando farai un'azione diversa dal camminare o dal correre. Per usarla come per disattivarla ti basterà pensarlo. Ti è tutto chiaro?-

-Per adesso sì grazie, se non ti dispiace vado a salvare Federica, ma ricordati, non ti azzardare mai più a fare una roba del genere.-

-Va bene, va bene.-

Raggiunsi Federica e le presi entrambe le mani, in quel momento tutto attorno a me ricominciò lentamente a muoversi e a riprendere una sorta di vita, sentii le sue morbide mani che stringevano le mie, come le sue urla per la paura di cadere. Anche se non lo avrei voluto dire mi scappò un:

"Non preoccuparti, ti tengo io piccola."

Accortomi di quello che avevo detto la sollevai imbarazzato e la misi in salvo, dissi a John di portarla via dopodiché parlai alla folla:

"Statemi bene tutti a sentire, perché non lo ripeterò una seconda volta. Da adesso in poi tutti i casini che avete combinato voi tutti con questi strani "giochi" e nelle vostre strane "fazioni" sparirà; non azzardatevi nemmeno a pensare di provarci, va bene? L'unica "fazione" che potrete chiamare tale nella scuola sarà la mia, guidata da me e John. Non voglio guerre, non voglio pestaggi e non voglio neanche che ascoltiate stupide missioni di X come questa. Chiunque non rispetterà le regole ne pagherà le conseguenze e vi assicuro che non sarà piacevole."

Dopo quel giorno tutto il casino che c'era stato fino a poco prima piano piano si cancellò, fortunatamente Federica non scoprì nulla su me e John, credendo che la avessimo difesa con le nostre forze e ogni cosa ricominciò a prendere una piega più normale, per quanto una vita scandita da ciò che facevo avrebbe potuto esserlo.

   
 
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