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Autore: DAlessiana    04/05/2016    3 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Quella mattina Edward fu svegliato dal suono fastidioso della sua sveglia, aprì stancamente gli occhi maledicendo il lui del giorno precedente che aveva deciso di andare a letto oltre la mezzanotte. Si trascinò nel bagno che trovò libero, così passò in camera di Jasper trovandola vuota, doveva già essere sceso a fare colazione. Prese una felpa dall'armadio senza concentrarsi particolarmente sul colore. La voglia di andare a scuola, quel giorno, era letteralmente sotto zero.
Scese le scale e biascicò un buongiorno ancora mezzo addormentato, al quale il padre non diede molto peso. Quel giorno nessuno dei componenti della famiglia Cullen aveva particolarmente voglia di compiere i propri doveri: era il compleanno di Esme, madre e moglie defunta troppo presto, esattamente sette anni prima.
Ognuno l'avrebbe ricordata a modo suo, avevano smesso da qualche anno di celebrare quel giorno insieme perché ciascuno della famiglia affrontava il dolore in maniera differente.
Edward, l'aveva già ricordata la sera precedente portando davanti alla lapide il suo fiore preferito insieme ad una foto incorniciata che ritraeva tutta la famiglia.
Jasper, l'avrebbe ricordata indossando qualcosa del suo colore preferito, quella mattina aveva optato per una maglia, infatti sfoggiava un colore verde smeraldo, che in altre occasioni mai avrebbe messo.
Carlisle, beh lui la ricordava ogni giorno fermandosi al cimitero prima di recarsi al lavoro, ma quella mattina, contro ogni suo gusto, aveva deciso di indossare la cravatta che lei gli aveva regalato l'ultimo San Valentino trascorso insieme.
Non parlarono molto e a nessuno urtò quel silenzio, aveva un qualcosa di sacro. Così, dopo aver fatto un bel respiro, i maschi della famiglia Cullen si preparano ad affrontare quella che sarebbe stata una lunga e infinita giornata.


I due fratelli percorsero il tragitto fino a scuola senza proferire parola. Edward si concentrò in modo particolare sulla guida, mentre Jasper aveva quasi il timore di dar voce ai suoi pensieri.
“Guarda che puoi parlare, eh!” esclamò Edward, una volta arrivati davanti scuola, stanco di quella specie di gioco del silenzio.
“Ti ricordi l'ultimo compleanno di mamma prima che morisse? Le portammo la colazione a letto ed io inciampai facendo cadere il caffè sulla coperta!” disse Jasper, rendendo partecipe l'altro dei suoi pensieri, rise ricordando la scena. Edward scoppiò a ridere di conseguenza, la faccia mortificata di suo fratello era epica!
“Come dimenticarlo! Papà ti fulminò con lo sguardo, ma poi scoppiò a ridere insieme a mamma!” ribatté il maggiore e fu come avere la scena davanti a sé.
“Io avevo capito che qualcosa non andava, ma credevo che tutto si sarebbe risolto” disse d'un tratto, Jasper e quell'affermazione spiazzò Edward. Anche lui non aveva capito fino in fondo quanto la situazione fosse grave, probabilmente l'ingenuità tipica a quell'età li aveva protetti dal soffrire ancora prima del tempo.
“Anch'io lo pensavo, Jazz. Sarà meglio andare a lezione adesso, io ho matematica e il prof già mi detesta abbastanza!” cambiò discorso, perché sapeva che non avrebbe retto ancora a lungo.
“Io ho letteratura inglese con Alice. Ci vediamo a pranzo?” il fratello sembrò sollevato dal fatto che Edward avesse deviato l'argomento, focalizzandosi sulle lezioni da seguire. Quando nominò il nome della sua ragazza, Alice, il peso che sentiva sul cuore si alleggerì un po'.
“Certo. A dopo” lo salutò Edward, prima di sparire nel grande corridoio della scuola, correndo verso l'aula di trigonometria.

Il turno del dottor Cullen, in ospedale, era da poco iniziato e lui già si sentiva stanco. Quel giorno lo avrebbe voluto passare sotto le calde coperte a contemplare un lato perennemente vuoto, come il suo cuore senza la sua amata Esme.
“Vuoi un caffè, Carlisle?” la gentile offerta di Mark, suo collega e grande amico, lo distolse dai suoi nostalgici pensieri e gliene fu grato.
“No, ti ringrazio, l'ho preso prima di uscire” rispose, distogliendo lo sguardo dalla cartella clinica di una paziente alla quale non aveva dato grande attenzione.
“La signora Blake, giusto? Quella donna se ne inventa una più del diavolo pur di venire sempre qui!” esclamò l'altro alludendo alla cartella che sfogliava Carlisle, intestata ad una simpatica vecchietta, ormai, sempre presente in ospedale.
“Vuole solo compagnia e riempie sempre di complimenti gli infermieri. In fondo a chi può dare fastidio?” replicò il biondo, ringraziando mentalmente l'amico per non aver tirato fuori l'argomento compleanno di Esme.
“Ti sbagli amico, non fa complimenti a tutti gli infermieri, ma ad uno in particolare” disse ridendo Mark, riferendosi all'affinità creatasi tra la signora Blake e Tom, uno degli infermieri più giovani.
“Giusto, Tom ruba i cuori di tutte le anziane!” affermò Carlisle, iniziando a ridere anche lui. 

“Per una volta, vorrei rubare il cuore ad una della mia stessa età!” esclamò una voce alle loro spalle e i due dottori, una volta voltati, videro Tom che era appena entrato nella sala relax destinata al personale medico.
“Vedrai che la persona giusta arriverà e poi, guarda il lato positivo, le vecchiette sanno cucinare ottimi dolci” disse Mark, provocando le risa di tutti i presenti.
Tom alzò gli occhi al cielo, ma prima che potesse replicare il cerca-persone del dottor Cullen suonò e quest'ultimo dovette correre da uno dei suoi pazienti.
Il modo migliore per affrontare quella giornata era dare tutto se stesso per salvare la vita di quelli che si affidavano a lui e, quel giorno, non avrebbe retto ad una perdita. Il suo cuore sarebbe sprofondato ancora di più nell'oscurità nella quale era caduto, dopo la morte di Esme.
Quella stessa oscurità alla quale non aveva permesso di prendere pieno possesso di sé, perché doveva essere forte e doveva andare avanti, non per lui, ma per Edward e Jasper, per i quali avrebbe dato la vita se solo glielo avessero chiesto.



-Felice di essere tornata! :)
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito il prologo e quelle che hanno inserito la storia tra le seguite. 
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso e aspetto con ansia le vostre opinioni. 
Alla prossima! :33

  
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