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Autore: Carol2000    04/05/2016    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo la quinta serie, ho deciso di parlare di un'ipotetica rottura fra Heather e Alejandro.
Nel corso della storia ci stanno alcuni colpi di scena, verso gli ultimi capitoli verranno svelati i motivi della fine della loro storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Gwen, Heather, Trent | Coppie: Alejandro/Heather
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Ero in fila alle casse quel noiosissimo lunedì mattina; il sole splendeva e il caldo era davvero insostenibile: alquanto insolito dato che ci trovavamo appena a maggio.
Mi sentivo tutti gli sguardi addosso, sicuramente mi avevano riconosciuta.
Quando la signora anziana davanti a me decise finalmente di sgomberare, pagai la mia spesa, mentre la cassiera mi fissava incuriosita.
Cercai di ignorare quello sguardo insistente, presi le mie buste e me ne andai.
Da ormai un mese abitavo da sola nel nuovo appartamento: un attico nel centro di Toronto.
Era costato un occhio della testa, ma ero riuscita a pagarlo grazie al mio lavoro, in quanto un anno prima avevo iniziato a dare lezioni di danza classica.
I ricchi genitori delle mie allieve mi pagavano profumatamente e si complimentavano per la mia bravura, mandandomi in un brodo di giuggiole.
Lavoravo occasionalmente: il mercoledì, il giovedì e il sabato.
Sporadicamente andavo a trovare i miei genitori, essi si fingevano felici di vedermi, ma era palese che nemmeno loro sopportassero il mio odioso carattere.
Come biasimarli?io stessa a volte non riuscivo a comprendere da dove tirassi fuori quella meschinità.
Appoggiai le borse nel bagagliaio, salii e misi in moto, immergendomi nel traffico cittadino.
I raggi solari erano così insistenti da impedirmi di vedere la strada, così per un po' vagai alla cieca.
Ad un tratto udii un fragoroso rumore provenire dal cofano, non impiegai molto a capire di aver tamponato qualcuno.
«perfetto, ci mancava solo questa».
Pensai.
Scesi dall'auto e udii qualche insulto abbastanza pesante nei miei confronti, ma lo ignorai.
"Ma insomma si può stare mai tranquilli in questa dannata città?"
Urlò quella che dedussi fosse una ragazza; mi avvicinai a lei mentre continuava a imprecare.
"Mi scusi, non volevo è che questo sole era così accecante...mi perdoni".
La diretta interessata si girò verso la mia direzione e strabuzzò gli occhi quando mi vide.
Avrei riconosciuto quella chioma verdastra ovunque: Gwen.
"Tu...sul serio?che ci fai qui? Credevo che ti fossi trasferita a Brighton".
Domandai incredula.
"Infatti ci sono andata, ma sentivo troppo la mancanza del Canada e così eccomi qua".
Rispose con nonchalance. 
Il suo modo di vestire non era mutato di una virgola: i soliti abiti neri e gli anfibi di pelle.
Il suo caschetto però si era allungato di qualche centimetro e portava un piercing sul naso.
"Senti, visto che oggi mi sento buona farò finta di niente e non ti farò pagare il danno...ma se dovesse succedere ancora, sappi che te ne pentirai amaramente".
Rimasi ammutolita di fronte a quell'affermazione, per un attimo credetti perfino di sognare.
Non mi aspettavo tutta questa gentilezza nei miei confronti, se fosse successo a me non avrei esitato a farle risarcire tutto.
"Tu hai il mio numero, vero?"
Le chiesi mentre sistemava uno specchietto retrovisore.
"Sì, perché?"
"Non so, qualche volta potremmo vederci per prendere un caffè o fare un po' di shopping..."
Sgranò gli occhi ed esitò un attimo prima di rispondere.
"Ti senti bene Heather?o stai tramando segretamente di uccidermi?"
"Mai stata più seria! Andiamo, che motivo avrei di ingannarti?non siamo mica nel reality, non ho bisogno di una coalizione per arrivare alla finale a tre".
"Uno a zero per te...si potrebbe fare, andare in giro per negozi non è esattamente la mia idea di divertimento, ma può andare".
Sorrisi e diedi uno sguardo all'orologio.
"Ora dovrei andare, ci vediamo".
Mi fece un cenno di saluto con la mano, mi diressi verso il veicolo e ripartii.
Che cosa mi era appena accaduto? Ero stata davvero così gentile con quella che per anni era stata la mia rivale?
Non credetti nemmeno alle mie parole, forse quel caldo mi aveva dato alla testa...sì, doveva essere sicuramente quella la verità.
O forse non la odiavo così tanto come credevo.
  
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